(San Pietroburgo, 12 novembre 1833 – 27 febbraio 1887)
Musicista nato, a nove anni componeva i primi pezzettini per pianoforte. Tuttavia per obbedire alla volontà materna si iscrisse alla facoltà di medicina, laureandosi giovanissimo: a 28 anni era professore di chimica all'Accademia di Medicina di Pietroburgo. Si dedicò alla chimica, che era la sua professione principale (e in questo campo ebbe dei meriti grandissimi, ancor oggi ricordati dagli studiosi di chimica dell'URSS) ma coltivò sempre con grande amore la musica: la conoscenza con Mussorgski lo orientò seriamente in campo musicale, tanto che ben presto aderi entusiasticamente all'iniziativa di Balakirev - il Gruppo dei Cinque - divenendo un battagliero esponente della nuova scuola nazionale russa. Fu presidente di una società musicale di Pietroburgo, si recò in Germania dove divenne grande amico di Liszt, poi in Belgio, ed era nel pieno della sua attività, circondato dall'ammirazione di tutto l'ambiente musicale progressivo della Russia zarista, quando la morte per aneurisma lo colse durante una festa in costume che aveva organizzato nella propria sontuosa dimora.
Borodin fu musicista istintivo ma anche impegnato seriamente come intellettuale e come novatore. Comprese subito l'importanza della riforma balakireviana, e vi recò il contributo impetuoso di una fantasia viva, che vedeva nella valorizzazione del patrimonio musicale popolare una via nuova e ricchissima aperta allo sviluppo di una musica nazionale. Senti moltissimo il fascino dell'oriente (era figlio naturale del discendente di un re d'Imerezia nel Caucaso), ma era uomo troppo colto e moderno per non sentirsi anche attratto dalla cultura della Russia occidentale e dell'Europa. Nella sua musica fuse così i due mondi, creando pagine colorite in cui l'aspirazione a una musica di carattere nuovo è risolta in senso assai ampio, dando diritto di cittadinanza agli influssi più lontani e contrastanti. Il suo lirismo è caldo, a volte conturbante, la sua tavolozza ricca di colori, la sua orchestra tra le più romantiche e appassionate dell'800. La sua mentalità scientifica lo aiutò anche musicalmente, nel senso che egli studiò con serietà di etnomusicologo il folclore musicale dell'oriente russo, cogliendone i succhi più gustosi che seppe trasferire nella sua musica senza tradirli, anzi elevandoli ad autentica espressione d'arte. I suoi ritmi sanno essere travolgenti, e il Principe Igor, a cui dedicò tanta parte dell'esistenza, è tra le opere nazionali dell'800 russo più riuscite e felici.
In campo sinfonico, compose 3 sinfonie (l'ultima incompiuta) e un popolare schizzo sinfonico, Nelle steppe dell'Asia centrale.
Stando a quanto riferisce Stassov, il famoso critico d'arte che fu anche il primo biografo di Borodin, il musicista avrebbe pensato a questa Sinfonia in senso programmatico: il primo tempo avrebbe dovuto rappresentare un'adunata di guerrieri russi, il terzo la figura di un antico cantore russo e l'ultimo una scena festosa al suono dei gusli, tra la letizia di una grandiosa massa di popolo.
In conseguenza lo stesso Stassov denominò questa Sinfonia l'eroica, e non si può negare che questo aggettivo colga piùttosto bene il carattere dell'ampia composizione. Il piglio di questa musica è per lo più baldanzoso e virile: non manca di terni appassionati e lirici, ma gli sviluppi sono densi e drammatici. Indubbiamente è un'opera più compiuta ed esauriente della precedente, ed è giustamente rimasta tra i lavori più popolari del compositore russo.
Il primo tempo è un Allegro-Animato assai, il secondo uno Scherzo in Prestissirno (nel singolare tempo di 1/1, cioè un intero!) con un lirico episodio centrale (Allegretto in 6/4), il terzo un Andante nella tonalità lontana di re bemolle maggiore, l'ultimo un Finale in 3/4 veramente grandioso, pieno di fantasia e di mirabili effetti ritmici e strumentali.
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