Stacey respinse leggermente il cappello all'indietro. Il suo sguardo assorto siposò sulla moglie. Probabilmente non aveva udito nemmeno una parola di ciòche ella gli stava dicendo. Il suo viso asciutto aveva il colorito pallido, maricco e intenso di coloro che hanno vissuto a lungo sotto il sole dei tropici.Dietro gli occhiali di tartaruga, i suoi occhi erano d'un azzurro chiaro,penetranti.«Ah!» disse gentilmente. «I giornali? Bene, grazie».«Sì, Horace, eccoli! Torno adesso dal villaggio» disse Kathleen, unaragazza tanto bella, nel suo tipo, quanto il tramonto estivo che pennellava divecchio oro quell'angolo di campagna inglese. I suoi capelli neri erano densie cupi come l'ombra che si stendeva sul prato rasato e i suoi occhi riflettevanogli ultimi raggi del sole morente. Era una ragazza moderna e aveval'abitudine, che molti giudicavano piuttosto sfrontata, di chiamare i proprigenitori col loro nome di battesimo.«C'è qualcosa, sui giornali, che t'interessa, Horace» soggiunse.«Parlano di formiche?» egli chiese, con un lieve sussulto.«Sì. In quarta pagina».«Oh» continuò la signora Stacey.«Sarà sempre la solita storia... Conosco la sinfonia! Qualcosa del genere:"In questa stagione dell'anno la Grande Termite Bianca Africana – forse ilpiù feroce degli insetti noti – si prepara ad effettuare un attacco massiccio airaccolti dei contadini del veld africano..."».«No, non è così semplice» disse il marito che aveva aperto il giornale ecercato la notizia che lo interessava. «Si tratta di ben altro. Pare che si siascoperta nel Sud Africa una specie di formica amazzone. Uno degli esemplaricatturati misura parecchi decine di centimetri di lunghezza... Singolaredavvero, e molto interessante!»«Oh, Horace» disse sua moglie.«Io credevo che tu avessi abbandonato le formiche per dedicarti ai ragni ealle tignole. E ne ero davvero felice, caro. Da che siamo sposati, finalmenteincominciavo a respirare! Dammi retta, non pensare più a quelle sinistrebestiole: hanno qualcosa di lugubre, lo sai che ho sempre dei presentimenti edelle intuizioni...»«Non tormentarti, cara» le rispose il marito dolcemente. «Non ci pensopiù, infatti. I miei lavori sulle formiche sono terminati... sempre che non ci siaqualche cosa di veramente nuovo».«Speriamo di no» disse Kathleen, decisa. «Mi hai fatto talmente paura,con quelle bestioline, quando ero piccola, che sognavo tutte le notti d'essererapita e tenuta prigioniera in un formicaio. Non ricordo più i particolari, mami è rimasta una sensazione spiacevole d'incubo. Per fortuna hai una figliapiena di equilibrio, Horace, altrimenti avrei potuto crescere piena dicomplessi... Horace, angelo mio, non credere che sia molto comodo epiacevole essere la figlia del più noto entomologo del mondo!»«Santo Iddio!» disse suo padre. «Starò più attento, in avvenire!»Kathleen gli prese una mano.«Ascolta, Horace. E se i sogni che avevo da bambina e gli altri incubi sidovessero realizzare, se davvero io fossi fatta prigioniera da una formicagigante o da una termite, come credi che mi tratterebbero? Pensa, caro, chemi si considera, in genere, una personcina piuttosto graziosa e attraente,dotata d'un certo fascino».«Ebbene, signorina» disse solennemente Horace Stacey «tutta la vostrabellezza, tutto il vostro leggendario sex appeal, a cui sembrate tener tanto, voie i vostri giovani amici, sarebbero lettera morta, per le formiche. Con la loropercezione acuta s'accorgerebbero fin dal primo momento che non sieteadatta ad essere la loro regina! E dopo avervi nutrita e ingrassata, signorina,proprio come un pidocchietto delle piante, farebbero di voi una specie diCenerentola da mensa aziendale. E se voi, cara signorina, vi mostrasteincapace di resistenza fisica, non starebbero a pensarci su tanto e videstinerebbero a servire da pranzo alle centomila operaie asessuate della loroclasse inferiore. Ho detto!»Sorrise.«Benissimo» disse Kathleen sullo stesso tono. «Sarei a posto, inqualunque modo mi trattassero, sembra...» Cambiò tono: «Spicciati a venire amangiare, Horace, se vuoi che ti perdoni simili lugubri predizioni! Ho unafame infernale».Mentre le due donne rientravano in casa, lo scienziato rimase assorto nellacontemplazione del giornale che gli era scivolato ai piedi.«Lunghe parecchie decine di centimetri...» mormorò fra sé. «Singolare,davvero singolare. E nella regione del fiume Hex, per giunta! Atta cephalotes,suppongo. Oppure, se sono sprovviste di pungiglione, Formica sanguinea...Bisogna proprio che m'informi un po' meglio, su questo punto!»
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