Il Signor Bonaventura è un personaggio immaginario dei fumetti ideato nel 1917 da Sergio Tofano e pubblicato dal Corriere dei Piccoli fino al 1978. Il personaggio è entrato col suo proverbiale milione nella cultura italiana del Novecento.
Il personaggio è un uomo alto sempre vestito con una giacca e un cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e accompagnato da un cane bassotto; vive complicate avventure che lo portano invariabilmente a ricevere una ricompensa di un milione di lire.
I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole:
«Qui comincia la sventura
del Signor Bonaventura…»
che divennero ben presto un tormentone noto a intere generazioni di bambini. Talvolta Tofano usò variazioni, come Qui comincia l'avventura..., Ricomincia la sventura..., Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura.... Le storie seguivano uno schema altamente regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio altrui e culminava inevitabilmente nella fortunata vincita di "un milione" (di lire: cifra astronomica per l'epoca, divenuto "un miliardo" negli anni cinquanta). La ricompensa era quasi sempre raffigurata in forma di un enorme biglietto di banca manoscritto. Poche le storie che finiscono male per Bonaventura, come quando il cane, azzuffandosi con una gatta, riduce a brandelli i pantaloni del bel Cecè, e il nostro eroe si sente in dovere di risarcire il bellimbusto.
Tofano affiancò a Bonaventura il fedele bassotto giallo, che è presente in quasi tutte le storielle. Un altro personaggio ricorrente, ma decisamente molto più secondario, è il "bellissimo Cecè", che la vanità trascina in problematiche situazioni, immancabilmente risolte dal casuale intervento di Bonaventura. Il mondo di Bonaventura era popolato altresì da generosissimi re, baroni, contesse, ma non mancavano i cattivi, come il torvo e invidioso Barbariccia, col volto sempre coperto da una maschera verdognola (anzi spesso verdiccia, per comprensibili motivi di rima), e il disonesto barone Partecipazio. In seguito, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, appare di tanto in tanto ad affiancare il protagonista il piccolo Pizzirì (Pizzirino, per intero, in alcuni episodi), figlio di Bonaventura, una vera e propria copia del padre distinguibile solo dalle dimensioni più ridotte e dai pantaloni alla zuava. Bonaventura ha anche una moglie, che appare poche volte, e solitamente è vestita di verde con una coroncina gialla sul capo.
Le avventure del Signor Bonaventura si distinguono per tre filoni principali. Il primo, che caratterizza il personaggio, in cui azioni apparentemente maldestre finiscono per tornare utili al prossimo, e terminano sempre con la ricompensa economica. Il secondo vede come coprotagonista di ogni storia un animale diverso, le cui caratteristiche specifiche portano involontariamente al tradizionale finale remunerativo. Il terzo vede Bonaventura ricco e invidiato da Barbariccia, il quale trova sempre il modo di sottrargli il denaro di nascosto, ma che in un modo o nell'altro non riesce a trattenere il bottino, finendo per lasciarlo tornare in mano al protagonista.
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