martedì 31 maggio 2022

Paolina



Stamattina mentre andavo a lavorare
ho alzato lo sguardo verso il cielo terso,
e ho visto un'enorme disco rosso
illuminare l'orizzonte ...

ho chiuso gli occhi
ed ho pensato a te,
ancora a casa a riposare,
ignara di questo spettacolo ...

ho riaperto gli occhi e ...

... il sole mi ha sorriso ...
 


lunedì 30 maggio 2022

Capitolo 12: La caccia, Medolla (MO), settembre 1961


Il papà è uscito presto stamattina, io dormivo ancora.
Verso le otto la mamma sveglia me e Giorgio, latte pane burro e marmellata, poi a giocare ... finalmente.

Verso le 10 la mamma ci chiama, apre la finestra, là nel campo c'è il papà con un fucile in braccio, lo salutiamo e lui ricambia.
Di colpo lo imbraccia e punta d'istinto, un ciocco sordo spezza il silenzio.
Prendo paura, mi viene la pelle d'oca, scappo sotto la tavola, il mio rifugio...

Il papà è tornato per pranzo e io ora gioco in balcone. Passa un furgone, il motore scoppietta e fa un ciocco grosso improvviso, prendo paura e scappo nel mio rifugio, ma è occupato.
Lì, immobili, con occhi vitrei, lepri e fagiani sembra mi guardino!



venerdì 27 maggio 2022

Adam Václav Michna z Otradovic + The Czech Lute


(Jindřichův Hradec, 30 giugno 1600 – Jindřichův Hradec, 16 ottobre 1675)


E' stato un poeta e compositore ceco, anche organista e maestro del coro. Fu il più importante compositore ceco dell'età barocca, divenendo fonte d'ispirazione per gli artisti delle generazioni successive.
Adam Václav discendeva dalla nobile famiglia di musicisti dei Michna z Otradovic, originaria di Jindřichův Hradec nella Boemia Meridionale, pertanto godeva del titolo di cavaliere. Suo padre Michael era organista e trombettiere, strumento quest'ultimo prediletto da molti membri della famiglia. Negli anni 1620 l'accademia letteraria della città fu ripristinata dal cancelliere del regno di Boemia Vilém Slavata e ciò contribuì grandemente, insieme con le attività del Collegio dei gesuiti, fondato nel 1594, allo sviluppo della vita culturale della città. Adam Michna divenne il primo studente del Collegio, che frequentò nel 1611–1612 e poi al ginnasio nel 1615–1617. Nel XVII e XVIII secolo la Compagnia di Gesù ebbe una grande influenza sulla vita musicale nel Paese Ceco. Molte delle composizioni di Michna saranno stampate dai gesuiti di Praga.


Poco si conosce della sua vita adulta. Divenne membro dell'Accademia letteraria; nel 1633 era organista e maestro del coro nella chiesa prepositurale di Jindřichův Hradec. Contribuì a innalzare il livello della vita musicale della città, di cui era un cittadino abbiente e rispettato; era anche proprietario di una locanda. Si sposò due volte, ma non si conosce una sua discendenza. Nel 1673 istituì una fondazione per l'istruzione dei musicisti poveri.
Fu prolifico, ma non tutta la sua produzione è giunta fino ai nostri giorni. Nelle tre raccolte ceche e nelle due raccolte latine sono presenti 230 composizioni. Si dedicò principalmente alla musica sacra. Le pagine più note sono quelle degli innari Česká mariánská muzika ("Musica mariana ceca"), Loutna česká ("Il liuto ceco") e Svatoroční muzika ("Musica per l'anno santo"). Fu influenzato dalla mistica di Santa Teresa d'Avila, ma anche dalla pietà popolare locale Con le sue composizioni creative ingegnose e versatili, Michna è paragonabile alle opere del compositore tedesco Heinrich Schütz per la storia della musica ceca.
Fu autore di musica vocale e anche di musica vocale-strumentale per testi composti sempre da lui. Scrisse molti inni sacri in ceco, di cui alcuni sono ancora noti e popolari, come la canzone natalizia Vánoční noc ("La notte di Natale"), nota come Chtíc, aby spal, che ancor oggi si canta nel periodo natalizio nella Repubblica Ceca. È possibile che Michna avesse familiarità con le tecniche dei compositori del primo barocco italiano.


Czech Liute è un ciclo di tredici canzoni con accompagnamento strumentale. In questa leggendaria opera della musica barocca ceca, Michna considera la chiesa come la "sposa di Cristo" attraverso mezzi letterari di "erotismo mistico". Il ciclo comprende anche la nota canzone nuziale "Heavenly Cavalry" (nota, ad esempio, dalla serie televisiva F. L. Age.). L'edizione originale di Michna è stata considerata perduta per qualche tempo e le prime opere moderne su quest'opera erano basate sulla più antica copia sopravvissuta del 1666. Il liuto ceco è la seconda di tre raccolte pubblicate da Adam Michna di Otradovice. Questa collezione è molto diversa dalle altre due. Mentre la musica mariana ceca e la musica sacra assumono la forma di cancionales tradizionali, cioè raccolte di canti devozionali destinati al canto comune dei credenti durante le funzioni in diversi periodi dell'anno religioso e in occasione di eventi importanti della vita (battesimo, matrimonio, preparazione alla una buona morte cristiana), il liuto ceco è internamente coeso, una composizione lirica contemplativa, le cui singole poesie, attraverso temi biblici e motivi tipici della pietà cattolica barocca, esaminano vari aspetti della mistica unificazione del mondo con Dio, sia individualmente (l'anima umana pronta a rispondere all'offerta di salvezza di Dio) sia globalmente (la Chiesa cristiana universale, come sposa eletta di Cristo, si avvicina a un matrimonio che solo può salvare il mondo dalla distruzione eterna). Anche la gamma delle composizioni è diversa, Loutna česká è composta da solo tredici brani collegati tematicamente, nel numero di canti, nella musica mariana ceca e nella musica sacra è dell'ordine delle decine.

giovedì 26 maggio 2022

Raúl Argemí


(La Plata 21 febbraio 1946)


Raúl Argemí è nato nel 1946 a La Plata, in Argentina. Ha partecipato alla lotta armata contro la dittatura dal 1969 al 1974, anno in cui è stato arrestato. Durante i dieci anni di carcere, ha iniziato a scrivere e collaborare con numerosi giornali, fino a diventare, una volta libero, direttore della rivista Claves e collaboratore abituale di Le Monde Diplomatique. Nel 1997 pubblica il suo primo romanzo El Gordo, el Francés y el Ratón Pérez. A questo seguono in breve tempo Los muertos pierden siempre los zapatos, Penultimo nome di battaglia (vincitore del Premio Dashiell Hammett nel 2005), Patagonia ciuf ciuf (Premio Francisco García Pavón) e L’ultima carovana della Patagonia (2010).


   

 
  • El Gordo, el Francés y el Ratón Pérez, 1997
  • Los muertos pierden siempre los zapatos, 2002
  • Penúltimo nombre de guerra 2004; Traduzione italiana a cura di Raul Schenardi: Penultimo nome di battaglia, La Nuova Frontiera, 2006.
  • Patagonia Chu Chu, 2005; Traduzione italiana a cura di Raul Schenardi: Patagonia ciuf ciuf, La Nuova Frontiera, 2008.
  • Siempre la misma música, 2006
  • Retrato de familia con muerta, 2008
  • La última caravana, 2008; Traduzione italiana a cura di Raul Schenardi: L'ultima carovana della Patagonia, La Nuova Frontiera, 2010.

martedì 24 maggio 2022

L'autunno


 
L'aria è frizzantina,
odora di fresco,
il cielo è terso,
una leggera brezza
scuote le fronde,
una pioggia di foglie
gialle, rosse, secche
irrora le strade ....

... finalmente l'autunno.


lunedì 23 maggio 2022

Capitolo 11: Il signor Chierici, Medolla (MO), luglio 1961

Apro la porta, una strana luce mi acceca e mi ritrovo all'interno del negozio del Signor Chierici, il falegname di Medolla, nell’aria percepisco un profumo di...

Guardo i colori tenui del legno vergine, odo il ronzio di una sega elettrica, il signor Chierici ha una pialla in mano, è piegato su un’asse, osservo il legno trasformarsi sotto le sue sapienti dita che lo cesellano.

Lui non fa caso a me, sa cosa sono venuto a fare, sa che adoro l'odore del legno, mi lascia gironzolare per la bottega, ma sempre controllandomi con un occhio di traverso, non si sa mai.

Trovo la porta, fisso la mia piccola mano sulla maniglia di quello sgabuzzino che nasconde il mio segreto, e ... apro la porta, scruto la stanza del gioco che fa arrabbiare la mia mamma... una montagna di trucioli.

Mi tuffo in questo mare legnoso, nuoto nei flutti di polvere e mi sento ricco di tutto e povero di nulla.

Chiudo la porta, il gioco è finito, quel mondo svanisce e mi ritrovo mano nella mano con il mio papà, di nuovo fuori, ma dentro di me percepisco ancora profumo di...



domenica 22 maggio 2022

20/05/2022: Mutina III Giorni senza sole, di Gabriele Sorrentino


Anno del Signore 589. Sono giorni cupi e carichi di tensione al confine tra l’Impero Romano d’Oriente e il Regno Longobardo. Sono trascorsi oltre cinquant’anni dopo l’anno senza sole, flagellato dalla peste, e ora il cielo è di nuovo cupo e i fiumi sono gonfi di pioggia, mentre le vestigia corrose del glorioso passato emergono dal fango. All’ombra delle ingombranti vestigia di un passato glorioso, la penisola è lacerata dallo scontro fratricida tra le fazioni dei Cristiani. Gli agenti del temibile skrinion tōn barbarōn, il servizio segreto imperiale, lavorano nell’ombra per consentire a Costantinopoli di riconquistare le città della via Emilia occupate dai duchi longobardi. Mentre gli eserciti si muovono da est e la parola guerra risuona di nuovo nella pianura del Po, Mvtina è scossa da un’inquietante serie di omicidi e lotta per non affondare nella tempesta che si addensa, minacciosa, a Oriente.
La battaglia per la sopravvivenza di Mvtina sta per cominciare.
Nell’Anno del Signore 589, l’Italia è divisa tra Impero Romano d’Oriente e Regno Longobardo. Mentre a Pavia, Re Autari cerca di stabilizzare il suo regno, dopo il turbolento periodo ducale, a Costantinopoli, l’Imperatore Maurizio ha riorganizzato l’Esercito e vuole riprendere l’iniziativa in Italia. La penisola, però, è dilaniata non solo dallo scontro e Ariani e Niceni, ma anche tra questi ultimi e la Chiesa Orientale a causa dello Scisma dei Tre Capitoli. Mvtina, sul confine tra Regno e Impero, è lacerata dallo scontro tra i sostenitori dei longobardi e quelli dei romani, tra gli ariani e i niceni. In questo contesto difficile, si muovono i protagonisti del romanzo. Il Vescovo Antonio, impegnato a ricostruire la vita del grande Geminiano e a lottare per mantenere l’autonomia dottrinale di Mvtina da Costantinopoli, che sostiene la Condanna dei Tre Capitoli. Pietro Nonnico è alla ricerca della verità sulla morte di suo padre, durante la Guerra Gotica di molti anni prima. Gaia vuole educare i propri figli alla fede nicena e per questo si scontra col marito longobardo Idelchis. Qual è il vero scopo di Sofia, enigmatica figlia del Magister Militum imperiale Niceforo e moglie del latino Eraclio?
Mentre gli agenti imperiali tramano nell’ombra contro il Regno longobardo e le armate imperiali si addensano a Est, la città è percorsa dalla paura per una inquietante serie di omicidi. Riuscirà la città a evitare il disastro?
Un romanzo storico che vi porterà in uno dei momenti più complessi della storia, che ha condotto l’Italia nel Medioevo. 

Sono nato a Modena il 14 maggio 1976. 
Da sempre, invento storielle e racconti. Fortunatamente i miei primi “obbrobri”, scritti con una pesantissima Olivetti dall’inchiostro sbiadito, sono stati ingurgitati da svariati traslochi. 
Poi ho composto i racconti più “seri” che costituiscono la base ideologica e stilistica per quelli che sto pubblicando in cartaceo e sui vari blog. Scrivo soprattutto racconti di genere (noir, fantasy, horror, fantascientifici), ma anche a sfondo storico. Giusto per darvi un’idea, i miei autori culto sono Poe, H.P.Lovecraft, Tolkien, Dick e Asimov. Altri autori che amo molto sono Manfredi, Follett, e King.
Col Laboratorio di scrittura XOMEGAP ho partecipato a diversi progetti di scrittura collettiva e a belle esperienze di corsi di scrittura, anche con i ragazzi delle elementari e delle medie. Faccio parte anche dell’Associazione di scrittori I Semi Neri di Modena.
Amo non solo scrivere racconti e storie, ma anche narrare la Storia, quella con la “s” maiuscola. Sono laureato in Scienze Politiche – indirizzo storico politico, amo la storia, in particolare la mia passione va alla storia medievale alla quale ho dedicato la tesi dal titolo “La Nascita dell’Aristocrazia nell’Italia Medievale”.
Sono pubblicista. Ho collaborato con le pagine della cultura della Gazzetta di Modena e oggi collaboro con le riviste “Modena Storia” e “Il Ducato – Terre Estensi” editi da Terra e Identità per la quale ho scritto anche diversi saggi storici su Modena. Attualmente mi occupo di comunicazione per un Ente Pubblico. Mi piace sperimentare, ho scritto anche poesie e tra i miei sogni c’è quello di scrivere testi per canzoni.
Sono cattolico, modenese e fiero di esserlo, anche se le mie radici campane affiorano spesso.
Sono diventato Publi Historian, portando a termine nell’anno accademico 2015-2016 il Master di II secondo livello organizzato da UNIMORE. La Public History è una professione nata una ventina di anni fa negli Stati Uniti con l’obiettivo di portare la storia fuori dall’accademia. La mia tesi si intitola Giocare il Risorgimento: un approccio di Public History ai moti di modenesi del 1831.


venerdì 20 maggio 2022

Abdel Rahman El Bacha + Préludes et chants pour piano


(Beirut, 23 ottobre 1958)


El Bacha è nato a Beirut, in Libano nel 1958 da una famiglia di musicisti - il padre era un noto compositore e sua madre era una cantante. Ha iniziato i suoi studi pianistici nel 1967 all'età di nove anni, con Zvart Sarkissian (allievo di Marguerite Long e Jacques Février). All'età di dieci anni, ha dato il suo primo concerto con l'orchestra.
Gli sono state offerte borse di studio in Francia, nel Regno Unito e nell'URSS. Ha optato per la Francia, e si è diplomato presso il Conservatorio di Parigi.
All'età di diciannove anni, nel giugno del 1978, El Bacha ha vinto il Concours Reine Elisabeth de Belgique all'unanimità.
Nel 1983, ha fatto la sua prima registrazione per l'etichetta Forlane, Ha vinto il Grand Prix de l'Académie Charles Cros.
Gli è stata recentemente assegnata la Médaille de l'Ordre du Mérite dal Presidente della Repubblica libanese, la più alta onorificenza del suo paese natale. 
El Bacha ha avuto la doppia nazionalità franco-libanese nel 1981 e ora vive vicino a Parigi.


"Improvisations et chansons" avrebbe potuto essere adatto anche come titolo per questo album. Dita libere sulla tastiera e melodie che rievocano le dolci canzoni amate del mio paese d'infanzia. Musica per niente riservata agli "intenditori" di oggi, anzi!


- Preludio andaluso
- Canzone andalusa
- Preludio orientale
- Canzone libanese
- Preludio funebre
- Maria o la morte di un bambino
- Romanticismo #2

giovedì 19 maggio 2022

Margery Allingham alias Maxwell March


(Ealing, 20 maggio 1904 – Colchester, 30 giugno 1966)


Margery Louise Allingham nacque a Ealing, sobborgo nella periferia occidentale di Londra, e non in "una vecchia casa nelle campagne dell'Essex normanno", come veniva scritto nelle copertine dei suoi libri. Margery era la prima figlia nata dal matrimonio di due cugini: la madre Emily Jane (Hughes) Allingham era una scrittrice, mentre il padre Herbert John Allingham fu scrittore e giornalista per il settimanale Christian Globe e per il London Journal. Dopo che Herbert abbandonò la carriera giornalistica, la famiglia si trasferì a Colchester nell'Essex.
Si è dedicata alla letteratura sin dall'infanzia e il suo primo libro, un romanzo d'avventure, è stato pubblicato quando frequentava ancora le scuole superiori a Cambridge. La sua attività nel campo della narrativa poliziesca inizia nel 1927, con
The white cottage mystery, e due anni dopo, nel romanzo The crime at black duddley, introduce il piccolo delinquente Albert Campion, che sarà il protagonista di tutti i suoi successivi romanzi - a eccezione di Black plumes, del 1940, in cui fa la sua prima e ultima apparizione il compassato ispettore Bridie - e che in seguito si trasformerà in un abile investigatore dilettante. L'ultimo romanzo della scrittrice, Cargo of Eagles, è stato completato da Philip Youngman Carter, l'uomo da lei sposato nel 1927, che è stato qualche volta suo collaboratore non accreditato e che dopo la morte dell'autrice protrasse l'esistenza di Albert Campion scrivendo a sua volta tre romanzi basati sulle imprese di Albert Campion.
La critica inglese solitamente osserva che la produzione di questa autrice si è sviluppata attraverso due fasi nettamente distinte: una facente capo ai romanzi degli anni Trenta, caratterizzata da una classicità tutta anglosassone, e l'altra, che copre l'attività del dopoguerra, in cui l'ispirazione si fa più involuta, aderendo talvolta, seppure in modo tutt'altro che disteso, ai ritmi del romanzo-suspense.

Serie Albert Campion

La lunga notte di Black Dudley (The Crime at Black Dudley), 1929
L'isola (Mystery Mile), 1930
Il segreto della torre (Look to the Lady), 1931
La polizia in casa (Police at the Funeral), 1931
Dolce pericolo (Sweet Danger), 1933
Morte di un fantasma (Death of a Ghost), 1934
Fiori per il giudice (Flowers for the Judge), 1936
Danza sull'abisso (Dancers in Mourning), 1937
La talpa (The Case of the Late Pig), 1937
La parte del destino (The Fashion in Shrouds), 1938
L'amnesia del signor Campion (Traitor's Purse), 1941
Il ritorno di Campion (Coroner's Pidgin), 1945
L'ora del becchino (More Work for the Undertaker), 1948
Un'ombra nella nebbia (The Tiger in the Smoke), 1952
The Beckoning Lady, 1955
Hide My Eyes, 1958
The China Governess, 1963
The Mind Readers, 1965
Cargo of Eagles, 1968




Scritti come Maxwell March

Other Man's Danger, 1933
Rogues' Holiday, 1935
The Shadow in the House, 1936

martedì 17 maggio 2022

Il vento



soffia forte il vento e
spazza le nuvole dal cielo,
scuote le fronde degli alberi,
le foglie secche nuotano nell'aria
e i capelli cavalcano le folate,
le persiane delle case sbattono, 
sibili allietano le nostre orecchie,
refoli si insinuano sotto i vestiti
facendoci tremare per un freddo
che ancora non c'è ...

e stringiamo forte le braccia
come per trattenere l'ultimo calore
dentro di noi ...

lunedì 16 maggio 2022

Capitolo 10: Gli occhiali, Medolla (MO), giugno 1961


Ho fatto caso che nelle fotografie vengo sempre con la testa piegata da un lato e quando scrivo devo tenere il foglio di traverso. Il papà mi dice sempre di tenere la testa diritta, ma io poi vedo doppio e l'occhio di sinistra va in alto, per i fatti suoi, così mi ha portato da un oculista di grido, questo mi voleva operare, ma il mio papà e il mio oculista di Modena non erano convinti. Mi hanno portato da un altro a Varese, anche lui mi voleva operare, ma mio padre non era ancora convinto. Alla fine ha fatto di testa sua e mi hanno messo strani occhiali con la lente di sinistra nera, in modo che non vedessi, così nelle foto non tengo più la testa piegata da un lato, ma assomiglio a un pirata. Adesso con la vista doppia va molto meglio, l’occhio resta dritto finché guardo in avanti, ma se guardo a destra va per i fatti suoi lo stesso e io vedo sempre doppio, così ho imparato a seguire lo sguardo con la testa.



domenica 15 maggio 2022

13/05/2022: La storia del commissario Bertini, di Mauro Sighicelli


Il commissario Bertini è nato dalla fantasia di Mauro Sighicelli. E' un commissario sui generis ed è presente in molti romanzi di questo autore. Qui, con l'aiuto di Stefano Frigieri e la voce di Claudio Balboni, Sighicelli ci parla del suo personaggio a tutto tondo.


Mauro Sighicelli è uno scrittore poliedrico.

  • Nel 1975 scrive “Ultime lettere di O.P.”, una rivisitazione in chiave grottesca del mito di Jacopo Ortis (Rivista O.P., feuilleton numero 1).
  • Nel dicembre 2013 pubblica il romanzo “Insieme a te non ci sto più”, edito dalla casa editrice EgoEdizioni di David and Matthaus. Il libro contiene anche i racconti gialli “Judok Dan” e “Evanishing”.
  • Nell’ottobre 2014 pubblica il romanzo “Il più grande spettacolo dopo Pelè” con Arteaparte, Guastalla.
  • Nel febbraio 2016 pubblica il libro di fiabe e racconti gialli “Il cielo in una zucca”, edito da David and Matthaus Youth.
  • Nel febbraio 2018 pubblica il libro “Alla deriva” con Arteaparte, Guastalla.
  • Per la Collana Senza Scarpe pubblica nel giugno 2018 il numero uno “Stanze di un mezzofondista”, dal febbraio 2019 pubblica in rapida sequenza il n.2 “L’ombra del signore”, il n.7 “L’ombra del Signore due – seconda parte”, il n.8 “Anna e Fabio”, il n.9 “Radio Etruria 33”, il n.10 “Tutti morti dietro Maurino”, il n.11 “Maciste contro i proci”, il n.17 “Words’Salad”, il n.19 “Ultime lettere di O.P.”, il n.21 “Stella Rossa” e il n.22 “Sole giallo, sole nero”.

Le indagini del commissario Bertini, creato da Mauro Sighicelli, si possono trovare nei seguenti libri: Il cielo in una zucca, Evanishing, Maciste contro i proci, Stella rossa, Sole giallo sole nero, Otto giorni, A volte ritornano, Il cammello con tre gobbe, L'inutile delitto, Sherlock Holmes contro tutti.

venerdì 13 maggio 2022

Adolf Fredrik Lindblad + Symphony No.2 in D-major (1855)


  (Skänninge, 1 febbraio 1801 – Linköping, 23 agosto 1878)

Compositore, insegnante di musica, Adolf Fredrik Lindblad deve la sua popolarità principalmente al suo vasto repertorio di Lieder, molto apprezzati in Svezia e all’estero, che gli valgono il soprannome di “Schubert svedese”.
Nato a Skänninge, non lontano da Stoccolma, da padre sconosciuto, Adolf Fredrik Lindblad viene adottato dallo zio acquisito Carl Jacob Lindblad. Dotato di spiccate attitudini musicali, Adolf Lindblad si cimenta sin da ragazzo nella composizione; all’età di 15 anni presenta nella vicina città di Norrköping un concerto per flauto che riscuote grande successo.
Il padre adottivo, che vorrebbe inserirlo nella sua attività commerciale, lo invia ad Amburgo per lavorare presso uno spedizioniere; dopo un anno Lindblad ritorna in Svezia deciso a continuare gli studi musicali. All’Università di Uppsala studia armonia e composizione con Johann Christian Friedrich Haeffner, poi, sollecitato dallo scrittore Malla Silfverstolpe, completa la sua formazione a Berlino sotto la guida di Carl Friedrich Zelter, direttore della Singakademie. Qui studia a fianco del giovane Felix Mendelssohn con il quale stringe una solida e duratura amicizia. Nel 1827, prima di fare ritorno in patria, pubblica a Berlino “Der Nordensaal”, una raccolta di 12 canti popolari.


Sistematosi a Stoccolma, Adolf Fredrik Lindblad istituisce una scuola di pianoforte che dirigerà fino al 1862; tra i suoi allievi si ricorda in particolare il celebre soprano Jenny Lind, “l’usignolo svedese”, collaboratrice ed esecutrice di successo delle sue composizioni vocali. Nel 1828 Lindblad viene nominato insegnante di musica della famiglia reale svedese.
Raggiunta una certa tranquillità economica, Adolf Lindblad si dedica intensamente alla composizione, davvero abbondante. Si contano più di duecento brani vocali, tra Lieder e canzoni, molta musica da camera, oltre a due Sinfonie e un’opera lirica, Frondörerna.
Paragonato a Schubert per i suoi Lieder, Adolf Lindblad mostra nelle altre composizioni una palese influenza del classicismo viennese; reminiscenze del sinfonismo di Schubert, di Beethoven, di Haydn, si colgono nelle due sinfonie scritte rispettivamente nel 1831 e nel 1855. 


Nel 1831 completò una Sinfonia in do maggiore . La prima esecuzione completa della sinfonia ebbe luogo al Riddarhuset di Stoccolma il 25 marzo 1832. Successivamente, la Sinfonia fu suonata al Gewandhaus di Lipsia sotto Mendelssohn e ricevette una recensione molto positiva da Robert Schumann sulla principale rivista musicale tedesca. Dopo alcuni anni, un'altra sinfonia, la Sinfonia n. 2 in re maggiore, fu eseguita per la prima volta il 6 maggio 1855 durante un lunghissimo concerto che comprendeva anche, tra l'altro, la Nona di Beethoven. Forse non sorprende che in un tale contesto la seconda di Lindblad sia sembrata alquanto pallida e insignificante per il pubblico e che nessun editore l'abbia ritenuta idonea alla pubblicazione. Artisticamente, tuttavia, la Sinfonia n. 2 di Lindblad non è in alcun modo inferiore alla sua Prima Sinfonia. È molto ben costruita. La strumentazione è altrettanto elegante, la sua padronanza della forma maggiore e il contrappunto più sorprendente. Il materiale tematico è scelto con cura. Ci sono una serie di influenze abbastanza evidenti su questo lavoro. Forse è quasi inevitabile che il suo eroe Beethoven abbia qualche input stilistico. E sembra anche ragionevole che il suo buon amico Felix Bartholdy abbia qualche attinenza con il lavoro. E poi ancora è stata composta nello stesso ambiente delle grandi opere sinfoniche di Franz Berwald (compositore e sinfonico enormemente sottovalutato). Ma nonostante tutta questa apparente influenza, abbiamo qui un'opera molto bella, se non un capolavoro. Tuttavia, ogni opera che ascoltiamo non deve essere per forza un capolavoro. Nemmeno i grandi maestri furono in grado di produrre opere costantemente ispirate. Persino Beethoven ha scritto della musica di terz'ordine durante la sua vita. 

martedì 10 maggio 2022

Sogno e realtà


 
sogno e realtà ...
è facile scambiarli,
è facile confondersi,
è facile crederci ...

il buio, gli occhi aperti,
la mente corre senza meta.
gli occhi vedono
quello che non c'è...
e che mai ci sarà.

il cuore ci crede,
si illude,
e comincia a sperare ...

prima immagini nitide,
vere, reali, palpabili ...
poi immagini sempre più vaghe,
lontane, nebbiose, irriconoscibili ...

poi la luce ...


lunedì 9 maggio 2022

Capitolo 9: Raffreddore, Medolla (MO), marzo 1961


Quando gioco mi scalmano e non bado al caldo o al freddo, poi torno a casa sudato.
Ecco.
Stasera comincio a starnutire, il raffreddore è una cosa stupida, si sta malissimo.
Vado a letto con la testa imbambolata e tre quattro fazzoletti umidicci; il naso che cola e brucia, soffi soffi ma è sempre tappato.
Gli occhi mi sembrano lessi, gonfi e piagnucolosi, la voce irriconoscibile e poi non si dorme, non si respira e sembra di essere in un altro mondo: sul pianeta raffreddore!
Il gelo si impossessa dell'anima, freddi brividi scuotono il corpo, ci si tira addosso di tutto pur di trovare un tepore, ci si raggomitola tremolanti in uno spicchio di letto per non disperdere il calore.
Raccolgo le forze, mi imbacucco ben bene e raggiungo il mio papà che dorme, con la mano gli sfioro una spalla, lui apre un occhio, mi guarda, io faccio un verso con una voce da cavernicolo, lui capisce al volo. Si alza, mi prende in braccio, mi riporta a letto, poi va in cucina.
Dopo poco torna con una tazza di latte, fumante, bollente, con dentro il miele.
La bevo a piccoli sorsi per non ustionarmi, mi sento scaldare dentro, sto meglio. 

Lui mi rimbocca le coperte, mi bacia sulla fronte, spegne la luce.
Grazie papà, gli dico con uno sguardo son-nacchioso, e finalmente mi addormento.



domenica 8 maggio 2022

06/05/2022: Wunderkammer, di Stefano Frigieri


Non è facile fare una sinossi di una raccolta di racconti. Non posso certo descriverli tutti e nemmeno sceglierne alcuni che potrebbero poi non essere tra i più graditi. Sarebbe molto più semplice potersela cavare con un: "Fidatevi, il libro è bello!". Mi dicono che non si può fare. Ho immaginato allora che questa mia ultima opera fosse una specie di piccolo museo al cui curatore non si chiede di fare un riassunto delle meraviglie che vi sono raccolte, ma solo di accompagnare gli eventuali visitatori all'entrata, fornirli di una guida e lasciare che si organizzino l'itinerario, quello che corrisponda meglio ai loro gusti. Partite pure da uno qualunque dei racconti, quello il cui titolo, o l'oggetto a cui si riferisce, vi ispira di più; tornate indietro o andate avanti, come preferite. Qualcuno, magari, rileggetelo pure. Sono molto vari: dall'horror al fantascientifico, dal fantasy al grottesco, perfino uno autobiografico. Sono in fondo uno spaccato di questa mia breve "carriera artistica", di questi tre intensi anni durante i quali ho riscoperto il piacere della scrittura riuscendo anche ad avere qualche piccola soddisfazione. Ecco: se una sinossi la devo proprio fare, questa è quella che mi soddisfa.


Stefano Frigieri vive a Modena. Nel 2018 vince il concorso della Giovane Holden Editore come miglior racconto inedito con "Sotto la città". Con la stessa casa editrice ha pubblicato due raccolte di racconti fantastici: nel 2019 “Sotto la città ed altre storie” e nel 2020 "Valerio Altomonte, Consulente spirituale". Nello stesso anno pubblica anche un breve saggio sulla Nona arte: "La piccola bottega del fumetto". Collabora con la Collana Senzascarpe di Modena e con la casa editrice Delos. Alcuni suoi racconti sono comparsi in varie antologie di genere horror/fantastico, sia italiane che straniere.


venerdì 6 maggio 2022

Alan Dudley Bush + Symphony No.1 in C


(Londra 22 December 1900 – Watford 31 October 1995)

Alan Dudley Bush (22 dicembre 1900 - 31 ottobre 1995) è stato un compositore, pianista, direttore d'orchestra, insegnante e attivista politico britannico. Un comunista impegnato, le sue convinzioni politiche intransigenti si riflettevano spesso nella sua musica. Ha composto in modo prolifico in una vasta gamma di generi, ma ha lottato per tutta la vita per il riconoscimento dell'establishment musicale britannico, che in gran parte ha ignorato le sue opere.

Bush, proveniente da un ricco background borghese, ebbe un notevole successo come studente presso la Royal Academy of Music (RAM) all'inizio degli anni '20 e trascorse gran parte di quel decennio a migliorare le sue capacità compositive e pianistiche sotto illustri tutor. Un periodo di due anni a Berlino dal 1929 al 1931, all'inizio dell'ascesa al potere del partito nazista, consolidò le convinzioni politiche di Bush e lo trasferì dal partito laburista tradizionale al Partito Comunista della Gran Bretagna a cui si unì nel 1935. Scrisse diversi grandi -lavorò su larga scala negli anni '30, ed è stato fortemente coinvolto con cori operai per i quali ha composto rievocazioni storiche, cori e canzoni. La sua posizione filo-sovietica portò a un divieto temporaneo della sua musica da parte della BBC nei primi anni della seconda guerra mondiale e il suo rifiuto di modificare la sua posizione nell'era della Guerra Fredda del dopoguerra portò a un semi-ostracismo più prolungato della sua musica . Di conseguenza, le quattro principali opere che scrisse tra il 1950 e il 1970 furono tutte rappresentate in anteprima nella Germania dell'Est.


Nelle sue opere prebelliche, lo stile di Bush ha mantenuto quella che i commentatori hanno descritto come un'inglese essenziale, ma è stato anche influenzato dagli idiomi europei d'avanguardia degli anni tra le due guerre. Durante e dopo la guerra iniziò a semplificare questo stile, in linea con la sua convinzione ispirata al marxismo che la musica dovesse essere accessibile alla massa del popolo. Nonostante le difficoltà incontrate nel far eseguire le sue opere in Occidente, ha continuato a comporre fino ai suoi ottant'anni. Insegnò composizione alla RAM per più di 50 anni, pubblicò due libri, fu il fondatore e presidente di lunga data della Workers' Music Association, e fu presidente e poi vicepresidente della Composers' Guild of Great Britain. Il suo contributo alla vita musicale è stato lentamente riconosciuto, sotto forma di dottorati da due università e numerosi concerti tributo verso la fine della sua vita. Dalla sua morte all'età di 94 anni nel 1995, la sua eredità musicale è stata nutrita dall'Alan Bush Music Trust, fondato nel 1997.


La prima sinfonia di Alan Bush iniziò nel giugno 1939 e terminò nell'agosto 1940. La prima esibizione ebbe luogo in un concerto sul lungomare alla Royal Albert Hall il 24 luglio 1942, con la London Philharmonic Orchestra, diretta da Alan Bush. [La seguente nota di programma è stata scritta da Alan Bush nel 1942.]

Un Prologo introduce i tre movimenti principali. In questa Sinfonia, l'intenzione del compositore è di evocare i sentimenti degli uomini e delle donne della Gran Bretagna negli anni Trenta. Non c'è un programma di eventi rappresentato; i tre movimenti principali sono più nella natura delle immagini dell'umore, ciascuno un'espressione dell'atmosfera mentale ed emotiva prevalente del movimento sociale dell'epoca. Il visionario Prologo evoca quei sentimenti di desiderio di miglioramento, che hanno aiutato l'Uomo a persistere nella sua ricerca di una maggiore felicità, pace e benessere.

Il prologo inizia con una debole apertura di suoni che si muovono dolcemente verso l'alto, guadagnando gradualmente slancio porta a un periodo di riposo metà sereno e metà inquieto seguito da un ulteriore sviluppo del primo motivo. Poi arriva un passaggio melodico lirico per i primi violini. Le parti di basso e tenore hanno il primo motivo in stretto canone, e nella parte di contralto si sente in valori di nota pari una serie di dodici toni. Dopo un passaggio cadenzato intermedio sul clarinetto, un passaggio equilibrato porta a un climax. Con un accenno di riposo, il movimento svanisce con il motivo ascendente verso l'alto.

Nel secondo movimento, il soggetto principale è di carattere artigliato, prepotente e tigrino, appuntito e spigoloso. Il ritmo e il tempo sono stabili, con un movimento perpetuo in crome, ma con molti accenti trasversali. La chiave suggerita è C minore. Un passaggio a ponte conduce al secondo soggetto, un motivo jazz frenetico e sardonico, a cui segue un ritorno del soggetto principale. Una parte centrale (un poco meno mosso) esprime la religione incruenta ma ipocrita dei capitalisti di tutti i paesi. A questo succede la Danza della Morte alla quale la loro politica ha portato i popoli del mondo. Un ritorno della melodia corale è seguito dalla ricapitolazione e seguita dalla coda.

Il terzo movimento inizia con un'introduzione lenta e alquanto misteriosa, che conduce al tema principale, un'ampia melodia in un tempo triplo semplice e in una scala modale di la minore. La base è costruita sulla serie dodecafonica, che costituiva l'intero materiale del movimento precedente. L'atmosfera è di pesante e stanca tristezza, inframmezzata da lampi di impotente, frustrato fastidio e domande di un personaggio fantastico, che portano infine a uno sfogo appassionato. Questo climax svanisce ed è seguito da una ricapitolazione della melodia modale, in una forma molto spezzata e una coda, che inizia come l'introduzione e termina con un ultimo gesto furioso. A parte il tema modale, la musica è di nuovo costruita dalla serie dodecafonica, mentre allo stesso tempo suggerisce sempre una tonalità o l'altra.

Nel quarto movimento la serie dodecafonica viene del tutto abbandonata e la musica assume un carattere diretto, vigoroso, provocatorio, vario, allegro e tuttavia aggressivo. Il combattente per la liberazione dell'umanità, che non cessa mai, non rinuncia mai alla speranza, varia sempre il suo metodo al variare delle situazioni ma non perde mai di vista il fine, il controllo da parte dell'umanità delle forze della natura a beneficio di tutti, è qui rappresentato . La struttura è derivata dalla forma della sonata, ma con molte delle sue caratteristiche classiche alterate nell'enfasi. Un'introduzione conduce al soggetto principale e poi un ponte conduce al secondo soggetto nella sottodominante, quando un passaggio di ritorno ci porta alla coda. Non c'è sviluppo e non c'è ricapitolazione. O meglio l'esposizione è lo sviluppo e la coda la ricapitolazione.

Un ultimo sforzo da parte del compositore per esprimere l'inesauribile dinamica di un tipo come questo è la conclusione del movimento (e quindi della sinfonia) sul quarto tempo di quattro quattro battute, con l'intenzione di suggerire un ulteriore e un continuo progresso verso il futuro. La tonalità di questo movimento è molto definita ed è dominata dalla chiave di do maggiore.
 

martedì 3 maggio 2022

Paul Cleave


(Christchurch, New Zealand 10 December 1974)

Neozelandese di origine, divide la sua vita tra la città natale di Christchurch - dove sono ambientati tutti i suoi romanzi - e l'Europa. Le sue opere sono state tradotte in ben 18 lingue. Ha vinto per ben tre volte il Ngaio Marsh Award per il miglior romanzo poliziesco ed è stato selezionato per l' Edgar Award (l’Oscar del Giallo).
Maestro del thriller psicologico, nelle sue opere costringe il lettore a riconsiderare ciò che è reale attraverso una vivida esplorazione della malattia mentale, dell'immaginazione e del “lato oscuro” presente in ognuno di noi.
Il vendicatore e The cleaner sono disponibili nel nostro paese (Elliot edizioni).

 


Joe Middleton novels
2006: The Cleaner
2013: Joe Victim

Theodore Tate novels
2008: Cemetery Lake
2011: Collecting Cooper
2012: The Laughterhouse
2014: Five Minutes Alone

Standalone novels
2007: The Killing Hour
2010: Blood Men
2015: Trust No One
2017: A Killer Harvest
2019: Whatever It Takes

lunedì 2 maggio 2022

Henryk Mikołaj Górecki + Symphony No. 1


(Czernica, 6 dicembre 1933 – Katowice, 12 novembre 2010)

Nato a Czernica, nel sud della Polonia, Górecki ha cominciato a studiare musica solo a metà degli anni Cinquanta all'Accademia Superiore di Katowice. Il compositore terminò i suoi studi a Parigi all'inizio degli anni Sessanta, avendo così l'occasione di scoprire le composizioni di Anton Webern, Olivier Messiaen e Karlheinz Stockhausen. In seguito trascorse la maggior parte del suo tempo in Polonia, intento ad insegnare musica e soprattutto a comporre in uno stile profondamente marcato dalla cultura e dall'anima del suo paese, oltremodo di avanguardia.

La musica di Górecki presenta una grande varietà di stili, ma tende a essere armonicamente e ritmicamente molto semplice. Le sue prime opere si avvicinano allo strutturalismo di Pierre Boulez e di altri autori coevi, ma in seguito si avvicina sempre di più alla corrente minimalista. Similmente ad Arvo Pärt, a cui egli stesso si è a volte paragonato, e a John Tavener, la sua musica riflette spesso le sue convinzioni cattoliche (ad esempio il Miserere opus 44, brano per coro del 1981); fu infatti proprio per questi autori che venne coniato il termine di minimalismo sacro.


Autore in passato relativamente poco conosciuto in Occidente, la sua grande notorietà (anche presso un pubblico non necessariamente composto da "addetti ai lavori" e appassionati di musica contemporanea) è dovuta principalmente al successo inatteso riscosso della registrazione CD della Terza sinfonia da parte della London Sinfonietta (diretta da David Zinman, con Dawn Upshaw, soprano solista) distribuita dall'etichetta Elektra-Nonesuch (Warner) nel 1992. Nel 1999 la registrazione vinse il Premio Herder.
Górecki era sposato con la pianista Jadwiga Ruranska, dalla quale ha avuto due figli: Anna, pianista, e Mikolaj, compositore. È scomparso nel 2010 all'età di 76 anni dopo una lunga malattia.

E' stata la prima opera sinfonica su larga scala di Górecki. Il suo titolo si riferisce all'anno di composizione, significativo per molte ragioni per il compositore, che si è laureato all'accademia di musica e si è sposato quell'anno.
Górecki si è posto l'ambizioso compito di comporlo secondo idee musicali radicalmente nuove, è quindi un esperimento rigorosamente d'avanguardia, un tentativo di riempire lo stampo tradizionale del genere con contenuti di estrema avanguardia. Il design a quattro movimenti rimane classico, con la prima parte, Invocation , che gioca il ruolo più importante e determinante per la forma. In questa parte, Górecki giustappone due gruppi strumentali non standard di percussioni e archi. 
Antiphon, la seconda parte, consiste in una sequenza di linee strumentali irregolari e sovrapposte con un livello di complicazione ritmica così alto che questa parte fu omessa dalla prima esibizione al festival autunnale di Varsavia nel 1959. 
La terza parte è un calmo corale con una distinta linea "corale" quasi melodica nella parte viola. 
Il finale - Lauda punta sulla ricchezza dei colori delle percussioni. Nella sua sezione di chiusura, gli archi prendono il sopravvento e finiscono questa sinfonia d'avanguardia con una quinta perfetta, molto probabilmente un'allusione alla musica highlander dei Monti Tatra in Polonia, con la quale Górecki conosceva già da vicino.

Gioia o sofferenza



Gioia o sofferenza,
gioia e sofferenza,
ma e' piu' gioia o sofferenza?
Sono piu' le sofferenze.
ma molte sofferenze sono gioia
e molte gioie sono sofferenza.
Dovremmo gioire perche' soffriamo
e spesso soffriamo per poi gioire.
La gioia per le sofferenze d'amore ...
le sofferenze per la fine dell'amore 
e la gioia per la fine delle sofferenze.