giovedì 29 aprile 2021

Ngaio Marsh: Errore fatale

 


Sybil Foster avrebbe avuto svariate ragioni per uccidersi. Malata, con due mariti già passati a miglior vita, una figlia in procinto di sposare l'uomo sbagliato e un figliastro problematico, infine costretta in una casa di cura: forse ha davvero ingerito la dose letale di barbiturici per lasciare volontariamente questa valle di lacrime. Un paio di fattori, però, giocano contro l'ipotesi del suicidio. Il primo è psicologico: chi conosceva la ricchissima vedova pensa che proprio non fosse tipo da gesti estremi. Il secondo fattore è Roderick Alleyn. Al sovrintendente capo di Scotland Yard bastano un cuscino, un francobollo scomparso e il suo raffinato talento d'investigatore per riconoscere l'impronta inconfondibile di un assassino.

                              

                                 testo: LUIGI GUICCIARDI              voce: ROBERTO ROGANTI

         



lunedì 26 aprile 2021

Zio Abner

 Zio Abner

Stati Uniti, 1918 / Melville Davisson Post

Pubblicato per la prima volta nel 1918, Uncle Abner: Master of Mysteries è un'antologia di gialli scritti da Melville Davisson Post. Le storie popolari all'interno di questa raccolta sono state serializzate su riviste nazionali come il Saturday Evening Post all'inizio del XX secolo. Lo zio Abner è un detective dilettante nell'attuale Harrison County, West Virginia. Durante i suoi viaggi in questa landa selvaggia prebellica, molto prima che la nazione avesse un adeguato sistema di polizia, l'onesto zio Abner deve affrontare omicidi e misteri che non possono essere ignorati. Con un'intuizione inquietante, una logica impressionante e un'attenta osservazione delle azioni umane, lo zio Abner è la creazione letteraria più celebre di Melville Davisson Post ed è considerato uno dei testi più importanti della narrativa poliziesca e poliziesca americana.

Ritenuto da alcuni critici il miglior autore americano di mystery stories dopo Poe, Melville Davisson Post (1869-1930) alternò per molti anni l’attività letteraria all’esercizio della professione legale. Fra i suoi personaggi restano memorabili il losco avvocato Randolph Mason e zio Abner. Quest’ultimo, che risolve misteri in una comunità rurale della Virginia nel periodo antecedente alla Guerra Civile, è uno dei giganti della letteratura gialla. Le sue 22 avventure, scritte fra il 1911 e il 1928, ottennero un successo clamoroso sui giornali dell’epoca e, quando le prime 18 furono raccolte in Uncle Abner: Master of Mysteries (1918), il volume rimase sul mercato per vent’anni. Un atto di Dio apparve sul Metropolitan Magazine nel dicembre 1913.

Uomo dai radicati principi morali, Uncle Abner, vale a dire zio Abner, è uno che non si tira mai indietro quando pensa che si stia compiendo qualche ingiustizia o quando qualcuno è in pericolo. Profondo conoscitore degli uomini e dei loro sentimenti, vive in una sperduta comunità montana della Virginia alla fine del Settecento, prima della creazione della polizia, e non ha mai voluto accettare una qualsiasi carica ufficiale.
Individuo dalla grande austerità morale e dal severo bagaglio religioso, forgiato sulla più scrupolosa osservanza del Vecchio Testamento, che per lui non ha segreti, zio Abner è un tipo duro ma simpatico che si basa sulla conoscenza della gente per riparare torti e proteggere gli innocenti da chi vuole in qualche modo approfittarsene. Non ha certo scelto di fare il paladino del Bene e non accetta mai nessuna ricompensa, ma è convinto che qualcuno debba pur aiutare Dio ad amministrare la giustizia e che sia proprio Dio, in un modo o nell'altro, a far sempre trionfare la verità."

Il canovaccio delle diverse storie rimane per lo più invariato, mentre notevole è l'originalità degli intrecci e delle soluzioni. In un'occasione riesce a dimostrare che il principale indiziato di un crimine, un sordomuto, non avrebbe potuto redigere un documento incriminato dato che questo conteneva la trascrizione di un banale errore di pronuncia.

giovedì 22 aprile 2021

Robert Crais: La prova

 


La mano era pallida e immobile, con le unghie laccate di rosso. Avvicinandosi, la ragazza che quella mattina stava facendo jogging sulle colline di LA aveva capito subito che si trattava di un cadavere, il cadavere di una donna avvolto frettolosamente in un sacco e gettato in un dirupo. È il corpo di Susan Martin, moglie di un celebre uomo d'affari, il cui nome è sinonimo di soldi, potere e moltissimi guai. Quando la polizia trova una prova schiacciante a carico di Martin, la notizia rimbalza su tutti i giornali e, nel trambusto che segue, il famoso investigatore privato Elvis Cole viene contattato dall'avvocato dell'uomo per aiutarlo a scagionare il cliente...




                              
                                 testo: LUIGI GUICCIARDI              voce: ROBERTO ROGANTI

         



lunedì 19 aprile 2021

Il telefilm poliziesco

 Scritti e realizzati appositamente per la televisione, i telefilm, in genere autoconclusivi anche quando presentano personaggi fissi e caratteristiche costanti, sono brevi racconti (che durano venticinque-ventotto minuti oppure cinquanta e, in seguito, talvolta anche novanta minuti). Realizzati in genere, soprattutto inizialmente, a basso costo (ma negli anni Ottanta si arriverà ai tv movie, veri e propri film girati con grandi mezzi e talvolta immessi anche nel circuito cinematografico), i telefilm nascono nel 1948 negli Stati Uniti. Derivano da precedenti e affermate trasmissioni radiofoniche e puntano inizialmente sul rosa (le soap opera) e sui personaggi western (The Lone Ranger, Hopalong Cassidy, Gene Autry … ) per approdare

subito dopo al poliziesco con Suspense, Private Eye ed Ellery Queen. All'inizio degli anni Cinquanta "esplode" Dragnet, un serial poliziesco di impianto quasi documentaristico, che sarà seguito da numerose altre serie di successo tra le quali possiamo ricordare almeno Alfred Hitchcock presents, Perry Mason e Città controluce.

Gli anni Sessanta registrano il boom del genere ospedaliero e del fantastico, mentre nel genere poliziesco possiamo ricordare The Saint, Ironside. Gli anni Settanta puntano molto sul poliziesco, mentre nel decennio successivo vanno di moda le saghe familiari anche se non mancano alcune buone serie poliziesche o curiose che mescolano poliziesco e fantascienza. Negli anni Ottanta continua inoltre il successo di Colombo e "risorge" il Perry Mason interpretato da Raymond Burr. Per ciò che riguarda l'Italia, tanto per fare un solo esempio, si
è seguita soprattutto la strada del romanzo sceneggiata, realizzando peraltro veri capolavori anche nel filone poliziesco, come le inchieste del commissario Maigret (interpretato da Gino Cervi) e quelle di Nero Wolfe (interpretato da Tino Buazzelli) per arrivare al successo internazionale de La piovra, rinunciando peraltro, dopo qualche tentativo non particolarmente riuscito, alla "formula" telefilm.

Appuriamolo subito come nei telefilm del tenente Colombo dove l’assassino viene svelato alla prima scena: la risposta esatta non esiste. E il quesito è di quelli amletici, sta alla letteratura come il dubbio «È nato prima l’uovo o la gallina?» sta alla cosmogonia. Eccolo: il giallo è davvero solo una moda o sono le serie tv ad averne alimentato il successo cambiando il nostro modo di leggere e trasformandoci in bulimici della serialità?

«Il giallo nasce già seriale, penso ai racconti di Allan Poe, a quelli di Agatha Christie o a Sherlock Holmes: non c’era mica bisogno di Sky o di Netflix» dice il siciliano Gaetano Savatteri «Mi piacciono quelle sulla mafia di Pif e Narcos». Poi spiega: «È vero che oggi c’è un eccesso del genere giallo: 20 anni fa erano considerati libri di serie B, da stazione, a Sciascia e Fruttero e Lucentini il merito di aver intuito che il giallo consente di raccontare l’Italia».
Alessandro Robecchi: «L’abitudine ai serial aiuta anche i lettori, piace affezionarsi ai personaggi, ma il successo è dovuto alla scuola giallistica italiana, che ormai è eccellente e non ha nulla a che invidiare a quelle, ad esempio, del Nord Europa. I libri di Savatteri rivelano Palermo in modo straordinario. E in tv resto inchiodato davanti a Rocco Schiavone (tratto dai romanzi di Antonio Manzini, ndr) e all’ineguagliabile Montalbano: nessuno ancora l’ha superato».
Francesco Recami: «La loro moda va di pari passo: molte serie tv sono tratte dai romanzi, è vero, ma ci sono pure tanti romanzi scritti apposta per diventare serie tv». La sua preferita? «Fargo: perché non si tratta dei soliti episodi dove un poliziotto indaga mentre seduce una bella signora, Fargo ha una costruzione geniale, gli eventi li tratta su più piani, verticale e orizzontale».
Marco Malvaldi: «Sono come i libri illustrati per i bambini: aiutano la transizione, in questo caso verso il testo. Il lettore sa subito da che parte stare: da quella dell’investigatore». Sherlock Holmes, tra l’altro, è il suo sceneggiato preferito: «Ma quello con Benedict Cumberbatch. E poi, tra gli italiani, adoro i classici: Montalbano e Nero Wolfe di Tino Buazzelli».

Tra gli altri media vi sono la televisione e la radio. La tv, in particolare, ha inciso moltissimo nel rivoluzionare il giallo negli ultimi decenni, creando figure nuove, originali, che si sono imposte presso un vastissimo pubblico internazionale. Si tratta di telefilm che hanno riscosso successo in tutto il mondo, fortemente impregnati dall'atmosfera del giallo e dalle sue caratteristiche, ma che hanno sempre contribuito a rinnovare il genere e a proporlo a una massa di persone certamente più notevole rispetto a quella raggiungibile dai libri.

giovedì 15 aprile 2021

Ruth Rendell: La ragazza caduta dal cielo

 

Viene scoperto il cadavere di una ragazza tra due tombe in un vecchio cimitero, non si sa chi sia questa giovane donna e Wexford, che si trova a Londra per un periodo di riposo e convalescenza, scopre che suo nipote Howard sta dirigendo le indagini attorno all’omicidio di Loveday Morgan e contro la sua stessa volontà, si lascia coinvolgere dal caso.


                              
                                 testo: LUIGI GUICCIARDI              voce: ROBERTO ROGANTI

         



mercoledì 14 aprile 2021

CSS 36, Giorgio Goldoni: Racconti


Raccolta completa dei 42 racconti usciti in precedenza in due volumetti separati. Una miscellanea di storie inventate e di storie vere, di riferimenti reali e di immagini oniriche. Storie quasi sempre molto brevi accomunate dal solo fatto di essere state scritte la sera tardi nella speranza di liberare la mente e favorire il sonno. Ma anche le storie inventate sono sempre sottilmente legate a qualcosa di realmente accaduto o, comunque, a un'emozione realmente provata.




Giorgio Goldoni (classe 1956), insegna da 40 anni matematica nella scuola superiore e ha un incarico di docenza all'Accademia Militare di Modena. Per 30 anni è stato docente e conferenziere al Civico Planetario "F. Martino" di Modena e ha pubblicato articoli di varia indole di matematica, fisica e astronomia e i primi 9 volumi della collana di matematica "Il professor Apotema insegna...".


lunedì 12 aprile 2021

Il fumetto poliziesco

 Il fumetto di questo genere si può fare risalire al 1942 con l'esordio della serie Crime does not pay pubblicata da Lev Gleason Publications e curata da Charles Biro.

Come per il giallo letterario, anche nei fumetti le contaminazioni subite dal genere furono molteplici. A partire dai tardi anni ottanta, diversi autori di fumetti cominciarono a fondere il genere giallo con altri generi, come il noir o addirittura con il genere dei supereroi. Alcuni di questi autori sono Brian Michael Bendis (Sam and Twitch, Jinx, Powers), Ed Brubaker (Gotham Central), Frank Miller (Sin City), David Lapham (Stray Bullets).

In Italia lo ritroviamo nelle serie umoristiche di Benito Jacovitti con i suoi personaggi Cip l'Arcipoliziotto, Gallina e Zagar, esorditi nel 1945 sul Vittorioso e anche da alcune opere di Nino Cannata. Di genere realistico negli anni settanta venne pubblicato il commissario Spada di Gianni de Luca su Il Giornalino e il detective privato Sam Pezzo ideato da Vittorio Giardino.

Negli anni ottanta e novanta, grazie a Nick Raider e Julia, pubblicati dalla Sergio Bonelli Editore, sono state pubblicate diverse graphic novel di genere giallo, come ad esempio Cacciatori nelle tenebre di Francesco e Gianrico Carofiglio. Alcuni di questi albi sono ispirati da diverse opere letterarie o televisive di successo, come la versione a fumetti de L'ispettore Coliandro dei Manetti Bros. e Carlo Lucarelli o le graphic novel ispirate alle opere di Massimo Carlotto.

I fumetti gialli sono fumetti che trattano del genere giallo. Anche se detective, piccoli ladri, delinquenti e truffatori sono apparsi nelle tavole e nelle strisce sin dagli albori del fumetto, gli albi e le serie di genere giallo sono relativamente poche. La striscia Dick Tracy fu forse la prima a focalizzare l'attenzione su personaggi e trame legate a una vasta gamma di gangster. Il fumetto di Chester Gould, nato nel 1931, rappresentava cattivi grotteschi, metodi polizieschi molto attuali per l'epoca e una raffigurazione della violenza molto accentuata.

Negli Stati Uniti il genere è noto come Crime comics ed è stato molto popolare fra gli anni quaranta e cinquanta del Novecento, caratterizzandosi con una impostazione moralistica e da una rappresentazione verosimile della violenza e delle attività criminali.
In Italia si sono sviluppati due diversi filoni discendenti dal genere giallo: i fumetti neri, sviluppatosi negli anni sessanta con l'avvento di Diabolik, pubblicato da Astorina, di Satanik e Kriminal, pubblicati dalla Editoriale Corno; il secondo genere invece è prettamente poliziesco.

giovedì 8 aprile 2021

Freeman Wills Crofts: Paura a Chalfont

 

Julia Elton, amante di Chalfont, è la moglie rispettosa di un uomo che non ama. Frank Cox è l'uomo di cui si innamora. Il marito di Julia, Richard, la sospetta di una relazione e ha anche licenziato un dipendente per furto. Quando l'assassino colpisce Richard Elton inizia una catena di eventi che colpisce la vita di molti. Uno di questi è l'ispettore francese.




                              
                                 testo: LUIGI GUICCIARDI              voce: ROBERTO ROGANTI

         



lunedì 5 aprile 2021

Il film poliziesco

 Il film poliziesco nasce e si sviluppa all'inizio negli anni trenta del Novecento, quasi contemporaneamente al periodo di maggior successo del genere letterario che negli stessi anni viveva la sua età dell'oro. È infatti dalle opere letterarie gialle di maggior successo che i registi del genere attingeranno per le loro pellicole, a partire dai romanzi e dai racconti di Agatha Christie con protagonisti Miss Marple o Hercule Poirot, ma anche dalle indagini di Sherlock Holmes, il personaggio ideato da Arthur Conan Doyle.

In Italia il termine "giallo" nasce grazie alla pubblicazione dei "Gialli Mondadori" (1929) e all'intuizione dell'editore Arnoldo Mondadori. Il film "giallo" non esiste nella cultura americana dove questi film vengono chiamati con l'accezione più ampia di Thriller, Film Noir, Mistery, Crime Story.
Dagli anni quaranta, con l'avvento dell'hard boiled e del noir, i protagonisti diventano i duri, come l'Humphrey Bogart de Il mistero del falco. Negli anni cinquanta e sessanta il genere giallo prende sempre di più le sfumature della spy story, mentre tra gli anni settanta e ottanta si sviluppa il thriller nelle sue tantissime accezioni.

Il cinema giallo, nel senso più ampio, è un genere cinematografico che tratta del genere narrativo giallo. I film appartenenti a questo genere coinvolgono generalmente vari aspetti del crimine e della lotta allo stesso. Stilisticamente, il genere può sconfinare e combinarsi con molti altri generi cinematografici, primo fra tutti il dramma, ma anche la commedia e, a sua volta, è diviso in molti sottogeneri, come ad esempio il noir.

Il cinema giallo nasce e si sviluppa all'inizio negli anni 1930, quasi contemporaneamente al periodo di maggior successo del genere letterario che negli stessi anni viveva la sua età dell'oro. 

venerdì 2 aprile 2021

Roberto Roganti a TvQui il 1° aprile 2021




Cristiano Tassinari mi intervista e si parla di un po' di tutto, dai miei libri alla radio, amichevolmente...


giovedì 1 aprile 2021

Graham Greene: Una pistola in vendita

 


Maestria letteraria, fluidità e grande suspense, in un romanzo che corre rapido verso il punto di massima tensione, mentre il mondo precipita verso il disastro bellico. 
La pistola in vendita è Raven, un assassino a pagamento, un sicario solitario che viene assoldato per eliminare un importante uomo politico straniero. Soffiano venti di guerra (il libro è del 1936) e la vittima designata è un socialista pacifista. Raven assolve il suo incarico con freddezza e completo disinteresse non solo verso il nobile personaggio che uccide per danaro insieme all’innocente segretaria, ma anche verso le conseguenze tremende del suo atto, cioè la guerra. 


Da questo punto comincia il capolavoro letterario di Graham Greene: il compito, diceva lo scrittore, di rendere simpatiche al lettore persone che non hanno alcun diritto alla simpatia. Contro Raven comincia una caccia feroce, della polizia e anche dei mandanti che lo vogliono morto per eliminare ogni possibile collegamento con l’omicidio. E mentre scappa, la «pistola» cerca i suoi mandanti per vendicarsi. In questa corsa a perdifiato, il lettore scopre Raven, le sue origini, le sue motivazioni, i suoi dolori, le sue disperate speranze. E assiste alla impressionante tragedia di una redenzione che nessuno nel libro avrà visto. «Greenelandia» hanno denominato i critici il cupo e animatissimo universo che l’autore ha messo su con la sua opera. Una pistola in vendita è tra i romanzi che più rendono manifesto questo lavoro costruttivo: per esempio nel contrasto tra il dramma che trascina nell’inferno un personaggio esecrabile – se lo si guarda con incomprensione – e la sciocca futilità che starnazza intorno a degli individui normali. È il modo che ha l’autore di andare al cuore del paradosso che è dentro ogni persona umana. Così i ritratti trascinati dal destino di Graham Greene, riflessi con molti altri mezzi, dal teatro al cinema, che hanno contribuito a renderli indimenticabili, sono proverbiali, magnifici e potenti.


                              
                                 testo: LUIGI GUICCIARDI              voce: ROBERTO ROGANTI

         



Il poliziesco italiano

In Italia il romanzo poliziesco si chiama comunemente "giallo" per via del colore scelto per le copertine della prima collana specializzata. l Libri Gialli, pubblicati da Arnoldo Mondadori a partire dal1929 (il primissimo titolo è La strana morte del signor Benson di S.S. Van Dine), creano un pubblico per questo tipo di narrativa e contribuiscono alla nascita di numerosi autori italiani.

Però l'esempio più antico nella letteratura in italiano di un racconto con elementi di poliziesco (in senso lato) può essere considerato Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo, raccolta di novelle in persiano tradotta da Cristoforo Armeno e pubblicata a Venezia nel 1557.

Un altro romanzo precursore del poliziesco è Il mio cadavere di Francesco Mastriani, pubblicato nel 1853 dall'editore Rossi di Genova. Ma il primo vero romanzo poliziesco in Italia è il romanzo Il cappello del prete (1887) del milanese Emilio De Marchi (1851-1901), una storia delittuosa ambientata a Napoli e caratterizzata anche dal punto di vista psicologico.  

Il 1931 vede così la nascita del commissario di polizia Bonichi, protagonista di una serie di
romanzi alla Wallace scritti da Alessandro Varaldo. Sulla sua scia arriveranno Alessandro De Stefani, Giorgio Spini, Arturo Lanocita, Tito A. Spagnol e altri.
Verso la metà degli anni Trenta, visto il successo dei romanzi gialli, il Ministero della Cultura Popolare decreta alcune norme alle quali autori ed editori devono rigidamente attenersi: l'assassino non deve assolutamente essere italiano e non può sfuggire in alcun modo alla giustizia. Ecco perché Ezio D'Errico, il più prolifico autore di questo periodo (una ventina di gialli pubblicati a partire dal 1937 ), crea il commissario Richard, della Seconda brigata mobile della polizia parigina.

Rimasto in ombra nei successivi decenni, il giallo italiano ritrova nuova linfa grazie ai romanzi di Augusto De Angelis (1888-1944), creatore del commissario De Vincenzi della Squadra mobile (Il banchiere assassinato, 1935). Le storie del commissario De Vincenzi, alter ego italiano del commissario Maigret, non ebbero grande successo, anche per l'ostilità del regime fascista al genere giallo, considerato un prodotto della cultura anglo-sassone. Finalità propagandistiche e di ordine pubblico spinsero infatti il regime fascista a far "scomparire" il crimine dalle cronache dei giornali e dalla letteratura, tanto che nel 1943 si arrivò addirittura ad imporre il sequestro in Italia di "tutti i romanzi gialli in qualunque tempo stampati e ovunque esistenti in vendita", con la chiusura anche della famosa collana dei gialli Arnoldo Mondadori Editore, visti con sospetto come una sorta di istigazione a sovvertire l'ordine costituito, e perché in contrasto con l'immagine positiva e integra della società italiana che il regime intendeva veicolare.

Dopo la fine della guerra, tra gli autori più interessanti possiamo ricordare Franco Enna, forse il più noto e prolifico scrittore italiano del genere, e Giuseppe Ciabattini, creatore di Tre Soldi e Boero, due simpatici barboni. Anche senza dimenticare che diversi scrittori come Chiara, Soldati, Gadda e Sciascia hanno colorato di giallo alcune loro opere, il romanzo poliziesco
italiano ricomincia a far parlare di sé soltanto nella seconda metà degli anni Sessanta, grazie a Giorgio Scerbanenco, il primo autore italiano ad ottenere riconoscimenti anche al di là dei confini nazionali, il cui esordio nel genere risale al 1940 con il romanzo Sei giorni di preavviso, primo di una serie di cinque romanzi dedicati ad Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston. Il grande successo di Scerbanenco si deve ai romanzi dedicati a Duca Lamberti, il primo dei quali è Venere privata del 1966.

Anche se tra gli italiani non ci sono giallisti a tempo pieno, non bisogna dimenticare che oggi sono ormai parecchi gli autori che pubblicano sporadicamente, ma sempre su una linea di costante professionalità, storie poliziesche che incontrano i gusti di un pubblico sempre più attento e numeroso.