lunedì 28 aprile 2025

R.L. Stevens: L’uomo più pericoloso di Londra



Il professore alzò gli occhi dal nuovo trattato di geometria che teneva aperto davanti a sé sullo scrittoio. Le sue orecchie avevano captato un rumore sul pianerottolo: non forte, ma sufficiente a richiamare la sua attenzione. Quando il rumore si ripeté, lui si alzò dal suo posto e attraversò la stanza fino alla porta ben sprangata.
— Chi c’è là fuori? — domandò.
— Sono Dwiggins, professore! Apritemi!
Il catenaccio venne tolto e il professore alzò un poco la fiamma del lume a gas. — Siete arrivato più presto del previsto. È andato tutto bene?
Dwiggins era un tipo segaligno, con una gran massa di capelli neri e folti basettoni. Il suo particolare talento era un’innata abilità di farsi passare per un commerciante pasticcione. Il professore si era servito di lui molte volte, in passato, sempre con successo.
— Tutto a meraviglia, professore — riferì Dwiggins. — Ho preso appuntamento con Archibald Andrews e gli ho spiegato di che cos’avevo bisogno. Ha subito acconsentito, appena ha sentito che somma ero disposto a pagare, a titolo di compenso.
— Molto bene, Dwiggins! — Il professore estrasse dalla tasca un taccuino e fece un piccolo segno. Poi, facendo scorrere la punta della matita lungo una lista di nomi, disse: — Terremo un’ultima riunione domani sera. Assicuratevi che siano presenti tutti.
— State tranquillo, professore.
Rimasto nuovamente solo, l’uomo alto e pallido si affrettò alla finestra per osservare i progressi di Dwiggins lungo il marciapiede di fronte. I suoi occhi profondamente infossati scrutavano il vicolo, per vedere se qualche agente di polizia si fosse per caso messo a seguire l’uomo dalla folta capigliatura. Ma non c’era nessuno. Finora, non era accaduto niente che potesse mettere in pericolo il suo piano magistrale.
Le fiammelle tremolanti dei lume a gas gettavano un chiarore incerto sui cinque uomini che si erano radunati, la sera seguente, nella casa del professore. Erano un gruppo molto misto, proveniente da campi disparati; ma ciascun elemento era stato 
scelto con cura per la sua particolare abilità e per le imprese compiute. Seduto accanto a Dwiggins c’era Coxe, noto svaligiatore di banche, e al suo fianco c’era Quinn, un esperto nel maneggiare il coltello, che si vantava d’essere stato sospettato dalla polizia durante le indagini – cosa d’un paio d’anni prima – per smascherare Jack lo Squartatore. Moran, ex-colonnello dell’esercito, era presente anche lui, insieme con Jenkins, un poco di buono particolarmente esperto nel guidare i cavalli.
— Bene, bene — disse il professore, scrutando gli uomini che aveva dinanzi a sé. — Veniamo subito alla faccenda che ci sta a cuore.
— Sarà per domani? — s’informò Coxe.
Il professore assentì. — Domani, ventitré gennaio, la City Suburban Bank farà, come ogni venerdì mattina, la solita consegna di denaro alle sue agenzie. Poco dopo le nove del mattino, un furgone trainato da due cavalli entrerà nel vicolo laterale a Farringdon Street e proseguirà fino all’entrata posteriore della banca. L’appartamento di un certo Archibald Andrews guarda su quel vicolo, e il nostro signor Dwiggins è riuscito nell’intento di tenere d’Andrews lontano dalla sua abitazione per l’intera giornata. Raccontateci come ci siete riuscito, Dwiggins.
L’uomo dalla folta chioma non si fece pregare. — Ho avvicinato l’Andrews ieri pomeriggio. Sapendolo momentaneamente disoccupato, mi sono presentato a lui come un mercante di spezie con l’intenzione di aprire un negozietto in Oxford Street. Mi sono offerto di compensarlo con dieci sterline se avesse passato la mattinata di venerdì a visitare una serie di negozi e ad annotarsi i prezzi richiesti per le diverse spezie. Dovrà cominciare da Covent Garden Market alle otto in punto, il che dovrebbe tenerlo lontano quanto basta dalle sue stanze in Farringdon Street.
— Ohi, ohi — mormorò con finta tristezza il professore. — Temo che Archibald Andrews imparerà sui prezzi delle spezie più di quanto gli serva realmente di sapere. Voi, Coxe, non dovreste avere alcuna difficoltà ad aprire la porta di quell’alloggio. Voi e Quinn entrerete nelle stanze alle otto e mezzo in punto e vi metterete di guardia presso le finestre che affacciano sul vicolo. Quando il furgone a due cavalli arriverà a prelevare il denaro, aprirete le finestre e vi terrete pronti a saltare. Come ho spiegato in precedenza, non c’è modo di compiere la rapina mentre il denaro viene caricato sul furgone. Le guardie armate si tengono bene all’erta, in quella fase dell’operazione. E una volta che il furgone sarà uscito dal vicolo per circolare lungo le strade affollate di Londra, il denaro sarà nuovamente al sicuro e fuori della nostra portata. Il solo anello debole della catena si presenta nell’istante in cui il furgone viene chiuso e si avvia lungo il vicolo. Le guardie armate saranno nel frattempo salite su una carrozza che precederà il furgone, e quanto a quest’ultimo si starà muovendo così lentamente che voi due potrete facilmente saltarvi sopra dalle finestre del primo piano del signor Andrews.
— Scusate, professore, — disse Coxe. — Fin qui è chiarissimo, ma che cosa faranno le due guardie sulla carrozza, quando si accorgeranno che abbiamo intercettato il furgone?
Il professore si limitò a sorridere, battendo le palpebre. — È tutto già previsto. Jenkins, qui, si terrà a portata di mano, a guisa di vetturale di una carrozzella da nolo. Al momento giusto sembrerà che il suo cavallo gli abbia preso la mano, e la carrozzella da nolo verrà a trovarsi tra la vettura delle due guardie e il furgone. Quinn ucciderà il conducente del furgone, che voi due avvierete poi nella direzione opposta a Farringdon Street, cioè allontanandolo dalla carrozza delle guardie. Se queste riusciranno ad aggirare la carrozzella da nolo e a inseguirvi, interverrà Moran, appostato con il suo fucile ad aria compressa.
— Voi dove sarete? — domandò Quinn.
— Dwiggins ed io saremo in attesa nei pressi. Una volta che sarete avviati, voi, vi seguiremo. — Si voltò e prese da una credenza una caraffa di cristallo. — E adesso, signori, propongo un piccolo brindisi al successo della nostra impresa.
Il mattino dopo, quando Archibald Andrews uscì dal portone della casa in cui abitava, poco prima delle otto, Dwiggins e il professore erano di fazione dall’altra parte della strada. Era una cruda e ventosa mattinata di gennaio, e il professore aveva rialzato il bavero del suo pastrano, per difendersi da quell’aria tagliente.
— Puntuale come un orologio — commentò Dwiggins, seguendo con lo sguardo Andrews che si allontanava.
— Bene, bene! — Il professore estrasse un orologio da una tasca interna e ne fece scattare il coperchio. — Coxe e Quinn dovrebbero essere già per strada, ormai.
Aspettarono, osservando intanto la folla di commesse e di impiegati lungo la strada affollata. Poi, alle otto e mezzo in punto, il professore vide i suoi due aiutanti entrare nel portone di Archibald Andrews. Dwiggins ritornò dal suo giro d’osservazione per riferire: — Coxe e Quinn sono nell’appartamento, professore. Li ho visti dietro le finestre.
— E Moran?
— È appena arrivato ed è già al suo posto, dall’altro lato della strada rispetto al vicolo. La sua arma è nascosta dentro il bastone da passeggio.
— E Jenkins?
— La sua carrozzella è parcheggiata nel punto convenuto.
Il professore assentì. Tutto era perfetto.
Alle nove meno cinque, il furgone a due cavalli apparve e svoltò nel vicolo. Una carrozza si fermò dietro il furgone e ne scesero due guardie in uniforme. Il professore osservava, e la sua testa oscillava lentamente di qua e di là, come quella di un rettile.
I minuti passavano e gli occhi attenti dei professore scrutavano i passanti per avvistare eventuali segni di pericolo. Sembrava che non vi fosse niente d’insolito, finché...
— Dwiggins!
— Che cosa c’è, professore?
— Quell’uomo che avanza frettolosamente attraverso la folla, dall’altro lato della strada... non è Archibald Andrews, che sta rincasando molto prima del previsto?
— Sì, maledizione, è lui!
— Venite, dobbiamo fermarlo.
Attraversarono in fretta la strada, e Dwiggins gridò: — Ehi, voi! Vi ho ingaggiato perché svolgeste del lavoro per me!
Archibald Andrews si arrestò interdetto, guardando dall’uno all’altro. — Ecco, io...
— Parlate, su! — lo incalzò Dwiggins. — Questo è il mio socio nell’affare del negozio. Allora, avete saputo i prezzi?
— No, signore — mormorò Andrews. — Cioè, vedete, mi era sembrata una somma troppo alta, quella che mi avevate offerto. Ieri sera ne ho parlato con un amico mio: un medico, che alloggia presso un tale, un investigatore... Lui ha osservato che in questa faccenda doveva esserci qualcosa di poco chiaro.
— Presto — scattò il professore. — Se arriva quell’uomo...
Ma già c’era del movimento nel vicolo. La vettura delle guardie si era messa in moto e il furgone a due cavalli stava per fare altrettanto, con il suo prezioso carico. Il professore, che osservava, vide Coxe e Quinn spalancare le finestre, montare sul davanzale e gettarsi sul tetto del furgone.
Nello stesso istante si udirono i fischietti della polizia, e all’improvviso il furgone venne preso d’assalto da agenti in uniforme. Una dozzina di braccia robuste avevano già afferrato Coxe e Quinn.
— Presto! — disse il professore a Dwiggins. — Dobbiamo metterci in salvo.
— E gli altri?
Ma era già troppo tardi. Jenkins, che aveva abbandonato la carrozzella per fuggire a piedi, si trovava già nella stretta di un uomo alto, dai lineamenti affilati, le cui lunghe dita bianche sembravano due morse d’acciaio.
— Per loro non c’è più scampo, — decise il professore. — Possiamo soltanto sperare che Moran sia riuscito ad allontanarsi in tempo.
— Come avrà fatto la polizia a scoprire così presto il nostro piano?
— Quell’uomo è un demonio!... quello alto, che tiene Jenkins tra le sue grinfie! Non appena ha scoperto che l’abitazione di Andrews dava sul vicolo dove c’è l’altro ingresso della banca, deve avere capito che volevamo allontanare Andrews per qualche ora, e servirci dell’alloggio per arrivare da quello al furgone del denaro.
— Tutto perché io ho offerto ad Andrews dieci sterline! — Dwiggins seguì il professore giù per una strada laterale, lontano dal trambusto e dalla folla. — Ma chi è l’uomo che ha scoperto il nostro gioco, battendoci così abilmente?
— Si chiama Sherlock Holmes, — rispose il professor Moriarty. — È l’uomo più pericoloso di Londra. 

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