venerdì 30 novembre 2018

Storie dal ghetto di Roberto Bolzoni

Roberto Bolzoni è nato a Modena nel 1946. Dopo la laurea all’Università di Bologna, grazie ad una borsa di studio Fulbright, si è specializzato in letteratura e storia americane negli Stati Uniti, presso la Rutgers University e l’Università di Stato del Connecticut dove ha conseguito la libera docenza. Tornato in Italia nel 1976, ha lavorato a lungo a Roma presso l’Ambasciata americana sempre nel settore culturale. Con la fine della Guerra Fredda, lasciato l’incarico, ha alternato l’insegnamento universitario con la carriera di giornalista free lance sia per la RAI che per le testate Mediaset. Alla scrittura creativa è arrivato solo a fine secolo XX, pubblicando racconti a sfondo storico per varie antologie e poi raccogliendo gli stessi in due volumi, entrambi per i tipi de Il Fiorino di Modena, Uomini & Soldati e Storie dal Ghetto. E’ stato ufficiale degli Alpini, cosa della quale va particolarmente fiero.


Per qualche tempo, una pubblicità in rete ha chiesto ai navigatori se, a pagamento, volessero scoprire o aver confermate presunte origini ebraiche. Evidentemente, la questione intriga e, ci auguriamo, solo per giuste ragioni o semplice curiosità. Confesso che non sono stato attratto dall’offerta di verificare se nel mio sangue scorra quello dei Levi, dei Coen o di lontani antenati sefarditi o ashkenazi. E’ vero, tuttavia, che visto che il cognome della mia nonna materna era Veroni, sono stato spesso tentato di assimilarlo a Bassani o ad Urbini, la cui origini israelite sono certe, al punto che a uno dei personaggi chiave del secondo dei quattro racconti che compongono questa raccolta, intitolata Storie dal Ghetto, ho assegnato proprio il cognome Veroni. La verità, comunque, è che non sono ebreo per nascita e scoprire le ragioni per le quali la cosa mi possa dispiacere comporterebbe un’analisi che non ho, francamente, bisogno di condividere con i miei lettori. Resta il fatto che una cugina, nella piacevolezza di una serata conviviale, mi ha rivelato, recentemente, che uno zio cui tutti volevano bene per la sua simpatia e generosità, asseriva di una probabile origine marrana della famiglia. I marranos erano quegli ebrei convertiti al cattolicesimo per coercizione dell’Inquisizione spagnola e per libera scelta. Una ragione in più per giustificare, caso mai ce ne fosse bisogno, il progetto che da tempo avevo in mente ed in cantiere di riunire insieme racconti pubblicati negli anni separatamente al fine di costruire una mia storia degli ebrei modenesi. 

venerdì 23 novembre 2018

Al me SLANG ed Mòdna di Roberto Roganti

Roberto Roganti, modenese, fisioterapista; tutto cominciò nel 2009, praticamente per caso ma sicuramente ce l'aveva nel sangue, la sua media dislessia gli aveva impedito per almeno 50 anni di esprimersi a dovere, adesso che è sbocciato non lo ferma più nessuno.
Nel 2010 ha partecipato alla II° edizione del Premio Provinciale di Poesia Dialettale “La Gratusa d’Or” con buon piazzamento.
Nel 2011 ha partecipato alla XVII° Edizione del Concorso “Tra Secchia e Panaro” e nella sezione Poesia dialettale ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria piazzandosi al settimo posto.
Nel 2016 ha partecipato alla VIII° ed. del Concorso Parole e Poesie, piazzando ben due poesie al 4° posto.
Ha fatto e fa parte di giurie in vari concorsi nazionali. Fondatore de I Poetineranti, gruppo che si dedica alla lettura dei propri testi in pubblico, in lingua e in vernacolo. Organizza eventi per i Poetineranti e dal 2018 è il direttore artistico della poesia nel Festival della canzone e della poesia dialettale di Modena.

Pubblicazioni:
· Attimi..., 2009, poesie
· Illusionista, 2009, poesie
· Famiglia, 2010, poesie
· Groggologia, 2010, poesie e racconti
· GnaM Anno 1, 2011, eno-gastro-chiacchiere
· GnaM Anno 2, 2013, eno-gastro-chiacchiere
· Appunti poetici di un fornicatore di anime, 2013, poesie
· Rac...corti in scatola, 2013, racconti
· GnaM Anno 3, 2015, eno-gastro-chiacchiere
· Dal seggiolone al liceo in 100 passi, 2016, autobiografico
· Morte al Villaggio Giardino, 2018, giallo

Inoltre suoi racconti e poesie in italiano e vernacolo sono presenti in diverse antologie.




Questa non vuole essere un'antologia di poesie in puro dialetto modenese, infatti si chiama slang, cioè il mio personale modo di interpretare il dialetto. Siamo forse tutti d'accordo nel-l'asserire che il dialetto di qualsiasi località è e non è una lingua, piuttosto una specie di gergo, un sistema linguistico parlato e tramandato a voce. Vero, sono nati dizionari e vocabolari, ma le regole sono piuttosto variabili, a secondo del territorio di appartenenza, differiscono perfino per distanze minime, quindi non possiamo asserire che questa sia una lingua con una sua precisa connotazione e con regole ferree, come può essere l'italiano. Il dialetto è la lingua parlata di un popolo in un determinato contesto geografico, che può essere più o meno vasto o più o meno ristretto.

Ad ogni modo eccomi qui, con il mio slang, preferisco chiamarlo così inglesizzandolo ed esorcizzandolo. Ho assemblato le mie poesie, alcune tradotte dai testi in italiano - quelle che mi piacevano poco e che così sono diventate più belle - e quelle che ho pensato direttamente in dialetto, opps, in slang. Ho cercato anche di mettere tutti gli accenti, apostrofi e segnetti vari, quelli che tanti puristi evitano di scrivere perché loro possono, sicuramente troverete degli strafalcioni non indifferenti ma non m’importa, questo slang è mio e solamente mio. Quando lo recito in pubblico tutti capiscono e a me basta. Mi sono avvalso dell'appoggio di mio padre e di mia moglie, che ringrazio e che mi sono stati di grandissimo aiuto, ma alla fine, tra il mio modenese, il medollese e il lamese, è nato “Al mê slang ed Mòdna”.

lunedì 19 novembre 2018

CSS 2. Mauro Sighicelli - L'ombra del Signore

Collana Senza Scarpe numero 2

Nel romanzo L’ombra del Signore (2002-2005) un parroco della periferia di Modena, Don Paolo, riceve una strana confessione di una assurda gravidanza da parte di una ragazza russa, Svetlana Rocimova. Il presunto padre, Pietro Abeti, appena uscito dal coma, scopre di possedere nuove doti taumaturgiche che lo portano a confrontarsi con il marito della giovane ragazza dell’Est, Francesco Auricchio  e con una serie di picareschi personaggi che ruotano attorno a questa vicenda, dove lo stesso parroco verrà travolto da una serie di episodi  drammatici, erotici, romantici e umoristici. Viene narrata in seguito  la gioventù del guaritore Pietro Abeti, in una serie di antefatti che consentono al lettore di chiarire e collegare gli avvenimenti di questa saga nel loro regolare svolgimento cronologico. I personaggi del passato riaffioreranno tempestivamente nell’intreccio della vicenda, in un vorticoso turbinio con effetti esilaranti. Dal passato emerge un ponte in cui il parroco protagonista della vicenda cerca di fare luce prima di avventurarsi nei misteri di una esperienza post-mortem che sembra segnare il destino di Pietro, inconsapevole ed impreparato a gestire la  dote misteriosa di guaritore avuta in dono. La nascita del figlio di Svetlana Rocimova e Pietro Abeti, in una casa-vacanze montana, sembra porre fine al delirio collettivo ma è solo il preludio per innestare la serie di avventure presenti in questo libro.

sabato 17 novembre 2018

14 novembre 2018 Biancospino. Omaggio a Gino Sacchetti



Davanti a un folto pubblico i Poetineranti hanno reso omaggio alla memoria di Gino Sacchetti portando in scena la lettura del suo poema in tre atti La scurèza.

Dopo l'introduzione di Roberto Roganti, Vanna Bassoli ha magistralmente condotto la kermesse portando al microfono, nell'ordine, Andrea Bassoli, Federica Calvi, Stefano Benati, Massimo Calvi, Bruno Boni, Athos Marchesini, Maurizio Marinelli e Mauro Bavutti.




Riprese e montaggio video
Roberto Roganti

Location
Agriturismo Il Biancospino
Ravarino (Modena)


lunedì 5 novembre 2018

Cristiano Tassinari giudica Evanishing

Tante storie, tanti thriller e polizieschi per adulti e ragazzi, come recita il sottotitolo di "Evanishing", il libro di racconti pubblicato dalle Edizioni Il Fiorino di Modena (complimenti per la copertina, tutta cosi verde con il quadro "Muchaha a la ventana" di Salvador Dalì).

Visto che io stesso faccio parte del "pacchetto dei prescelti" a scrivere almeno un racconto da inserire in questa raccolta, non commenterò il mio "La collana di rose bianche", lasciando alla bontà dei lettori il giudizio su questa mia storia breve ambientata nella splendida Reggia di Venaria, alle porte di Torino.
E cosi, passando ai miei "colleghi" scrittori, dico subito quali racconti sono i miei preferiti: "Mors tua, vita mea" di Roberto Roganti e "9 gennaio 1950" di Andrea Righi. Quest'ultimo racconto, in particolare, mi ha colpito e semplicemente perchè è una storia vera. Semplicemente, si fa per dire. La storia, vista da un certo punto di osservazione, dell'Eccidio delle Riunite, che da quel 9 gennaio 1950 è entrato, purtroppo, nei libri di storia della città di Modena. E i fatti veri, raccontati bene e con lucidità come ha fatto Righi, hanno una marcia in più. Proprio perchè non sono episodi frutto della fervida fantasia di uno scrittore, ma sono realmente accaduti. Vorrei anch'io saper scrivere cosi bene di "storie vere". Magari ci proverò. E magari chiederò' un aiuto proprio ad Andrea Righi.
Nella categoria che io ho definito "racconti noir secchi" (forse anche "stecchiti"), il mio preferito è "Mors tua, vita mea", del bravissimo Roberto Roganti, storia da cui poi è nato il romanzo "Morte al Villaggio Giardino", che ho avuto il piacere di leggere alcuni mesi fa. Ebbene, se possibile, il racconto è ancora migliore, più tranchant, più definitivo: una donna malata, un uomo che vuole sbarazzarsene, un balcone che deve crollare, ma che crolla al momento sbagliato, il bacio sorridente di Lara, il terrore di Giorgio, la ringhiera che precipita...brrr...brividi! Dev'essere questo l'effetto di un noir, no? Quindi, onore al buon Roganti.
Per il resto, vorrei chiedere a Mauro Sighicelli quali saranno le prossime avventure dell'intrigante investigatore privato Red Spring e del suo misterioso collaboratore Judok Dan. E se continueranno ad avere lo stesso incredibile successo con le donne...

Cristiano Tassinari