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Aspettavo da quattro ore – quattro lunghissime ore, se fossi rimasto sveglio – ma mi appisolai e non sentii la porta che si apriva. Quello che mi svegliò fu l’inconfondibile odore di una Marlboro che bruciava.
Mi alzai dalla poltrona dove avevo dormito sino a pochi attimi prima, bevvi un lungo sorso di rum per farmi coraggio e mi incamminai verso l’altra stanza. Entrai con una certa prudenza, come si addice a uno del mio ramo, e notai la giacca appoggiata alla spalliera del letto e ordinatamente ripiegata. Dalla parte destra del letto.
La sigaretta si consumava lentamente nel posacenere. Prima quel posacenere era appartenuto a una camera d’albergo; ora era di mia proprietà come l’asciugamano del bagno e tante altre piccole cose sparse qua e là.
Cosa ci faceva la giacca a destra quando la puttana – be’, sì, stavo aspettando proprio una puttana – sapeva bene di doverla mettere a sinistra?
E poi lei dov’era? Avrebbe già dovuto essere nuda sul letto con un programma abbastanza interessante da farsi perdonare le quattro ore di ritardo. Sì, doveva proprio essere un servizio speciale e al solito prezzo.
I miei vizi me li pagavo. Tutti. Le sigarette, il rum e quindi anche le donne. Rapporti sessualmente eccellenti e nessuna grana.
Comunque anche le ragazze con il bollino del prezzo sanno parlare; almeno questa lo sapeva. Qualche volta la facevo venire da me soltanto per parlarle di qualche mio problema e lei sapeva sempre darmi i consigli più azzeccati.
La cicca aveva ormai vissuto la sua corta vita. Mi avviai verso la sigaretta per spegnerla e quando alzai il capo (il portacenere lo tengo a terra) vidi – riflessa dallo specchio del bagno – la mia pistola.
Quand’ero in casa tenevo la mia dolce metà nell’armadietto dei medicinali.
Non mi era mai, fortunatamente, capitato che mi si impedisse, come ultima cosa, di farmela addosso in pace e nessuno aveva mai avuto il tempo di raccontarlo in giro, né di usare il bagno dopo di me.
La mia automatica stava ora nelle mani di Violetta. In poche parole la puttana sembrava estasiata a vedere un oggetto che poteva benissimo essere