Il 12 luglio 2007 cominciò troppo presto, col telefono che mi strillava nellatesta. Perché bisogna sapere che il sistema telefonico usato dalla mia Sezionenon è dei tipi normali, ma consiste in un audiorelais inserito chirurgicamentedietro l'orecchio mediante rimozione parziale della calotta cranica.— Va bene — borbottai — ti sento.— È urgente — mi rispose una voce all'orecchio. — Devi presentarti dipersona al Vecchio, e subito.— Vado — dissi, alzandomi con uno scatto. Entrai nel bagno, mi iniettai nelbraccio un grano di «Gyro», quindi lasciai che il vibratore mi facesse a pezzi,mentre la droga mi rimetteva insieme. Ne uscii rimesso a nuovo, almeno inapparenza, e m'infilai la giacca.C'è una cosa che nessun capo di governo può sapere con sicurezza! Fino ache punto funziona il suo sistema di spionaggio politico? Di qui l'originedella nostra Sezione che si potrebbe definire la cintura di sicurezza del paese.Le Nazioni Unite non sanno neppure chi siamo e cosa facciamo, e così, cheio sappia, il Servizio Segreto Centrale. La sola cosa di cui io stesso sonorealmente a conoscenza è l'addestramento che mi è stato impartito e gliincarichi che mi sono stati affidati dal Vecchio. Incarichi interessanti purchénon si dia importanza a dove si dorme, a cosa si mangia, a quanto si vive.Quando entrai negli uffici della nostra Sezione attraverso una portadissimulata nella toilette d'una stazione della metropolitana, il Vecchio si alzòe mi si avvicinò zoppicando. La sua faccia s'illuminò di un sorrisomefistofelico. Il cranio enorme e calvo e il robusto naso romano lo facevanosembrare un incrocio tra Satana e Pulcinella. — Benvenuto, Sam — disse.— Mi dispiace di averti dovuto tirare giù dal letto.— Ero in licenza — replicai brusco.— Ah, ma lo sei tuttora. Partiamo appunto per una breve vacanza.— Così adesso mi chiamo Sam — risposi, ignorando di deliberato propositolo spiritoso accenno a una vacanza. — E di cognome?— Cavanaugh. Io sono tuo zio Charlie... Charlie M. Cavanaugh, pensionato.E questa è tua sorella Mary. Mi ero reso vagamente conto che nella stanzac'era qualcun altro, ma quando il Vecchio è presente l'attenzionedell'interlocutore rimane concentrata esclusivamente sulla sua persona. Diediun'occhiata a mia «sorella» e tornai subito a guardarla meglio. Ne valeva lapena. Alta, snella e piacevolmente femminile. Gambe incredibili, spalleampie, per una donna, capelli ondulati, di fiamma, e una struttura cranicamolto elegante. Più che bella, la sua era una faccia interessante. Lei misquadròcome se fossi un mobile.Mi allungò una mano salda e forte quanto la mia. — Salute, fratello! —Aveva una voce profonda da contralto, di quelle che piacciono a me.— Bene. Quando si va? — chiesi al Vecchio.— Prima sarà meglio passare al Reparto Cosmesi. Hanno già pronta unafaccia nuova per te.Non mi cambiarono i connotati proprio del tutto ma mi spostarono il telefonosotto la nuca e poi vi cementarono sopra i capelli. Mi tinsero la chioma dellostesso colore di quello della mia «sorella» di recente acquisto, micandeggiarono la pelle, e trafficarono un po' con i miei zigomi e il miomento. Allo specchio, guardandomi i capelli, tentai di ricordare qual era laloro tinta naturale. Poi pensai alla ragazza e mi augurai che non l'avesserotrasformata troppo radicalmente.
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