lunedì 5 agosto 2024

Ennio Morricone

 

Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928 - Roma 6 luglio 2020) ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, dove si è diplomato in tromba; ha scritto le musiche per più di 500 film e serie TV, oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un'ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici e influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi. Dal 1946 a oggi ha composto più di 100 brani classici, ma ciò che ha dato la fama mondiale a Morricone come compositore, sono state le musiche prodotte per il genere del western all'italiana.

Quarto Concerto hoc erat in votis per organo, due trombe, due tromboni e orchestra.
Dice Morricone: «Mi commissionarono il Quarto concerto, che qualche anno fa diressi anche al Teatro dell'Opera di Budapest con Carnini all'organo, Mauro Mauri e Sandro Verzari alle trombe soliste. Il concerto è dedicato all'Istituzione Universitaria dei Concerti, a Lina Bucci Fortuna, ma anche all'organista Giorgio Carnini, che per dieci anni, ogni volta che ci incontravamo la domenica ai concerti di Santa Cecilia, mi chiedeva puntualmente di scrivergli un pezzo per organo e orchestra. Ed eravamo anche vicini di posto! A un certo punto mi dissi: "Porca miseria, dieci anni sono lunghi. Devo fare qualcosa!" Il caso volle che proprio nello stesso periodo arrivò questa commissione, così decisi di unire le due richieste in quello che divenne il Quarto concerto. Lo dedicai a lui per aver avuto la pazienza di aspettare tutto quel tempo. Dal primo momento ebbi l'immagine di un grande organo al centro, il protagonista, poi pensai a due trombe e due tromboni, disposti ai suoi lati. Una disposizione simmetrica: tromba e trombone a sinistra, e tromba e trombone a destra. L'orchestra avrebbe racchiuso questa disposizione stereofonica. Nella nostra cultura il timbro dell'organo viene immediatamente associato alla chiesa, a un luogo sacro ... In effetti, pensavo alla basilica veneziana di San Marco e alla sua doppia cantoria stereofonica, ai Gabrieli ... Scrissi la terza parte del concerto in modo che fosse di una difficoltà pazzesca per l'organista ... Una scrittura volutamente sadica per farlo sbagliare. Era un po' come dire: «Hai voluto il pezzo? Ora vedrai!» Ricordo che colorò con tinte diverse la partitura per ricordarsi dei continui cambi dei registri (tanto che al concerto di Budapest c'era un suo assistente molto competente che si occupava solo di quelli). Avevo trattato l'organo come un sequencer, uno strumento elettronico. Il timbro che ottenni in quella sezione non assomigliava neanche più a quello di un organo. Le battute di 9/16 con figurazioni spezzate rapidissime sono di una difficoltà estrema, ma Giorgio suonò in maniera impeccabile. Proprio nel concerto di Budapest, però, commise un piccolo errore all'inizio della seconda parte che, al contrario della terza, è semplicissima...»

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