giovedì 3 febbraio 2022

Muro di fuoco di Henning Mankell

 


Dopo una serata trascorsa in un locale, due ragazze, di cui una minorenne, aggrediscono un tassista con un martello e lo finiscono a coltellate. Il commissario Wallander non riesce a crederci, incapace di trovare una logica nei gesti dei nuovi assassini, ma è sicuro che quell'omicidio nasconda qualcosa. Altri delitti lo coinvolgono in indagini sempre più complesse: il cadavere di un uomo viene trafugato dall'obitorio e riportato ai piedi del Bancomat dove era stato ritrovato; qualche, giorno dopo, in seguito a un imponente blackout, in una centrale elettrica si scopre il corpo carbonizzato di una ragazza. Diversi tasselli di un unico disegno. Per ricomporlo, Wallander deve affrontare una nuova dimensione del crimine.


Henning Mankell (Stoccolma, 3 febbraio 1948 – Göteborg, 5 ottobre 2015), Mankell è nato a Stoccolma ed è cresciuto nelle città svedesi di Sveg (Härjedalen) e di Borås (Västergötland). Il padre di Mankell, Ivar, era un giudice e il nonno, da cui prese il nome Henning, un compositore. All'età di 20 anni, aveva già iniziato la sua carriera di scrittore e assistente presso il Riksteater di Stoccolma. Negli anni seguenti continuò a collaborare con diversi teatri in Svezia. Negli anni settanta, Mankell andò a vivere in Norvegia con una donna norvegese membro del partito maoista comunista del Lavoro. Mankell collaborò alle attività di quel partito, pur senza mai farne parte.
Nel 1985 ha fondato il teatro Avenida, a Maputo in Mozambico, dove trascorre buona parte del suo tempo e dove trova ispirazione per il suo lavoro. Nel 1998 si è sposato con Eva Bergman, figlia di Ingmar Bergman. Nel 2001 ha costituito una propria casa editrice (Leopard Förlag) col fine di aiutare i giovani talenti africani e svedesi. Il 2 giugno 2008 gli è stata conferita la Laurea honoris causa dalla Saint Andrews University in Scozia. Mankell era a bordo della Freedom Flotilla quando il 31 maggio 2010 fu abbordata dalla Marina militare israeliana. Negli scontri seguenti, che provocarono nove decessi, rimase illeso. Dopo il suo ritorno in Svezia ha chiesto sanzioni per Israele. 
Il 29 gennaio 2014 ha comunicato, sul suo sito ufficiale, che gli è stato diagnosticato un tumore alla gola e al polmone sinistro. Ha scritto dell'andamento della sua malattia sul quotidiano svedese Göteborgs-Posten "dal punto di vista della vita e non della morte". 
È morto il 5 ottobre 2015 a Göteborg all'età di 67 anni. La lapide di Mankell nel Vecchio cimitero di Örgryte a Göteborg.

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