martedì 29 novembre 2022

Agenzia delle Entrate



"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente ...

... Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".

entrare là è come morire.
se ti convocano sei
quasi fregato.
oltrepasso la porta 
e il mondo cambia,
c'è un brusio strano,
ogni tanto una voce metallica
recita un numero.
persone in preda 
ad evidente stato di agitazione
si aggirano per la sala,
ora stanno sedute,
ora vagano con gli occhi 
persi nel vuoto.

tutto è misterioso,
anche se so benissimo
dove sono.
per i piani alti
devo consegnare un documento.
mi sento a disagio.
l'ascensore panoramico
è l'ultimo contatto

con il mondo vivente,
una volta dentro
si viene spogliati
della propria vita privata,
e incomincia un incubo
che pare interminabile.

si apre la porta 
e mi aspetto si vedere
un cerbero pronto a divorarmi.
occhi di un blu profondissimo,
criniera folta e lunga e riccia,
fisico atletico dalle forme sinuose,
sorriso incantevole,
un viso angelico ...
... l'angelo della morte.
non mi aggredisce,
non latra, ma la sua suadente voce
mi incanta.
mi fissa negli occhi quando parla,
mi sciolgo come neve al sole.

e comincia così la 
mia discesa negli inferi,
lotto con tutte le mie forze
per difendere la mia vita,
ma alla fine dovrò cedere
ad una legge superiore.
oramai sono stremato.
ho ancora un'ultima speranza,
prima di alzare bandiera bianca
e prostrarmi davanti al boia 
che sta già affilando la mannaia.
con uno scatto d'orgoglio
acconsento ai suoi desideri,
pronto a cogliere l'attimo
in cui si distrarrà,
per colpirlo mortalmente
e fuggire ...

... nudo ...

... ma ancora vivo.


Amy Beach + Symphony in E-minor, Op.32 "Gaelic" (1896)


(Henniker 1867 - New York 1944)

Amy Marcy Cheney Beach, pianista e compositrice, fu la prima donna americana a scrivere una sinfonia dal titolo Sinfonia Gaelica. Sua madre era pianista e notò da subito il grandissimo talento della figlia, ma disapprovava; sin dall’età di due anni Amy conosceva la scrittura musicale ed era in grado di improvvisare; a quattro compose il primo brano e a sette si esibì in pubblico, eseguendo brani di Handel, Beethoven, Chopin e composizioni proprie. La madre però continuava a ostacolare il prodigio, impedendo ad Amy di utilizzare il pianoforte; lei era così costretta a suonare le sue piccole composizioni su una tastiera immaginaria.
Quando aveva otto anni la famiglia si trasferì a Boston; Amy iniziò a prendere lezioni di pianoforte, armonia, contrappunto e composizione; a sedici anni debuttò come pianista solista con la Boston Symphony Orchestra.
Ma la sua vita cambiò direzione all’età di diciotto anni, quando si sposò con il noto fisico Henry Harris Aubrey Beach (le cui iniziali H.H.A. Beach diedero il nome a molte composizioni di Amy), più anziano di lei di venticinque anni, che la convinse a dedicarsi alla composizione, abbandonando così la carriera solistica, eccetto che per occasioni a scopo benefico o per presentare i suoi nuovi lavori.

Amy Cheney Beach compose una messa, una sinfonia, un’opera, concerti, sonate, musica corale e sacra, scrisse tante poesie, che musicò assieme a quelle scritte dal marito.
Di spirito profondamente romantico, il suo stile compositivo era ricco di creatività melodica e inattese sovrapposizioni ritmiche, al punto da richiamare talvolta le sonorità di Brahms e Rachmaninoff, ma anche armonie esotiche e tonalità che corrispondevano, nella sua poetica, a dei colori precisi (il mi era il giallo, il sol il rosso).

Alla morte del marito Amy riprese a esibirsi in concerto fino agli ultimi anni di vita, trascorsi in uno stato di salute inferma nel proprio appartamento di New York, dove morì per un attacco di cuore.

lunedì 28 novembre 2022

Capitolo 30: Il verme blu, Modena, febbraio 1964

 Mi guardo allo specchio terrorizzato e inorridito, quell'essere abominevole ... sono io!
Mi osservo, mi scruto, ho indosso un banale grembiulino, ma quello che mi turba è il verme blu ricamato sul davanti!
Corro dalla mamma piangendo.
Il grembiulino non mi piace!
Lei mi spiega sorridendo che quando non sapevo ancora camminare, venivo messo nel box mentre i grandi avevano da fare, e indossavo una tuta blu senza gambe...
Se dopo un po' di tempo venivano a vedere come stavo, non mi trovavano più lì dentro, perché io evadevo e strisciavo come un verme in giro per la casa, da allora mi hanno soprannominato "il verme blu" e me lo avevano ricamato sul grembiulino...



Festa delle stelle, numero ricordo, 28 gen 1893





giovedì 24 novembre 2022

Christianna Brand alias Mary Roland, China Thompson, Annabel Jones, Mary Ann Ashe



(Malesia Britannica, 17 dicembre 1907 – 11 marzo 1988)

Christianna Brand, il cui nome di battesimo è Mary Christianna Milne, nacque in Malaysia nel 1907 e passò la sua infanzia in India. Dopo la morte della madre fu mandata in Inghilterra nella famiglia del cugino Edward Ardizzone, con il quale instaurò un duraturo rapporto di amicizia. Qui trascorse il resto della sua infanzia e studiò in un collegio di suore a Devon. All'età di diciassette anni, in seguito al tracollo finanziario del padre, Christianna fu costretta a guadagnarsi da vivere facendo la governante, la receptionist notturna, la modella, la segretaria e la commessa. Mentre lavorava come commessa in un negozio, ispirata dalla profonda antipatia nutrita per una collega, iniziò a scrivere il suo primo libro dal titolo Death in High Heels, la cui trama ruota attorno a un omicidio avvenuto tra ragazze in un negozio di vestiti a Londra. Il libro fu rifiutato quindici volte dalle case editrici, ma una volta pubblicato, consentì a Brand di affermarsi come una scrittrice di successo durante la seconda guerra mondiale.
La sua creazione di maggior successo fu l'ispettore Cockrill, che apparve per la prima volta nel libro Heads You Lose pubblicato nel 1941. Quest'opera fu seguita nel 1944 dal suo romanzo più popolare, Delitto in bianco (Green for Danger), ambientato in un ospedale militare durante il secondo conflitto mondiale. I racconti sull'ispettore Cockrill diventarono una vera e propria serie di romanzi polizieschi.

Christianna sposò Roland Lewis, un chirurgo londinese, con il quale adottò una figlia. La famiglia visse per un certo periodo a Maida Vale e si trasferì poi in un cottage in Galles: la campagna ispirò le ambientazioni di diversi romanzi di Brand.
Nel 1962 scrisse un'antologia intitolata Naughty Children, e iniziò una stretta collaborazione con suo cugino, nonché pittore, Edward Ardizzone, il quale illustrò l'intera antologia. Una delle storie di maggior successo fu quella dell'infermiera Matilda, personaggio ispirato dalle storie che suo nonno inventava e le raccontava ogni sera prima di addormentarsi.
Ha scritto anche un certo numero di storie brevi, vincendo dei premi offerti dall'organizzazione Mystery Writers of America. Fu a lungo membro dell'Associazione degli Scrittori del crimine e fu nominata tre volte al premio Edgar.
Scrisse anche un melodramma neogotico che ebbe una discreta fortuna, Cat And Mouse (1950), ricordato da Julian Symons nelle sue storie del crimine.
Morì dopo una lunga malattia l'11 marzo 1988.

Christianna Brand era molto abile nella scrittura di trame ingegnose e nel seminare falsi indizi. Sperimentò molte variazioni sul tema del romanzo poliziesco utilizzando degli stratagemmi, come nel libro London Particular del 1952, in cui l'indizio fondamentale è nascosto nel paragrafo iniziale. Un segno distintivo del suo stile narrativo è l'avvicendarsi di situazioni misteriose, e il susseguirsi di molteplici colpevoli, indicati e scartati volta per volta. Il lettore per tutta la durata del romanzo si trova con il fiato sospeso perché l'identificazione del colpevole è quasi sempre inaspettata, e il finale è inatteso.
Usando vari pseudonimi come Mary Ann Ashe, Annabel Jones, Mary Roland, e China Thomson, scrisse anche dei romanzi storici in uno stile molto ricercato, tra cui Le spose di Aberdar, pubblicato nel 1982, una storia di fantasmi e The three cornered halo del 1957, caratterizzato da elementi fortemente fantasiosi. In quest'ultimo risulta particolarmente evidente l'intenzione dell'autrice di distinguersi nettamente da altri scrittori: scrive attraverso uno stile spiritoso che consente al lettore di vedere e capire le assurdità del comportamento umano, senza mai compromettere la serietà della trama.

Nel 1946 venne prodotto il primo film tratto dal libro Green for Danger, distribuito da General Film Distributors e diretto da Sidney Gilliat. Il ruolo principale fu interpretato da Alastair Sim e il risultato fu ampiamente apprezzato dal pubblico britannico.
Nel 2005 venne prodotto un adattamento cinematografico tratto dalla serie di libri Nanny McPhee - Tata Matilda, distribuito dagli Universal pictures e diretto da Kirk Jones. Nel film, Emma Thompson interpreta tata Matilda e Colin Firth interpreta la parte di Cedric Brown. L'attrice ha scritto il copione del film, riscontrando inizialmente qualche difficoltà ad adattare dei libri per bambini al grande schermo. Il film ha ottenuto un enorme successo ed è stato premiato sia dalla critica che dal pubblico, tanto che nel 2010 è stato girato un secondo film intitolato Tata Matilda e il grande botto.

Romanzi con l'Ispettore Charlesworth:
  • 1941, Death in High Heels - La morte ha i tacchi alti, Milano, Mondadori, 1951
  • 1948, Death of Jezebel - Morte di una strega, Il Giallo Mondadori n.2382, Milano, Mondadori, 1994
  • 1979, The Rose in Darkness


Romanzi con l'Ispettore Cockrill:
  • 1941, Heads You Lose - Cockrill perde la testa, trad. Marilena Caselli, I Classici del Giallo Mondadori n.890, Milano, Mondadori, marzo 2001; in Il lungo braccio della legge, Gli speciali del Giallo Mondadori n.95, Mondadori, settembre 2020.
  • 1944, Green for Danger - Delitto in bianco, trad. Maria Mammana Gislon, I Classici del Giallo Mondadori, 1984 Milano, Mondadori, 2013.
  • 1946, Suddenly at His Residence (Titolo americano: The Crooked Wreath) - Uno della famiglia, trad. G. Montanari, Milano, Collana I bassotti, Polillo, 2006, ISBN 978-88-815-4272-7.
  • 1948, Death of Jezebel - Morte di una strega, Milano, Mondadori, 1994
  • 1952, London Particular (Titolo americano: Fog of Doubt) - Quel giorno nella nebbia, Il Giallo Mondadori n.1305, Milano, Mondadori, 1974; I Classici del Giallo Mondadori n.786, 1997
  • 1955, Tour de Force - Tour de force, I Classici del Giallo Mondadori n.1164, Milano, Mondadori, 2007
  • 2002, The Spotted Cat and Other Mysteries from Inspector Cockrill's Casebook

Romanzi con l'Ispettore Chucky:
  • 1950, Cat and Mouse - Il gatto e il topo, trad. Natalia Callori, Novara, Mondadori-De Agostini, 1991; Collana I bassotti, Milano, Polillo, 2010, ISBN 978-88-815-4348-9.

Romanzi non seriali:
  • The Three Cornered Halo (1957)
  • Court of Foxes (1969)
  • The Honey Harlot (1978)
  • The Brides of Aberdar (1982)

Con lo pseudonimo di Mary Roland:
  • 1946, The Single Pilgrim

Con lo pseudonimo di China Thompson:
  • 1958, Starrbelow

Con lo pseudonimo di Annabel Jones:
  • 1975, The Radiant Dove

Con lo pseudonimo di Mary Ann Ashe:
  • 1976, Alas, for Her That Met Me!
  • 1977, A Ring of Roses - Il giardino delle rose, Collana Il Giallo Mondadori n.1662, Milano, Mondadori, 1980; Collana I Classici del Giallo Mondadori n.1396, maggio 2017.


Alla Pavlova + Symphony No. 3 (2000)


(Vinnycja, 13 luglio 1952)

La famiglia Pavlova si trasferì a Mosca nel 1961 e Alla studiò musica all'Accademia musicale di Gnessin di Mosca. È stata allieva di Armen Shakhbagyan, un compositore di solida reputazione nel 1970, prestando particolare attenzione alle opere di Anna Achmatova, che ha influenzato buona parte della sua produzione musicale fino al 1990.
Dopo essersi diplomata nel 1983, Pavlova si trasferì nella capitale bulgara Sofia, dove lavorò all'Unione dei Compositori Bulgari e all'Opera nazionale bulgara. Tornò a Mosca tre anni dopo.
Dal 1986, Pavlova ha lavorato per il consiglio della Russian Musical Society di Mosca, prima di trasferirsi a New York nel 1990.

Dopo il suo arrivo a New York, Pavlova scrisse per sua figlia Irene una raccolta composta da semplici pezzi per pianoforte ispirati alle fiabe di Hans Christian Andersen. Durante la prima metà del 1990 le sue composizioni si alternavano tra lieder e pezzi minori per pianoforte. Nel 1994, Pavlova compose il suo primo lavoro importante, la Sinfonia nº 1 "Addio Russia", che intende esprimere la malinconia e le sensazioni dolorose provate dalla compositrice nel lasciare il suo paese d'origine. Il lavoro è articolato in un unico movimento, e costituito da un ensemble di due violini, un violoncello, un pianoforte, un flauto, e un ottavino, che è stato eseguito in Russia da solisti dell'Orchestra filarmonica di Mosca appena due giorni dopo la sua apertura.
Pavlova ha atteso per quattro anni a comporre il suo primo lavoro sinfonico, di soli quattro minuti per pianoforte e archi, ispirato dalla morte di Shakhbagyan. Poi tornò a rifugiarsi nei lieder, componendo brani come "Mi manchi... ma lasciami andare" all'inizio di settembre 2001. Come Cristóbal Halffter modificò la sua composizione Adagio in forma di Rondo in seguito agli attacchi terroristici dell'11 settembre; Pavlova è rimasta sconvolta da questi attacchi, in particolare perché ha vissuto molto vicino a ground zero, così decise di ridedicare il brano alla memoria delle vittime.


La sua prima opera sinfonica che seguì l'Elegia, la Sinfonia nº 2 "per il nuovo millennio" (1998), è stato probabilmente il suo lavoro più ambizioso: dopo essere stata riveduta i quattro anni successivi, fu incisa su CD da Vladimir Fedoseev, che in seguito sarebbe diventato uno degli interpreti più rappresentativi di Pavlova in Russia eseguendo e incidendo la sua quarta sinfonia, e contribuendo a rafforzare la reputazione di Pavlova nel suo paese natale. Oltre a consolidare il suo prestigio, la seconda sinfonia rappresenta un importante punto di svolta nella carriera di Pavlova, in quanto nelle opere successive ha abbandonato la musica da camera a favore delle composizioni per grandi orchestre. Nel 2000, ha suggellato questo cambiamento di orientamento con la monumentale Sinfonia nº 3; questo lavoro, ispirato ad un monumento di New York a Giovanna d'Arco, si caratterizza per la sua intensa portata espressiva ed è considerato il suo capolavoro. Fedele alla sua politica di revisione, Pavlova ha continuato a modificare questa composizione, aggiungendovi una chitarra quale elemento decorativo.


La messa a punto di questa sinfonia è proseguita nel 2002, anno in cui Pavlova ha composto un secondo concerto, un monologo con violino solista in cui ha nuovamente impiegato un'orchestra d'archi. Pavlova ha elaborato nei due anni successivi la sua prima realizzazione incidentale, quella della danza Sulamith, che porta in scena un racconto di Aleksandr Kuprin di ispirazione biblica, ne deriva una suite sinfonica lunga tre quarti d'ora.
Le più recenti composizioni di Pavlova annoverano una Quinta sinfonia (2006), una Sesta sinfonia (2008) e una Thumbelina Ballet Suite (2008/2009), che sono state pubblicate da Naxos.

La sua musica si ispira ai grandi maestri russi del ventesimo secolo (Prokofiev, Shostakovich, Rachmaninov, ecc.), e ciascuna delle sue opere sembra attraversata dal tema dello sradicamento e dell'esilio. 

martedì 22 novembre 2022

Realtà



La realtà è dentro di noi.




 

Alice Mary Smith + Symphony in C-minor (1864)


da sposata Alice Mary Meadows White
(Londra 19 May 1839 – 4 December 1884)

La Smith è nata a Londra, terzo figlio di una famiglia relativamente agiata. Ha mostrato attitudine per la musica fin dai suoi primi anni e ha preso lezioni private da William Sterndale Bennett e George Alexander Macfarren, pubblicando la sua prima canzone nel 1857. Nel novembre 1867, anno del suo matrimonio con un avvocato, Frederick Meadows White, fu eletta Donna Associato professionale della Royal Philharmonic Society. Nel 1884 fu eletta membro onorario della Royal Academy of Music. Lo stesso anno, dopo un periodo di malattia in cui si recò all'estero per cercare di riprendersi, morì di febbre tifoide a Londra.
Tra le sue composizioni da camera ci sono quattro quartetti per pianoforte, tre quartetti d'archi e una sonata per clarinetto (1870). Le sue composizioni orchestrali comprendono sei ouverture da concerto e due sinfonie. La sua prima sinfonia, in do minore, fu scritta all'età di 24 anni ed eseguita dalla Musical Society di Londra nel 1863; la seconda, in la minore, fu scritto per il concorso di Alexandra Palace del 1876, ma non fu mai presentata.
Smith compose due grandi brani per il palcoscenico: un'operetta, Gisela of Rüdesheim per coro, orchestra e solisti, eseguita nel 1865 alla Fitzwilliam Music Society, Cambridge, e The Masque of Pandora (1875), per la quale l'orchestrazione non fu mai completata.

L'opera di Smith comprende una delle più grandi raccolte di musica corale sacra di una compositrice e comprende sei inni, tre cantici (e l'inizio di un quarto), oltre a una breve Cantata Sacra dell'esilio, basata su episodi di Esther di Jean Racine. I suoi inni Chi ha i beni di questo mondo e Dalle acque di Babilonia furono eseguiti in un contesto liturgico a St. Andrew's, Wells Street da Sir Joseph Barnby nel febbraio 1864, rendendoli il primo esempio registrato di musica di una compositrice ad essere utilizzato per il liturgie della Chiesa d'Inghilterra.
Nel 1880 rivolse la sua attenzione alla scrittura di cantate su larga scala, tutte pubblicate da Novello and Co. Questi includevano Ode to the North-East Wind per coro e orchestra, Ode to The Passions (1882), la sua opera più lunga, eseguita all'Hereford Festival in quell'anno, e due cantate per voci maschili negli ultimi due anni della sua vita. Nel suo necrologio, suo marito afferma che stava lavorando a un'ambientazione della poesia The Valley of Remorse di Louisa Sarah Bevington per coro, solisti e orchestra, tuttavia, non esiste alcun manoscritto a sostegno di questa affermazione. Delle sue quaranta canzoni, il suo lavoro più popolare è stato il duetto vocale O che stavamo cantando noi due.
Secondo un necrologio in The Athenaeum del 13 dicembre 1884: "La sua musica è caratterizzata da eleganza e grazia ... potenza ed energia. Le sue forme erano sempre chiare e le sue idee libere da eccentricità; le sue simpatie erano evidentemente per il classico piuttosto che per la scuola romantica".


La Sinfonia in do minore è composta da fiati in coppia, due corni, due trombe, tre tromboni, timpani e archi. È in quattro movimenti:

I. Grave - Allegro ma non troppo - Smith ha usato le sinfonie di Mendelssohn come modelli. Il movimento inizia con un'introduzione malinconica seguita da un aumento del tempo e un ingresso di 4 battute al primo tema suonato dalle viole.
Questo breve motivo in do minore viene passato attraverso le corde prima di essere ampliato. Altri strumenti lo riprendono fino a quando una sezione di transizione fa emergere il secondo tema in mi bemolle maggiore suonato nei primi violini.
Il motivo viene ripetuto e ampliato prima di condurre direttamente a un altro tema ancora, un motivo suonato dai corni e risposto dai legni: questo tema viene anche ampliato e ripetuto fino a quando non conduce direttamente al primo tema che appare brevemente in maggiore fino a quando l'introduzione iniziale del movimento annuncia la ripetizione dell'esposizione. La sezione di sviluppo inizia con il primo tema e Smith subisce molti cambiamenti chiave quando vengono enfatizzati alcuni frammenti del tema. Anche il secondo tema passa attraverso un'elaborazione che è invasa da segmenti del primo tema. Una sezione di transizione porta la ricapitolazione dei temi. Il primo tema ritorna nella coda e porta a un aumento del tempo e alla fine enfatica del movimento.

II. Allegretto amorevole - Il secondo movimento elimina trombe e timpani, in musica simile alle opere per pianoforte del signorile salotto vittoriano. La Smith usa il modificatore di tempo amorevole, un termine usato da Mendelssohn per la musica di un sentimento simile.

III. Allegro ma non troppo - Poco meno mosso - La Smith non usa ripetizioni in questo breve movimento simile a uno scherzo. La qualità della scrittura per i fiati in questo movimento, così come gli altri tre, mostrano che la Smith aveva una buona sensazione per il colore dell'orchestra.

IV. Allegro maestoso - Un rondò con il tema principale in do maggiore. Ci sono fugaci momenti di dramma e circa nel mezzo del movimento un assolo per oboe che ritorna su un tema nel primo movimento. Gli archi entrano e suonano un pizzicato accompagnamento alla sezione cadenzata, c'è una chiusura parziale e ritorna il tema principale. Una coda avvolge il movimento nella buona tradizione mendelssohniana.

La Smith ha continuato a comporre molte altre opere per orchestra, inclusa un'altra Sinfonia in la minore. Nel 1883 fu eletta membro onorario della Royal Academy Of Music, un premio che veniva conferito solo ai compositori più illustri e affermati. Ha continuato a comporre le opere più orchestrali di qualsiasi compositrice inglese nel 19° secolo.
Non era conosciuta solo in Inghilterra, poiché la sua fama era tale che negli Stati Uniti il ​​New York Times pubblicò un lungo necrologio quando morì nel 1884 di febbre tifoide all'età di 45 anni. 

lunedì 21 novembre 2022

Capitolo 29: San Geminiano, Modena, 31 Gennaio 1964

Oggi scuole chiuse a Modena, è la festa del patrono, San Geminiano, e c'è la fiera.
Oggi io e Giorgio siamo elettrizzati...
Oggi la mamma ci porta in fiera!

Scendiamo le scale di corsa, in fondo, appena fuori dal portone, la mamma ci prende per mano e via, fra le bancarelle.
Ce ne sono tante, ma molte non ci piacciono e non le guardiamo nemmeno, noi preferiamo quelle con i dolci!
Mamma mia! Il torrone morbido, quello ricoperto con il cioccolato, le noccioline, le granelle, i mandorlati, lo zucchero filato, i brigidini, i cantuccini, i bastoncini di liquirizia, le ciambelle col buco, gli schiumini, le barrette di cioccolato fondente e al latte…
Poi la mamma ci ricorda che dobbiamo prendere la porchetta e il pane toscano per il nonno e il papà, va beh...
Giorgio salta su e vuole il palloncino che vola, quello gonfiato con l'etere, accontentato, glielo legano al polso così quello svolazzando lo segue ovunque.
Piazza Grande è gremita di gente, noi ci avviamo verso il Comune per assistere alla sfilata storica ... dallo scalone del Palazzo Comunale parte il corteo.
La mamma ci dice che è una tradizione antichissima, noi per vedere meglio saliamo sulla Preda Ringadora, proprio davanti al portone della scalinata... Eccoli! Arrivano! 
I valletti comunali sono vestiti in livrea blu con bordi e decorazioni gialle, e parrucche bianche.
I primi portano i ceri e l’olio per la lampada che vanno nella cripta del Duomo, davanti alla tomba del Santo. Seguono altri con i gonfaloni della città a chiudere il corteo.
Noi poi andiamo di corsa davanti al Duomo, dentro c’è la messa solenne. Entriamo, ci sono tutte le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, Sindaco Vescovi Arcivescovi Polizia Carabinieri Vigili e tutti i modenesi che riescono a trovare posto.
Troviamo un buco a stento, la mamma è in piedi, noi appoggiati alla base di una colonna.
Che barba questa messa, parlano, parlano, parlano, cantano e suonano l’organo, c’è una puzza bestiale di incenso, non ce la facciamo più...
"Mamma, sono stanco, ho male al sedere, sto scomodo..."
Giorgio piange, gli è sfuggito il palloncino che ora naviga sulla volta della Cattedrale...
"Mamma, ho freddo, non ne posso più, andiamo a casa?"

E la mamma ci riprende per mano e ci riporta a casa, che è qui, dietro l'angolo, in Via Torre...
 


Charitas, 15 feb 1887





giovedì 17 novembre 2022

Anthony Berkeley Cox


(Watford, 5 luglio 1893 – 9 marzo 1971)

Usò vari pseudonimi: Francis Iles, Anthony Berkeley e A. Monmouth Platts.
Fu uno degli scrittori più importanti del suo tempo (la cosiddetta "Età dell'oro dei libri gialli") e venne paragonato a colleghi del calibro di Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e G. K. Chesterton del "Detection Club".
Il suo personaggio più famoso fu Roger Sheringham, protagonista di dieci romanzi, il più famoso dei quali è The Poisoned Chocolates Case del 1929, in Italia intitolato Il caso dei cioccolatini avvelenati.

Ha studiato alla Sherborne School e all'University College di Oxford. Dopo aver prestato servizio nell'esercito britannico durante la prima guerra mondiale, ha lavorato come giornalista per molti anni, contribuendo a riviste come Punch e The Humorist.
Il suo primo romanzo, The Layton Court Mystery, fu pubblicato in forma anonima nel 1925. Presentava Roger Sheringham, il detective dilettante che compare in molti dei romanzi dell'autore, incluso il classico Poisoned Chocolates Case. Nel 1930, Berkeley fondò il Detection Club a Londra insieme ad Agatha Christie, Freeman Wills Crofts e altri affermati scrittori di gialli.
Il suo romanzo del 1932 (come "Francis Iles"), Before the Fact è stato adattato nel film classico del 1941 Sospetto, diretto da Alfred Hitchcock, con Cary Grant e Joan Fontaine. Trial and Error è stato trasformato nell'insolito film del 1941 Flight from Destiny con Thomas Mitchell.

Nel 1938 iniziò a recensire libri per Weekly e The Daily Telegraph di John O'London, scrivendo sotto il suo pseudonimo Francis Iles. Scrisse anche per il Sunday Times negli anni '40 e per il Manchester Guardian, poi The Guardian, dalla metà degli anni '50 al 1970. Figura chiave nello sviluppo della narrativa poliziesca, morì nel 1971 a St John's Wood, Londra. 

Romanzi con l'investigatore Roger Sheringham:
  • The Layton Court Mystery (1925) - Delitto a porte chiuse, Classici Giallo Mondadori n. 950
  • The Wychford Poisoning Case (1926) - Il veleno di Wychford, Classici Giallo Mondadori n. 1077
  • Roger Sheringham and the Vane Mystery (1927) - Il mistero di Elsie Vane, Classici Giallo Mondadori n. 1114
  • The Silk Stocking Murders (1928) - Delitti di seta, Classici Giallo Mondadori n. 846
  • The Poisoned Chocolates Case (1929), ampliamento del racconto The Avenging Chance (Il caso vendicatore), dello stesso anno. Racconto e romanzo hanno finali differenti, così che la lettura del racconto non rovina la sorpresa a chi volesse leggerlo prima del romanzo. - Il caso dei cioccolatini avvelenati, I Bassotti n. 5 Polillo Editore / I classici del giallo Mondadori n. 414 del 1982
  • The Second Shot (1930) - Gioco mortale, Classici Giallo Mondadori n. 1144
  • Top Storey Murder (1931) - Delitto ai piani alti, Classici Giallo Mondadori n. 685
  • Murder in the Basement (1932) - Assassinio in cantina, Classici Giallo Mondadori n. 1056
  • Jumping Jenny (1933) - L'ultima tappa, Classici Giallo Mondadori n. 1322
  • Panic Party (1934) - L'isola della paura, trad. Mauro Boncompagni, Giallo Mondadori n.3037, 2011 [uscito negli USA col titolo Mr. Pidgeon's Island]


Altri romanzi a firma Anthony Berkeley:
  • Professor On Paws (1926)
  • Mr Priestley's Problem (1927) - Il problema del Signor Priestley, trad. Mauro Boncompagni, I Classici del Giallo Mondadori n. 1445, giugno 2021, ISBN 977-00-098-4236-9
  • The Piccadilly Murder (1929) - Caffè al veleno a Piccadilly, trad. D. Pratesi, Collana I Bassotti n.85, Polillo Editore, 2010, ISBN 978-88-815-4356-4
  • Not to Be Taken (1937) - Il veleno è servito, trad. Mauro Boncompagni, Giallo Mondadori n.3099, 2014
  • Trial and Error (1937)
  • Death in the House (1939) - Morte in Parlamento, trad. Mauro Boncompagni, Giallo Mondadori n.3111, 2016


Pubblicati come Francis Iles:
Romanzi
  • Malice Aforethought (1931) - Delitto premeditato o L'omicidio è un affare serio I Bassoti n. 14 Polillo Editore
  • Before the Fact (1932) - Il sospetto, Classici Giallo Mondadori n. 355
  • As For The Woman (1939)

Racconti
  • Outside the Law (1934)
  • Dark Journey (1935)
  • It Takes Two to Make a Hero (1943)

Saggi sul crimine
  • The Rattenbury Case (1936)

Pubblicato come A. Monmouth Platt:
  • Dov'è Cicely? (Cicely Disappears, 1927), trad. Mauro Boncompagni, Collana I Classici del Giallo Mondadori n.1429, febbraio 2020.

Opere a più mani:
  • The Floating Admiral (1931) - L'ammiraglio alla deriva
  • Ask a Policeman (1933) - Chi è il colpevole?
  • Six Against the Yard (1936) - Sei delitti immaginari
  • The Anatomy of a Murder (1936)

Louis Charles Bonaventure Alfred Bruneau + Requiem (1888)


(Parigi, 3 marzo 1857 – Parigi, 15 giugno 1934)

Nato a Parigi, Bruneau studiò violoncello da giovane al Conservatorio di Parigi e suonò nell'orchestra Pasdeloup. Ben presto iniziò a comporre, scrivendo una cantata, Geneviève de Paris, ancora giovane. Nel 1884 fu eseguita la sua Ouverture Heroique, seguita dalle sinfonie corali Léda (1884) e La Belle au bois dormant (1886). Nel 1887 produsse la sua prima opera, Kérim.


L'anno successivo Bruneau incontrò Émile Zola, avviando una collaborazione tra i due uomini che durerà due decenni. L'opera Le Rêve di Bruneau del 1891 era basata sull'omonima storia di Zola e negli anni a venire Zola avrebbe fornito il soggetto per molte delle opere di Bruneau, tra cui L'attaque du moulin (1893). Lo stesso Zola scrisse i libretti per le opere Messidor (1897) e L'Ouragan (1901). Altre opere influenzate da Zola includono L'Enfant roi (1905), Naïs Micoulin (1907), Les Quatres journées (1916) e Lazare (prodotta postuma nel 1954). Altre opere liriche di Bruneau contenevano temi di Hans Christian Andersen (Le Jardin du Paris nel 1923) e Victor Hugo (Angelo, tyran de Padoue nel 1928). Le opere orchestrali di Bruneau mostrano l'influenza di Wagner. Altre sue opere comprendono il suo Requiem (1888) e due raccolte di canzoni, Lieds de France e Chansons à danser.

Bruneau è stato decorato con la Legion d'onore nel 1895. Morì a Parigi.

martedì 15 novembre 2022

Tempo

Tempo,
tempo,
tempo.

Veniamo al mondo
e ci viene concesso del tempo,
tempo che noi usiamo, abusiamo, sprechiamo.

Da giovani non ce ne rendiamo conto,
disponiamo del nostro tempo
come ci pare, anche buttandolo via.

A metà della vita, 
lo sfruttiamo completamente,
non abbiamo mai abbastanza tempo.

Da vecchi cominciamo ad accumulare,
collezionare, comprare,
non capiamo come usare il tempo.

Poi ci accorgiamo che è troppo tardi,
siamo arrivati alla fine,
non abbiamo più tempo ...

 

Arnold Edward Trevor Bax + Sinfonia No. 3 (1929)


(Streatham 8 novembre 1883 – 3 ottobre 1953)

La sua prolifica produzione comprende musica vocale, opere per coro, brani per musica da camera e opere per pianoforte solo, ma è meglio conosciuto per la sua musica orchestrale; oltre a una serie di poemi sinfonici, scrisse anche sette sinfonie.

Nacque a Streatham, periferia di Londra, nel 1883, da Alfred Ridley Bax (1844–1918) e sua moglie Charlotte Ellen (1860–1940). Di famiglia benestante, fu incoraggiato dai suoi genitori a intraprendere la carriera musicale; a partire dai 13 anni cominciò a comporre le sue prime musiche e frequentò il conservatorio di Hampstead, negli anni '90 dell'Ottocento. Nel settembre del 1900 cominciò a studiare presso la Royal Academy of Music di Londra, dove fu allievo di Frederick Corder e Tobias Matthay. Corder ammirava le opere di Wagner, la cui musica influenzò lo stile di Bax nei suoi primi anni. In seguito osservò che "per una dozzina di anni della mia giovinezza mi sono crogiolato nella musica di Wagner fino all'esclusione quasi totale - fino a quando non sono venuto a conoscenza di Richard Strauss - di qualsiasi altra". Bax studiò privatamente anche le opere di Debussy, la cui musica, come quella di Strauss, all'epoca era disapprovata negli ambienti accademici.

Bax era un ottimo pianista, dotato di talento e di tecnica, ma non aveva alcun desiderio di intraprendere la carriera da solista; grazie al contributo della sua famiglia, di origini benestante, non aveva bisogno di lavorare per percepire un reddito, cosa che gli permetteva di proseguire la carriera musicale nel modo in cui voleva. Dopo aver terminato gli studi, Bax visitò Dresda, dove assistette all'esecuzione di Salome di Strauss e ascoltò per la prima volta la musica di Mahler, che definì "eccentrica, prolissa, confusa, eppure sempre interessante". In questo periodo scoprì la poesia di William Butler Yeats che, dichiarerà in seguito, "sarà per me più importante di qualsiasi musica scritta nei secoli". La poetica di Yeats lo avvicinò anche al folklore celtico, portandolo a scrivere poesie che pubblicherà con lo pseudonimo di Dermot O'Byrne.

Bax visitò la costa occidentale dell'Irlanda nel 1902 e scoprì che "in un momento il Celta dentro di me si è rivelato". La sua prima composizione nata da questa esperienza fu una canzone in dialetto irlandese, The Grand Match. Musicalmente, Bax si allontanò dall'influenza di Wagner e Strauss che caratterizzò il periodo accademico, per lasciarsi ispirare maggiormente dal folklore celtico. Nel 1908 iniziò un ciclo di poemi sinfonici chiamato Eire, descritto dal suo biografo Lewis Foreman come l'inizio dello stile più maturo del compositore. Il primo di questi brani, Into the Twilight, fu eseguito per la prima volta da Thomas Beecham e dalla New Symphony Orchestra nell'aprile 1909 e l'anno successivo, su iniziativa di Elgar, Henry Wood commissionò il secondo poema del ciclo, In the Faëry Hills. L'opera suscitò pareri contrastanti; il Manchester Guardian elogiò il lavoro, soffermandosi sulle sonorità in grado di creare la giusta atmosfera, mentre The Observer trovò l'opera "molto indeterminato e insoddisfacente, ma non difficile da seguire". Il Times evidenziò in alcuni punti il "linguaggio piuttosto di seconda mano", derivato da Wagner e Debussy, sebbene "c'è ancora molto che è del tutto individuale". Una terza opera del ciclo, Roscatha, non fu mai eseguita durante la vita del compositore.


Nel 1910 Bax visitò la Russia; a San Pietroburgo scoprì il balletto e ebbe modo di conoscere la cultura musicale russa, che lo portarono a comporre una sonata per pianoforte, i brani per pianoforte, May Night in the Ukraine e Gopak, e la sonata per violino, dedicata a Natalia Skarginska. Tornato in Inghilterra, nel gennaio 1911 sposò la pianista Elsita Luisa Sobrino. Bax e sua moglie vissero prima a Londra, per poi trasferirsi in Irlanda, prendendo una casa a Rathgar. Ebbero due figli, Dermot (1912–1976) e Maeve Astrid (1913–1987). A Dublino Bax ebbe modo di frequentare i circoli letterari della città.
Negli anni del dopoguerra la fama di Bax crebbe, facendolo diventare una figura importante nel panorama della musica britannica. Le opere che scrisse durante gli anni della guerra furono eseguite in pubblico e iniziò a comporre sinfonie.
La prima sinfonia di Bax fu scritta tra il 1921 e il 1922, e quando fu pubblicata ottenne un grande successo; i critici trovarono il lavoro oscuro e severo, apprezzandone le sonorità. L'opera venne replicata ai Proms per diversi anni dopo la prima esecuzione. La terza sinfonia, completata nel 1929, rimase per qualche tempo tra le opere più popolari del compositore.

Negli anni '30 Bax compose le ultime quattro delle sue sette sinfonie. Scrisse inoltre la popolare Overture to a Picaresque Comedy, del 1930, diverse opere per gruppi da camera, tra cui un nonetto del 1930, un quintetto d'archi del 1933, un ottetto per corno, pianoforte e archi scritto nel 1934, e il suo terzo e ultimo quartetto d'archi del 1936. Il concerto per violoncello, composto nel 1932, venne dedicato a Gaspar Cassadó, che però abbandonò rapidamente l'opera dal suo repertorio.
Visse la sua maturità compositiva all'ombra di compositori come Ralph Vaughan Williams e Edward Elgar e venne considerato come un compositore minore fino alle soglie della seconda guerra mondiale, quando, per opera del direttore Adrian Boult, molte delle sue composizioni vennero eseguite presso il grande pubblico. Gli anni trenta furono i migliori per Bax, che nel 1937, vista la grande popolarità, venne insignito del titolo di Cavaliere Commendatore dell'Ordine Reale Vittoriano.

Dopo l'inizio della seconda guerra mondiale, Bax si trasferì nel Sussex, stabilendosi al White Horse Hotel, Storrington, dove visse per il resto della sua vita. Abbandonò la composizione e completò un libro di memorie sui suoi primi anni, Farewell, My Youth. 
Sebbene tenuto in grande considerazione dai musicisti e dagli intellettuali inglesi della sua epoca, non sfuggì alla depressione e ricorse all'abuso di alcool. Il suo ultimo lavoro, dal titolo "What is it like to be young and fair" è un ciclo di madrigali scritti per l'incoronazione di Elisabetta II.

Bax morì nell'ottobre del 1953 durante una visita a Cork, per insufficienza cardiaca. Fu sepolto nel cimitero di St. Finbarr. 

lunedì 14 novembre 2022

Capitolo 28: Il vigile, Modena, 16 ottobre 1963

 Anche stamane mi tocca: 
       alzarmi presto
       uscire di casa
       camminare per i portici
       entrare a scuola
       cominciare a piangere
       farmi venire a prendere
A scuola non ci voglio proprio stare, sono tutti più grandi di me. Io non ho fatto l'asilo, io voglio andare all'asilo con mio fratello!
Giungiamo alla piazzetta, che è deserta, sono già tutti entrati, le lezioni sono già iniziate. 
Mi guardo attorno.
Ci siamo solo noi e... un vigile.
Con un cenno saluta il nonno.
Si avvicina, si stringono la mano, si fanno l'occhiolino, si accovaccia vicino a me, mi fissa negli occhi, mi guarda minaccioso, mi intimorisce, mi fa la ramanzina!

Io entro a scuola e stavolta ci resto!



Bonissima, anno 1 numero 10





giovedì 10 novembre 2022

Margot Bennett


(Dunbartonshire Orientale, 19 gennaio 1912 – 6 dicembre 1980)

Nata nella cittadina scozzese di Lenzie, è stata autrice di romanzi polizieschi e thriller. Ha studiato in Scozia e Australia e ha svolto il lavoro di copywriter sia a Sydney che a Londra. Durante la guerra civile spagnola ha fatto anche l'infermiera.
Sceneggiatrice per la televisione (fra l'altro, di Maigret, serie televisiva britannica del 1960), ha avuto in repertorio anche romanzi di fantascienza, incluso The Long Way Back, sulla colonizzazione britannica da parte dell'Africa dopo un olocausto nucleare.

Non è una vera scrittrice poliziesca dell'Età dell'Oro, a meno che non estendiamo il periodo dalla sua tradizionale interruzione del 1939/40 alla fine della seconda guerra mondiale o, meglio ancora, all'inizio degli anni '50. Ha pubblicato due romanzi polizieschi all'indomani della seconda guerra mondiale, Time to Change Hats (1945) e Away Went the Little Fish (1946), seguiti da The Widow of Bath (1952), L'uomo che non era partito (The Man Who Didt Fly, 1955) e Qualcuno dal passato (Someone from the Past, 1958), che vinse il Golden Dagger dalla Crime Writers Association (in precedenza The Man Who Didn't Fly era stato selezionato dalla CWA - in entrambe le azioni della CWA, rilevo la bella mano di Julian Symons, che era un grande fan della narrativa successiva di Bennett). Altri due romanzi di Bennett, The Golden Pebble (1948) e Farewell Crown e Goodbye King (1952) sono più nella natura dei thriller.



Il romanzo poliziesco di debutto di Margot Bennett, Time to Change Hats, che introduce il detective della serie John Davies (che appare anche in Away Went the Little Fish) è una commedia rurale inglese di omicidi molto discorsiva che ricorda abbastanza la narrativa poliziesca di Edmund Crispin nello stesso periodo. Allo stesso tempo, al centro del racconto c'è un vero e proprio mistero. E' un racconto divertente anche se lento, piuttosto lungo con oltre 110.000 parole. 

 

Antonio Buzzolla + Grando xe Amor


(Adria 2 marzo 1815 – Venezia 20 marzo 1871)

Dal padre, Angelo, direttore della cappella del duomo di Adria e della locale Società filarmonica, apprese le prime nozioni musicali e l'uso degli strumenti (violino, pianoforte e organo). Fu poi inviato a Venezia alla scuola del Bizzolati, entrando a far parte, nel 1831, dell'orchestra del teatro La Fenice, dapprima in qualità di flautista, poi di violino di fila. Il 3 dicembre 1836 venne rappresentata al teatro Gallo (ex S. Benedetto) il suo primo lavoro teatrale: l'opera semiseria Il Ferramondo (libretto d'ignoto), replicata a Trieste e a Mantova. Grazie al successo ottenuto, poté recarsi nel 1837 a Napoli, presso il conservatorio S. Pietro a Maiella, per seguire i corsi regolari di composizione di Donizetti, e successivamente, di S. Mercadante. Invitato da Donizetti, compose per una festività della corte napoletana una cantata, che fu accolta, insieme con altri pezzi vocali da teatro, con favore anche dal pubblico del teatro S. Carlo. A Napoli, inoltre, si fece apprezzare come cantante di ariette e canzonette in dialetto veneziano che egli stesso aveva iniziato a comporre. Nel 1840 ritornò a Venezia, dove, dopo un anno dedicato ancora allo studio, ebbe luogo il 31 maggio 1841 al teatro La Fenice la prima esecuzione della sua opera Mastino I della Scala (libretto di G. Fontebasso), cui fece seguito il 14 maggio 1842 nello stesso teatro l'opera buffa Gli avventurieri (libretto di F. Romani), che ottenne anch'essa buon successo. Del 1842 è pure la sua prima composizione sacra, una Messa a quattro parti e piena orchestra, scritta per la Società di S. Cecilia ed eseguita nella basilica di S. Marco; continuò, inoltre, nello stesso anno, la produzione di quelle canzonette e anette veneziane cui dovrà, più tardi, una gloria duratura, iniziandone la pubblicazione.

Nel 1843 il Buzzolla si recò alla corte di Berlino come direttore d'orchestra del teatro d'opera italiana e per l'onomastico del re, Federico Guglielmo IV di Prussia, compose una cantata che gli valse l'insegnamento della musica alle principesse nipoti del re e l'invito a dirigere anche i concerti di corte. A questo periodo risalgono i suoi numerosi viaggi all'estero a scopo di studio e quale direttore d'orchestra, dapprima in Germania (alla corte di Dresda fu incaricato di scrivere anche un'Ouverture perl'inaugurazione di una mostra locale), poi in Polonia e in Russia, riscuotendo ovunque consensi, e infine, nel 1846, in Francia, meritandosi una speciale considerazione come direttore d'orchestra del Teatro dell'Opera italiana a Parigi. Nel frattempo aveva fatto due brevi ritorni ad Adria: nel settembre 1845 per prendere parte all'esecuzione di una messa composta dal suo amico e condiscepolo G. B. Casellati e all'inizio del 1846 per dirigere una propria messa. 

Rientrato in Italia definitivamente, fu a Venezia, dove in S. Marco venne eseguita una sua bellissima Messa da requiem per quattro parti e grande orchestra, quindi, il 24 febbr. 1848, al teatro La Fenice, l'opera Amleto (libretto di G. Peruzzini), che piacque moltissimo, ma che non poté essere replicata a causa delle agitazioni politiche del momento che facevano trascurare gli spettacoli. Per le storiche giornate insurrezionali di Venezia non mancò di comporre un inno patriottico dal titolo Siresista ad ogni costo, eseguito nel marzo 1849 nello stesso teatro La Fenice alla presenza dei membri del governo provvisorio. Nell'agosto 1849, cessato il blocco di Venezia, egli accettò di comporre, ancora per il teatro La Fenice, l'opera Elisabetta di Valois (libretto di F. M. Piave), che vi fu rappresentata il 16 febbr. 1850. Iniziò poi la carriera musicale ufficiale come direttore sostituto della cappella di S. Marco, e nel 1855, morto il maestro G. A. Perotti, gli successe nella carica di direttore, rinunciando ad altre cariche e possibilità maggiori per dedicarsi alla musica sacra, di cui fu considerato il compositore migliore del tempo.

Insieme con G. Trombini, con il conte G. Contin di Castelseprio e altri, nel 1867 promosse l'istituzione del liceo e della Società di concerti B. Marcello, e la sua fama in quel momento era tanta che nel 1868 fu invitato da Verdi a collaborare, insieme con altri celebri musicisti, alla composizione di una messa funebre per l'anniversario della morte di Rossini, messa che doveva essere eseguita in S. Petronio a Bologna il 14 nov. 1869. Il Buzzolla compose il suo pezzo, precisamente il primo Requiem aeternam in sol minore, ma varie circostanze impedirono l'esecuzione di questa progettata messa.

Morì a Venezia il 20 marzo 1871.


Secondo il giudizio di A. Bazzini, fu "un buon musicista" e la sua copiosa produzione di musica sacra, sinceramente ispirata ed estremamente dotta, fu assai stimata. Subì anch'egli, tuttavia, l'influsso esercitato dalla musica teatrale e profana del tempo, come, del resto, le sue stesse opere teatrali risentono dei difetti tipici dell'epoca. Fu anche eccellente didatta (nel 1851 gli era stato affidato l'allora giovanetto A. Boito e, più tardi, fra i tanti allievi ebbe anche R. Drigo), ma soprattutto rimase celebre per le canzonette e ariette veneziane, opere che lo stesso Rossini giudicava insuperabili e di cui si deliziava nel suo salotto a Passy.

Queste "piccole melodiche gemme sapientemente armonizzate" (Casellati), spesso a carattere popolaresco, sono veri modelli di grazia e di freschezza e, allo stesso tempo, di profondità; hanno il pregio, inoltre, di mantenersi lontane da sentimentalismi e da elementi leziosi. Tra le più famose si ricordano: Serate a Rialto, canzonette a una voce con accompagnamento di pianoforte, Il gondoliere, raccolta di dodici ariette veneziane, dedicata a G. Comploy, Album vocale n. 4, su parole di G. Peruzzini, Sei ariette veneziane, su poesie di diversi, 5 ariette veneziane, su testi di L. Zanetti e G. Buratti, I giardinieri, duetto in dialetto veneziano, a tenore e basso, e ancora La campana del tramonto, composta a Kissingen nel 1841, sulle parole dell'Ave Maria (in cui la melodia si appoggia su una nota sola del basso, il do, a imitazione del suono di una campana), La desolada, La farfala, Un baso in falo, Un ziro in gondola, Mi e ti, El fresco, El canto, ecc., quasi tutte edite da Ricordi a Milano. Altre composizioni rimaste sono: il salmo Miserere, a tre voci con accompagnamento di melodium, contrabasso e violoncello, Milano, la Cantata funebre dei caduti di Solferino e S. Martino per l'inaugurazione degli ossari e, incompiuta, l'opera teatrale in dialetto veneziano La Puta onorata. 

martedì 8 novembre 2022

Nelle mani di Dio


Le luci, i colori,
i negozi, la gente ...
Tutto alle mie spalle.
Lo sguardo scruta
l'imponente cancellata.

Dietro, la moltitudine,
davanti, la desolazione.
Sento ancora le voci,
        i rumori, la musica.
Passo la soglia ...
... e avviene l'incredibile.

Qui e' silenzio,
pace, tranquillità.
Un'altra dimensione,
un'altro mondo,
quasi irreale.

Il piazzale, enorme,
deserto.
Sullo sfondo, 
sopra un roccione, 
dominante,
la chiesa.

Sotto un antro, 
candele accese,
persone col capo chino,
immobili, 
le mani giunte,
e lì, sovrastante,
una figura,
la Madonna.

I miei passi sembrano felpati,
non un rumore.
Lontano ...
un ruscello scorre.
Un leggero brusio 
mi accompagna,
litanie e preghiere
recitate sottovoce.

Nemmeno gli uccelli osano 
violare questo spazio, 
lo sorvolano veloci, 
silenziosi.
E poi l'acqua, 
l'acqua benedetta,
l'acqua della speranza,
l'acqua purificatrice,
l'acqua di Lourdes ...

Tutto e' ovattato,
si respira un timore ... 
reverenziale,
si percepisce una presenza,
ovunque,
opprimente,
ma di gioia eterna.

Ci si sente piccoli,
indifesi ...

... ci si sente 
nelle mani di Dio ...

Antonio Bertali + Paradise: Instrumental Sonatas


(Verona marzo 1605 – Vienna, 1 aprile 1669)

Nato a Verona nel marzo 1605, come si deduce da una iscrizione posta sotto un suo ritratto, si hanno scarse notizie sulla sua prima giovinezza. In una lettera di A. Liberati a O. Persapegi viene citato come ottimo musicista, discepolo di S. Bernardi. Dedicatosi giovanissimo allo studio del violino, raggiunse presto una eccezionale padronanza dello strumento, tanto che la fama del suo talento si diffuse oltre i confini della sua città. Sembra che nel 1623 egli giungesse a Vienna; un anno dopo dovette iniziare la sua attività presso la corte: da una Resolution del 17 luglio 1666 risulta che era stato al servizio della casa d'Austria per quarantadue anni; nello Status particularis Reg. S. C. Maiestatis Ferdinandi II de anno 1636-67 è indicato col nome "Bertalay" al quarto posto dei "musici strumentales" per la sua attività di esecutore di strumenti ad arco, e forse anche a tastiera. Il 1° apr. 1637 egli entrò sicuramente come strumentista nella Hofkapelle di Vienna; nel 1641 sembra che sia stato nominato vice maestro della cappella imperiale, succedendo a P. Verdina. Il 1° ott. 1649 fu chiamato a succedere a G. Valentini nella carica di maestro di cappella con lo stipendio di 1200 fiorini. Risale sicuramente a questo periodo la sua più significativa attività di compositore di corte, tanto che nel 1652 l'imperatore, per attestargli la sua stima, lo inviò per una missione a Dresda. Il favore di cui godeva presso la corte fa costante e duraturo e gli permise di dominare il teatro viennese fino alla sua morte, avvenuta a Vienna il 1° apr. 1669.

Compositore versatile e fecondissimo, il Bertali si dedicò al genere profano e a quello religioso, ma la sua fama è legata soprattutto alla creazione di quel genere spettacolare di opera di corte che raggiungerà il suo culmine con A. Cesti e A. Draghi. La sua produzione fu copiosissima: circa seicento opere, in gran parte perdute, per lo più cantate, oratori, composizioni religiose e strumentali, oltre a numerose opere drammatiche composte ed eseguite per la corte austriaca. Nella Distinta Spezificatione dell'Archivio Musicale per il servicio della Cappella e Camera… di Leopoldo I (citata dal Liess) figurano moltissime musiche sacre per varie festività liturgiche, oltre a undici Sonate con trombe solenni, dodici Sonate da camera a 3, 5 e 8 voci, quaranta Composizioni morali e spirituali per la camera a voce sola (e a più voci, fino a 6) con diversi instrumenti e centotrentaquattro Composizioni amorose a 1-8 voci. Fra le composizioni celebrative sono da ricordare il melodramma Le allegrezze del mondo (libretto di P. Bonarelli, Vienna, Teatro di corte, 21 genn. 1631) per le nozze di Ferdinando II con Maria Anna, infanta di Spagna; la Missa Ratisbonensis per la dieta di Ratisbona del 1636; un Requiem per la morte di Ferdinando II; Theti, favola drammatica su libretto di D. Gabrielli, rappresentata al Teatro ducale di Mantova nel carnevale 1652, in occasione di una visita degli arciduchi d'Austria Ferdinando Carlo, sua moglie Anna Maria e Sigismondo Francesco. Nel 1653, quando Ferdinando III si recò a Ratisbona per la dieta imperiale con un seguito di sessanta musicisti, fu affidato al Bertali l'incarico di comporre un'opera: il 20 febbraio venne rappresentato L'inganno d'amore, su libretto di B. Ferrari, al quale l'Allacci attribuì nella sua Drammaturgia (Venezia 1755, col. 453) erroneamente anche la musica.


Con quest'opera, si può affermare che abbia avuto inizio il periodo aureo dell'opera viennese, che sotto Leopoldo I raggiungerà il suo apice. L'opera italiana, prediletta dall'imperatore, dominerà a lungo il teatro austriaco e verranno composte opere di grande originalità in contrasto con i canoni legati al cerimoniale di corte. Si hanno in questo periodo due tendenze, l'una conservatrice rappresentata dal Bertali e dallo spagnolo F. Sances, l'altra progredita e innovatrice che in A. Cesti avrà il massimo esponente. Significative, a tal riguardo, furono le seguenti opere del Bertali su libretto di A. Amalteo: Il Re Gelidoro (Vienna, Teatro di corte, 9 febbr. 1659), Gli amori di Apollo con Clizia, "festa teatrale" (ibid., 9 giugno 1660), Il Ciro crescente (anche Il Ciro riconoscente), tre intermezzi per Il pastor fido e per i suoi balletti (Laxenburg, Teatro di corte, 9 giugno 1661), Pazzo Amor "operetta per la nascita dell'imperatrice Eleonora" (Vienna, Teatro di corte, 18 nov. 1664), L'Alcindo (libretto e prologo di A. Draghi, ibid., carnevale 1665) e Cibele e Ati, intermezzo per le nozze di Leopoldo I (ibid., dicembre 1666). Anche nel "Reiterballett", una particolare forma di spettacolo allora in gran voga a Víenna, derivato dalla fusione dello sfarzo scenografico teatrale dell'epoca con le reminiscenze dei torneamenti a cavallo dei secoli precedenti, il Bertalilasciò un'impronta considerevole con La contesa dei numi ovvero La contesa dell'aria e dell'acqua, una festa teatrale a cavallo su testo di F. Sbarra, per la quale egli compose la musica delle parti vocali e J. H. Schmelzer quella dei balletti. Lo spettacolo, rappresentato al Teatro di corte il 24 genn. 1667 e poi replicato il 31 dello stesso mese per il matrimonio di Leopoldo I con Margherita Teresa di Spagna, fu grandioso per la partecipazione di numerosissimi artisti e per l'impiego di oltre cento strumenti ad arco, trombe, strumenti a percussione e fiati. Nel campo dell'oratorio in italiano, destinato alla cappella e alla corte e denominato "oratorio per il santo sepolcro" per distinguerlo dalla "rappresentazione sacra" iniziata nel 1700 (Della Corte-Pannain), il Bertali compose Maria Maddalena (testo di A. Draghi, 1663), Oratorio sacro (senza titolo, 1663; Eitner) e La strage degli Innocenti (a 5 voci con sinfonie, 1665), oratori di cui lo Schering mise in evidenza l'ardito disegno armonico e la forza degli "a solo", oltre alla vigorosa espressione drammatica.

Varia e interessante, ma purtroppo in gran parte perduta, la produzione religiosa del Bertali, che influì negativamente sulla formazione di uno stile tipicamente tedesco. Si può notare, però, che i tentativi di J. Stadlmayr, S. Bernardi e dello stesso Bertali di fondere la grande lezione polifonica palestriniana con effetti sonori in cui la coralità a più voci assumeva una nuova risonanza melodica e armonica, sorretta da fantasiosi ornamenti corali e orchestrali, determinarono un singolare stile misto che ebbe fortuna. Composizioni religiose del Bertali sono conservate manoscritte a Kremsmünster, Upsala, Monaco, Strasburgo, Darmstadt e Vienna (Österreichische National Bibliothek).

Ma forse l'aspetto più personale dell'arte del Bertali si trova nella produzione strumentale, tanto che Johannes Beer nei suoi Musikalischen Diskursen (Norimberga 1719) lo elogiò come uno dei più significativi compositori del suo tempo. Particolare rilievo assume la "canzone": molto ornata con impiego di strumenti a fiato, rivela spesso una chiara tendenza per la "sonata a trio", frequentemente per due violini e tromba. Lo stile strumentale delle sue sonate è raffinato ed evoluto; tra "tutti" e "soli" si nota una mirabile fusione che nella tematica e nella strumentazione rivela già le caratteristiche dello stile concertato, che assume aspetti nettamente virtuosistici. Tra tutte le sonate, per lo più in forma bipartita, la Sonata a 6 per 2 violini, viola da braccio, 2 viole tenore e organo (o viola da gamba) del 1663 rispecchia un evidente desiderio di innovazioni tecniche. Delle composizioni strumentali si ricordano il Thesaurus musicus trium instrumentorum, pubblicato a Dilligen nel 1671, ma privo del nome dell'autore, e l'importante raccolta del 1672 Prothimia suavissima sive duodena secunda sonatarum selectissimarum, quae nunc prima editione in Germania prodierunt cum tribus, quatuor instrumentis redactae. Et basso ad organum autore… A. B… (s.l., ma forse Dilligen). Sul frontespizio della copia conservata alla Bibliothèque Nationale di Parigi è aggiunto, manoscritto, il nome "Bertali". 

lunedì 7 novembre 2022

Capitolo 27: Il primo giorno, Modena, 7 ottobre 1963

Il mio primo vero giorno di scuola, direttamente in seconda elementare!
Il mio papà mi ha fatto fare la prima da privatista a Medolla, dove abitavamo prima, all'età di cinque anni, ora a sei vado in seconda e sono il più piccolo della classe, e forse della scuola.
Nonostante io sia arrivato qui mano nella mano col nonno mi sento perso lo stesso.
Piazzetta Redecocca brulica di bambine e bambini che scalpitano e spingono per entrare per primi, per accaparrarsi i posti migliori. Io non ho fretta, non voglio proprio entrare!
Piango, mi siedo per terra, il nonno mi consola, mi accompagna fino in classe, ma io non ci sto e continuo a piangere.
Smetto solo quando lui torna e mi riporta a casa, dove non trovo mio fratello però, io volevo giocare con lui, ma lui è andato all'asilo ed è rimasto là, lui...



Bonissima, anno 1 numero 9





giovedì 3 novembre 2022

Julian Barnes alias Dan Kavanagh

 (Leicester 19 gennaio 1946)

Ha scritto romanzi polizieschi sotto lo pseudonimo di Dan Kavanagh. L'altro pseudonimo usato è Edward Pygge, utilizzato in collaborazione con Ian Hamilton, John Fuller, Clive James e Russell Davies per polemiche e critiche letterarie.
I suoi romanzi e racconti sono esempi di postmodernismo in letteratura. Ha vinto il Man Booker Prize per Il senso di una fine nel 2011, mentre fu finalista del premio altre tre volte: nel 1984 per Il pappagallo di Flaubert, nel 1998 per England, England e nel 2005 per Arthur e George.

Nato a Leicester, la famiglia si trasferì alla periferia di Londra quando aveva sei settimane: i genitori erano entrambi insegnanti di francese. Dopo aver studiato alla City of London School (1957-1964) e al Magdalen College di Oxford, dove si laureò in lingue moderne, lavorò per 3 anni come lessicografo per il supplemento dell'Oxford English Dictionary. In seguito fu occupato come recensore e redattore letterario per le riviste New Statesman e New Review. Dal 1979 al 1986 fu critico cinematografico, prima per New Statesman e poi per The Observer. Divenne anche corrispondente estero per The New Yorker. Ha inoltre prestato la voce a Georges Simenon per una serie radiofonica su Maigret prodotta dalla BBC Radio 4 nel 2003.
È stato sposato con l'agente letteraria Pat Kavanagh (1940-2008), morta per un tumore al cervello. Suo fratello, Jonathan Barnes, è un filosofo, annoverato tra i principali studiosi, tra l'altro, dell'opera di Aristotele in inglese (la storia famigliare si può leggere in Nothing to Be Frightened Of).

Talento eclettico e geniale, è considerato uno dei maggiori scrittori inglesi e le sue opere colpiscono per la statura stilistica e la capacità di fondere con grande naturalezza i generi più diversi. I suoi romanzi e racconti sono visti come esempi di postmodernismo in letteratura. Le sue opere principali:

- Il Porcospino (1992)
- Parliamone (1992)
- Oltremanica (1997)
- Il pappagallo di Flaubert (1997)
- Una storia del mondo in 10 capitoli e mezzo (1997)
- Amore.... (1998)
- England, England (2000)
- Amore, dieci anni dopo (2004)
- Arthur e George (2007)



Julian Barnes, che oggi vive a Londra e scrive a tempo pieno, ha anche scritto - tra il 1980 e il 1987 - romanzi polizieschi sotto lo pseudonimo di Dan Kavanagh. Il primo romanzo di una serie poliziesca londinese cupamente umoristica con protagonista l'investigatore privato bisessuale Duffy. Un ex poliziotto bisessuale con una fobia per gli orologi che ticchettano e un amore per Tupperware, Duffy è tutt'altro che ortodosso. Ma è intelligente, esperto e non accetta sciocchezze da nessuno. Incuriosito dai casi e dall'inettitudine dei suoi ex colleghi delle forze di polizia, Duffy , aiutato da alcuni loschi personaggi del suo passato, scopre che mentre le cose sono cambiate nel suo vecchio terreno di calpestio, le strade sono ancora cattive e i criminali camminano a braccetto con il blues. Pieno fino all'esplosione di sesso, violenza e rapporti loschi, Duffy è il protagonista di alcuni romanzi polizieschi avvincenti e divertenti, con un aspetto decisamente diverso e si mostra come un adorabile antieroe.

- Duffy 
- Fiddle City
- Putting the Boot In 
- Going to the Dogs

Antonio Bazzini + La danza dei goblin (La Ronde des Lutins), Scherzo fantastique, op. 25 (1852)


(Brescia, 11 marzo 1818 – Milano, 10 febbraio 1897)

Bazzini è nato a Brescia. Da ragazzo era un allievo di Faustino Camisani. A 17 anni è stato nominato organista di una chiesa nella sua città natale. L'anno successivo si è incontrato Paganini e fu completamente influenzato dall'arte e dallo stile di quel maestro. Paganini incoraggiò Bazzini a iniziare la sua carriera concertistica quell'anno e divenne rapidamente uno degli artisti più apprezzati del suo tempo. Dal 1841 al 1845 visse in Germania, dove fu molto ammirato Schumann sia come violinista che come compositore, oltre che da Mendelssohn (Bazzini ha tenuto la prima sua esibizione privata Concerto per violino). Dopo un breve soggiorno in Danimarca nel 1845, Bazzini tornò a Brescia per insegnare e comporre. Nel 1846 ha suonato Napoli e Palermo. Nel 1849-1850 fece un tour in Spagna e dal 1852 al 1863 visse Parigi. Ha concluso la sua carriera concertistica con un tour del Olanda nel 1864.

Tornato ancora una volta a Brescia, Bazzini si dedicò alla composizione, abbandonando gradualmente le fantasie operistiche virtuosistiche e i pezzi caratteristici, che avevano formato gran parte dei suoi primi lavori. Ha composto un'opera Turanda nel 1867 e produsse una serie di cantate drammatiche, opere sacre, aperture di concerti e poesie sinfoniche nei due decenni successivi. Tuttavia, il suo più grande successo come compositore è stato con le sue composizioni di musica da camera. Nel 1868 divenne presidente della Società dei Concerti di Brescia, e fu attivo nella promozione e nella composizione per società di quartetti in Italia. Nel 1873 divenne professore di composizione presso il Conservatorio di Milano, dove insegnava Catalani, Mascagni, e Puccini, e in seguito divenne direttore nel 1882. Bazzini morì a Milano il 10 febbraio 1897.


Bazzini è stato uno degli artisti più apprezzati del suo tempo e ha influenzato il grande compositore d'opera Giacomo Puccini. Il suo lavoro più duraturo è la sua musica da camera, che è scritta nelle forme classiche della scuola tedesca e gli è valsa un posto centrale nel rinascimento strumentale italiano del XIX secolo. Di particolare rilievo è il suo Quartetto per archi n. 1, che vinse il primo premio della Società dei Quartetti di Milano nel 1864. La sua musica è caratterizzata da una tecnica altamente virtuosistica, espressiva senza troppi sentimenti. Bazzini suonava un violino di Giuseppe Guarneri, che alla sua morte passò a M. Soldat-Roeger.

Gli artisti che hanno registrato la sua musica includono Chloë Hanslip. Ma molti violinisti virtuosi di gran lunga più noti si sono distinti impegnandosi a registrare la sua diabolica difficoltà La ronde des lutins (o Danza dei Goblin, con i suoi passaggi estesi di doppi arresti rapidi, armonici artificiali in doppi registri (utilizzando tutte e quattro le dita sinistre) e pizzicato sinistro. Questi includono Bronislaw Huberman, Jascha Heifetz, Yehudi Menuhin, David Garrett, James Ehnes, e Itzhak Perlman.