(Kiev, 1970)
Alexey Shor è nato a Kiev nel 1970 ed è immigrato in Israele nel 1991. Vive principalmente negli Stati Uniti, è un compositore molto prolifico e noto, con all’attivo già 5 concerti per violino, balletti e canzoni, praticati da diversi musicisti nel mondo. Il suo stile si affida totalmente alla tonalità, dove la struttura quadripartita dell’organismo tradizionale si fonde con una materia narrativa di chiara matrice russa. Il sinfonismo di Shor si dipana all’insegna dell’unità poetica e della coerenza, rintracciabile negli otto brani del suo From my Bookshelf, suddivisi tra: Cinderella, Don Chisciotte, Tom Sawyer, Quasimodo, Queen or Hearts, D’Artagnan, King Matt the First, Romeo e Giulietta. Musica piacevole, brillante, non pretestuosa che ripercorre generi ritmici già ascoltati, ma animati da una inquietudine interiore, con slanci e cadute improvvise, spesso ridimensionati nell’ambito di una soave malinconia, anche per una orchestra che vuol essere in secondo piano, come a creare un paesaggio lontano.
Le sue composizioni sono state suonate in alcuni dei più prestigiosi teatri.
Nel 2018, Shor è stato premiato con la cattedra onoraria al Komitas State Conservatory di Yerevan. Le partiture di Shor sono state pubblicate da Breitkopf & Hartel e P. Jurgenson.
Shor è Compositore in Residenza della Malta Philharmonic Orchestra Academie e della Armenian State Symphony Orchestra e ha anche un Dottorato in matematica.
Travel Notebook (2016)
Suite di 7 brani per pianoforte e orchestra. Realizzata durante i suoi viaggi, l’opera continua una lunga tradizione che risale a secoli addietro, quando molti dei grandi compositori del passato hanno trovato ispirazione per le loro composizioni durante i viaggi. Ad esempio, Liszt scrive i suoi "Années de pèlerinage" dopo aver visitato Svizzera e Italia, Albeniz compone brani per pianoforte ispirandosi a diverse regioni della Spagna, e più recentemente "Des Canyons aux Etoiles" di Messiaen è stato scritto dopo una visita al Great Canyon. L'elenco potrebbe naturalmente continuare all'infinito...
Tipico della musica di Shor, “Travel Notebook” è scritto in uno stile neoclassico, con una forte enfasi sulle melodie e sull'armonia tradizionale. Tutti i pezzi, tranne il primo, sono ispirati dalla visita di luoghi particolari, anche se la musica riflette non solo gli stili musicali caratteristici di quei luoghi ma piuttosto alcune delle impressioni e ispirazioni dell'autore durante i suoi viaggi.
La suite si apre con una lirica "Wayfarer's Prayer" che non è associata a nessun luogo in particolare ma piuttosto evoca vari sentimenti legati al viaggio in generale: tristezza per un luogo che si sta lasciando, eccitazione e speranza, ansia per l'ignoto che ci aspetta...
Il secondo pezzo dal titolo "La Rambla" è ispirato a Barcellona, alla famosa strada nel centro della città catalana. Il poeta spagnolo Federico García Lorca una volta disse che la Rambla era "l'unica strada al mondo che vorrei non finisse mai". La musica riflette l'eccitazione e l'energia del luogo che sarà immediatamente riconoscibile da chiunque abbia mai visitato Barcellona.
"Addio" è stato scritto dopo una visita a Roma ed è un saluto musicale agrodolce che Shor dedica all'antica civiltà romana.
Il "Luxembourg Garden" è un giardino molto famoso e popolare a Parigi, che occupa un posto di rilievo nel romanzo di Victor Hugo I miserabili. La musica riflette lo spirito romantico di questo luogo.
Il "Rubicon" (Rubicone) è un fiume poco profondo nell'Italia nord-orientale, appena a sud di Ravenna. Nel 49 a.c. Giulio Cesare guidò un'unica legione sul Rubicone per raggiungere Roma. In tal modo, infranse deliberatamente la legge rendendo inevitabile una guerra civile. Da allora, l’espressione "attraversare il Rubicone" è sopravvissuta per riferirsi a qualsiasi individuo o gruppo che si impegna irrevocabilmente in una linea d'azione rischiosa.
"Sorrow" è stato ispirato da una visita a Venezia e riflette la profonda tristezza davanti ai panorami di una delle città più belle del mondo che lotta per sopravvivere alle sfide moderne (inquinamento, numero eccessivo di turisti, infrastrutture fatiscenti, costi elevati, ecc...).
Il pezzo conclusivo intitolato "Horseman" è stato scritto dopo una visita alla Royal Ascot Race, ma più che l’aspetto del luogo la musica descrive l'eccitazione, l'energia e trambusto di una corsa di cavalli.
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