sabato 1 giugno 2024

CSS 46: Otello Vecchi, La mente racconta il cuore ricorda, Il ragazzo di campagna



PREFAZIONE

Nato quasi per caso, da alcune righe preparate in occasione del settantesimo compleanno di Maria Adele, un biglietto d’auguri per mia moglie, madre dei miei figli e compagna di una vita. Si tratta di un ricordo di come tutto iniziò, una dichiarazione d’amore rinnovata e confermata da oltre cinquant’anni anni vissuti assieme, che doveva rimanere una pagina unica. Ho pensato a figli e nipoti, che non avrebbero potuto rendersi conto del momento storico, della società, di mode, usanze e tradizioni che genitori e nonni avevano vissuto, così ho sentito di dover rendere una testimonianza scritta. Sono stato preso per mano dai ricordi e dal piacere di raccontare, finendo per scrivere le vicende di un bambino nato in una notte di ottobre del 1950, i momenti significativi, le passioni, le gioie e le amarezze, i sogni e le paure, filtrati dal tempo che passa e dalle riflessioni di un settantenne che rilegge il suo cammino.

Ho fissato fotografie come si affacciavano dall’hard disk della memoria, senza un ordine cronologico, facendo salti quantici e cercando di trasmettere sapori e colori delle emozioni e mai avrei pensato di scrivere tanto!!! Il materiale si accumulava, le pagine scorrevano senza fatica e il file di Word continuava a gonfiarsi giorno dopo giorno.

Settant’anni di vita scritti da chi ha presuntuosamente pensato che qualcuno potesse essere curioso e leggesse queste pagine arrivando alla parola fine, come se si trattasse del più avvincente bestseller. Luoghi, fatti, personaggi… sono reali e vissuti; riflessioni, pensieri e considerazioni pseudo filosofiche sono scritte con sincerità, nulla volendo insegnare, nella convinzione che la storia di ciascuno è unica e irripetibile. 
Faccio ammenda per le inesattezze storiche e le eventuali date imperfette. Chiedo scusa a chi è stato presente nella mia vita se non si riconoscerà a pieno negli episodi descritti. Ho rivissuto emozioni, rivisitato errori, grato per i tanti progetti realizzati e per quelli ancora nel cassetto, perché l’importante non è la meta, ma il viaggio in sé stesso. Come direbbero i nativi americani, ho visto passare molte primavere. Presto le spalle cominceranno a incurvarsi, le forze a mancare e quando, come dice Leopardi, «Sarò venuto a sera del viver che daranno a me le stelle», chiedo di andarmene con serenità benedicendo la Vita, senza rimpianti, consapevole di avere vissuto. 
Molti affermano che scrivere di sé possa essere una vera e propria terapia. Ciò che ha risvegliato in me questa esperienza è un profondo sentimento di riconoscenza per la Vita, per chi l’ha creata, per chi me l’ha trasmessa, per Maria Adele, alla quale devo una parte di ciò che sono, per i miei figli e i miei nipoti, che mi hanno aiutato a crescere più di quanto io abbia aiutato loro e per tutti coloro con i quali ho condiviso un tratto di strada. 
Sono riconoscente per gli insegnamenti che mi hanno regalato gli incontri con grandi e piccoli, maestri e allievi, forti e fragili, umili e potenti: da tutti ho imparato qualcosa, spero di aver dato anch’io qualcosa per cui valga la pena ricordarmi con un sorriso.

                                                                                          Otello


POSTFAZIONE

Pensavo fosse più semplice scrivere due righe sul libro di Otello, invece ho dovuto pensarci su un bel po’. Insomma, di biografie ne ho lette molte, più o meno interessanti, ma questa si è presentata subito strana ai miei occhi. È una biografia senza quasi esserlo. Lo so che è difficile farmi capire. Ci provo.

Otello parla in questo primo libro della sua vita, dagli albori fino al matrimonio. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano. La differenza sostanziale con le comuni biografie sta nella non cronologia del racconto. Sembra salti di palo in frasca, ma ha una certa logica. Racconta i fatti, i ricordi e ci dà la sua morale. Alla fine la biografia si maschera da testo di saggistica. Capite la differenza? Oltretutto suggerisce consigli alle future generazioni e per me ha perfettamente ragione. Nella sua logica cerca di spiegare la differenza tra il mondo che ha vissuto in gioventù e il mondo del giorno d’oggi. Leggendo, chiunque sia nato in quel periodo, potrebbe sentirsi pienamente d’accordo, immedesimarsi nella storia perché è più o meno quella di tutti noi: i nati negli anni cinquanta. 

Un racconto pieno di flashback che non stonano e che rendono la lettura fin piacevole. Più che una biografia sembra quasi un romanzo soft. Verrebbe da dire pagine di vita vissuta… ed è verissimo. Gli amori, lo studio, lo sport, le amicizie, la famiglia e non ultimo il servizio militare. E a proposito di servizio militare, devo confessare che mi sono immedesimato nell’ultimo capitolo. Io non l’ho fatto, mi hanno riformato, ma ho sentito tantissimi racconti di amici che è come se lo avessi fatto. Beh, il racconto di Otello è talmente reale che chiunque leggendolo si sentirà accanto a lui: in caserma, nelle marce, in camerata, nei turni di guardia… insomma, Otello ci fa vivere e rivivere questa esperienza. 

E conclude questa bella carrellata di ricordi con quello trionfale del matrimonio, il matrimonio con la sua compagna di vita, che non conosco personalmente ma che mi sembra di aver conosciuto per tutta la vita.


                                                                                    Roberto Roganti

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