lunedì 14 ottobre 2024

Bruno Maderna

Figura fondamentale per lo sviluppo e la divulgazione della Nuova Musica, Bruno Maderna (Venezia 1920 – Darmstadt 1973) compì studi precocissimi ma irregolari con Gian Francesco Malipiero ed Hermann Scherchen. Presente a Darmstadt fin dal 1949, fu tra i primi ad accostarsi al serialismo post-weberniano professato nella cittadina tedesca dai principali rappresentanti dell’Avanguardia europea; ma fu anche tra i primi a dissociarsi da una supina accettazione del razionalismo strutturalista e ad aprirsi a una dimensione dell’arte più libera e fantasiosa, riconoscendo tra l’altro il giusto valore alle nuove espressioni “aleatorie” – in un primo momento considerate solo provocatorie – di John Cage e delle culture musicali extraeuropee. Curioso verso ogni forma della materia sonora, instancabile sperimentatore, Maderna fu un pioniere anche per quanto riguarda la musica elettronica e nel 1955 fondò, insieme con Luciano Berio, lo Studio di Fonologia della RAI di Milano, lavorandovi fino al ’62.
Tra le sue composizioni più note, si ricordano Musica su due dimensioni, Serenata per 11 strumenti, tre Concerti per oboe e orchestra, Serenata per un satellite, Grande aulodia per flauto, oboe e orchestra e le opere di teatro musicale Hyperion e Satyricon.
Altrettanto importante è infine il Maderna direttore d’orchestra, interprete fine e sensibilissimo che contribuì in modo determinante a divulgare la musica moderna e contemporanea presso il pubblico di tutto il mondo. Sono state di recente ritrovate e pubblicate sue opere ritenute disperse, come il Requiem per soli, coro e orchestra del 1946 e il Concerto per pianoforte e orchestra del 1941. Entrambi i brani sono stati presentati in concerto nell’autunno 2009.

Spirito avventuroso ed irrequieto, Maderna non cessò mai di indagare nuove tecniche compositive; dal neoclassicismo modaleggiante dei lavori giovanili, ben presto si avvicinò all'espressionismo atonale della seconda scuola di Vienna ed alla dodecafonia, senza per questo dimenticare la principalissima esperienza bartokiana (di cui vi sono echi nel Concerto per due pianoforti e strumenti del 1948 e che ritornerà presente nelle tecniche proliferative da lui ampiamente utilizzate nei lavori degli ultimi anni).

Fu tra i precursori del serialismo musicale assieme ai colleghi Stockhausen, Boulez e Nono, dai cui rigori si discostò tuttavia presto per elaborare il suo personale universo seriale. Maderna fu inoltre tra i primi ad indagare le possibilità offerte dall'alea (a questo riguardo, la sua Serenata per un satellite del 1969 viene universalmente considerata come uno dei momenti di più alto lirismo ottenuti con l'utilizzo di tecniche aleatorie).
Allo stesso tempo, fu precursore dell'impiego dei mezzi musicali elettronici (il suo brano Musica su due dimensioni fu il primo in assoluto a prevedere l'interazione tra un musicista dal vivo ed un nastro registrato).
I suoi ultimi lavori denotano una grande volontà di sincretismo, mirata all'uscita da alcune delle problematiche compositive legate agli anni precedenti, tentativo che avrebbe potuto portare a sviluppi importanti ed inaspettati, se non fosse stato troncato dalla sua prematura scomparsa nel 1973.

Concerto per oboe e orchestra No.3 (1973)
L'oboe più che si adattava alla predilezione di Maderna per le strutture chiare e i suoni sensuali e concreti. Non senza ragione, in un'epoca in cui l'offerta di musica dedicata all'oboe era tutt'altro che abbondante, Maderna scrisse non uno, non due, ma tre concerti (oltre a numerose altre opere per oboe) per questo suono "nasale" membro della famiglia dei legni. Questo concerto (1973) sarebbe diventato l'ultima composizione di Maderna prima della sua morte nel novembre dell'anno in cui fu scritto. Sapere ciò potrebbe avere una certa influenza sul modo in cui si ascolta l'opera; già l'apertura dell'oboe solista, che si abbandona a suoni sorprendentemente lirici, lascia stupiti; e il finale ha "un grande potere suggestivo, poiché sopra l'accompagnamento orchestrale misteriosamente sbiadito, l'oboe sta lentamente fluttuando verso il cielo".

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