martedì 13 agosto 2024

MONDADORI n.2 - Edgar Wallace: L'uomo dai due corpi



Beryl Merville scriveva:
Caro Ronnie, siamo tornati dall'Italia questo pomeriggio. Papà aveva detto che saresti venuto a prenderci e sono rimasta molto delusa quando ho visto solo il signor Steppe. Oh, certo, so che è una persona molto importante, lo dimostra anche la sua macchina nuova; un vero gioiello, con un ripiano per scrivere
l'accendisigari e la biblioteca... certo, una piccola biblioteca sotto uno dei sedili. Io gli ho dato appena un 'occhiata.
Il signor Steppe mi fa un po' paura, anche se è la gentilezza in persona e se la voce profonda con la quale parla agli autisti, ai portieri e ai poliziotti è rassicurante, in un certo senso. Papà è piuttosto lamentoso.
Mi è sembrato stranamente sorprendente, Steppe, intendo. La gente resta colpita dalla sua barba nera e dalle sue folte sopracciglia brizzolate. A te piace, vero! Forse piace anche a me... è molto magnetico, una persona autoritaria mi fa paura, ti ripeto. Ho incontrato un altro uomo. Non credo che tu lo conosca; ha detto di non averti mai incontrato. Papà lo conosce piuttosto bene e anche il signor Steppe. È un uomo così strano, Ronnie! È venuto una volta mentre papa era al club, per prendere della corrispondenza. È venuta la cameriera a riferirmi che c'era un uomo strano all'ingresso che diceva di essere stato chiamato dal dottor Merville. Così sono scesa a vedere.
Mi ha colpito molto. Sarai divertito, anche se non lusingato di sapere che quando l'ho visto, ho pensato a te! Ho sentito un moto di simpatia nei suoi confronti. Mi e sembrato di incontrare te, cosa che desidererei davvero Può sembrarti sciocco ma sto utilizzando al massimo delle mie capacità il mio povero vocabolario; vorrei descriverti le mie folli impressioni. Perché folli, lo capirai subito. Infatti, Ronnie, questo tizio era un robusto signore di mezza età che ti somiglia come io somiglio al signor Steppe! Eppure quando ho visto questa persona trasandata (i pantaloni erano lisi e gli stivali sporchi non erano allacciati), ho sobbalzato. Era seduto su una sedia dell'ingresso, con le mani
ruvide sulle ginocchia e si guardava intorno con occhi assenti.
Non si è neppure accorto di me quando gli sono andata davanti.
Ma la sua testa, Ronnie' Era la testa di un eroe dell'antichità, di quelli che vedi ritratti nei busti dei musei senza sapere chi sono. 
Il volto maestoso, come quello di un'aquila, con la carnagione scura sorprendentemente incorniciata da una criniera di capelli grigi Aveva i più begli occhi che io abbia mai visto e quando mi ha guardato, non timidamente come mi sarei aspettata, ma con la dignità di un imperatore romano il suo sguardo era così colmo di tenerezza, che avrei pianto.
Per favore, Ronnie, non dirmi che sono esaurita e nevrotica.
Ero solo pazza tutto qui e lo sono ancora, perché non riesco a togliermi quell'uomo dalla testa. Si chiama Ambrose Sault ed è socio di papà e del signor Steppe, anche se credo che sia più legato a quell'orribile greco che papà mi ha presentato, Moropulos. Che lavoro faccia per conto di Moropulos non sono ancora riuscita a capirlo. C'è sempre un alone di mistero intorno al signor Moropulos e agli affari del signor Steppe. A volte mi sento molto a disagio... ma questo non basta a esprimere i miei sentimenti su papà... e sui suoi affari.
Ronnie, tu partecipi agli affari di papà; di cosa si tratta?

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