Spike Holland scarabocchiò l'ultima parola sull'ultimo foglio della sua copia, tirò due rigacce orizzontali per informare tutti gli interessati che si trattava dell'ultima pagina e scagliò la penna contro il telaio della finestra.
Il pennino centrò il bersaglio e il manico scolorito tremò per un attimo.
- Nessuna mano immeritevole scriverà della letteratura spregevole con lo strumento della mia fantasia - sentenziò.
L'unico giornalista presente nel locale alzò lo sguardo.
- Che cosa stavate scrivendo, Spike?
- Un fantastico articolo sull'esposizione canina che si è tenuta ieri
-rispose Spike serafico. - Non so niente di cani, se non che un'estremità abbaia e l'altra scodinzola, ma Syme mi ha ugualmente assegnato l'incarico, sostenendo che un cronista di nera deve farsi una certa dimestichezza con i segugi. Quell'uomo è dotato di una mentalità contorta.
Mai una volta le cose gli appaiono come sono; ha sempre bisogno di qualcos'altro. Se gli portate una notizia fresca relativamente alla rapina in una banca, lui ti ossessiona per avere un articolo in cui si specifichi che cosa il presidente della banca suddetta mangia a colazione.
Sospirò e appoggiò i piedi sulla scrivania. Era giovane, lentigginoso, la capigliatura rossiccia perennemente spettinata.
- Le mostre dei cani sono certamente interessanti... - stava dicendo quando la porta si aprì con violenza e un uomo in maniche di camicia lo squadrò attraverso degli enormi occhiali.
- Spike... ho bisogno di voi. Avete da fare?
- Devo incontrarmi con quel Wood a proposito della scuola materna...
pranzerò con lui.
- Può aspettare. - Fece un cenno significativo e Spike lo seguì nel minuscolo ufficio da lui occupato.
- Conoscete Abe Bellamy... un tale di Chicago... milionario?
- Abe? Certamente... È morto? - domandò Spike speranzoso. - Su quell'uomo si potrà scrivere soltanto quando non si correrà più il rischio d'essere citati per diffamazione.
- Lo conoscete bene? - insistette il direttore.
- So che è originario di Chicago... che ha accumulato milioni con l'edilizia, e che è un duro come pochi. Vive in Inghilterra da sette, otto anni, mi pare... si è preso un castello in piena regola... e un autista cinese assolutamente muto...
- Queste notiziole da quattro soldi le sapevo anch'io - sbottò il direttore con impazienza. - Invece mi interessa sapere questo: è il tipo d'uomo in cerca di pubblicità? In altri termini, l'Arciere Verde è un fantasma autentico o una stupida sparata?
- Un fantasma!
Syme tirò fuori un foglietto e lo passò allo sconcertato americano. Si trattava evidentemente di un messaggio scritto da una persona con scarsa dimestichezza della lingua inglese.
Egregio Signore, L'Arciere Verde è apparso nel castello di Garre. Il signor Wilks, il maggiordomo, l'ha visto. Egregio signore, l'Arciere Verde è entrato nella stanza del signor Bellamy e ha lasciato la porta aperta. È
stato visto anche nel parco. Tutti i domestici se ne stanno andando. Il signor Bellamy minaccia di licenziare chiunque metta in giro questa voce, ma i domestici se ne vanno ugualmente.
- E chi mai sarà questo Arciere Verde? - domandò Spike sempre più sorpreso.
Il signor Syme si sistemò gli occhiali e sorrise. Spike rimase allibito nel vederlo compiere qualcosa di così umano.
- L'Arciere Verde del castello di Garre - spiegò - fu, un tempo, il fantasma più famoso d'Inghilterra. Non mettetevi a ridere, perché non si tratta di una storia divertente. L'arciere originale è stato impiccato da uno dei de Curcy, i proprietari del castello di Garre, nel 1487.
- Caspita! È veramente fantastico che ve ne ricordiate ancora!
- Non è il caso di fare dello spirito inutile. Quell'uomo è stato impiccato sotto l'accusa di bracconaggio e anche oggigiorno è possibile, credo, vedere la trave di quercia alla quale è stato appeso. Per centinaia di anni ha continuato a infestare Garre: la sua ultima apparizione risale però al 1799.
Adesso, se diamo credito a questa lettera, scritta evidentemente da una persona della servitù che o è stata licenziata o se ne è andata di sua spontanea volontà perché aveva paura, il nostro amico verde è comparso di nuovo.
Spike aggrottò la fronte e prese a mordicchiarsi il labbro inferiore.
- Qualsiasi fantasma che si mette a stuzzicare Abe Bellamy si merita quello che è destinato a capitargli - affermò. - Comunque, secondo me, per metà si tratta di dicerie popolari e per l'altra metà di un episodio d'isterismo collettivo. Volete che contatti Abe?
- Proprio così, e dovrete anche convincerlo a lasciarvi soggiornare nel castello per una settimana.
Spike scosse enfaticamente il capo.
- Voi non lo conoscete. Se solo gli proponessi qualcosa di simile, mi caccerebbe fuori a calci. Parlerò piuttosto con il suo segretario... un certo Savini... un euroasiatico o qualcosa di simile. Forse lui potrà tornarmi utile. A quanto pare, comunque, questo Arciere Verde si è limitato a lasciare aperto l'uscio della camera di Abe.
- Meglio rivolgersi direttamente a Bellamy... inventate una scusa per introdurvi nel castello. A proposito, lo ha acquistato sette o otto anni fa per centomila sterline. E, nel frattempo, preparate l'articolo. Sono anni che non pubblichiamo niente di bello sui fantasmi. A questo punto, nulla vi impedisce di pranzare con Wood. Voglio anche quell'articolo. Dove farete colazione?
- Al Carlton. Wood si è trattenuto a Londra soltanto per un paio di giorni. Stasera stessa tornerà in Belgio.
Il direttore annuì con un cenno del capo. - Questo semplifica tutto.
Anche Bellamy soggiorna al Carlton. Potrete fare entrambe le cose.
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