sabato 18 settembre 2021

Carl Philipp Emanuel Bach + Symphony in D major, H.663 / Wq.183/1


(Weimar, 8 marzo 1714 – Amburgo, 14 dicembre 1788)

Secondo figlio di J. S. Bach, fu allievo del padre e dell'Universita di Lipsia, poi studiò a Francoforte sull'Oder tenendovi concerti come cembalista.
Dal 1738 al 1768 fu primo clavicembalista alla corte di Federico II, prima a Ruppin e ben presto a Berlino. Qui venne in contatto con i musicisti della scuola berlinese (Krause, Marpurg, Graun e altri) e con gli intellettuali della capitale. Da questi stimoli culturali nacque in lui il desiderio di stendere un trattato sul clavicembalo, che gli valse per lungo tempo grande notorietà. Ma i rapporti con il re non erano dei più soddisfacenti, e finalmente nel 1767 Carl vinse un concorso diventando
dall'anno successivo direttore di musica nelle principali chiese di Amburgo, come successore del Telemann. Qui rimase fino alla morte, attivissimo come direttore d'orchestra, clavicembalista e compositore, entrando nella rosa dei piu eminenti personaggi della città e diventando amico di Klopstock, il grande poeta, e di Claudius, mentre stringeva proficui contatti anche con gli artisti dei principali centri europei (Lipsia, Parigi e Vienna).

Ritenuto un eccezionale clavicembalista e improvvisatore, questo giudizio fu confermato dal Burney che lo definì «non solo il piu grande compositore per strumenti a tastiera che sia mai esistito, ma anche il miglior suonatore per quanto riguarda l'espressione.» Egli è però molto importante nella storia della musica anche per il contributo che recò all'individuazione definitiva della forma-sonata. Senza esserne stato l'inventore, come qualcuno ha ritenuto, fu indubbiamente tra i primi a dare il dovuto rilievo allo sviluppo dei temi nel primo tempo della sonata, e a gettare le basi di quello svolgimento dialettico di prima e seconda idea che sarà poi fondamentale per tutta la musica della scuola classica di Vienna (Haydn, Mozart, Beethoven).
Introdusse nella sua produzione una forte dose di emotività, al punto da anticipare in qualche pagina i romantici: e vale la pena di osservare che raggiunse i migliori risultati nella produzione strumentale, mentre la musica vocale è a questa nettamente inferiore. Oltre a una gran quantità di lavori vocali sacri e profani, compose 18 sinfonie, circa 50 concerti per clavicembalo, concerti per due clavicembali e per strumenti a fiato e orchestra. La sua produzione da camera comprende qualche centinaio di sonate e pezzi vari per clavicembalo.

Fa parte di una serie di quattro sinfonie dedicate a Federico di Prussia, serie che costituisce una delle ultime fatiche del compositore. Accanto agli archi esse comprendono sette strumenti a fiato, e rappresentano quanto di meglio Cari Philipp abbia lasciato in campo sinfonico.
In questa prima Sinfonia si nota la ricerca di un linguaggio individuale, anche se l'impostazione ricorda sovente il concerto grosso, specie nella contrapposizione di "soli" e "tutti." Va notato soprattutto il disteso arco lirico del "Largo" centrale, interessante anticipazione dello stile della scuola di Vienna.


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