giovedì 16 settembre 2021

Auguste Dupin vs Edgar Allan Poe



Edgar Allan Poe viene trovato a Baltimora il 3 ottobre del 1849, delirante e in fin di vita, dopo diversi giorni in cui se ne sono perse le tracce. Il 7 ottobre muore senza aver mai riacquistato pienamente coscienza: ha solo quarant’anni e nella sua vita ha sperimentato una serie di dolori capaci di piegare anche l’uomo più forte. Dolori che, forse, hanno anche condizionato la sua scrittura.
Al funerale di Edgar Allan Poe partecipano meno di dieci persone: lo scrittore, nonostante avesse appena quarant’anni, era completamente solo, al punto che non si riescono a chiarire neppure le circostanze della sua morte. L’unica cosa certa è che viene ritrovato in una città che non è quella dove avrebbe dovuto trovarsi (stava andando a Philadelphia per una questione editoriale), nei pressi di un seggio durante le elezioni, e che nel delirio continua a ripetere ossessivamente “Reynolds”: non si è mai potuto scoprire a cosa si riferisse. Edgar Allan Poe è morto per abuso di alcol? Rabbia? Epilessia? Colera? Tutte ipotesi possibili, ma la più accreditata, al momento, è che si sia trattato di un caso di cooping, una pratica elettorale fraudolenta per cui un povero malcapitato veniva sequestrato, drogato e costretto a bere per piegarne la volontà, e infine mandato a votare per un determinato candidato più e più volte sotto mentite spoglie.

La vita di Poe invece, contrariamente alla sua morte, non è un mistero, ma una serie di avvenimenti perlopiù drammatici intervallati da sporadiche gioie e un grande talento letterario. Nato nel gennaio del 1809, Edgar Allan Poe è figlio di due teatranti; quando solo due anni dopo muoiono entrambi, il suo destino sarà legato alla generosità dei tutori. Il piccolo viene cresciuto dalla famiglia del mercante John Allan, che sceglie di non adottarlo formalmente e con cui ha fin da subito un rapporto segnato da alti e bassi, nonostante l’uomo continui a prendersi cura di lui fino alla definitiva rottura – il secondo, grande, disastro familiare di Poe – quando Edgar ha una ventina d’anni. Seguendo gli affari del tutore, Edgar passa anche un lungo periodo in Gran Bretagna, la cui influenza si farà sentire nella sua produzione letteraria (basti pensare che studia in una scuola adiacente a un cimitero, presso cui vengono svolte anche alcune lezioni).


Tornato negli Stati Uniti, Poe segue in maniera discontinua dei corsi universitari, sperperando nel gioco i soldi che Allan gli manda per il mantenimento. Quando la situazione si fa insostenibile lascia definitivamente l’accademia, preferendole la vita militare che, almeno, gli garantisce uno stipendio fisso. Qui, nonostante una serie di veloci avanzamenti di carriera, non è felice, e il suo unico conforto sembra essere la scrittura: del 1827 è Tamerlano, un poema epico pubblicato con uno pseudonimo, a cui seguono due raccolte poetiche. Quando, dopo l’università, sceglie di abbandonare anche l’esercito, il suo destino è segnato: Edgar Allan Poe sarà il primo scrittore statunitense a cercare di vivere unicamente grazie al proprio talento, senza, quindi, affiancare la scrittura a un più remunerativo lavoro primario.
Poe, in difficoltà economiche e con una moglie bambina, inaugura gli anni Quaranta con alcune delle sue opere migliori. A inizio decennio viene pubblicata La caduta della casa degli Usher (1840), e del 1841 è I delitti della Rue Morgue, considerato il primo racconto poliziesco della storia, in cui, attraverso l’analisi degli indizi e degli ambienti, un complicato caso di omicidio viene risolto dal protagonista Dupin, personaggio di straordinarie doti analitiche che influenzerà Arthur Conan Doyle nella creazione del suo Sherlock Holmes.
Poe conosceva bene le imprese di Vidocq ma non si è certo ispirato a quella figura pittoresca e vulcanica (a cui invece attingeranno molti altri, da Balzac a Gaboriau a Hugo), perchè il suo investigatore basa tutto sul ragionamento, sulla lucida visione d'assieme. Si è sì ispirato a Vidocq, ma per giustapposizione, e infatti fa dire a Dupin:
"La polizia parigina, tanto decantata per il suo acume, è astuta e nulla più. Talvolta ottiene risultati sorprendenti, ma questi sono raggiunti di solito semplicemente grazie alla diligenza e all'operosità dei suoi funzionari. Quando queste doti non servono, tutti i disegni falliscono. Vidocq a esempio, era un abile deduttore e un individuo perseverante, ma non avendo educato il proprio pensiero, sbagliava continuamente per l'ardore stesso delle sue ricerche. Infirmava la sua visione delle cose tenendo l'oggetto troppo vicino, riusciva a vedere magari un punto o due con perspicacia non comune, ma nel far questo perdeva naturalmente l'effetto insieme..."
Dupin si contrappone dunque alla polizia (in ciò assomigliando a Vidocq, che coi suoi metodi poco ortodossi disprezzava l'ottusità burocratica dei poliziotti tradizionali), facendo della logica - allenata anche con l'enigmistica, la dama, la matematica - il perno dell'investigazione.
Poe in realtà non opera chissà quali alchimie, come invece farà, per fortuna, nell'altra sua produzione letteraria: del poliziotto tradizionale ci offre caratteristiche e capacità deduttive "normali", che tuttavia paiono ridicolmente deboli di fronte a quelle geniali del protagonista (e ci saranno Holmes - Watson, Poirot - Hastings, Wolfe - Goodwin, ecc.). Anticipazione di quella che sarà una situazione classica del poliziesco, alla quale si aggiungono praticamente tutti gli altri elementi chiave del genere, tra cui alcuni rimasti in ombra per molto tempo, ma che ultimamente sono riemersi prepotentemente, e anche con forzature al limite del ridicolo: l'analisi del comportamento delittuoso, il processo di indentificazione col criminale che talvolta l'investigatore deve compiere per poter risolvere un caso. 
"In quei momenti i modi di Dupin erano freddi, astratti: gli occhi assumevano una espressione vacua, mentre la voce, di solito generosamente tenorile, si elevava a un tono acuto che sarebbe potuto apparire irritante se non fosse stato per la determinazione e l'assoluta chiarezza di quanto veniva da lui enunciato."

Da lì è nato tutto: lo schema del poliziesco, le sue regole e le sue eccezioni, le procedure investigative, il ruolo "eroico" del detective, la tensione narrativa, la simbiosi autore - lettore, la liberazione finale.


1 commento:

  1. sn G.R.A.Z.I.E.
    ciao come sempre è molto piacevole leggerTi. MI PIACE
    un saluto a tutti.

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