mercoledì 30 aprile 2025

Silvestre Revueltas




(Santiago Papasquiaro, Durango, 1899 - Città di Messico 1940)

Violinista, compositore e direttore d’orchestra, Silvestre Revueltas è una delle figure più significative della musica messicana del XX secolo. Eccellente rappresentante della corrente nazionalista, cerca il rinnovamento delle forme recuperando i valori della musica indigena e del passato preispanico; la sua musica è ricca di colori orchestrali e vitalità ritmica. Grande talento musicale, Revueltas alimenta il suo genio creativo con abbondanti quantità di alcol che, unito alle complicanze di una grave polmonite, porrà fine anzitempo ai suoi giorni.
Nato a Santiago Papasquiaro, nello stato di Durango, Silvestre Revueltas mostra sin dall’infanzia particolare abilità nel suonare il violino; i suoi studi si svolgono a Città del Messico dal 1913 al 1916, poi al St. Edward College di Austin, in Texas, e al Chicago Musical College dal 1918 al 1920.
Nel 1924 e nel 1925 Silvestre Revueltas si esibisce con Carlos Chavez in concerti dove si eseguono opere contemporanee messicane.
Nel 1926 ritorna negli Stati Uniti; all’attività di violinista affianca quella di direttore musicale per il teatro di San Antonio, Texas, e di Mobile, Alabama.
In questi anni inizia a proporsi come compositore. I suoi primi lavori sono per piccola orchestra; si ricordano soprattutto “El afilador” del 1924 e “Batik” del 1926. Nel 1929 Carlos Chávez lo nomina direttore assistente della neonata Orchestra Sinfonica del Messico, della quale diventa direttore artistico nel 1936, e lo invita ad insegnare composizione al Conservatorio Nazionale di città del Messico.
Nel 1934 Revueltas inizia a scrivere le musiche per il film “Redes”, un progetto del Ministero dell’Istruzione; compone musiche per altri otto film, tra cui “La noche de los Maya”, il suo brano più conosciuto. In alcune scene di “¡Vámonos con Pancho Villa!” (1935), di cui è autore delle musiche, appare come pianista di bar.
Nel 1937 Silvestre Revueltas partecipa in Spagna alla guerra civile insieme ad altri artisti della LEAR (Liga de Escritores y Artistas Revolucionarios) e usando la musica come arma offre il proprio contributo contro la politica delle censure. Ritornato in Messico vive in povertà, dedicandosi all’insegnamento, ma soprattutto all’alcol. L’aggravarsi della polmonite e le complicanze indotte dall’alcol lo costringono a ricoverarsi all’ospedale di Città del Messico; muore il 5 ottobre 1940, all’età di quarant’anni, mentre va in scena la prima esecuzione del suo balletto “El renacuajo paseador”.

Silvestre Revueltas nella sua breve carriera di compositore è straordinariamente produttivo, peraltro la sua musica è poco conosciuta in Europa.
Nelle sue orchestrazioni ricorre a strumenti diversi, anche metallici, a corde e percussivi, atti ad enfatizzare le melodie; fa uso di armonie dissonanti e di contrappunti che si scontrano ritmicamente.

Le sue opere comprendono musiche per film, musica da camera e per orchestra, canzoni, balletti. Le musiche per il film “La notte dei Maya” lo hanno reso molto popolare, tuttavia è “Sensemayá” il suo capolavoro. Nonostante la brevità, anzi proprio in questo trova la sua maggiore efficacia, Sensemayá racchiude tutti gli elementi stilistici di Revueltas, a cominciare dal ritmo, influenza diretta della “Sagra della primavera” di Stravinsky. Ispirato ad una poesia del poeta cubano Nicolás Guillén, il brano è impostato su un canto religioso afro-cubano che ha per oggetto l’uccisione di un serpente. Composta per piccola orchestra nel 1937, l’anno seguente viene rielaborata per una formazione che oltre agli archi comprende 27 strumenti a fiato e 14 a percussione.


La notte dei Maya
Due uomini sono innamorati della stessa donna, uno appartiene al popolo Maya, l’altro è uno straniero, un uomo “bianco” sul quale cade la scelta della donna. All’ira del rivale si aggiunge quella degli dei; la terribile punizione divina ricade su tutto il popolo che soffre per la grande siccità. Lo sciamano stabilisce che la donna deve essere sacrificata; l’amante respinto uccide lo straniero e presenta il suo corpo alla donna che, disperata, si suicida gettandosi nelle acque profonde del fiume sacro. Placati gli dei, piove di nuovo su Chichen Itza. Questa è in sintesi la trama de “La notte dei Maya”, film del 1939 del regista messicano Chano Urueta,per il quale Silvestre Revueltas compone la colonna sonora.

La brillante composizione di Revueltas riflette gli aspetti emotivi e drammatici della vicenda e rafforza l’idea di musica nazionalista utilizzando nell’orchestra anche alcuni strumenti tradizionali; è da notare che la sezione delle percussioni comprende strumenti etnici che non fanno parte della tradizione orchestrale europea, come bonghi, congas, tom-tom, sonagli, guiro, caracol e tumkul. L’originaria partitura del film acquista una propria autonomia nelle suite sinfoniche realizzate da Paul Hindemith e da José Ives Limantour, questa, attualmente la più conosciuta e più spesso eseguita, è formata da quattro sezioni nelle quali s’incontrano e si scontrano elementi popolari e classici.

I. Noche de los Mayas (Molto sostenuto)
Una solenne fanfara e melodie liriche sono alla base di questo movimento; la loro alternanza e ripetizione crea un’ambientazione ritualistica.

II. Noche de jaranas (Scherzo)
La notte di baldoria presenta sincopazioni e trame ritmiche di grande potenza; si evocano danze popolari, grande eccitazione nel finale, quindi la musica si dissolve al sorgere del sole.

III. Noche de Yucatán (Andante espressivo)
Notturno contemplativo che inizia con una semplice melodia accompagnata da un tamburo; segue un appassionato tema lirico per gli archi e, prima della conclusione, un breve episodio del flauto solista ispirato a una melodia popolare.

IV. Noche de encantamiento (Tema e variazioni)
Scena drammatica e potente con ritmi selvaggi martellanti e sempre più complessi; predominano le percussioni su strumenti nativi e note ripetute della conchiglia.

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