venerdì 28 febbraio 2025

Philip Marlowe


Stati Uniti, 1939 / Raymond Chandler

«Philip Marlowe è, per usare una frase piuttosto trita, un uomo d'onore per istinto, perché non può farne a meno. È relativamente povero, e, no non farebbe l'investigatore... È un uomo comune, altrimenti non potrebbe mischiarsi alla gente comune ... È solitario, ed è suo orgoglio farsi strada da orgoglio o ... Ha disgusto dell'incertezza e disprezza tutto ciò che è meschino ... Come personaggio, non ha importanza per quello che fa, ma per ciò che gli accade ... Suppongo che Philip Marlowe sia realmente una specie di me stesso segreto ... Siamo tutti e due soli, sentimentali, cinici, tutti e due incorruttibili». Sono parole di Raymond Chandler, il suo creatore in un'altra occasione dichiarò: «Non esiste gente come lui. Nella realtà gli investigatori privati statunitensi sono sporchi ometti che si occupano di divorzi, intercettano corrispondenza e rubano fotografie, quando ci riescono ... ».



Nato verso il 1906 a Santa Rosa, una cittadina della California a nord di San Francisco, Philip Marlowe ha frequentato per due anni un 'università dell'Oregon e ha una discreta cultura, tanto da poter citare autori come Eliot e Flaubert e
apprezzare i quadri di Rembrandt.
Ben piantato e alto poco più di un metro e ottanta, fuma molto, soprattutto Camel, che accende con fiammiferi da cucina, ed è un grosso bevitore di scotch, bourbon e di «qualsiasi liquore che non sia dolce».

Abita a Los Angeles e ha un ufficetto al Cahuenga Building, sull'Hollywood Boulevard, senza segretaria né segreteria telefonica. Per rilassarsi gioca a scacchi da solo. Pare abbia fatto esperienza come investigatore privato di una compagnia di assicurazioni e poi presso il procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles prima di mettersi in proprio. È un buon investigatore privato (molti critici lo considerano l'investigatore privato per eccellenza), prende 25 dollari al giorno, più le spese; ma se il caso lo interessa particolarmente o "lo commuove", può scendere eccezionalmente a 10 o lavorare addirittura gratis.



Anche se non nuota certo nell'oro, non accetterebbe mai un incarico disonesto ed è sempre leale nei confronti dei propri clienti, tanto che preferisce farsi arrestare piuttosto che tradirli. Sa bene di non aver scelto una professione "facile" e non la fa troppo lunga sulle sue scelte di fondo: «Vendo ciò che devo vendere per guadagnarmi da vivere. E cioè quel po' di fegato e di intelligenza che il Signore mi ha dato...». 



Si muove a proprio agio tanto tra le lussuose ville di Beverly Hills quanto nei quartieri poveri, pieni di immigrati messicani. Parla discretamente lo spagnolo e
porta sempre con sé la fotocopia della licenza, un distintivo da vicesceriffo e alcune tessere fasulle che di tanto in tanto gli servono per far colpo su qualcuno. Non ha una donna fissa, anche se il suo atteggiamento verso il gentil sesso, secondo
Chandler, «è quello di qualsiasi uomo normale, vigoroso e sano, il quale non ha moglie e probabilmente avrebbe già dovuto sposarsi da un sacco di tempo».



All'inizio del romanzo The poodle springs mystery, rimasto incompiuto per la morte di Chandler, Philip Marlowe sposa la milionaria Linda Loring, che aveva conosciuto qualche anno prima in Il lungo addio (The long good-bye, 1953), ma rifiuta di lasciare il proprio ufficio e il proprio lavoro per limitarsi a vivere con lei nella sua villa di Palm Spring. «Sono un uomo povero sposato a una donna ricca - dice. - Non so bene come comportarmi. Di una cosa sono sicuro: per modesto che
sia il mio ufficio, è lì che sono diventato quello che sono ed è lì che diventerò quello che sarò».



II film più famoso tratto dai romanzi di Raymond Chandler, grazie soprattutto all'interpretazione di Humphrey Bogart, è Il grande sonno, girato nel 1946 da Howard Hawks, mentre Addio, mia amata ha avuto addirittura tre versioni cinematografiche.

Oltre che da Bogart, il ruolo di Philip Marlowe è stato ricoperto da George Sanders, Dick Powell, Robert Montgomery, George Montgomery, James Garner,
Elliot Gould e Robert Mitchum. Ancora una notte (Playback 1958) è l'unico romanzo di Chandler non ancora portato sullo schermo, ma può essere curioso ricordare che dal suo Finestra sul vuoto (The high window, 1942) è stato tratto un film interpretato da Mike Shayne, il personaggio creato da Brett Halliday! 


L'investigatore privato creato da Raymond Chandler è stato portato due volte sul piccolo schermo negli Stati Uniti: da Philip Carey alla fine degli anni Cinquanta e da Powers Booth in una miniserie in cinque parti trasmessa nel 1983 dalla HBO, una catena televisiva via cavo.


 

giovedì 27 febbraio 2025

James Blish: Niente GioKi su Marte


La lancia navigava leggera attraverso un cielo di mezzogiorno blu scuro come inchiostro appena versato. Sulla Terra un simile mezzo di trasporto sarebbe stato aereo quanto una lastra di marmo, ma su Marte la forza di gravità era così bassa che quasi tutto poteva volare, a patto che ci si preoccupasse di fornirgli un minimo di energia.
Nemmeno Karen Chandler si era mai sentita molto aerea sulla Terra, ma lì pesava solo diciotto chili e le sembrava di essere diventata di colpo una piuma. Le avrebbe fatto piacere mantenere lo stesso peso anche a casa ma, purtroppo, sapeva benissimo che la perdita di chili era del tutto illusoria.
Come prima reporter terrestre giunta sul pianeta dopo un anno e mezzo, aveva ricevuto un trattamento di riguardo. Il comandante di Porto Ares in persona si era offerto di accompagnarla in un breve giro di perlustrazione e ora, imbrigliato nelle cinghie di sicurezza alla sua destra, mostrava di ritenere il peso di Karen qualunque fosse, assai bene distribuito. Lei non se ne dispiacque.
«Ora ci stiamo dirigendo al deserto. È quella la vera faccia di Marte» spiegò l'ufficiale. La sua voce giunse attutita da dietro la maschera a ossigeno. «Quella sabbia color arancio è ematite, un minerale da cui si estrae il ferro. Può legarsi a molecole d'acqua, come la maggior parte della ruggini, e i licheni marziani ne ricavano il loro nutrimento. Purtroppo può anche dare luogo a terribili tempeste.»
Karen non prese appunti. Erano notizie che conosceva già da tempo, ancora prima di lasciare Cape Kennedy. Inoltre, malgrado le attenzioni del comandante, in quel momento era molto più interessata a Giò Kingsley, il pilota civile della lancia. Non che il colonnello Margolis fosse da buttar via, anzi. Era giovane, aitante, altamente addestrato e con l'espressione efficiente e devota, tipica di coloro che appartenevano al Corpo Astronautico. Tuttavia, come la maggior parte dei suoi colleghi stanziati su Marte,
l'ufficiale sembrava aver trascorso tutto il suo tempo a Porto Ares sotto vetro.
Kingsley, al contrario, aveva l'aria sofferta di chi aveva attraversato mille intemperie. Non dimostrava di ricambiare in alcun modo l'interesse di Karen e, al momento, teneva l'attenzione concentrata sulla lancia e sul deserto sottostante.
Era anche lui un reporter e si trovava su Marte come inviato di una delle più grosse agenzie di stampa terrestri. Purtroppo, da qualche tempo era cambiato. Magari era stata colpa della solitudine, o dell'insofferenza al chiuso, o di entrambe le ragioni unite a chissà quali altre. In tutti i casi, i suoi pezzi erano diventati dapprima insinuanti, poi banali e infine terribilmente amari e cinici nei confronti dell'intera avventura marziana.
Sulla Terra, per un po', avevano cercato di non dare peso alla faccenda. Ma quando Kingsley aveva incominciato a intitolare i suoi pezzi settimanali GioKi su Marte e a infarcirli di sarcasmi piuttosto pesanti, i suoi capi si erano limitati a emettere una risatina a denti stretti. Poi avevano deciso di spedire Karen a sedare ogni eventuale problema, nonostante il costo astronomico di un viaggio a settantacinque milioni di chilometri di distanza.
Né la stampa né, tantomeno, il Corpo astronautico erano disposti a tollerare che il contribuente trovasse qualcosa da ridire a proposito delle imprese su Marte.
Con un movimento brusco Kingsley inclinò la lancia in virata e puntò verso il basso.
«Un gatto» annunciò, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
«Oh!» Il colonnello Margolis si armò di binocolo e Karen lo imitò. Dapprima, impacciata dalla maschera a ossigeno e dai guantoni spessi, non riuscì a mettere a fuoco le lenti. Poi, all'improvviso, l'immagine di un grosso gatto delle dune si

URANIA n.25 - Fredric Brown: Assurdo universo



Il primo tentativo di mandare un razzo sulla Luna, nel 1954, fu un fallimento.
Probabilmente a causa di un difetto strutturale nel meccanismo operativo, il
razzo ricadde sulla Terra provocando una dozzina di vittime. Anche se non
munito di testa esplosiva il razzo affinché‚ il suo arrivo sulla Luna potesse
essere osservato dalla Terra, - conteneva un potenziomotore Burton destinato
a lavorare durante tutto il percorso attraverso lo spazio per produrre un
potenziale elettrico tale da causare, scaricandosi al contatto con la Luna, un
lampo migliaia di volte più luminoso di un fulmine. Fortunatamente il razzo
ricadde in una zona scarsamente popolata ai piedi delle colline di Cat skill e
precisamente nella proprietà di un ricco editore di una catena di riviste.
L'editore e sua moglie, due ospiti e otto domestici furono uccisi dalla scarica
elettrica che distrusse completamente la casa e abbattè tutti gli alberi nel
raggio di quattrocento metri. poiché‚ solo undici salme furono ricuperate si
pensò che uno degli ospiti, il direttore di una rivista, si fosse trovato così
vicino al centro del lampo che il suo corpo fosse stato completamente
disintegrato.
Il successivo razzo venne lanciato un anno più tardi, nel 1955, e fu il primo
ad avere esito fortunato.
Keith Winton era proprio senza fiato al termine del set della partita di tennis,
ma fece del suo meglio perché‚ gli altri non se ne accorgessero. Erano anni
che non giocava e il tennis - cosa di cui ora si accorgeva a sue spese - è un
gioco per giovani. Non che egli fosse vecchio, ma a trentun anni si perde
facilmente il fiato se non ci si è tenuti in allenamento, cosa che Keith non aveva fatto, e aveva dovuto mettercela tutta per riuscire a vincere il set. Egli fece un ultimo sforzo, quanto bastava per appoggiarsi alla rete e tendere la mano alla ragazza dall'altra parte: ansimava un po' ma cercò di sorriderle.
- Un altro set?
Betty Hadley scosse la testa bionda.
- Mi spiace, Keith, ma temo di far tardi. Non mi sarei fermata così a lungo se il signor Borden non mi avesse promesso di farmi accompagnare in
macchina all'aeroporto di Greenville dove prenderò l'aereo per New York.
Non è magnifico lavorare per un uomo così?
- Uhm - disse Keith non pensando certo al signor Borden. - Ma dovete
proprio partire?
- Assolutamente. Si tratta di un pranzo di studentesse e io devo anche parlare
e spiegare come si redige una rivista di storie d'amore.
- Potrei venire anch'io - suggerì Keith - e spiegare come si redige una rivista
di fantascienza, oppure una rivista di racconti terrificanti. Prima che Borden
mi mettesse a dirigere "Storie sorprendenti" mi occupavo di "Storie
agghiaccianti", un lavoro che mi dava gl'incubi. Forse le vostre studentesse
gradirebbero una lezione su questo argomento.
La ragazza rise. - Forse sì, ma è una riunione di sole donne. Su, non fate
quella faccia così triste, ci vedremo domani in ufficio. Non è la fine del
mondo, dopotutto.
- No, è vero - ammise Keith. Lui aveva torto, ma ancora non lo sapeva.
S'incamminò dietro a Betty che si dirigeva verso la grande casa, residenza
estiva di L. A. Borden, editore della catena di riviste Borden.
- Dovreste proprio fermarvi qui questa sera, Betty, per ammirare i fuochi
d'artificio.
- Fuochi d'artificio? Ah, pensate al razzo lunare, ma credete proprio che ci
sarà qualcosa da vedere ?
- Molti sperano di sì. Avete letto molto sull'argomento?
- No, non molto. Credo che il razzo debba produrre un grande lampo quando
colpirà la Luna, se la colpirà, e sperano che sia visibile a occhio nudo,
perciò tutti si preparano ad assistere allo spettacolo. E' previsto per le nove e
un quarto, vero?
- Alle nove e sedici, e per quanto mi riguarda so che starò a guardare. Se vi
interessa tenete d'occhio il centro della Luna fra i due corni; è Luna nuova,
nel caso non lo sapeste, e il razzo colpirà
l'area buia. Senza telescopio però sarà solo un piccolo lampo, come se
qualcuno accendesse un fiammifero a 200 metri di distanza. Bisognerà
guardare attentamente.
- Dicono che non contenga esplosivi, Keith, cos'è allora che produrrà
il lampo?
- Una scarica elettrica di potenza finora mai sperimentata: il razzo contiene
un nuovissimo dispositivo, messo a punto da un certo professor Burton, che
utilizza la spinta dell'accelerazione e la converte in energia elettrica
potenziale, elettricità statica. Il razzo stesso sarà qualcosa di simile a una
mostruosa bottiglia di Leida, e poiché‚ viaggia attraverso uno spazio vuoto la
carica elettrica non si scaricherà n‚ si disperderà se non al momento dell'urto
e allora... avremo il re dei corti circuiti.
- Non sarebbe stato più semplice usare un esplosivo?
- Certamente, ma a parità di peso, anche usando un esplosivo atomico,
avremmo avuto un lampo molto meno potente e quello che conta è il lampo,
non l'esplosione. Naturalmente anche il lampo produrrà
un'esplosione sulla Luna, meno di una bomba atomica ma più di una mina,
ma questo è incidentale Gli scienziati sperano di scoprire parecchio sulla
composizione della superficie della Luna esaminando il lampo attraverso tutti
gli spettroscopi disponibili nella parte della Terra dove sarà notte, inoltre...
Erano giunti alla porta laterale della casa, e Betty lo interruppe posandogli
una mano sul braccio.

 

mercoledì 26 febbraio 2025

Fabrizio Paterlini



È giusto che il compositore e pianista Fabrizio Paterlini, nato il 22 febbraio 1973, sia nato e viva nell'antica città di Mantova, nel nord Italia. Centro romantico e storicamente significativo di eccellenza musicale e artistica, l'eleganza e la profondità culturale della città permeano le squisite composizioni originali per pianoforte solo di Paterlini. Eppure, nonostante l’inevitabile influenza di Mantova nell’informare il lavoro del compositore, la sua musica cinematografica è lungi dall’essere localizzata, o addirittura riconoscibilmente italiana, ma attinge invece direttamente alle emozioni umane universali.

Sia gli ascoltatori che i critici sono combattuti su come etichettare al meglio il bellissimo suono di Paterlini. Si parla di neoclassicismo, ambient, minimalismo e new age, ma è più pertinente notare alcuni degli aggettivi regolarmente usati per apprezzare la sua tavolozza sonora. Etereo, pieno di sentimento, lussureggiante, emotivo, sognante, delicato e, significativamente, appassionato, appaiono tutti con infallibile frequenza. Lo stesso compositore descrive il suo lavoro come “come un bicchiere di vino rosso in una sera d'estate”, consapevole dell'effetto calmante delle sue melodie riflessive sull'ascoltatore.

Paterlini ha iniziato a suonare il pianoforte all'età di sei anni. Dal primo momento in cui ha toccato i tasti la sua vita è cambiata irrevocabilmente, la musica diventando “una scelta fatta ogni giorno… esplorata in tutti i suoi aspetti”. E così la musica e il suo percorso di vita sono diventati, e rimangono, indissolubilmente legati; mentre progredisce come musicista e compositore, così il suo sviluppo come essere umano corre parallelo. Lo studio formale del percorso artistico prescelto è avvenuto con i cinque anni presso l'Accademia Campiani, l'Accademia delle Belle Arti di Mantova, dove si è laureato in Teoria musicale.

Gli anni '90 hanno visto Paterlini farsi le ossa come musicista itinerante, esibendosi in classici rock, pop e jazz in gruppi locali. Mentre suonava con questi gruppi iniziò a comporre musica, in questa fase principalmente materiale di persuasione rock progressivo. Mentre il decennio e il secolo volgevano al termine, Paterlini prese una decisione importante: concentrarsi esclusivamente sul pianoforte – lo strumento che, secondo le sue stesse parole, “esprime al meglio il suo mondo interiore”. Eppure è stato solo nel 2006 che ha iniziato a comporre la musica per piano solo.

L'anno successivo il viaggio musicale della sua vita fece un passo epocale con l'uscita del suo CD di debutto, Viaggi in Aeromobile (Travel in Aircraft) per l'etichetta Music Center. Una raccolta di pezzi dall'atmosfera aggraziata e ben strutturati che mostrano il tocco naturale di Paterlini e il suo talento apparentemente disinvolto, l'uscita è stata accolta calorosamente dalla stampa specializzata italiana.

Il 2008 ha visto la pubblicazione di un EP che presentava in anteprima il secondo full-length di Paterlini, Viandanze. Nel frattempo la raccolta Remixed di 8 tracce ha presentato il materiale del compositore come paesaggi sonori sottilmente rielaborati, adattandoli comodamente in un convincente territorio chillout. Nel 2010 dell’impeccabile CD Fragments Found, sempre per l’etichetta di Paterlini, facendo paragoni con luminari come Ludovico Einaudi, Erik Satie e George Winston.

Nel 2011 è uscito il doppio CD set “Fragments Found + Viandanze” e nell'autunno dello stesso anno inizia a lavorare al suo progetto “Storie d'Autunno”, componendo, registrando e pubblicando on-line una canzone per ogni settimana della stagione autunnale, pubblicandolo nel febbraio 2012.
Nel 2013 ha pubblicato il suo nuovo album completo “Now”.
Il 2017 ha visto l'uscita del suo primo album di canzoni originali dopo 3 anni: Secret Book, uscito a maggio, è ancora una volta diverso dai suoi lavori precedenti, compreso un ampio uso di archi ed elettronica. 
Nel 2018 pubblica “Winter Stories”, presentando il nuovo album dal salotto di casa e registrandolo con live quotidiani, trasmessi in streaming sul suo principale canale social durante il mese di febbraio.
Nel 2019, è stato principalmente in tournée in Europa con il suo “Piano Stories 2019 Tour”. 

Nel 2023 esce con Riverscape. Giovanna Musolino scrive di questa opera: 
Riverscape è un album di liquida bellezza, che scorre, fluisce, si insinua profondamente nell'animo.
La musica è ispirata al e dal fiume e al suo incessante scorrere. Suite di 13 brani in cui l'elettronica, il pianoforte e gli archi dialogano e pennellano paesaggi sonori di intensa bellezza e velata malinconia.
Le note di Paterlini narrano il fiume, le sue acque, che seguono il loro corso perpetuo e inarrestabile, ne catturano la voce, i colori, gli umori, i mutamenti. Suggestioni, emozioni, incanto.

martedì 25 febbraio 2025

MONDADORI n.25 - Edgar Wallace: Il cerchio rosso



Vale di certo la pena di riflettere sul fatto che, se il 29 di un certo settembre non fosse stato il compleanno del signor Victor Pallion, il mistero del Cerchio Scarlatto non sarebbe mai esistito; una dozzina di uomini, ora morti, sarebbero probabilmente vivi e Thalia Drummond non sarebbe mai stata descritta da un impassibile ispettore di polizia come una "ladra, in combutta con dei ladri".
Il signor Pallion quella sera si era intrattenuto a cena con i suoi tre assistenti al Coq d'Or, a Tolosa, e i quattro avevano trascorso una serata allegra e piacevole. Verso le tre del mattino, quando cominciava ad albeggiare, il signor Pallion si ricordò di essere andato a Tolosa per eseguire la condanna a morte di un malfattore inglese chiamato Lightman.
- Cari amici - disse con solennità ma senza troppa decisione - fra tre ore la "signora rossa" si riunirà.
Così decisero di ritrovarsi davanti alla prigione dove, fin dalla mezzanotte erano stati depositati i pezzi principali della ghigliottina. Con l'abilità nata dalla pratica, essi eressero quella macchina sinistra e sistemarono la lama.
Ma anche l'abilità può essere offuscata dal vino francese e così, quando provarono, la lama non scese.
- La sistemerò io - disse Pallion, piazzando un chiodo nella struttura, in un punto dove un chiodo non andava assolutamente piazzato.
Ma si era emozionato, perché i soldati stavano avvicinandosi... Quattro ore più tardi (c'era abbastanza luce perché i fotografi riuscissero a immortalare da vicino il condannato) portarono un uomo dalla prigione...
- Coraggio! - mormorò il signor Pallion.
- Vai all'inferno! - disse la vittima, mentre la sistemavano alla ghigliottina.
Il signor Pallion azionò una leva e la lama cadde... ma fino all'altezza del chiodo. Provò per tre volte e per tre volte fallì, fino a quando gli spettatori indignati ruppero il cordone formato dai militari e il prigioniero fu ricondotto nella sua cella.
Undici anni più tardi, a causa di quel chiodo, molta gente sarebbe rimasta uccisa.

1.
L'iniziazione

Era l'ora in cui tutti i rispettabili cittadini si preparano ad andare a letto e in cui le

lunedì 24 febbraio 2025

Jacula





Jacula è un personaggio immaginario dei fumetti italiani ideato da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon e dal disegnatore Giorgio Cambiotti, protagonista di una omonima testata di genere erotico/horror pubblicata dalla ErreGI e poi dalla Ediperiodici dal 1969 al 1982. Il personaggio nasce sull'onda del successo dei fumetti neri degli anni 60 caratterizzati da elementi trasgressivi e violenti ai quali viene aggiunta una componente erotica.

 Il personaggio esordisce su un'altra testata dell'editore, Isabella, mentre la serie omonima esordisce in edicola nel marzo 1969 in formato tascabile tipico del genere dei fumetti neri fino al nº 30 per poi passare al formato gigante (cm 16,8 x 24) e per poi tornare tascabile con il nº 43. I disegni sono dello Studio Rosi sino al nº 117 e poi dello Studio Giolitti sino alla conclusione delle serie nel 1982 con il nº327. Le copertine sono principalmente di Leandro Biffi e di Ferdinando Tacconi. A causa della grave crisi del fumetto popolare agli inizi degli anni 80 e all'affermazione del mercato dei video porno la serie chiude dopo 327 volumi. Oltre a questa serie, esistono due volumi fuori serie: Il colore della morte, albo interamente a colori e supplemento al nº 100, e Seme di vampiro, supplemento in formato gigante al nº 188 del luglio 1976. Dal 1973 al 1984 la serie viene ristampata dalla Ediperiodici in 129 albi nella serie Jacula Collezione con due episodi per volume con copertine inedite.

Jacula, uscito in edicola nel 1969, aveva come protagonista una donna forte ed emancipata oltre che molto affascinante che diviene portabandiera di valori rivoluzionari per il periodo e che quindi entusiasmarono non solo i lettori italiani ma anche stranieri venendo pubblicata in Francia e in altri Paesi che venivano attratti dalle imprese erotico/horror/gotiche della vampira senza freni e inibizioni. Il successo fu strepitoso e centinaia di lettere inviate alla redazione decretarono un successo senza precedenti e un processo di identificazione sia da parte di uomini che di donne che si identificavano con l'eroina disinibita e combattiva e in tal modo Jacula fu un personaggio femminista per il modo nel quale gestiva senza inibizioni la propria sessualità.

sabato 22 febbraio 2025

Marcello Padovani: Camminando



Ascolta.
Il vento accarezza le foglie.
È leggero, pungente.
Il crepitio si diffonde nell’aria.
È fredda.
Rumori e profumi si intrecciano a visioni nuove.
Lì dove la natura muore.
E tutt’attorno scorre l’istante di una vita.
Camminando.


Mauro Sighicelli: Piccoli gialli a Bologna

 



Nella zona di porta Saragozza, a Bologna, l’ispettore Bertini inizia a indagare su due casi di omicidio abbastanza complicati. Risolte con successo le prime due indagini, viene promosso commissario e, insieme all’inseparabile agente scelto Peppino, ottiene l’affidamento di altri due difficili inchieste, all’ippodromo di Bologna e lungo il canale Navile. Bertini si muove con disinvoltura nei meandri di Bologna, si concede addirittura altri due episodi di relax, una gita al mare di Cervia e la scalata del Santuario di San Luca in bicicletta. Il libro si conclude con un altro thriller dai risvolti noir e con una fiaba surreale ambientata nell’universo dei grattacieli, dove ognuno ha una sua personalità, prova dei sentimenti autentici e vive un universo parallelo in totale simbiosi con gli esseri umani. La visione della realtà filtra, dunque da altezze differenti, con evidenti problemi di ingombro, emozioni contrastanti e inquietanti misteri nascosti tra i meandri e gli anfratti dei grattacieli.


venerdì 21 febbraio 2025

Petrosino



Italia, 1976 / Secondo Signoroni

«Era un uomo vigoroso e corpulento. Il suo viso, interamente raso, aveva tratti grossolani che una leggera butteratura deformava, e non riusciva simpatico a prima vista. Ma v'era in quella fisionomia da macellaio l'impronta di una volontà ostinata
e del coraggio, qualche cosa che faceva pensare al mastino. Petrosino aveva più del lottatore che del poliziotto. Si capiva che doveva essere più abile ad acciuffare il delinquente che a scovarlo...» Questa è la descrizione che Luigi Barzini ha fatto del vero Giuseppe Petrosino, nato il 30 agosto 1860 a Padula, in provincia di Salerno, emigrato negli Stati Uniti nel 1871, arruolatosi nella polizia di New York e assassinato il 12 marzo 1909 a Palermo. 



A capo di una speciale squadra, l'ltalian Branch, una squadra di poliziotti italiani, composta da cinque membri, tra cui il successore di Petrosino, Michael Fiaschetti, nativo di Morolo. 



Nella sua lotta contro il crimine Petrosino ottenne numerosi successi tanto da diventare una figura quasi leggendaria, e le sue avventure, vere o presunte, sono state raccontate da numerosi autori anonimi.



Il Petrosino di Secondo Signoroni è un poliziotto tutto d'un pezzo, che ama camminare in mezzo alla gente e che divide il mondo in buoni e cattivi. «E rimaneva sempre molto perplesso quando sentiva le persone più istruite di lui dire che fra il bianco e il nero c'erano infinite sfumature di grigio». 



Oltre che contro la delinquenza comune e contro la Mano Nera, un'organizzazione criminale di stampo mafioso, Petrosino deve combattere anche contro la
superstizione e l'ignoranza della gente.



Sulla base dei libri di Arrigo Petacco e Secondo Signoroni, nel 1972 è stato prodotto uno sceneggiato televisivo in cinque puntate, diretto da Daniele D'Anza e interpretato dall'attore Adolfo Celi nella parte del popolare investigatore, prodotto dalla RAI e intitolato Joe Petrosino. La canzone dei titoli, 4 colpi per Petrosino, era cantata da Fred Bongusto.


Tra la fine del 1938 e l'inizio del 1939 l'editore fiorentino Mario Nerbini pubblica il fumetto a puntate Petrosino all'interno della rivista L'Avventuroso. Il fumetto, realizzato da Ferdinando Vichi, è caratterizzato da avventure violente, dove Petrosino combatte contro il malvagio Monk Eastman, bandito e truffatore ebreo, conferendo al fumetto un accentuato carattere antisemita, in coincidenza con l'emanazione delle leggi razziali fasciste.

Qui la storia di Petrosino a fumetti, dal nº 46 del 22 novembre 1972 del Corriere dei Ragazzi.


Medaglia d'oro al Merito Civile
«Poliziotto coraggioso e determinato, impegnato in una difficile missione per scoprire i legami tra mafia siciliana e quella di New York, veniva trucidato con quattro colpi di pistola esplosigli alle spalle da un ignoto sicario in un vile agguato. Fulgido esempio di elette virtù civiche ed elevato spirito di servizio, spinti sino all'estremo sacrificio.»
— Palermo, 12 marzo 1909

  • Nel 1909, pochi giorni dopo la morte del poliziotto italoamericano, la casa editrice Verlagshaus für Volksliteratur und Kunst di Berlino, di proprietà della famiglia Butsch, pubblica il romanzo popolare di quaranta pagine Josef Petrosino, Chef der italienischen Abteilung der New Yorker Kriminal-Polizei, genannt der italienische Sherlock Holmes, scritto dagli autori Kurt Matull e Theo von Blankensee.
  • Sempre nel 1909 la casa concorrente della Verlagshaus für Voksliteratur und Kunst, la statunitense Eichler, pubblica una serie di storie di Nick Carter, scritte da Frederic Van Rensselaer Dey, in cui il protagonista indaga sulla morte di Joe Petrosino, scoprendo che il capo della Mano Nera è in realtà una donna.
  • Tra il 1910 e il 1911, la casa editrice Verlagshaus für Volksliteratur und Kunst pubblica un romanzo a fascicoli in cento dispense, intitolato Josef Petrosino, der Schrecken der Schwarzen Hand (Giuseppe Petrosino, il Terrore della Mano Nera) scritto da Wern D. Charlot, probabilmente uno pseudonimo dietro al quale si nasconderebbe Ferdinand Laven.
  • Nel 1912 la francese Ferenczy pubblica a puntate in quarantasei fascicoli il romanzo Grand roman sensationnel et vécu publié sur des documents authentiques, una biografia romanzata, ancora una volta probabilmente attribuibile a Ferdinand Laven.
  • Ancora nel 1912 viene pubblicato dalla Società Editoriale Milanese il volume Giuseppe Petrosino il terrore della Mano Nera di Guglielmo Stocco.
  • Nel 1972 per la Mondadori, Arrigo Petacco pubblica il romanzo biografico Joe Petrosino.
  • Per i Gialli Mondadori, Secondo Signoroni pubblica i romanzi gialli Petrosino e i baffi a manubrio, Petrosino e il figlio del diavolo e Petrosino e la donna delle stelle.
  • Nel marzo 2017 Sergio Bonelli Editore, per la collana Le storie, pubblica l'albo nº 54 La mano nera, con testi e illustrazioni di Onofrio Catacchio.
  • Nel 2017, il giornalista e scrittore americano Stephan Talty pubblica La Mano Nera - La vera storia di Joe Petrosino edito da DeA Planeta (titolo originale: The Black Hand).
  • Nel 2019 Salvo Toscano pubblica per Newton Compton il romanzo Joe Petrosino. Il mistero del cadavere nel barile, ispirato a una vera indagine del poliziotto, e seguito nel 2022 dal romanzo Joe Petrosino e il caso del fratello scomparso.

Nel 1909 è stato distribuito un documentario sui funerali di Petrosino: Gli imponenti funerali del poliziotto americano G. Petrosino.


La mano nera è un film del 1973 diretto da Antonio Racioppi che annovera Lionel Stander come Joe Petrosino e Michele Placido come Antonio Turris, un immigrato italiano a New York che si ritrova coinvolto nella mafia.
Nel 1960 Richard Wilson ha diretto Pagare o morire.


Nel 2006 la RAI ha trasmesso una miniserie di due puntate dal titolo Joe Petrosino, con l'attore Giuseppe Fiorello nella parte del poliziotto italo-americano.
  • Sempre nel 2006 la RAI ha co-prodotto un documentario dal titolo Joe Petrosino: A Shot in the Dark con la regia di Antonello Padovano.
  • Nell'episodio 3 della seconda stagione di Squadra antimafia viene ricordata l'uccisione di Joe Petrosino a Palermo.
  • Leonardo DiCaprio sarà Joe Petrosino nel film tratto dal romanzo La mano nera: la vera storia di Joe Petrosino, scritto da Stephan Talty. La pellicola verrà distribuita da Paramount.

  • Et in arcadia ego. Uno studio sul caso Petrosino, 2014 regia di Rinaldo Clementi.
  • Il 23 gennaio 2016, a Pioltello, è andato in scena in prima assoluta nazionale il monologo Joe Petrosino, scritto e interpretato da Alessandro Fortarezza, che si è avvalso alla regia del maestro napoletano Aldo Masella, direttore del Centro Studi Coreografici al Teatro Carcano di Milano.
  • Nel 2018 e 2019 il puparo antimafia Angelo Sicilia ha rappresentato a Palermo lo spettacolo dei pupi dal titolo Joe Petrosino: l'incorruttibile ultimo episodio del ciclo dei pupi antimafia.
 

giovedì 20 febbraio 2025

Renato Pestriniero: Un passo alla volta


Negli auricolari c'era il consueto intrecciarsi di rapporti, istruzioni, conferme, oltre alle solite battute che non mancavano mai, anche nei momenti di maggiore tensione. Gli interventi di Sebastian erano i più pacati, ma quando si intrometteva lui, non doveva esserci incertezza nell'esecuzione dei suoi ordini. Sebastian era il Berth Activity Master. Quando erano in corso le operazioni di carico e scarico, la sua autorità era superiore a quella di qualsiasi altro nella stazione, compreso lo stesso Space Station Chief Executive. D'altra parte, era necessario che fosse una sola persona ad avere il potere di regolare la sequenza delle operazioni e di decidere all'istante in caso di emergenza. Perché, malgrado fosse un lavoro di routine, l'avvicinamento, attracco e sbarco di una nave il cui carico sulla Terra sarebbe stato di circa duecentosettantamila tonnellate, era sempre un'attività estremamente complicata e pericolosa.
Negli auricolari, il solito brusio di dati tecnici... scambi...
Adesso Mylos era assicurato a uno dei numerosi anelli d'attracco disposti sulla fiancata, in attesa che il boccaporto della Wing Starboard Tank n. 23 si aprisse.
A poca distanza dal suo viso, la muraglia metallica mostrava la vernice bianca disseminata di scrostature e macchie, tracce dei precedenti viaggi.
Comunque, il colore della nave non era il bianco ma il nero dello spazio. Quella porzione di vernice bianca apparteneva alla lettera R di STAR. Il cargo si chiamava Black Star 7 e apparteneva alla flotta della Star Interplanetary Shipping Co., la compagnia leader nel traffico fra la Terra e le lune di Giove.
Isaac Morris Jr. aveva visto giusto quando, un trentennio prima, aveva sollecitato la ricerca sui motori NeilsonBerry e commissionato contemporaneamente la costruzione del primo ipercargo della classe Star. Ed era stato premiato perché,

URANIA N.24 - Alfred E. Van Vogt: Casa Senza Tempo



La sua prima percezione fu una voce d'uomo che diceva nell'oscurità:
«Avevo sentito parlare di simili ferite, dottore, ma questa è la prima che
vedo.»
Solo allora si rese conto che il proiettile sparatogli a bruciapelo, là nei
pressi del viale, doveva averlo ferito solamente, non ucciso. Dunque era
ancora vivo! La sua gioia si sciolse come neve al sole allorché si accorse che
il sonno stava per vincerlo di nuovo.
Quando riprese coscienza senti una donna che diceva:
«Tanahill... Arthur Tannahill di Almirante, California.»
«Ne siete sicura?»
«Sono la segretaria di suo zio.»
Per la prima volta seppe di avere un nome, un luogo d'origine e si sentì
rinfrancato.
Improvvisamente udì un tramestio attorno a lui.
«Siamo pronti», sussurrò una voce, «calatelo dalla finestra.»
Nell'oscurità gli parve di ondeggiare dolcemente in su e in giù. Qualcuno
rideva sommesso e una donna diceva:
«Se il razzo non sarà pronto io...»
Ebbe l'impressione di essere spinto in avanti, e nel medesimo tempo udì un
rumore sordo, intenso, una specie di rombo che faceva vibrare l'aria. Un
istante dopo, tutto era silenzio.
Una voce d'uomo disse:
«Naturalmente, i funerali dovranno essere imponenti. È necessario che tutti
lo credano morto, anche gli inservienti...»
Fece un disperato tentativo per ribellarsi a quell'incubo orrendo, ma una
paralisi agghiacciante lo teneva immobile come in una morsa, mentre una
musica in lontananza attaccava le prime note di una marcia funebre.
Né i suoi sforzi sovrumani gli valsero a fare il benché minimo movimento
o ad emettere il più piccolo suono nel tragico momento in cui il coperchio fu
inchiodato sulla bara.
Avvertì il tonfo secco della cassa di legno in cui era rinchiusa la bara,
quando toccò il fondo della tomba.
Una nebbia greve ed opprimente gli avvolgeva il cervello, ma qualcosa
dentro di lui continuava a lottare disperatamente.
All'improvviso ebbe la terribile percezione del suo lungo sonno.
Era tuttora rinchiuso nella bara, ma una corrente di aria fresca gli inondava
il viso. Nell'oscurità, Tannahill alzò una mano e cominciò a tastare qua e là,
incontrando ovunque una soffice imbottitura di seta. Un attimo dopo un altro
flusso d'aria fresca gli salì per le narici.
Inorridito per la tragica situazione in cui si trovava, cominciò a contorcersi
e ad annaspare disperatamente, quando gli parve di avvertire dei rumori,
come se qualcuno stesse scavando al di sopra di lui.
Stavano infatti per scoperchiare la tomba.
Sentì una voce maschile che ordinava:
«Tirate su la cassa e togliete immediatamente la bara. Il razzo è pronto.»
La reazione fu troppo violenta per essere sopportata.
Quando riprese i sensi, era in un letto d'ospedale.


 

mercoledì 19 febbraio 2025

Onutė Narbutaitė

Onutė Narbutaitė è nata nel 1956 a Vilnius, nella famiglia della musicologa Ona Narbutienė e del geologo Vytautas Narbutas.
Ha imparato le basi della composizione da Bronius Kutavičius, diplomandosi nel 1979 al Conservatorio di Stato lituano (ora Accademia lituana di musica e teatro) dove ha studiato composizione con il Prof. Julius Juzeliūnas. Dal 1979 al 1982 ha insegnato teoria e storia della musica presso la Facoltà di Klaipėda del Conservatorio di Stato lituano. Dal 1982 si concentra esclusivamente sul suo lavoro creativo e vive a Vilnius.

Ancora negli anni '80 Onutė Narbutaitė godeva della reputazione di compositore di sottile musica da camera. Le sue prime opere erano soffuse di raffigurazioni di "notte", "silenzio" e "oblio"; le sue composizioni, senza fretta nel loro scorrere, con le loro trame trasparenti e l'umore nostalgico, non di rado ricordavano le pagine di un diario scritto con i suoni. Negli anni successivi all'indipendenza della Lituania la musica del compositore subì una trasformazione significativa. In primo luogo, Narbutaitė si dedicò ad opere sinfoniche e sinfonico-vocali di ampio respiro. Mantenendo la sua innegabilmente indipendenza creativa, ha sviluppato un linguaggio musicale espressivo, caratterizzato da natura cerebrale e pensiero strutturato, strumentazione espressiva e una qualità melodica inquietante, armonie e trame rigogliose e un intenso flusso musicale. La sottile immaginazione sonora della sua musica è in armonia con i ricchi riferimenti culturali che vi si trovano.

Possiamo dire che Onutė Narbutaitė è oggi una dei pochi compositori la cui musica porta il segno di un'individualità eccezionale ed è riconoscibile fin dalle prime battute di tutte le sue composizioni. Oltre all'ampio spettro di vari stati emotivi e sentimenti nell'opera creativa, ciò che è palpabile è anche il senso di moderazione aristocratica e una forte disciplina compositiva che servono solo ad aumentare l'impatto emotivo della musica. Tuttavia, l'origine costruttiva non si manifesta con sistemi di organizzazione di vari parametri musicali presi in prestito da altri o creati da lei. Le opere intellettuali di Narbutaitė non ricordano la 'produzione meccanica' ma il 'lavoro manuale' svolto con grande precisione. La razionalità della sua composizione si rivela attraverso trame meticolosamente dettagliate, le proporzioni precise di sezioni più piccole o più grandi e la forma complessiva, così come l'interazione non immediatamente percettibile dei dettagli più piccoli. Allo stesso tempo la narrazione musicale astratta è estremamente espressiva, emerge chiaramente e spesso ricorda "qualcosa di familiare". Forse la descrizione più appropriata del suo lavoro attuale è stata fornita dal musicologo americano Richard Taruskin: 'Non “tonale”. Non “romantico”. Non “retrò”. Consonante.'

Onute Narbutaite “Was There a Butterfly?“, composizione per orchestra da camera (2013)
Scritto su commissione dell'Ostrobotnian Chamber Orchestra ed è stato dedicato al direttore Juha Kangas e all'Ostrobotnian Chamber Orchestra. L'idea musicale iniziale e il titolo provvisorio del pezzo era Ostinato . Ostinato, in quanto ripetizione costante di schemi musicali, connota un costante ritorno allo stesso luogo, allo stesso ricordo, allo stesso sogno – cupo e profondo. La farfalla è volata sul titolo solo dopo il completamento dell'opera, ma non per caso. Durante tutto il processo di scrittura ha continuato a svolazzare in varie forme, negli angoli della mente. Come un respiro misterioso, un'ombra di Psiche – in greco antico Psiche, anima, respiro e farfalla sono indicati con la stessa parola. Oppure come simbolo di metamorfosi, idea di un momentaneo spiegamento di ali. A questo proposito sarebbe evidentemente opportuno citare una battuta di Czesław Miłosz: Perché una farfalla spiega le ali per un volo misurato dai granelli di Clessidra?
 

martedì 18 febbraio 2025

MONDADORI n.24 - Maurice Renard: La vipera

da L'oeil de Lucien

Scritto da Giuseppina La Ciura

Alla fine degli Anni 20 Maurice Renard scoprì che i suoi romanzi “fantastique” non gli permettevano di vivere nel modo lussuoso a cui era abituato fin dalla nascita(Renard era figlio e nipote di magistrati).Per questo, anche in vista di un secondo matrimonio, decise di darsi ad un nuovo genere letterario allora al suo apogeo: il romanzo poliziesco. E che poliziesco! ”Una camera chiusa”.

Il titolo francese dice di tutto e il suo contrario. In Italia apparve tra le Palmine del 1931 come “La vipera” per la traduzione di Cesare Gardini. Anche da noi il titolo è interessante: si allude ad una rarissima vipera africana o ad una donna terribile che trama nell’ombra per amore ?Il “Lui” è Jean  Mareuil, il perfetto gentiluomo che passa le sue notti parigine scrivendo un saggio sul dandysmo o “Freddy la biscia” l’apache re dei bassifondi alla Sue?

L’unico punto fermo è Gilberta Laval.  E’ la tipica ragazza Anni 20: capelli corti alla garçon, occhi birichini, boccuccia di rosa, niente corsetto. Cavalca all’amazzone al Bois e ha deciso di sposarsi al più presto con Mareuil. Ma è affetta da una grave fobia. Essa nasce da un avvenimento della sua adolescenza dorata. Suo padre era un famoso - e ricchissimo - esploratore che una volta dall’Africa nera aveva portato nel suo castello di Luvercy alcuni serpenti velenosi tra cui una vipera rarissima bianca e nera. Nel mostrarla ai suoi ospiti Laval  le aveva spezzato un dente  La stessa notte, per vendicarsi,la vipera era scivolata attraverso gli scuri di una finestra nella camera dove giaceva malata la moglie di Laval e, con un morso ben assestato alla mano, l’aveva uccisa nel sonno. Poi, era scomparsa per sempre. Poiché la camera di M.me Laval era ermeticamente chiusa(almeno per un essere umano), tutti avevano creduto alla vendetta della vipera. Mareuil non crede a questa soluzione del caso, anche perché vuole guarire Gilberta dalla fobia dei serpenti. E quindi, indaga…

Renard non è certo J.D. Carr e il mistero della Camera Chiusa resta tale per poco per gli amateur del genere, avvezzi a ben più complicati intrighi. Renard però si conferma un Maestro di atmosfere mostruose, torbide, perverse e di personaggi al limite della follia. Io, poi, che ho un vero terrore dei rettili, ancora adesso mi sento circondata da serpi sibilanti…

Purtroppo la mia Palmina non ha la splendida copertina di Abbey. Ho dovuto ripiegare su quella di “Il Gentiluomo apache” di Pagotto editore(la traduzione è integrale, mentre quella di Gardini è tagliatissima ma molto più orrorifica. 

lunedì 17 febbraio 2025

Il comandante Mark





Il Comandante Mark è un personaggio immaginario, protagonista di una omonima serie a fumetti Proto-Western ideata nel 1966 dal gruppo di autori noto come EsseGesse (Pietro Sartoris, Dario Guzzon e Giovanni Sinchetto), già noto per aver creato altre serie a fumetti di successo come Il grande Blek, Capitan Miki, Kinowa e Alan Mistero. La serie esordì in Francia nel luglio 1966 edita dalle edizioni Aventures & Voyages con il nome di Capt'ain Swing e in Italia, nel settembre dello stesso anno, all'interno della Nuova Collana Araldo edita dalle Edizioni Araldo, raggiungendo un buon successo di vendite e venendo pubblicata ininterrottamente fino al 1990 e ristampata tre volte nel corso degli anni.

Le avventure del Comandante Mark si svolgono in Ontario tra il 1773 e il 1781 durante la Guerra d'indipendenza americana. Mark è il comandante dei Lupi dell'Ontario, una formazione paramilitare che combatte contro i reggimenti della fanteria di linea inglesi (Giubbe rosse, ad esempio, Coldstream Guards) di Re Giorgio III. Rimasto orfano in tenera età a seguito di un naufragio, cresce col padre adottivo in un villaggio indiano. Mark decide di aderire alla causa dei patrioti americani quando scopre che suo padre era stato giustiziato dalle Giubbe Rosse. In quest'occasione fa anche la conoscenza di Gufo Triste e Mister Bluff e intorno a loro si riunisce un gruppo di coloni che formeranno un piccolo esercito che prenderà il nome di Lupi dell'Ontario, comandato dallo stesso Mark.

Oltre a Mister Bluff (ex corsaro ed ex compagno di lotta del padre di Mark), Gufo Triste (pellerossa, valoroso combattente e uomo saggio, anche se inguaribilmente pessimista, discendente di uno stregone, nonché capo delle tribù dei grandi laghi) altri comprimari sono El Gancho (un rude marinaio con un uncino alla mano destra), il Dottor Strong (valente medico e capo segreto dei patrioti americani), Betty (la bella bionda dal look collegiale, fidanzata gelosissima di Mark e talvolta protagonista lei stessa di alcune missioni) e il fedele cane Flok.


 

sabato 15 febbraio 2025

Luca Ispani: Il mio corpo è un paese



Il mio corpo è un paese 
attraversato da pochi 
ogni tanto un sussulto 
dalla terra si alza 
le preghiere dei morti 
pregano per i vivi 
per ciò che rimane.
 
Il mio corpo è il mio paese 
abbandonato da tutti 
io per primo 
ricordato da pochi 
sono l'ultimo 
lo guardo con occhi spalancati 
poi spengo la luce. 

Roberto Roganti: Misfatto indigesto al Bulldog

 

 
Nota dell'autore sul personaggio principale 

Come autore mi sento in dovere di dare ai lettori qualche spiegazione, in virtù del fatto che il personaggio principale dei miei racconti si chiama come me e con lo stesso soprannome. Sono già uscito con una prima storia, ma capisco che sia il caso di rivelarvi il perché questa seconda avventura faccia parte di una serie identica ma diversa: La prima avventura dei 5x1_6; La prima avventura di Grogghino.

Confesso di essermi ispirato a I racconti del maresciallo di Mario Soldati, li ricordate? Scritti nel 1967 e poi trasportati in televisione l'anno successivo. Mario Soldati appare in prima persona nei pre-avventura, chiacchiera con il maresciallo Arnaudi in una trattoria, quest'ultimo ogni volta gli racconta un'indagine. Come scrisse tal Cesare Garboli «Si mangia, si beve e si racconta: Soldati intinge brillantemente la sua materia gialla in questa saporosa e cordiale atmosfera di conversazioni familiari». Ecco, questo modus è quello che intendo applicare con il mio personaggio. Le avventure che di volta in volta racconterò salteranno di pala in frasca, non ci sarà una cronologia, ma verranno pubblicate così come vengono rammentate, come se fossero ricordi che affiorano nella mente di volta in volta. Ma preferirei che a parlare di sé stesso fosse proprio lui, il mio alter ego.

«Salve a tutti, mi presento, mi chiamo Roberto Roganti, ma a Modena mi conoscono di più con il soprannome Grog o Grogghino. Il soprannome deriva dai tempi del liceo, quando imperversava il diario di BC e uno dei personaggi era un certo Grog, un cavernicolo, tutta testa e niente gambe, che non sapeva parlare ma emetteva un unico grido: GROG. Siccome mi ero iscritto in prima con un anno di anticipo rispetto a tutti gli altri ed essendo appunto il più giovane, mi dicevano che ero tutte gambe e niente testa, mi dettero quel soprannome perché io avevo adottato proprio quel diario. Gli anni sono passati e io sono diventato vecchio, ora mi diletto a raccontarvi un po' le mie avventure. Ho lavorato per molto tempo presso la Premiata Ditta Della Cassa, agenzia di pompe funebri, dove ho mosso i primi passi vicino ai morti e mi sono specializzato in tanatoestetica, disciplina molto importante del dopo morte, che mi affascinava. Il tanatoestetista è un professionista il cui compito è fare tutto il possibile per presentare la salma nelle migliori condizioni, attenuando i segni lasciati dalla morte, non solo sul viso ma anche sulle mani, che rimangono scoperte. Il defunto, se ben trattato, apparirà pulito, sereno e composto come se stesse semplicemente dormendo. Dopo anni di lavoro sotto padrone, avevo deciso di mettermi in proprio e approfittando di una interessante quanto inattesa eredità, ho potuto realizzare il mio sogno. Tutto accadde in quanto risultai il parente più prossimo di un avo che manco sapevo esistesse, così dalla sera alla mattina la bella villa liberty nella quale viveva, divenne la mia dimora. E lì inserii anche il laboratorio per l'attività di tanatoestetica. Ah, scordavo, nel tempo mi sono pure innamorato e sposato; la mia compagna, poi consorte, è una pianista della filarmonica di Modena, in questo modo molte mie storie si avvalgono degli spostamenti dei musicisti nel mondo per seguire le indagini, insomma una nota musicale e rosa in mezzo a tanta sofferenza e morte.

Una precisazione: per un po' di tempo ho fatto parte di un gruppetto di amici che si dilettava a risolvere casi delittuosi, aiutando l'amico commissario. Finito il giochino e considerate le mia attitudini nei riguardi della morte, anche grazie all'intercessione di un carissimo amico, che nel frattempo si era trasferito a Modena dalla Valle d'Aosta per ricoprire il ruolo di medico legale della polizia, sono stato assunto come collaboratore esterno della Questura di Modena, con particolare attenzione alla medicina legale. Il mio amico, dottor David Pavoncello, alle cui dipendenze ha anche il figliuolo Etienne, mi ha fortemente voluto al suo fianco in quanto, parole sue, nessuno è in grado di parlare ai defunti come Grogghino. E allora eccomi qui, pronto per raccontarvi ogni volta una o più mie avventure, sperando vi piacciano. 

La mia è una vita dedicata alla morte degli altri, per rendere il trapasso meno freddo e più umano. Ogni volta che mi accingo a prestare la mia opera a qualche povera salma, mi vengono in mente le parole di questa canzone, Ma che freddo fa: Hai rubato dal mio viso/quel sorriso che/non tornerà/Cos'è la vita/senza l'amore/è solo un albero/che foglie non ha più/E s'alza il vento/Un vento freddo/come le foglie, le speranze butta giù». 


venerdì 14 febbraio 2025

S.S.Van Dine: L'ultima avventura di Philo Vance



1. Richiesta d’aiuto
Martedì 14 gennaio, ore 11
− Non ti piacerebbe trascorrere un breve periodo di vacanza in un posticino ideale…? Sport invernali, simpatica compagnia, casa accogliente e riposante… Ho qui un invito di questo genere per te, Vance.
Philo Vance aspirò una boccata di fumo dalla sigaretta e sorrise.
Eravamo da poco arrivati nello studio del procuratore distrettuale Markham, in seguito a una sua telefonata allegra ma pressante. Vance guardò l’amico e sospirò.
− Le tue parole mi insospettiscono − disse. − Parla chiaro, oracolo.
− Il vecchio Carrington Rexon è preoccupato.
− Ah! − fece Vance con finta desolazione. − Nessuna generosità, mai. Nessuna spontaneità di cuore, in questa vita. Molto triste. Dunque io sono graziosamente invitato in campagna solo perché il vecchio Carrington Rexon è nei guai, e un investigatore sottomano gli farebbe comodo, gli calmerebbe i nervi. Bell’invito. Per nulla lusinghiero. No?
− Non esser cinico, Vance.
− E perché le preoccupazioni di Carrington Rexon dovrebbero starmi a cuore? Io non sono per nulla preoccupato.
− Be’, lo sarai − ribatté Markham con scherzosa malignità. − Non negare che i guai degli altri ti interessano, o sadico individuo che non sei altro. Tu vivi in margine al delitto e alla sofferenza, adori le preoccupazioni, e moriresti di noia se la vita fosse rosea.
− Che, che! Niente sadismo. Io lotto sempre per ristabilire la pace e la calma. È la mia indole caritatevole e altruista che mi spinge all’azione.
− Ah, ah! Avevo ragione. Già vedo, da un certo scintillio nei tuoi occhi, che le preoccupazioni del vecchio Rexon ti interessano moltissimo.
− La tenuta di Rexon è un magnifico posto − osservò Vance pensoso. − E perché mai, Markham, con tutti i suoi milioni, la sua libertà, i suoi due idolatrati rampolli, i suoi possedimenti, la sua fama e la sua forza, Rexon dovrebbe essere preoccupato? Mi sembra una cosa irragionevole.
− Eppure egli desidera immediatamente la tua presenza.
− Già − fece Vance accomodandosi ben bene nella poltrona. − E immagino che la causa di tutto risalga ai suoi smeraldi, no?
Markham fissò Vance coi suoi occhi acuti.
− Non fare l’indovino. Detesto i divinatori del pensiero. Soprattutto quando si tratta di cose tanto semplici… Naturale che la colpa sia di quei maledetti smeraldi.
− E allora dimmi tutto. Non trascurare nessun dettaglio. Avanti.
Markham accese un sigaro, aspirò qualche boccata per assicurarsi che tirasse a perfezione, poi disse:
− Inutile parlarti della famosa collezione di smeraldi di Rexon, immagino. Saprai già come viene custodita.
− Sì. Ho avuto occasione di visitarla alcuni anni fa. Mi parve insufficientemente protetta, allora.
− E così è oggi. Grazie al cielo la tenuta Rexon non è nella mia giurisdizione. Sarebbe un bel grattacapo… Tempo fa cercai anzi di indurre Rexon ad affittare la sua collezione a qualche museo.
− Poco simpatico, da parte tua. Rexon è fanatico delle sue pietruzze e non vivrebbe più, se ne fosse privo… Oh! Perché mai esistono i collezionisti?
− Non lo so proprio. Non l’ho creato io il mondo.
− Ed è un vero peccato − sospirò Vance. − Ma continua a espormi la situazione.
− Ecco qua. Attualmente il castello di Rexon è gremito di ospiti. Il giovane Richard Rexon è da poco arrivato dall’Europa, dove ha studiato medicina nelle università e nelle cliniche più illustri, e suo padre ha voluto accoglierlo dando una serie di feste…
− Lo so. A conclusione delle quali spera di poter annunciare il fidanzamento del suo rampollo con la nobile signorina Carlotta Naesmith… Qual è dunque il motivo della sua preoccupazione?
− Rexon, essendo vedovo e con una figlia invalida, ha pregato la signorina Naesmith, espertissima di queste cose, di organizzare le feste e i trattenimenti al castello. La ragazza ha accettato ma… gli ha riunito in casa una compagnia piuttosto eterogenea, e poco congeniale agli antiquati e sani gusti di Carrington

Petrocelli


Stati Uniti, 1974 / Sydney J. Furie, Harold Buchman, Jack Newman

Ispirata al tv movie Night games, a sua volta derivato da un film di impianto teatrale, Al di là di ogni ragionevole dubbio (The lawyer, 1970), questa serie, girata a Tucson, in Arizona, è incentrata su un avvocato, Tony Petrocelli (Barry Newman), che ha smesso di esercitare in una grande città per trasferirsi in una cittadina rurale del sud-ovest, San Remo, dove vive in un semplice camper e risolve casi particolarmente complessi dal punto di vista legale con la collaborazione della moglie (l 'attrice Susan Howard) e del suo braccio destro Pete Ritter (Aibert Salmi).


Le puntate si basano sui flashback in soggettiva dei vari testimoni, che permettono al telespettatore di interpretare da più punti di vista i vari casi. Classica gag comica degli episodi era il modo storpiato con cui gli interlocutori lo apostrofavano (Mr. Petroseli) puntualmente corretti dal protagonista che ribatteva con la pronuncia giusta (Petrocelli, si dice Petrocelli).



Ambientata prevalentemente in un 'aula di tribunale, questa serie è andata in onda dall'11 settembre 1974 al 3 marzo 1976 per complessivi 48 episodi da 50 minuti, anche se, caratterizzata da dialoghi eccessivi e da poca azione, non è mai riuscita
a entusiasmare il grande pubblico.

giovedì 13 febbraio 2025

Mark Twain: Una curiosa gita di piacere


Avviso - Si informa il pubblico che in società con il signor Barnum ho affittato la cometa per un certo numero di anni, e desidero anche stimolare la pubblica attenzione su una vantaggiosa iniziativa benefica che abbiamo in mente. Proponiamo di attrezzare sulla cometa alloggi confortevoli e anche lussuosi per tante persone quante vorranno onorarci del loro favore, e organizzare, quindi, una prolungata gita tra i corpi celesti. Prepareremo un milione di cabine nella coda della cometa (fornite ognuna di acqua calda e fredda, gas, specchio, paracadute, ombrello, ecc.) e ne costruiremo di più se ci verrà dimostrato un congruo incoraggiamento. Avremo saloni da biliardo, salottini per giocare a carte, stanze da musica, piste per il gioco delle bocce, molti teatri spaziosi e biblioteche pubbliche; e sul ponte principale proponiamo un autodromo dotato di una estensione varia di 15 mila chilometri. Pubblicheremo anche dei quotidiani.
Partenza della cometa  La cometa lascerà New York alle ore 22 del giorno 20, e quindi sarebbe opportuno che i passeggeri si trovassero a bordo al più tardi per le ore 20, onde evitare la confusione della messa in moto. Non si sa ancora se sarà necessario o meno il passaporto, ma stimiamo più prudente che i signori passeggeri se ne premuniscano, a scanso di equivoci. Non si accettano cani a bordo. Questa norma è stata proposta in ossequio al pubblico atteggiamento nei confronti di questi animali e la regola sarà rigidamente osservata. Si baderà scrupolosamente alla sicurezza dei passeggeri. Una robusta ringhiera di ferro verrà posta tutt'intorno alla cometa e nessuno potrà avvicinarsi al bordo e sporgersi, a meno che non sia accompagnato da me o dal mio socio.
Il servizio postale  Il servizio postale sarà del tipo più funzionale. Naturalmente verrà impiegato esclusivamente il telegrafo; di conseguenza, amici che occupino cabine distanti tra loro 30 o anche 50 milioni di chilometri, potranno inviarsi messaggi e ricevere una risposta nel giro di undici giorni. Messaggi notturni a mezza tariffa. La totalità di questo vasto sistema postale sarà sotto la personale supervisione del signor Hale, del Maine. I pasti saranno serviti a tutte le ore. I pasti serviti in cabina saranno gravati da un'extra. Non si temono ostilità da parte di nessun grande pianeta, ma abbiamo ritenuto più opportuno esagerare in misure di sicurezza e ci siamo quindi dotati di un appropriato numero di mortai, pezzi di artiglieria pesante, picche da abbordaggio. La storia dimostra come piccole comunità isolate, ad esempio le popolazioni delle isole remote, siano inclini all'ostilità verso gli stranieri, e potrebbe darsi un simile caso con gli abitanti delle stelle di decima o ventesima grandezza. Comunque, eviteremo di offendere deliberatamente la popolazione di qualsivoglia stella, le tratteremo tutte con educazione e gentilezza, mai assumendo con un asteroide atteggiamenti che non prenderemmo con Giove o Saturno. Ripeto che non offenderemo nessuna stella, ma allo stesso tempo reagiremo prontamente a qualsiasi offesa o insolenza ci possa provenire dai partiti politici o dai governi di qualsiasi stella del firmamento. Benché contrari a ogni spargimento di sangue, ci atterremo rigorosamente e intrepidamente a questa linea di condotta non solo con singole stelle, ma anche con le costellazioni. Speriamo di lasciare dietro di noi una buona impressione dell'America, in ogni nazione visitata, da Venere a Urano. E se, in ogni caso, non riusciremo a ispirare amore, almeno imporremo il rispetto per il nostro paese, ovunque ci recheremo. Porteremo con noi, senza far loro pagare il biglietto un folto gruppo di missionari, e spargeremo la luce della verità sulle orbite celesti che, pur se fisicamente luminose, sono ancora avvolte dalle tenebre morali. Si organizzeranno scuole di dottrina ovunque sia possibile. Verrà introdotta anche l'istruzione obbligatoria.
La cometa visiterà Marte per primo e poi procederà verso Mercurio, Giove, Venere e Saturno. Ai gruppi connessi con l'Amministrazione federale e con la precedente amministrazione cittadina di New York, che desiderino ispezionare gli anelli, verrà concesso tempo e ogni agevolazione. Tutte le stelle di ragguardevole grandezza saranno visitate e vi sarà tempo per escursioni in luoghi di interesse nell'entroterra. Sirio è stata cancellata dal programma. Molto tempo sarà dedicato all'Orsa Maggiore e, comunque, a ogni costellazione di una certa importanza. Quindi, anche al Sole, alla Luna, alla via Lattea, altrimenti detta la Corrente del Golfo dei cieli. È opportuno premunirsi di un tipo di abbigliamento adatto al sole. Il programma è stato organizzato in modo tale che raramente si percorreranno più di 150 milioni di chilometri senza una sosta su qualche stella. Le fermate saranno per forza frequenti e ciò terrà desto l'interesse dei signori turisti. I bagagli saranno passibili di controlli in qualsiasi punto del percorso. I gruppi che desiderino compiere solo una parte del percorso proposto e risparmiare quindi sulla spesa, possono fermarsi su una qualsiasi stella a loro scelta e attendere là per il viaggio di ritorno.
Dopo aver visitato le più celebri stelle e costellazioni del nostro sistema e avere esplorato personalmente le scintille più remote che solo il più potente telescopio può ora scoprire nel firmamento, procederemo di buona lena verso uno stupendo viaggio esplorativo tra gli innumerevoli e turbinosi mondi che tumultuano nei possenti deserti spaziali che estendono le loro solenni solitudini, la loro inimmaginabile vastità miliardi e miliardi di chilometri oltre il più remoto margine della visione telescopica, simili al ricordo di un baleno fosforescente di scintille che la prua di qualche viaggiatore tropicale abbia portato alla vita per un singolo istante e che diecimila chilometri di mari fosforescenti e un tedioso lasso di tempo abbiano reso un incidente del tutto trascurabile nel suo ricordo. I bambini che occupino posti alla prima tavola dovranno pagare tariffa intera.
La tariffa di prima classe dalla Terra a Urano, comprese escursioni al Sole e alla Luna e a tutti i principali pianeti che incontreremo sul nostro percorso, sarà calcolata al prezzo ridotto di due dollari ogni 75 milioni di chilometri di viaggio effettivo. Considerevoli riduzioni verranno effettuate a gruppi che desiderino compiere l'intero viaggio. Questa cometa è nuova e completamente revisionata, e questo è il suo primo viaggio. È decisamente la più veloce su questa linea. Percorre 30 milioni di chilometri al giorno con i mezzi attuali, ma con un selezionato equipaggio americano e condizioni di tempo buono, siamo certi di poter arrivare a 60 milioni di chilometri. Comunque, non la spingeremo mai a una velocità che possa risultare pericolosa, e saranno tassativamente proibite le gare di velocità con altre comete. I passeggeri che desiderino, in qualsiasi punto del percorso, fare deviazioni o tornare indietro, saranno trasferiti su altre comete. Abbiamo comode coincidenze, in tutti i punti principali, con le linee più sicure. Si può fare affidamento sulla sicurezza. Non si può negare che i cieli siano infestati di vecchie comete in disarmo, che non sono state ispezionate o revisionate da 10 mila anni e che da lungo tempo avrebbero dovuto essere distrutte o mutate in vagoni postali, ma con queste non abbiamo coincidenze. I passeggeri di terza classe non sono ammessi a poppa del boccaporto principale. Biglietti omaggio di andata e ritorno sono stati offerti al generale Butler, al signor Shepherd, al signor Richardson e ad altri eminenti gentiluomini, i cui pubblici servigi hanno fatto loro acquisire il diritto al riposo e al relax di questo viaggio. I gruppi che desiderino compiere l'intero viaggio, godranno di una sistemazione migliore. Il viaggio si concluderà a New York, dove i passeggeri sbarcheranno il 14 dicembre 1991, almeno quarant'anni prima di qualsiasi altra cometa. Quasi tutti i membri dalla paga arretrata si propongono di compiere l'intero viaggio, nel caso che i loro elettori gli consentano una vacanza. A bordo, tutti i divertimenti innocui sono permessi, ma non si accettano scommesse sulla corsa della cometa, né è permesso alcun tipo di gioco d'azzardo. Rispetteremo tutte le stelle fisse, ma se qualche stella sembrerà averne bisogno, le daremo una fissatina. Se ciò causerà qualche fastidio, ne saremo spiacenti, ma resteremo inflessibili.
Poiché il signor Coggia ci ha ceduto la sua cometa, questa non potrà essere chiamata con il suo nome, bensì con quello del mio socio.
N.B. I passeggeri che pagheranno doppia tariffa, avranno diritto a una quota di tutte le nuove stelle, soli, lune, meteore e depositi di tuoni e saette che potranno venire scoperti. I signori dell'ufficio brevetti noteranno che portiamo con noi degli albi e un pennello da pittore da usare nelle costellazioni, e che siamo disponibili a proposte. Si ricorda ai sostenitori della cremazione che ci dirigiamo verso luoghi caldi e che anche per queste proposte siamo disponibili. Per gli altri gruppi, la nostra impresa è una gita di piacere, ma siamo disposti a trattare affari individualmente.
Faremo volare la nostra cometa al massimo delle sue capacità.
Per ulteriori particolari, o per informazioni sulla tariffa, o il trasporto, rivolgersi a bordo o al mio socio, ma non a me, dato che non mi prenderò cura della cometa finché non sarà in navigazione. Mi è necessario, in simili occasioni, avere la mente sgombra da inutili particolari.