venerdì 26 novembre 2021

Bill Crane

Bill Crane, Stati Uniti, 1935 / Jonathan Latimer

Modesto, insignificante e spesso ubriaco, quando è sobrio Bill Crane, investigatore privato di Chicago, è ancora un tipo decisamente in gamba. Anche se non sembra proprio e se nessuno darebbe un soldo per lui. Sui trentacinque anni, è davvero intelligente e riesce a cavarsela molto bene pur vivendo in un mondo squallido pieno di piccoli delinquenti, di locali tristi e malfamati, di studi legali al di sotto di ogni sospetto ed essendo spesso costretto a occuparsi di affari non molto puliti. Anche se preferirebbe farne a meno. Ma non può, perché raramente gli offrono qualche incarico davvero "pulito" e ben retribuito.

Sempre sull'orlo della bancarotta, questo personaggio esordisce nel 1935 in Destinazione sedia elettrica (Headed for a hearse) ed è in seguito protagonista di altri quattro interessanti romanzi polizieschi, ricchi di un sense of humour cinico e grottesco, che risentono molto dell'influenza di Dashiell Hammett e della cosiddetta scuola dei duri, tanto che i romanzi di Jonathan Latimer possono senz'altro considerarsi di netta derivazione hammettiana, sia nello stile che nell'ambientazione e nel contenuto.

Bill Crane è stato portato sullo schermo nel 1937 da Preston Poster nel film The westland case, che dovrebbe essere inedito in Italia.

Jonathan Latimer (1906 - 1983) è stato uno degli autori più vivi e ironici, e misconosciuti, della vecchia scuola hard boiled. Nei primi anni '30 è giornalista a Chicago e si occupa di cronaca nera proprio negli anni ruggenti del gangsterismo, acquisendo una conoscenza diretta, e approfondita, delle vicende criminali e dei protagonisti, tra cui Al Capone. Questo, insieme alla sua abilità nello scrivere (sarà il ghost writer di esponenti di primo piano della politica statunitense), lo porterà a cimentarsi con la narrativa poliziesca.

Fu anche un brillante sceneggiatore cinematografico e partecipò alla realizzazione di una ventina di film (tra cui The Glass Key, La chiave di vetro, 1942, e The big clock, Il tempo si è fermato, 1948), ma nel 1958 abbandonò Hollywood dedicandosi solo a soggetti e sceneggiature per la televisione: lavorò a serie di grande successo come Scacco Matto , Perry Mason, e Colombo.

Il suo capolavoro è quel manuale di humour necrofilo che è La dama della Morgue.

 

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