giovedì 25 giugno 2020

Paolo Levi: Ritratto di provincia in rosso


L’esordio come romanziere di Paolo Levi ci porta in una ricca e innominata cittadina ad ottanta chilometri da Roma e, soprattutto, ci presenta Mario Aldara, un investigatore davvero anticonvenzionale.
Sono gli anni in cui l’onda del Boom sta passando, ma ha lasciato il nostro Paese molto ricco, soprattutto quella parte della provincia italiana che fino a qualche anno prima viveva miseramente solo di agricoltura. E, insieme ai soldi, sono arrivati vizi e cattiverie.
Il riservato e introverso Aldara lavora in un anonimo ufficio del Ministero degli Interni. Viste le sue origini che lo hanno fatto nascere in quella cittadina, e il suo ruolo del tutto estraneo alle indagini sul campo, viene inviato ufficiosamente dal suo capo per indagare sul suicidio di Cesare Bonfigli, noto politico della regione.
Mario, con riluttanza, accetta l’incarico discreto di capire se la morte di Bonfigli è legata alla sua attività politica o meno. Nel secondo caso agli Interni la questione non interessa e lui potrà tornare immediatamente a Roma.
Ma per Mario tornare nella sua città natale è davvero molto doloroso. Vent’anni prima se ne è andato per amore: appena adolescente si è innamorato, ricambiato, della giovanissima Viviana. Quando lui voleva sposarla perché incinta, la famiglia di lei la costrinse ad abortire e a sposare l’uomo più ricco della regione, Cesare Bonfigli, amministratore delegato della ricca Mulini Bonfigli…


Accattivante giallo all’italiana che dipinge una provincia oscura e corrotta proprio come la grande città.
Per la chicca: nel 1976 Ugo Tognazzi veste i panni di Mario Aldara nell’adattamento cinematografico “Al piacere di rivederla”, la cui sceneggiatura è scritta dallo stesso Levi assieme a Ruggero Maccari, Maurizio Costanzo e Marco Leto, che lo dirige.



                               testo: LUIGI GUICCIARDI            voce: ROBERTO ROGANTI
         



domenica 21 giugno 2020

CSS 24, Federica Di Luca: Le mie storie



Le mie storie si compone di quattro racconti brevi. I racconti variano dal genere giallo al noir.
I racconti sono stati inseriti nell'antologia Mi hai raccontato della collana indipendente Senza Scarpe:


Delitto di classe
Lampos
Le vie del caffé
Storia di un fisico




giovedì 18 giugno 2020

F.H.Hall: Giorni innocenti



All'improvviso la nebbia diradò. C'era un'altra barca a poca distanza, molto più grande della mia e più veloce; l'uomo era steso bocconi sul ponte, con una mano afferrava la giacca di un ragazzo biondo, immerso nell'acqua fino alla vita. Poi quel grido di terrore, strozzato, agghiacciante ... Se il ragazzo
non si fosse aggrappato al timone non lo avrei mai trovato, con quella nebbia. Ed ora suo padre invece di ringraziarmi mi chiedeva di tenermelo fino a nuovo ordine... mi avrebbe rimborsato il disturbo e le spese...




                               testo: LUIGI GUICCIARDI            voce: ROBERTO ROGANTI
         



lunedì 15 giugno 2020

CSS 23, Roberto Roganti: Attimi... [ristampa]



Terza edizione di questo Attimi..., la prima pubblicazione in assoluto di Roberto Roganti.
Questa edizione è tascabile, in bianco e nero. La prima invece era un album fotografico, tutto a colori di dimensioni molto particolari, 25x25, insomma, quadrato.
Il primo volume è nato praticamente per caso, volevo fare un regalo a mio padre, ma volevo farne uno unico. Così ho fatto lavorare le meningi ed è nato, pian piano, "Attimi...".

Dentro ognuno di noi c'è, innata, la capacità di scrivere poesie, in versi o in prosa, ma quello che ci impedisce di riversare su foglio il vortice di pensieri che pervade la nostra mente è la difficoltà a "cogliere l'attimo", a fermare l'immagine dietro ai nostri occhi, a delineare un profilo decrittivo... e il tempo e il coraggio di farlo.
Coraggio perché per scrivere certe cose, bisogna spogliarsi di tutte le remore, di tutti i timori, perché bisogna "aprire" la propria anima agli altri, perché bisogna metterci la faccia…. e non è semplice….

La cosa è nata così, un giorno dentro la mia auto da solo, in una giornata piovosa, parlavo con me stesso sul tempo che perdevo durante il lavoro, tempo che dovevo trascorrere dentro "una scatola di lamiera", ho guardato fuori dal finestrino bagnato attraverso le gocce di pioggia e ho rimuginato sul tempo buttato via così...
Poi mi sono detto che ci sarebbe voluto un "aggeggio" che potesse fermare i nostri pensieri e registrarli, dandoci poi la possibilità di metterli "nero su bianco", in modo da rendere questo tempo perso… utile, produttivo. Ho pensato che questo forse è il dono che hanno coloro che scrivono versi, poesie, racconti e quant'altro, hanno cioè la capacità di "fermare il tempo" e trasdurre quel nugolo di parole che ronza di continuo nelle loro teste su fogli, scrivendo.... Così, senza accorgermene, questo pensiero sul tempo perso mi ha assillato per tutta la giornata e una volta a casa, ho preso una penna ed è nata ... "Futuro".

Dopo questa ne sono nate altre e altre ancora. Ho incominciato così a guardarmi attorno, diversamente, ho spalancato gli occhi sul mondo, e dai e dai ne ho scritte un centinaio in tre mesi. Tutto quello che mi colpiva rimaneva impresso nella mia mente e dovevo scriverlo per "togliermi il tarlo", sono arrivato perfino a scriverle "al volo" sul cellulare, anche al capezzale dei pazienti.

Ne ho scelte poco più di una trentina e ho pensato che sarebbe stato carino abbinarle a fotografie recenti e passate, sia della mia vita che scattate da me, in fin dei conti era un regalo a mio padre, quindi oltre a immagini del momento, doveva contenere qualcosa di mio, e nostro, familiare insomma. E poi, non sapendo come abbinarle, ho spulciato il sito internet, dove ho poi stampato il libro, e mi è venuto un lampo di genio, creare un album fotografico con le poesie dentro le fotografie. Qualche immagine ammetto non è mia, l'ho brutalmente copiata dala rete, altre sono andato in giro apposta a scattarle, le rimanenti le ho ripescate dal mio archivio. Risultato? Direi ottimo, a me è piaciuto tanto e spero sia piaciuto anche agli altri, una cosettina così, carina, senza pretese.
Direi un bel regalo per il compleanno di mio padre, decisamente unico.

giovedì 11 giugno 2020

Alicia Giménez-Bartlett: Un bastimento carico di riso



L'assassinio di un barbone, anche se calza scarpe inspiegabilmente eleganti e costose, non è un evento che possa commuovere i commissariati di Barcellona, come di ogni parte del mondo. Troppo l'impegno per un risultato comunque di scarsa importanza, visto che i barboni, di fatto, vivono in un mondo in tutto separato e parallelo che solo apparentemente, o occasionalmente, occupa lo spazio e il tempo del nostro mondo ordinario e savio. 


Ma per la sfortuna degli assassini di questo complicato caso poliziesco, che non si ferma al primo omicidio, che prende due piste e poi le abbandona, che porta alla fine a una (come sempre) disincantata soluzione che ci disamora della saviezza del nostro mondo - è proprio questo parallelismo ad ammaliare Petra Delicado, ispettore della polizia di Barcellona, a far vibrare la corda segreta della sua simpateticità: «ebbi paura, una paura spaventosa perché quello sguardo mi aveva condotto ai confini di un territorio che esisteva anche dentro di me». Per lei «i barboni sono come dei re, che hanno qualcosa di mistico» come ironizza il suo vice Garzón, trascinato ancora una volta nella sarabanda di combinazioni, equivoci, casi e personaggi di strada in cui consiste un'inchiesta alla maniera di Petra. Una maniera che deve il suo fascino (e il suo successo di lettori, e l'ammirazione dei critici) al sistema di elementi romanzeschi che riesce a incardinare in armonia compiuta: il movimento reale dell'inchiesta sul territorio fatta da poliziotti verissimi; la commedia di un dialogo di puro divertimento, che proietta il lettore nelle vite private complicate dei due protagonisti, e nella loro opposta visione del mondo; la capacità di Petra di assorbire delle situazioni la loro verità umana, come un Maigret cresciuto nel femminismo; l'amore per la scena, per il linguaggio, per la vocazione ad essere - direbbe Camilleri - «tragediatori» da parte delle maschere che affollano il palcoscenico della storia.



                               testo: LUIGI GUICCIARDI            voce: ROBERTO ROGANTI
         



giovedì 4 giugno 2020

Maj Sjöwall-Per Wahlöö: Roseanna



Un giallo degli anni Sessanta ritrovato da Andrea Camilleri. Gli autori, una coppia di scandinavi, scrittori a quattro mani ma anche marito e moglie nella vita, furono definiti, all'apice della loro fama, in vari modi. Dall'immancabile "Simenon scandinavi" al più meditato "autori del primo giallo socialdemocratico". Sono i creatori del malinconico Martin Beck, al suo esordio in questo primo romanzo della serie, investigatore della squadra omicidi di Stoccolma; un poliziotto vero, frustrato nella vita privata da un rapporto matrimoniale sfiorito dal quale sarebbe troppo faticoso separarsi, tormentato dal mal di stomaco, lento come un bradipo ma tenace, umano, che "non pensa mai" (appunto: "il Maigret svedese").




                               testo: LUIGI GUICCIARDI            voce: ROBERTO ROGANTI