Nella Baviera di metà ottocento, in un ottobre umido e fosco, si ritrovano nel maestoso castello di Vogelode, proprietà del barone Leopoldo di Vogelschery, dove esso vive con l’amata moglie Cetta e i suoi bambini (scusate i nomi Italianizzati, ormai lo sapete) amici d’alto lignaggio del padrone di casa per cacciare nell’imponente riserva del castello, famosa in tutta la Baviera.
La compagnia è eterogenea, e tra tutti spicca lo sconcertante conte Giovanni Deodato Oetsch, uomo dissoluto, avventuriero impavido e mistico teorico che crede nei fantasmi e nella reincarnazione, generoso e liberale coi servi ma odioso e attaccabrighe coi suoi pari. Quest’uomo ha il merito di attirare su di se tutta l’attenzione, nel bene e nel male, e anche se nessuno lo stima tutti ne hanno paura, soprattutto perché su di lui pesa l’atroce sospetto di aver assassinato il fratello per usurparne soldi e proprietà. Il sospetto è pesante, ma nessuno ha mai potuto provare niente, e il conte Oetsch si gode beato il presente.
Ma una sera, al castello arriva con suo marito la baronessa Metta Safferstatt, ex cognata del conte Oetsch e sua principale antagonista; la baronessa apparentemente giunge a Vogelod col marito perché legata a un’affettuosa amicizia con Cetta, ma in realtà i suoi scopi sono ben altri, e inizia un serrato e tesissimo gioco delle parti dove nessuno può dirsi al sicuro…
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