martedì 22 ottobre 2024

MONDADORI n.9 - Edgar Wallace: L'inafferrabile



Il signor Joe Lewinstein, si avvicinò, dondolandosi, a una delle lunghe
finestre che illuminavano il suo magnifico salone e guardò melanconico il
prato.
I cespugli di gerani e lobelia erano oscurati da una nuvola passeggera e
le aiuole ben tenute, che erano l'orgoglio dei suoi numerosi giardinieri,
erano fradice e in alcuni punti sommerse dall'acqua.
- Naturalmente doveva piovere oggi - disse amaramente.
La sua grossa moglie comodamente seduta guardava al di là degli
occhiali.
- Perché, Joe - osservò lei - a che serve brontolare? Non sono venuti per
passare un pomeriggio al fresco, ma per il ballo e per la caccia, e qualsiasi
altra cosa si aspettino da noi.
- Oh, taci, Miriam - disse il signor Lewinstein irritato - cosa importa per
cosa vengono? È quello che desidero per me stesso. Non penserai che
abbia salito tutta la scala sociale e sia arrivato dove sono arrivato senza
avere imparato nulla, vero?
Al signor Lewinstein piaceva parlare della sua quasi meteorica ascesa
nel mondo dell'alta finanza e in quello dell'alta società. A onor del vero,
bisogna aggiungere che le varie società che aveva costituito, ed erano
tante, erano state gestite nel sistema più onesto, per usare le sue parole,
senza rischiare il denaro delle vedove o degli orfani. Per lo meno, non
sempre.
- Certo, conoscendo le persone giuste - continuò lui - e mettendoli in
condizioni di fare le mosse appropriate. È più facile fare il secondo
milione che il primo, e io sto per farlo, Miriam - aggiunse, con feroce
determinazione. - Sto per farlo, e non mi vado ad attaccare alle poche
migliaia che devo spendere.
Da buona padrona di casa lei era preoccupata per il ricevimento di quella
sera, in occasione della festa del signor Lewinstein, che sarebbe costato
loro migliaia di bottiglie, ma non disse nulla.
- Scommetto che non hanno mai visto un ballo come quello di questa
sera - continuò con soddisfazione suo marito, girando le spalle alla finestra
per avvicinarsi lentamente alla donna - per la compagnia ne varrà la pena,
Miriam, credimi. Tutte le persone che contano in città saranno qui. Ci
saranno più gioielli qui, questa sera, di quelli che potrei comprare.
Sua moglie depose il giornale con gesto impaziente.
- Ecco quello che penso - disse. - Spero tu sappia quello che stai
facendo. È una grossa responsabilità!
- Cosa intendi per responsabilità? - domandò Joe Lewinstein.
- Tutti questi furti che si sentono in giro - disse sua moglie - non leggi i
giornali? Nessuno dei tuoi amici ti tiene informato?
Il signor Lewinstein sbottò in una rude risata.
- Oh, so cosa ti preoccupa - fece - stai pensando all'Inafferrabile.
- Jane Quattro Quadri! - ribadì acidamente la signora Lewinstein. -
Gliela darei io l'Inafferrabile.
- Non è un ladro comune - osservò il signor Lewinstein scuotendo la
testa, era difficile a dirsi se per disapprovazione o ammirazione. - Il mio
amico, Lord Belchester, mi ha detto che è stato un incomprensibile mistero
come sua moglie abbia perso i suoi smeraldi, e sono spariti un mese dopo
che li aveva acquistati. Lui pensa che il ladro fosse uno dei suoi invitati.
- Perché la chiamano Jane Quattro Quadri? - chiese la signora
Lewinstein incuriosita.
Il marito scrollò le spalle.
- Lascia sempre un certo marchio dietro di sé, una sorta di etichetta
stampata con quattro quadrati e la lettera " J" nel mezzo - disse. - È stato
un poliziotto a chiamarla Jane, e in qualche modo il nome corrisponde.
Sua moglie prese il giornale e lo rimise giù, osservando pensierosa il
fuoco.
- E tu fai venire tutta questa gente per passare la notte qui e parlare, tutti
ricoperti di gioielli! Hai una bella faccia tosta!
Il signor Lewinstein rise sotto i baffi.
- Ho assunto un poliziotto - fece - ho chiesto a Ross, che ha la più grossa
agenzia privata di Londra, di mandarmi la sua migliore investigatrice.
- Santo Iddio - sospirò la signora Lewinstein scoraggiata - non vorrai
avere una donna qui!
- Sì, invece. È una ragazza, a quanto pare una delle migliori ragazze che
abbia Ross. Mi ha spiegato che in casi come questi, una donna detective
tra gli ospiti dà meno nell'occhio che un uomo. Le ho detto di essere qui
alle sette.
Indubbiamente il ricevimento di casa Lewinstein fu l'avvenimento più
impressionante che la regione avesse mai visto. Gli ospiti sarebbero
arrivati da Londra con un treno speciale e sarebbero stati ricevuti alla
stazione da un piccolo corteo di automobili, che erano state requisite da
tutte le fonti possibili per metterle a loro disposizione. L'auto del padrone
di casa era già davanti alla porta, pronta per condurlo alla stazione a
incontrare i suoi ospiti quando un inserviente gli portò un biglietto da
visita.
- Caroline Smith - egli lesse. Sull'angolo c'era il nome dell'Agenzia
Investigativa Ross.
- Dite alla signorina che la riceverò in biblioteca.
La trovò che lo stava aspettando. Una ragazza distinta e carina con occhi
furbi e intelligenti che brillavano dietro gli occhiali dalla montatura sottile
e un velo sul viso, gli venne incontro con un lieve sorriso che faceva
capolino come il sole in una giornata invernale.
- Così siete Un'investigatrice - disse Lewinstein con ponderata simpatia -
sembrate giovane.
- Certo, sì - rispose la ragazza - anche dalle mie parti dove la giovinezza
non è considerata un handicap. Sono appena sotto il limite di età.
- Oh, venite dall'America, vero? - osservò il signor Lewinstein con
interesse.
La ragazza annuì.

 

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