giovedì 2 maggio 2024

Henryk Wieniawski + Concerto n. 2 in re minore per violino e orchestra op. 22 (1870)

Lublino [Polonia] 10-VII-1835 - Mosca 2-IV-1880

Compiuti gli studi di violino a Varsavia e Parigi, iniziò assai presto a farsi applaudire come concertista di altissima classe in tutta Europa e dal 1860 al '72 fu violinista di corte a Pietroburgo. Fu anche insegnante al Conservatorio di Bruxelles, ma non abbandonò mai la carriera concertistica, che lo impose al mondo come uno dei maggiori virtuosi del secolo.
Noto soprattutto come esecutore, anche la sua produzione musicale va considerata essenzialmente dal punto di vista della evoluzione e delle innovazioni della tecnica violinistica. Egli innestò la grande scuola di Paganini sulla sensibilità musicale slava, arricchendo il violino di effetti impensati, ampliandone la tavolozza timbrica e le possibilità tecniche. Il suo modo di trattare lo strumento è tipicamente slavo, non immune da influssi zigani, ed egli può a buon diritto essere considerato l'iniziatore e insieme il massimo rappresentante della scuola violinistica polacca. Oltre ai due concerti per violino e orchestra, compose una gran quantità di pezzi per il suo strumento,
con o senza accompagnamento di pianoforte e di orchestra:
polacche, mazurke, variazioni, fantasie, miniature, studi.

Concerto n. 2 in re minore per violino e orchestra op. 22 (1870)
Opera più matura ed equilibrata della precedente, questo Concerto non presenta difficoltà tecniche superiori a quella ma è infinitamente più interessante dal punto di vista musicale. Vi sono melodie vibrate e toccanti, la costruzione è chiara e ben delineata, l'istanza tecnica non prevale su quella
espressiva e insomma si può a ragione affermare che questo lavoro merita pienamente il favore che ancora oggi gli dimostrano esecutori e pubblico.
Composto nei tre tempi tradizionali, il Concerto è cosi suddiviso: "Allegro moderato" collegato senza interruzione, mediante una breve frase del clarinetto solo, alla seguente "Romanza" ('Andante non troppo'), e finale "Allegro moderato (à la zingara)," in cui bene si palesano le influenze sullo stile di Wieniawski del violinismo zigano.

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