(Vienna, 9 febbraio 1885 – 24 dicembre 1935)
Inizialmente autodidatta, costretto per qualche anno a impiegarsi per vivere, solo dal 1904 poté dedicarsi intensamente allo studio della composizione sotto la guida di Schönberg, che gli fu amico e maestro venerato.
Assai vicino all'ambiente letterario e pittorico della Vienna dell'inizio del secolo, si impose ben presto come compositore, rivelandosi, insieme con Webern, come il più interessante musicista della giovane generazione austriaca formatosi alla scuola di Schönberg.
Compiuto il servizio militare poté dedicarsi nuovamente alla composizione, stabilendosi a Vienna e iniziando per vivere un'intensa attività di insegnante. Nonostante il successo che arrise a diversi suoi lavori (in primo luogo al Wozzeck) condusse una vita tutt'altro che agiata, e dopo il 1933, col venire meno delle esecuzioni nella Germania nazista, conobbe due anni di vera povertà, prima di morire a causa di un'infezione generata da un ascesso mal curato.
In tutta la sua produzione Berg risentì l'influsso del miglior romanticismo tedesco, in particolare di Brahms e di Mahler. Ma già nelle primissime composizioni la tensione cromatica lo sospinge oltre le barriere della tonalità, ed è appena venticinquenne quando scrive i primi pezzi atonali. La fedeltà alla tradizione romantica rimane attestata in lui dalla predilezione per sonorità dense e appassionate, per il ricorso a forme sinfoniche tipicamente tedesche (dalla "Marcia" dei 3 Pezzi per orchestra op. 6 al valzer del Concerto per violino), per la cantabilità accesa delle sue linee melodiche (in cui non v'è nulla della frantumazione weberniana o dell'esasperazione schönberghiana), infine per il non casuale ritorno di reminiscenze tonali. L'opera piu "spinta" nella direzione del rinnovamento del linguaggio fu indubbiamente la Suite lirica per quartetto d'archi, composizione paradigmatica per l'espressionismo della scuola di Vienna e per la concezione rivoluzionaria della tecnica dello strumento ad arco. Ma Berg resta nella storia della musica del nostro secolo soprattutto per le sue due opere teatrali (di cui la seconda lasciata purtroppo incompiuta), Wozzeck e Lulu, che additano vie nuove di incredibile ricchezza al compositore del nostro tempo. Peraltro anche nella musica strumentale Berg ha lasciato composizioni immortali: tipico rappresentante dell'espressionismo viennese, Berg dà respiro e valore universale a tutta un'epoca della civiltà moderna, cosi densa di insegnamenti e di germi vitali per il futuro.
Oggi la sua produzione è entrata nel repertorio operistico e sinfonico di tutto il mondo: accanto a Schönberg e a Webern egli è destinato a rimanere come uno dei massimi musicisti del nostro secolo.
Il Kammerkonzert era stato scritto e completato dieci anni prima. Il 9 febbraio 1925, Berg ne annunciò la conclusione a Schönberg con queste parole: «La composizione di questo concerto che ti ho dedicato in occasione del tuo cinquantesimo compleanno, è stata terminata soltanto oggi, nel mio quarantesimo. Consegnato in ritardo, ti prego di accoglierlo tuttavia con benevolenza; tanto più che esso - pensato fin dall'inizio per te - è divenuto anche un piccolo monumento ad un'amicizia ormai ventennale. In un motto musicale, premesso al primo tempo, le lettere del tuo nome, di quello di Anton Webern e del mio, sono fissate (per quanto è possibile fare con la scrittura musicale) in tre temi o motivi, ai quali spetta una parte importante nello sviluppo melodico di questa musica. Se con questo si è già accennato ad una trinità degli eventi, del pari una trinità (poiché si tratta del tuo compleanno e le cose belle che ti auguro sono tre) domina tutto l'opera».
Questa celebre lettera contiene una completa analisi del Kammerkonzert. Già dalle prime parole si può desumere che una ricerca di unità nella molteplicità, analoga a quella di Webern, aveva animato Berg. In particolare i tre movimenti sono riuniti in uno solo. Gli strumenti impiegati sono di triplice ordine (tastiera, a corde, a fiato).
Dal punto di vista formale dominano sempre il tre e i suoi multipli: nel primo tempo, Tema scherzoso con variazioni, l'idea fondamentale è ripetuta sei volte ed è presentata «come tema tripartito di variazione in trenta battute». Le varie forme di canone che Berg vi adotta possono ricordare «i percorsi dell'aratro» di Webern. Il secondo movimento è un Lied tripartito, mentre il terzo, Rondò ritmico con Introduzione (l'introduzione è una cadenza per pianoforte e violino) è una contaminazione dei movimenti precedenti. La «trinità» si manifesta per Berg ancora in senso ritmico e nel campo armonico. Scherzosamente Berg commentava: «Rendendo di pubblica ragione questi procedimenti compositivi, la mia fama di matematico aumenterà nello stesso rapporto in cui la mia fama di compositore, al quadrato della distanza, diminuirà». Ma l'ultima parte della lettera rivendica proprio quello che vi è al di là delle perfette simmetrie: «Se si sapesse quanta amicizia, quanto amore e che mondo di relazioni umane e affettive io ho intessuto segretamente intorno a questi tre tempi, i sostenitori della musica a programma (se ve ne fossero ancora) avrebbero di che rallegrarsi e i partigiani e i rappresentanti del «neoclassimismo», del «nuovo oggettivismo», i «lineari» e i «fisiologi», i «contrappuntisti» e i «formali» si precipiterebbero su di me, scandalizzati per questa tendenza «romantica», se io contemporaneamente non rivelassi loro che anch'essi possono trovare ciò che desiderano, qualora siano disposti a cercare».
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