sabato 25 settembre 2021

Johann Christian Bach + Piano Concertos 4-6, Op. 13 (1777)


(Lipsia, 5 settembre 1735 – Londra, 1º gennaio 1782)

Allievo del padre (fu il terzultimo figlio di Johann Sebastian, e l'undicesimo nato dal suo secondo matrimonio), poi del fratellastro Cari Philipp Emanuel a Berlino, qui si appassionò per l'opera italiana al punto che ben presto lo troviamo a Milano, dove verso il 1755 entra nell'orchestra del conte Litta e viene da questi mandato a Bologna per perfezionarsi col celebre Padre Martini. Convertitosi al cattolicesimo, nel 1760 ottenne il posto di organista al duomo di Milano, iniziando nel 1761 la carriera di compositore d'opera. I successi di Torino e eli Napoli gli valsero la
nomina a compositore del King's Theatre di Londra: dal 1762 visse a Londra, dove fu anche maestro di musica della regina Sofia Carlotta e dove ebbe contatti col Mozart fanciullo, che dalla sua musica ricevette stimoli non trascurabili. Fu assai ricercato come insegnante e molto applaudito come esecutore e direttore d'orchestra: ma la sua fama venne meno col mutare del gusto, e anche le sorti finanziarie eli un'impresa concertistica da lui fondata mutarono al punto che egli fini in condizioni eco­ nomiche tutt'altro che floride.
Johann Christian è il maggior sinfonista tra i figli di Johann Sebastian, ed è anche, dei figli del grande Bach, quello che piu si scostò come compositore dalla via battuta dal genitore. Padre Martini, Jommelli e tutti gli altri operisti italiani lasciarono su di lui un'impronta decisiva, tanto che egli coltivò con particolar cura, a differenza degli altri Bach, la produzione teatrale.
Nella musica strumentale, anche per il fatto di far parte di una generazione ormai proiettata verso 1'800, egli tende a plasmare l'orchestra con maggior eleganza, con un tocco di ro­cocò corretto da un assorbimento cosciente dei nuovi principi
introdotti dalla scuola di Mannheim: di qui una cura tutta particolare per il timbro e per il chiaroscuro, un ricorrere all'omofonia abbandonando la tradizione polifonica paterna che era ormai considerata, dalle nuove generazioni, un inutile peso morto. Si spiega cosf il suo influsso su Mozart - che egli del resto fu tra i primi ad apprezzare, - nel senso di un affinamento del gusto melodico piu che di un perfezionamento della forma-sonata che resta un apporto tipico del fratellastro Cari
Philipp Emanuel. 
La sua produzione strumentale comprende una cinquantina di sinfonie, una trentina di sinfonie concertanti, 13 ouvertures e 37 concerti per clavicembalo (o piano­ forte) e orchestra.

La capacità di Johann Christian di fare suo il nuovo fortepiano guadagnò ancora più favore negli ambienti pubblici. Infatti, mentre Clementi suonava ancora il vecchio clavicembalo a Londra, Johann Christian affascinava il suo pubblico con la nuova tastiera. Composti negli anni 1770, i suoi concerti per tastiera rappresentano alcuni dei migliori esempi di tutte le sue opere per tastiera e incorporano tutto ciò che era ammirato ai loro tempi. Tutti in tre movimenti, il tradizionale veloce – lento – veloce, sono stilosi ed eleganti, aggraziati e galanti. Johann Christian ha corteggiato il suo pubblico usando la grazia e il fascino dello stile italiano, coinvolgendo e intrecciando gli elementi folk del suo paese adottivo. Come meglio accontentare la Regina! 


Il Concerto in si bemolle, op.13, n.4, è il quarto dello stesso gruppo. A suo tempo era il preferito del set ed è stato reso ancora più speciale quando Haydn lo ha arrangiato per pianoforte solo, dieci anni dopo la morte di Bach. Questo pezzo ha avuto un grande appeal pubblico; non era solo il fascino del galante e la tenerezza simile a una canzone del movimento lento, ma l'insieme di variazioni che Johann Christian compose per il terzo movimento basato sulla canzone scozzese, The Yellow-haired Laddie. 


Gli altri due i concerti su questo disco sono stati attribuiti a Johann Christian Bach e si è sempre creduto che fossero stati da lui composti intorno agli anni 1770/1771 come parte del set di concerti per tastiera dell'Opus 7. Hanno entrambi un carattere molto diverso dai concerti dell'Opus 13, e durante le prove di questi pezzi, abbiamo cercato a turno di decidere chi potesse essere il compositore, perché non si sentivano né suonavano come Johann Christian. Entrambi i concerti suonano come il lavoro di C.P.E. Bach o come le Sinfonie di Johann Christoph Friedrich, con una brillantezza e una galleggiabilità melodica che prevale. Semplice, se non un po' antiquato, sono certamente concerti divertenti. Mi ha fatto capire che, mentre, per gli standard di pianoforte moderni di oggi, il lavoro di Johann Christian può sembrare troppo semplice, ai suoi tempi era piuttosto lungimirante. Le differenze tra l'Opus 13 e questi concerti divennero sempre più evidenti. Un'altra differenza che mi viene in mente è il punteggio. Questi concerti includono una viola come parte dell'orchestra, mentre l'Opus 13 è composto solo per due violini e violoncello, con vento opzionale. Dopo un po' di ricerche, ho scoperto che ora si pensa che entrambi questi concerti siano considerati composti da Johann Christoph Friedrich Bach, che fece carriera presso la colta corte del conte Guglielmo di Schaumburg-Lippe a Bückeburg, svelando così il mistero per noi (vedi Collected Works of JC Bach, ed. Ernest Warburton). Questi concerti furono pubblicati da Hartknoch di Riga negli anni 1770. Nel suo catalogo Warburton ci informa che “Ulrich Leisinger ha ormai dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che il vero compositore del Concerto in mi bemolle è J.C.F. Bach", e il Concerto in la, il secondo dei due concerti di Hartknoch, è ora noto anche per essere di Johann Christoph Friedrich. Ciò che si è evoluto dall'esercizio è stato quanto fosse innovativa la musica di Johann Christian e quanto chiaramente si potesse vedere perché egli ha continuato a guadagnare il favore come compositore. La sua musica ha segnato il legame tra barocco e classico; stabilì le basi su cui sarebbe fiorito il classicismo e, di notevole importanza, era la musica particolarmente adatta al suo scopo sociale. Questa, nel Settecento, era una ricetta per il successo.

2 commenti:

  1. sn G.R.A.Z.I.E.
    è sempre un piacere leggerTi...buon fine settimana
    un saluto a tti..

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  2. p.s.
    è da questa mattina che provo a scriverTi...

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