giovedì 28 novembre 2024

URANIA n.12 - Alfred E. Van Vogt: Le Armi Di Isher



La porta del negozio d'armi aveva qualcosa di strano. Non perché si era
aperta non appena toccata, ma perché, quando lui aveva tirato, la porta aveva
accompagnato la sua mano come se fosse priva di peso. McAllister ebbe
l'impressione che la maniglia si fosse staccata e gli fosse rimasta in mano.
Rimase totalmente immobile, stupito. Il pensiero che infine si affacciò
nella sua mente aveva a che fare con l'ispettore Clayton, che un istante prima
aveva trovato chiusa a catenaccio la porta. Quel pensiero fu come un segnale.
Dietro di lui, rimbombò la voce dell'ispettore:
«Ah, McAllister, adesso me ne occupo io.»
Era buio, all'interno del negozio, oltre la porta: troppo buio per vedere
qualcosa, e, stranamente, i suoi occhi non riuscivano a adattarsi alla profonda
oscurità. Per puro istinto di cronista mosse un passo in avanti, verso il buio
che premeva oltre il rettangolo della soglia. Con la coda dell'occhio, vide che
la mano dell'ispettore Clayton si dirigeva verso la maniglia della porta, da cui
le sue dita si erano staccate un momento prima. E capì subito che se
l'ispettore avesse potuto impedirlo, nessun giornalista sarebbe entrato in
quell'edificio. La sua testa era ancora voltata, il suo sguardo era puntato
sull'ufficiale di polizia e non sull'oscurità che stava di fronte a lui; e fu
proprio allora, quando stava per muovere un altro passo in avanti, che
accadde la cosa straordinaria.
La maniglia della porta non permetteva all'ispettore Clayton di toccarla. Si
contorceva in una qualche maniera strana, come un'energia, poiché era
sempre lì, con una forma bizzarra e confusa. La porta stessa, senza visibile
movimento tanto fu svelta, fu improvvisamente a contatto della caviglia di
McAllister. Un contatto leggerissimo, privo quasi di peso; e poi, prima ch'egli
potesse pensare all'accaduto e reagire, l'impulso del proprio movimento in
avanti lo portò all'interno. E in quell'attimo, mentre attraversava l'oscurità,
avvertì un'improvvisa, lacerante tensione nei nervi. Quindi la porta si chiuse,
e il rapido, inatteso dolore scomparve. Davanti a lui c'era un negozio
illuminato vivacemente; dietro di lui... qualcosa d'incredibile!
Per McAllister, il momento successivo fu caratterizzato da un'assenza
d'impressioni. Rimase immobile, con il corpo girato in modo goffo, solo
vagamente conscio di ciò che c'era all'interno del negozio, ma
consapevolissimo, per un breve istante, prima di essere interrotto, di ciò che
si stendeva al di là dei pannelli trasparenti della porta da cui era appena
entrato.
Non c'era più, da nessuna parte, l'oscurità impenetrabile; né l'ispettore
Clayton; né la folla rumoreggiante di spettatori sbalorditi; né dall'altra parte
della strada la fila di negozi fuligginosi. Non era neppure la stessa strada.
Non c'era alcuna strada. Al suo posto, si scorgeva un placido giardino. E al di
là di quello, brillante sotto il sole del mezzodì, c'era il profilo di una vasta
città. Da dietro le sue spalle, una voce femminile roca e musicale disse:
«Desidera un'arma?»
McAllister si voltò. Il movimento fu la reazione automatica al suono. E
poiché tutta la vicenda assomigliava ancora a un sogno, la scena cittadina
svanì quasi all'istante; la sua mente si concentrò sulla giovane donna che
stava lentamente uscendo dalla sezione posteriore del negozio. Per il
momento, i suoi pensieri non volevano chiarirsi. La convinzione di dover dire
qualcosa si mescolava alle prime impressioni sull'aspetto della ragazza. Era
snella e ben proporzionata; il suo viso si increspava in un sorriso amichevole.
Aveva occhi castani, e castani erano anche i suoi capelli ondulati. Il vestito
dalla linea semplicissima e i sandali parevano tanto normali, alla prima
occhiata, che McAllister non si soffermò a considerarli. Riuscì a dire:
«La cosa che non riesco a capire è perché l'ufficiale di polizia, quando ha
cercato di venirmi dietro, non è riuscito a entrare. E dov'è finito, adesso?»
Con sua grande sorpresa, il sorriso della ragazza assunse un'aria quasi
colpevole. «Sappiamo che la gente considera sciocco, da parte nostra, voler
sempre ribadire quell'antica ostilità.» La voce divenne più ferma. «E
sappiamo anche quanto sia astuta la propaganda che mira a far risaltare la
stupidità della nostra posizione. Ma intanto non permettiamo di entrare agli
uomini di quella donna. Continuiamo a rispettare assai scrupolosamente i
nostri principi.»




 

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