La sinfonia Israel è la prima delle due parti di una vasta composizione che doveva essere intitolata Feste ebraiche: ma sta benissimo a sé, tanto più che la seconda parte non fu mai scritta.
lunedì 29 novembre 2021
Ernest Bloch + Israel Symphony (1912 - 1916)
La sinfonia Israel è la prima delle due parti di una vasta composizione che doveva essere intitolata Feste ebraiche: ma sta benissimo a sé, tanto più che la seconda parte non fu mai scritta.
sabato 27 novembre 2021
CSS 40: Roberto Roganti, Morte dei 5x1_6
venerdì 26 novembre 2021
Bill Crane
Bill Crane, Stati Uniti, 1935 / Jonathan Latimer
Modesto, insignificante e spesso ubriaco, quando è sobrio Bill Crane, investigatore privato di Chicago, è ancora un tipo decisamente in gamba. Anche se non sembra proprio e se nessuno darebbe un soldo per lui. Sui trentacinque anni, è davvero intelligente e riesce a cavarsela molto bene pur vivendo in un mondo squallido pieno di piccoli delinquenti, di locali tristi e malfamati, di studi legali al di sotto di ogni sospetto ed essendo spesso costretto a occuparsi di affari non molto puliti. Anche se preferirebbe farne a meno. Ma non può, perché raramente gli offrono qualche incarico davvero "pulito" e ben retribuito.
Sempre sull'orlo della bancarotta, questo personaggio esordisce nel 1935 in Destinazione sedia elettrica (Headed for a hearse) ed è in seguito protagonista di altri quattro interessanti romanzi polizieschi, ricchi di un sense of humour cinico e grottesco, che risentono molto dell'influenza di Dashiell Hammett e della cosiddetta scuola dei duri, tanto che i romanzi di Jonathan Latimer possono senz'altro considerarsi di netta derivazione hammettiana, sia nello stile che nell'ambientazione e nel contenuto.
Bill Crane è stato portato sullo schermo nel 1937 da Preston Poster nel film The westland case, che dovrebbe essere inedito in Italia.
Jonathan Latimer (1906 - 1983) è stato uno degli autori più vivi e ironici, e misconosciuti, della vecchia scuola hard boiled. Nei primi anni '30 è giornalista a Chicago e si occupa di cronaca nera proprio negli anni ruggenti del gangsterismo, acquisendo una conoscenza diretta, e approfondita, delle vicende criminali e dei protagonisti, tra cui Al Capone. Questo, insieme alla sua abilità nello scrivere (sarà il ghost writer di esponenti di primo piano della politica statunitense), lo porterà a cimentarsi con la narrativa poliziesca.
Fu anche un brillante sceneggiatore cinematografico e partecipò alla realizzazione di una ventina di film (tra cui The Glass Key, La chiave di vetro, 1942, e The big clock, Il tempo si è fermato, 1948), ma nel 1958 abbandonò Hollywood dedicandosi solo a soggetti e sceneggiature per la televisione: lavorò a serie di grande successo come Scacco Matto , Perry Mason, e Colombo.
Il suo capolavoro è quel manuale di humour necrofilo che è La dama della Morgue.
giovedì 25 novembre 2021
La pietra di luna di Wilkie Collins
mercoledì 24 novembre 2021
Mauro Sighicelli: Maciste contro i Proci - Capitolo 4
lunedì 22 novembre 2021
Georges Bizet + Sinfonia in Do maggiore
nato Alexandre-César-Léopold Bizet
venerdì 19 novembre 2021
Big Sleeping
Big Sleeping, Ita, 1976 / Daniele Panebarco
In parte ispirato al Philip Marlowe di Raymond Chandler - e certo non a caso il nome deriva dal titolo di un suo romanzo interpretato sullo schermo dal grande Humphrey Bogart, Il grande sonno -, Big Sleeping ha ereditato da questo famoso personaggio una certa malinconia e un pizzico di cinismo.
Ma Daniele Panebarco, grande appassionato di letteratura popolare - dal poliziesco alla fantascienza, dal feuilleton al rosa - oltre che di cinema, l'ha dotato anche di un simpatico senso dell'umorismo, impegnandolo nella soluzione di casi curiosi e strampalati che vanno dal furto della stella di Natale alla ricerca di Godot, dalla scoperta dell'America a storie nelle quali sono implicati gli dèi greci e romani.
Apparso inizialmente sulle pagine de Il Mago e successivamente su quelle di Orient Express, Linus e Comic Art, con il passare del tempo questo personaggio, che all'inizio era un piccoletto con il volto perennemente nascosto dal cappello, è mutato non poco graficamente, diventando alto e allampanato, mentre le storie hanno sempre mantenuto un tono vagamente surreale.
Daniele Panebarco (Ravenna, 4 ottobre 1946) esordisce su OffSide mentre ancora studia al Dams di Bologna. Nel 1973 vince il concorso annuale del quotidiano Paese Sera per la creazione di una nuova striscia e tre anni più tardi dà vita sulle pagine de il Mago al suo peronaggio più famoso, l'investigatore privato Big Sleeping, che in seguito apparirà anche su altre testate.
Abilissimo nel mescolare spunti e personaggi della cronaca quotidiana con i grandi miti della storia del cinema, Panebarco, che si occupa anche di animazione, ha in seguito dato vita a numerosi altri personaggi.
giovedì 18 novembre 2021
Jules Maigret vs Georges Simenon
mercoledì 17 novembre 2021
Mauro Sighicelli: Maciste contro i Proci - Capitolo 3
Per identificare il Procio morto sulla spiaggia Bertini e Van Fakoulis si avvalgono della collaborazione del noto scrittore Roberto Roganti, in arte Grog, autore della trilogia di romanzi “Morte al Villaggio Giardino”, “Morte al Lido delle Nazioni”, “Morte al Palamolza” e in odore di premio Pulitzer
lunedì 15 novembre 2021
Hector Berlioz + Fantasy Symphony Op.14
(La Côte-Saint-André, 11 dicembre 1803 – Parigi, 8 marzo 1869)
Nel 1838 entra al Conservatorio come vice-bibliotecario, e nel 1839 conosce il primo incontrastato successo di pubblico con Roméo et Juliette.
Nel 1854, morta la prima moglie, si risposa con una cantante, e con lei continua le tournées, già iniziate nel 1843, in tutti i paesi d'Europa come acclamato e conteso direttore d'orchestra. Ma le sue composizioni a Parigi non incontrano ancora uno stabile favore, mentre l'affezionato amico Liszt arriva a organizzargli a Weimar nel 1855 un "Festival Berlioz."
Negli ultimi anni è nuovamente perseguitato dalle sventure familiari: gli muoiono l'affezionata sorella e la seconda moglie, e nel '68 scompare il suo amico carissimo Humbert Ferrand. Si attenua così anche l'attività compositiva, proprio mentre il suo genio incomincia ad essere finalmente riconosciuto in Francia e fuori. Nel 1867-68 si reca in Russia (dov'era già stato nel 1847), e ancora una volta è accolto trionfalmente: ma la sua fibra è minata dalle fatiche e dal dolore, e tre mesi dopo il ritorno muore in un sonno letargico.
Questa disparità di giudizi trova in verità una sua giustificazione nella musica di Berlioz. Sinfonista nato, egli si ricollega da un lato a Beethoven e conserva della scuola classica il gusto, anzi il bisogno imperioso dello sviluppo tematico, del respiro sinfonico nel senso più vasto. Tuttavia la sua fantasia accesa, l'incostanza della personalità, il suo forte gusto letterario, lo portano a correggere sensibilmente questo indirizzo. Egli squassa la forma sinfonica con la passionale violenza delle idee, la rimpolpa e la fa rivivere attraverso l'esigenza programmatica, che in lui fu viva come in pochi altri musicisti e che ce lo indica addirittura come l'iniziatore di una tendenza che culminerà nella forma del poema sinfonico. Tuttavia resta musicista non descrittivo, e il suo esser saldamente radicato nella migliore tradizione classica dà alla sua produzione una sostanza espressiva che nelle pagine piu felici attinge notevoli altezze. La sua ispirazione resta disuguale, ed egli può, improvvisamente quanto inaspettatamente, passare da episodi di meravigliosa effusione lirica o drammatica a momenti di banalità che era comprensibile facessero storcere il naso a un compositore raffinato ed equilibrato come Mendelssohn (che definì "incredibilmente disgustosa" la Sinfonia fantastica).
Per poter dare degna veste musicale ai parti della sua fantasia, Berlioz si indusse ad ampliare, arricchire e insomma rivoluzionare l'orchestra, studiando di ogni singolo strumento le caratteristiche piu peculiari per sfruttarle al servizio delle sue idee: fu cosi il primo "strumentatore" nel senso virtuosistico e moderno del termine, diretto predecessore di Rimski e di Strauss e di tutto il sinfonismo descrittivo e coloristico del tardo Ottocento. Egli strappa agli strumenti i suoni più inconsueti e insospettati, li costringe a cantare in registri insoliti, li spinge ad evoluzioni tecniche inimmaginabili prima d'allora. Non solo, ma introduce strumenti poco usati, retaggio delle bande o di certe formazioni orchestrali particolari (come il clarinetto piccolo, le campane, i flicorni e il flauto contralto), raddoppia o moltiplica occasionalmente le sezioni dei corni, degli ottoni e della percussione, introduce e crea ex nova una serie di nuovi equilibri tra le varie parti dell'orchestra dando vita a un complesso di opere che per decenni diventeranno testi insostituibili per lo studio della strumentazione (del resto egli stesso sistematizzò la sua scienza di orchestratore in un trattato ancor oggi assai pregevole). Per dare una idea della singolarità della sua personalità di musicista, citiamo l'organico del "Tuba mirum" del Requiem: sono circa 60 strumenti a fiato (tra cui 8 fagotti, 8 corni e 16 tromboni), ben 16 timpani e una quantità stragrande di strumenti ad arco, tra cui 18 contrabbassi.
Oltre a diverse opere teatrali e a una gran quantità di musica vocale (per lo più per coro e per soli e orchestra), Berlioz lasciò 6 ouvertures, pezzi per strumento solista e orchestra e la famosa Sinfonia fantastica, archetipo di tutta la moderna musica a programma.
venerdì 12 novembre 2021
Bertha Cool
Bertha Cool, Stati Uniti, 1939 / A. A. Fair
Titolare dell'Agenzia investigativa Cool, aperta dopo la morte del marito, Bertha Cool è sulla sessantina ed è descritta coi capelli grigi e gli occhi azzurri e vivaci. Specie di Nero Wolfe in gonnella, pesa oltre un quintale e cammina con passo sicuro e spedito. Apparentemente materna e bonaria, per via del fisico massiccio, ha in realtà un caratteraccio e ama esprimersi con un linguaggio da scaricatore di porto.
Nemica dei vestiti stretti, è molto tirchia e non sa neppure cosa sia il nervosismo. Il suo socio, l'ex avvocato Donald Lam, radiato dall'ordine professionale per una vecchia storia mai ben chiarita, l'ha definita una volta «maestosa come una montagna ammantata di neve, stabile e massiccia come un rullo compressore».
Lui è mingherlino e «ha un colorito che fa pensare alla pancia di un pesce, le guance incavate e gli occhi infossati». Nonostante le apparenze è molto intelligente e, anche se non ha un fisico prestante e non è particolarmente alto, piace molto alle donne.
Donald Lam è il braccio e non esita a buttarsi allo sbaraglio mentre Bertha Cool è la mente e preferisce starsene in ufficio a pensare, coi gomiti sulla scrivania, anche se non è così sedentaria come il mastodontico Nero Wolfe.
Iniziato con Donald Lam, investigatore (The bigger they come, 1939), il riuscito sodalizio tra i due è durato una trentina di romanzi.
Può essere curioso ricordare che in seguito alla pubblicazione di questo primo romanzo, nel quale Donald Lam insegna inconsapevolmente a una cliente come commettere un delitto perfetto grazie a una scappatoia legale, la Corte della California ha modificato una legge che dava realmente a un assassino la possibilità di sfuggire alla giustizia. Nessuno aveva mai rilevato né tantomeno utilizzato quella possibilità, ma non bisogna dimenticare che l'autore, meglio noto con il proprio nome - Erie Stanley Gardner, con il quale firma le avventure del popolarissimo avvocato Perry Mason - è proprio un avvocato e conosce in maniera approfondita le leggi e le varie sottigliezze giuridiche statunitensi.
Cool e Lam sono apparsi per la prima volta in televisione nell'episodio del 6 gennaio 1955 di Climax! basato sul romanzo d'esordio, The Bigger They Come (1939). Art Carney come Donald Lam e Jane Darwell come Bertha Cool ma questo episodio è considerato "perso".
Un programma pilota di 30 minuti chiamato Cool and Lam è stato realizzato nel 1958 ma non è mai diventato una serie. Billy Pearson è stato scelto come Donald Lam e Benay Venuta come Bertha Cool. Il pilot era vagamente basato su Turn On the Heat. Una caratteristica interessante è che, pochi minuti dopo l'inizio del programma, Erle Stanley Gardner viene mostrato sul set dell'ufficio di Perry Mason. Parla direttamente allo spettatore, introducendo i personaggi e parlando del suo apprezzamento per il casting e delle sue speranze che il pilot diventi una serie. Non è chiaro se questo pilot sia mai stato trasmesso e, in tal caso, se questo segmento con Gardner sarebbe stato incluso, poiché ha spinto la durata del programma a 30 minuti e non ha consentito la pubblicità.
I romanzi con Bertha Cool sono stati pubblicati in Italia da Mondadori.
giovedì 11 novembre 2021
La saggezza di padre Brown di Gilbert K. Chesterton
mercoledì 10 novembre 2021
Mauro Sighicelli: Maciste contro i Proci - Capitolo 2
All’Hotel “Hellas”
lunedì 8 novembre 2021
Alban Berg + Kammerkonzert for piano/violin and 13 winds
venerdì 5 novembre 2021
Ispettore Belot
Ispettore Belot, Francia, 1932 / Claude Aveline
L'ispettore Frédéric Belot esordisce in un romanzo che curiosamente si intitola La doppia morte dell'ispettore Belot - La doublé mort de Frédéric Belot - e nel quale viene ucciso insieme a un suo sosia di cui si serviva ogni tanto per comodità e per motivi di servizio. Il vero protagonista del romanzo è in effetti il giovane ispettore Simon Rivière, ma tra le tante stranezze relative a questo personaggio bisogna ricordare che egli è protagonista di altri quattro romanzi, scritti successivamente dall'autore nell'arco di quarant'anni, che però precedono cronologicamente quello pubblicato per primo.
Si può dire che però, Aveline, ci mise molto di suo, passando molte settimane alla Prefettura di Parigi, ad impadronirsi di un mondo che rese in maniera mirabile. E lo rese talmente bene che il successo gli arrise. Anzi, esso fu talmente clamoroso, che il buon Aveline, che nel 1936 aveva pubblicato il suo “Le Prisonnier”, a cui si dice si fosse ispirato Albert Camus per il suo “L’Étranger”, pensò di scrivere dell’altro. Purtroppo egli aveva fatto morire Belot al primo colpo e persino due volte e perciò introdusse delle avventure che avevano avuto luogo prima che egli potesse morire Infatti come egli ebbe a dire in merito al suo primo romanzo … E così nel 1937, pubblicò il suo secondo scritto, Voiture 7 place 15, seguito da L’Abonné de la ligne U e infine da Le Jet d’eau. Da allora passò molto tempo prima che riprendesse a scrivere storie poliziesche: negli ultimi anni della sua vita scrisse l’ultimo capitolo della Suite, L’Œil-de-chat. Comunque il suo capolavoro è il primo dei suoi scritti, tanto che più tardi, in occasione della ripubblicazione della sua opera completa, in forma di “Suite poliziesca” presso Mercurie nel 1967, scrisse una “Doppia nota sul romanzo poliziesco in generale e sulla suite in particolare”.
La doppia morte dell'ispettore Belot, è un romanzo curioso sotto molti aspetti, come ricordano Stefano Benvenuti e Gianni Rizzoni. "In primo luogo perché era la prima volta in Francia che un autore di gran nome si dedicava apertamente al romanzo poliziesco; in secondo luogo perché, pur essendo cronologicamente il primo di una suite di cinque romanzi polizieschi diluita in quasi quarant'anni ( … ), ne costituiva idealmente l'ultimo anello ( … ). E infine perché era preceduto da una analisi del 'diritto di cittadinanza' del romanzo poliziesco nel mondo delle lettere, nonché del 'diritto all'evasione' che spetta sia ai lettori, sia agli scrittori di romanzi".
Nella celebre introduzione che egli stesso antepose a questo romanzo, Aveline si sforzò di dimostrare che non esistono differenze fra il romanzo psicologico e quello poliziesco, poiché anche in quest'ultimo si realizza alla perfezione il disegno di "dipingere le passioni e come esse dirigano le azioni degli uomini".
La doppia morte dell'ispellore Belot è l'unica che persegua con autentica originalità la traccia del romanzo enigma e in cui un tema "psicologico" per eccellenza, come quello dello sdoppiamento
di identità, è lasciato a lungo latitare col suo potenziale drammatico, per rivelarsi solo in un finale che viene a riempire tutti i vuoti e gli interrogativi del mistero.
Clande Aveline, psudonimo di Claude Avtzin, noto giornalista e saggista francese, oltre che scrittore di romanzi psicologici e drammatici nato nel 1901. Il suo esordio nel campo della narrativa avviene nel 1928 con Le point du jour e La merveilleuse légende du Bouddha, mentre fra le sue opere successive più impegnative dobbiamo ricordare almeno la trilogia di La vie de Philippe Denis, iniziata nel 1930 e conclusa nel 1955. Nel 1932 esordisce nella narrativa gialla (anche se rifiuta di fare distinzioni fra un genere letterario e l'altro) con La double mort de Frederic Belot.
Come scansione e suddivisione, i romanzi di Claude Aveline rispondono un po' allo schema dell'inchiesta, ciò che in qualche caso li fa avvicinare alle avventure del commissario Maigret. Il taglio espressivo tende in genere a una sdrammatizzazione che, per contro, può dare talvolta l'impressione di eccessiva freddezza.
I romanzi con l'ispettore Belot sono stati pubblicati in Italia da Mondadori e può essere curioso ricordare che, tranne che in quattro casi, Claude Aveline ha tratto i nomi dei personaggi dei suoi romanzi polizieschi dai nomi di coloro che seguirono Guglielmo il Bastardo alla conquista dell'Inghilterra, riportati da Michelet nella sua monumentale Storia di Francia.
giovedì 4 novembre 2021
Hans Barlach vs Friedrich Dürrenmatt
mercoledì 3 novembre 2021
Mauro Sighicelli: Maciste contro i Proci - Capitolo 1
Prima puntata
Il commissario Bertini, assieme al fido scudiero Peppino, si
recano a Itaca in vacanza e si trovano invischiati, loro malgrado, in una
indagine poliziesca per risolvere un delitto. Scoprono infatti il cadavere di
un procio morto sulla spiaggia di Itaca, in Grecia, mentre sono in vacanza.
Bertini accetta di collaborare con l’ispettore greco Van Fakoulis per lo
svolgimento delle indagini di rito.
Un procio morto