martedì 28 dicembre 2021

Mauro Sighicelli: Maciste contro i Proci - Capitolo 9


Riassunto delle puntate precedenti:
 
1) Il commissario Bertini, assieme al fido scudiero Peppino, si recano a Itaca in vacanza e si trovano invischiati, loro malgrado, in una indagine poliziesca per risolvere un delitto. Scoprono infatti il cadavere di un procio morto sulla spiaggia di Itaca, in Grecia, mentre sono in vacanza. Bertini accetta di collaborare con l’ispettore greco Van Fakoulis per lo svolgimento delle indagini di rito.
2) Per identificare il Procio morto sulla spiaggia Bertini e Van Fakoulis si avvalgono della collaborazione del noto scrittore Roberto Roganti, in arte Grog, autore della trilogia di romanzi “Morte al Villaggio Giardino”, “Morte al Lido delle Nazioni”, “Morte al Palamolza” e in odore di premio Pulitzer 2018 in quanto esperto beccamorto. Quindi si recano alla reggia dove alloggiano i Proci per identificare il cadavere.
3) Grazie a una fotografia scattata con il nuovo cellulare del commissario Bertini, Penelope, regina di Itaca, risale all’identità del Procio morto, Ctisippo. Il nostro eroe e l’ispettore greco decidono di appostarsi per tutta la notte dietro a un divano nella sala della reggia per ricavare ulteriori elementi utili all’indagine. Nel frattempo, “Morte al Lido delle Nazioni” va a ruba in tutte le librerie greche.
4) Durante a lunga notte Bertini e Van Fakoulis scoprono un Procio, Anfinomo, intento a aiutare Penelope a disfare la tela. Dubitano quindi che possa essere anche un assassino e decidono di partecipare alla presentazione del libro “Morte al Lido delle Nazioni” di Roberto Roganti, ora richiesto da tutte le librerie bulgare, onde ottenere altri elementi utili all’indagine. 
5) Alla presentazione del libro “Morte al Lido delle Nazioni” di Roberto Roganti sono presenti numerosi personaggi anche se uno solo sarà l’assassino. Ma chi? Intanto Bertini ne approfitta per acquisire ulteriori informazioni su tale Mekistos, in arte Maciste, personaggio potenzialmente implicato nell’omicidio. Nel frattempo una copia autografata del libro di Roberto Roganti è contesa da Donald Trump, Putin e Al Bano. La spunta quest’ultimo con un bieco accorgimento.
6) Durante la presentazione del libro “Morte al Lido delle Nazioni” di Roberto Roganti, il Procio Antinoo beve direttamente dalla caraffa del rinfresco e muore avvelenato. Dopo aver constatato il decesso Bertini, Van Fakoulis e Grog concertano su questioni filosofiche inerenti la morale della vita prima di procedere celermente con l’indagine in corso.
7) Un maggiordomo in livrea confessa di essere l’autore dei due omicidi. Come movente, adduce la tesi di voler proteggere Penelope dai Proci. Bertini sventa prontamente un tentativo di suicidio di massa da parte degli spettatori presenti in segno di solidarietà con Antinoo mentre Van Fakoulis promette protezione a Penelope, preoccupata per le possibili angherie da parte dei Proci superstiti.
8) Bertini si reca a casa di Maciste e lo convince a aiutare Penelope contro i Proci superstiti. Nel frattempo il libro “Morte al Lido delle Nazioni” scala tutte le classifiche mondiali di vendita assestandosi al primo posto di tutte le Hit Parade. L’autore Roberto Roganti vince il premio Pulitzer quale penna d’oro dell’anno 2018.



9° CAPITOLO
Maciste contro i proci

Maciste si recò di persona alla reggia di Penelope. Suonò il campanello. Aprì un maggiordomo in livrea. “Desidera?” “Sono Maciste, un amico della regina. Vorrei incontrarla.” “Perché?” “Per argomenti privati che a lei non devono interessare.” “Mi può dire almeno di cosa si tratta, per informare la padrona.” “Se Penelope si vuole avvalere del mio aiuto, sono a disposizione.” “Penso proprio di sì. Non se ne può più di questi proci! Si approfittano di lei, invadono la reggia, sperperano i suoi averi, trombano le ancelle! C’è bisogno di qualcuno che li sgomini!” “Ci penserò io, mi faccia accomodare.” Il maggiordomo in livrea scrutò lungo la strada sia a destra che a sinistra per controllare se la polizia lo stesse cercando in quanto era agli arresti domiciliari con l’obbligo di non abbandonare il luogo di lavoro e di non avvelenare più i pretendenti, avendo ricevuto un avviso di garanzia emesso a suo carico per l’assassinio dei due proci. Rassicurato che nessuno lo stesse pedinando, uscì per strada velocissimo solo per trasgredire l’ordinanza restrittiva e tornò quasi subito all’interno del castello. Nel frattempo Maciste aveva raggiunto il salone dove i proci si sollazzavano in attesa della scelta di Penelope e per un attimo calò un silenzio imbarazzante tra gli ospiti. Si erano infatti spaventati nel vedere un giovane dal fisico così possente. Leode e Demoptoleno lo invitarono a giocare a bigliardino ma il nostro eroe frullò così velocemente la stecca da sfasciare completamente l’asse che delimitava il lato corto della porta avversaria. Allora Euriade lo invitò a giocare a ping pong ma Maciste colpì con troppa forza la pallina da fare addirittura un buco nella metà campo del tavolo avversario. Constatata la forza del nostro campione, i proci si serrarono come un guscio a forma di scudo e Eurimaco, che era uno dei loro capi, intimò a Maciste: “Non sei un procio. Dicci perché sei venuto qui.” “Sì, dicci perché sei venuto qua” ripetè Elato. “Certo, dicci perché sei venuto quo” concluse Euridamante. L’eroe rispose: “Qui, quo, qua … sembrate i nipoti di Paperino! Paperi siete, ridicoli paperi senza spina dorsale. Dovete lasciare in pace Penelope o io salverò la situazione punendovi severamente.” I proci si consultarono, questo libro era ormai giunto al momento di massima tensione. Tesero una trappola a Maciste, lo invitarono a seguirli per offrirgli in dono l’ancella infedele superstite. Attratto da tanta bellezza, Maciste cadde nella trappola venendo rinchiuso in una prigione dentro una cella dove non trovò l’ancella infedele ma il procio Anfinomo. Costui si avvicinò all’eroe con fare ambiguo. “Cosa vuoi?” “Accarezzare il tuo fisico possente.” “Ma non sarai mica un procio frocio?” Anfinomo parve offeso. “Ma come ti permetti di parlare in modo così volgare? Sono fiero di essere quel che sono e certi termini scurrili squalificano solo chi li pronuncia. Non hai mai sentito parlare di orgoglio gay, dovresti promuovere la autoaffermazione, la dignità e l’uguaglianza dei diritti dei gay, delle lesbiche, dei bisessuali e dei transessuali. Il mondo è bello perché è vario, perché è diverso. Se fosse uniforme, dove tutto è uguale e tutti sono uguali che razza di mondo sarebbe?” Maciste sembrava confuso, stette un po’ a pensarci su, poi rispose: “ Hai ragione. Fai bene a ribadire con fierezza il tuo orgoglio gay, però a me era stata promessa la più bella tra le ancelle ed è evidente che sono caduto in una trappola. Mi dispiace molto doverti salutare ma la mia vendetta sarà terribile.” Maciste piegò le sbarre della cella quel tanto che basta per passarci in mezzo ma incontrò sul suo cammino Eurimaco, uno dei capi dei proci. “Fermati Maciste o dovrai passare sul mio cadavere!” Maciste lo uccise e passò sul suo cadavere ma incontrò Agelao, altro procio. “Fermati dove sei, Maciste, o dovrai passare sul mio cadavere!” Maciste lo uccise e passò pure sul suo cadavere, anzi fece avanti e indietro tre volte per maciullarlo per bene. Riprese il cammino ma incontrò Eurinomo che avendo assistito alle scene precedenti pensò bene di lasciarlo passare e gli sorrise, addirittura. Tornò così nel salone dove trovò i proci superstiti: Demoptoleno, Leocrito, Leode, Pisandro, Polibo, Elato, Euriade, Euridamonte. Solo Anfinomo era rimasto in cella a piangere perché respinto da Maciste. “Se non ve ne andate subito vi ucciderò tutti!” Urlò l’eroe, ma i proci lo invitarono all’assalto. Maciste partì di slancio per sterminarli, ma non si accorse che sotto un foglio di giornale color rosa c’era un baratro e cadde in fondo al tunnel; i proci esultarono per la buona riuscita della trappola ma Polibo scoppiò in un pianto dirotto di rabbia e costernazione. “Perchè piangi invece di esultare? Quel gigante dal cuore buono è caduto nella trappola nascosta sotto al giornale.” Polibo non smetteva di frignare. “Sì, è vero, ma il giornale è di oggi.” “Come di oggi?” chiese Leode. “Lo avevo appena comprato, c’erano tutti i risultati del fantacalcio!” Elato imprecò: “Porca miseria, ma allora lo fate apposta! Lo avevo pagato io!” Seguirono alcune scaramucce tra i proci, mentre Maciste, non visto, grazie alla sua forza riuscì a risalire dal baratro per dare corpo alla battaglia finale che lo avrebbe condotto inevitabilmente alla vittoria.

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