Nixon sedeva accigliato in panchina, con il mento scuro chino sulle lettere della sua divisa da baseball e gli occhi gonfi di rabbia. Non era furibondo con noi, ma con Castro.
Dall'altra parte del campo, i Cubani stavano distribuendo sigari nella loro area di panchina. Era la fine del nono inning e loro erano in vantaggio, 1 a 0. Avevamo ancora tre possibilità contro il loro lanciatore robot. Fino ad ora, tutto quello che quel mostro meccanico era riuscito a fare era eliminare quattordici di noi, giocatori scelti americani, e non permettere a nessun corridore di oltrepassare la prima base.
Castro sembrava molto più vecchio di quanto avessi immaginato, e la sua barba era tutta grigia. Però adesso stava ridendo e aspirava un grosso sigaro mentre la sua squadra tornava in campo e quel dannato robot rotolava sulla pedana.
Nixon balzò in piedi. Aveva un aspetto buffo nell'uniforme da baseball, e sembrava fuori posto.
«Uomini» ci disse «questo è più di un gioco. Sono certo che lo sapete.»
Noi tutti mormorammo e borbottammo e annuimmo.
«Se vincono questa serie, diventeranno padroni di tutti i Caraibi. Di tutta l'America Centrale. Gli Stati Uniti saranno umiliati.»
Sì, forse era così, pensai. E tu sarai di nuovo un furfante, anziché un eroe. Ma lui non doveva scendere in campo e provare a battere contro quel robot comunista. Da quel che avevamo sentito, era stato costruito da qualche parte, in Cecoslovacchia o in un altro posto del genere, perché tirasse granate contro i carrarmati. E adesso stava lanciando palle da baseball che ci passavano sotto il naso, come fulmini.
«Dobbiamo vincere questa partita» insistette Nixon con voce tremante. «Dobbiamo.»
Era sembrata una buona idea, quella di usare il baseball per ristabilire le relazioni amichevoli con Cuba, proprio come avevamo usato il pingpong per fare amicizia con la Cina Rossa. E così il Commissario aveva scelto di persona una squadra di campioni e Washington aveva scelto Nixon perché ci dirigesse. Avevamo pensato tutti che sarebbe stato uno scherzo. Voglio dire, ai Cubani piace il baseball, ma non