Antoine-Esprit Blanchard, musicista considerato uno degli migliori compositori nel genere francese del Gran Mottetto, oggi è pressoché dimenticato, oscurato dalla fama dei suoi illustri contemporanei Rameau e Mondonville; la sua musica, appassionata, spettacolare e drammatica, in continuo rinnovamento stilistico, è sempre più vicina all’opera e non alla chiesa, a dispetto del testo.
Antoine-Esprit Blanchard nasce a Pernes-les-Fontaines, dipartimento della Vaucluse il 29 febbraio 1696; apprezzato da tutti per le sue doti canore, sin dall’infanzia fa parte del coro della Chiesa del Salvatore ad Aix-en-Provence, dove si forma alla musica sotto la guida di Georges Poitevin.
All’età di 21 anni Blanchard è nominato maestro di musica presso l’Abbazia di San Vittore a Marsiglia; successivamente occupa questa posizione alla Cattedrale di Tolone, alla Chiesa metropolitana di Besançon e, infine, alla cattedrale di Amiens. Dal 1732 i suoi mottetti sono in programma al Concert Spirituel; l’esecuzione a corte del Mottetto Laudate Dominum, durante un’udienza privata con Luigi XV, è merito per accedere nel 1738 alla Cappella Reale, sostituendo André Campra in cattive condizioni di salute.
Il suo Te Deum, già eseguito per la prima volta il 26 ottobre 1744 come ringraziamento per il recupero della salute del Re durante la campagna in Alsazia, viene ridedicato il 12 maggio 1745 alla vittoria di Luigi XV nella battaglia di Fontenoy.
Nel 1761, quando i servizi musicali del Re vengono riorganizzati, Antoine-Esprit Blanchard acquisisce il titolo di maestro della Cappella del Re, inoltre è destinatario di un titolo nobiliare; pur restando un laico è chiamato Abate.
Nel 1763, il giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart, seduto tra il pubblico della Cappella Reale di Versailles, segue i suoi mottetti con la massima attenzione.
Nel 1768, due anni prima di morire a Versailles il 10 aprile, Blanchard aveva già ceduto i suoi incarichi, viene chiamato a dirigere le musiche per le esequie della regina Maria Leszczyńska.
Antoine-Esprit Blanchard lascia 46 Mottetti per soli, coro e orchestra, tutti conservati a Parigi, presso la Biblioteca Nazionale.
In Exitu Israel, dal Salmo 113, è una delle pagine più rappresentative della sua arte, il cui stile ricorda Jean-Philippe Rameau; i colori orchestrali accompagnano il testo evocando, come farebbe un artista del pennello, le diverse situazioni: la separazione delle acque del Mar Rosso, il popolo di Dio passa il varco, la tempesta, il terremoto, le acque si richiudono sugli egiziani.
Il Te Deum fu utilizzato nel 1745 per la celebrazione della vittoria di Fontenoy.
Conservato in un manoscritto autografo presso la Bibliothèque nationale e intitolato Cantique d’action de grâces pour les conquêtes de Louis XV (Cantico di ringraziamento per le conquiste di Luigi XV), è noto per essere stato risuonato a Versailles il 12 maggio 1745, all’indomani della vittoria di Fontenoy, l’ultimo vero trionfo bellico della monarchia francese.
L’appellativo di Te Deum de Fontenoy non deve far dimenticare che l’opera fu composta l’anno precedente (il manoscritto riporta la data di completamento del 20 maggio 1744) per celebrare le vittorie ottenute durante la guerra di successione austriaca, iniziata nel 1741. La prima rappresentazione ebbe luogo il 26 ottobre 1744 a Parigi, su iniziativa dei Ricevitori Generali delle Finanze, proprio in ringraziamento per la guarigione del Re che si era gravemente ammalato mentre si recava alla campagna d’Alsazia.
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