venerdì 28 ottobre 2022

Ed Noon

 

Ed Noon, Stati Uniti, 1953 / Michael Avallone

Nato a Manhattan, cresciuto nel Bronx e inviato a combattere sul fronte europeo durante la Seconda guerra mondiale, come il suo autore (e questo dimostra che tra i due ci sono non pochi elementi biografici in comune), l'investigatore privato Ed Noon invecchia quasi in tempo reale: nel suo primo romanzo, The tall Dolores (1953), era infatti sulla trentina, mentre in The moon maiden (1974) è vicino ai cinquanta.



Ecco la descrizione che dà di se stesso in una delle sue numerose avventure: «Forte, duro, cinico alla maniera di Manhattan ma sotto sotto ancora un ragazzino che adora il cinema, che piange quando viene investito un cane, che aiuta le vecchie signore ad attraversare la strada e agisce in base a dei principi di onestà. Sempre convinto che la squadra di casa all'ultimo momento vincerà la partita, che la gente per bene verrà premiata e che al momento giusto i Buoni avranno sempre la meglio sui Cattivi». 


Inguaribilmente ottimista, appassionato di baseball e fanatico del cinema degli anni Trenta, Ed Noon è protagonista di una quarantina di romanzi, pubblicati in Italia da Mondadori, e di un centinaio di racconti. Ha l'ufficio in Central Park West e di tanto in tanto riceve incarichi speciali e riservatissimi addirittura dalla Casa Bianca, dove hanno imparato ad apprezzare la sua bravura e, soprattutto, la sua riservatezza.



giovedì 27 ottobre 2022

Antonio Bartolomeo Bruni


(Cuneo 28 gennaio 1757 – 6 agosto 1821)

Antonio Bartolomeo Bruni è stato un violinista, compositore e direttore d'orchestra italiano. Bruni nacque e morì a Cuneo, in Italia. Per la maggior parte della sua vita ha risieduto, suonato e composto a Parigi.
E' ricordato anche come ottimo didatta; sotto questo profilo la sua opera più importante è il “Metodo per la viola”, edito in Italia fino al 1962.

Nasce a Cuneo; studia a Torino con Gaetano Pugnani e, secondo il Fétis, a Novara con Speziani. Si trasferisce a Parigi dove trova impiego nell’orchestra del Teatro degli Italiani; nel mese di maggio del 1780 esordisce come violinista e compositore al Concert Spirituel presentando con gran successo un concerto per violino. Nel 1782 pubblica la sua prima raccolta di composizioni strumentali, sei duetti per due violini. Nel 1786 va in scena al Théâtre de la comédie italienne la sua prima opera, “Coradin”, seguita nel 1787 da “Célestine”; gran successo ottiene nel 1789 “L’isola incantata”. Fino al 1805 saranno 21 le opere rappresentate a Parigi. Bruni, insieme a Giuseppe Maria Cambini e altri musicisti francesi, collabora al “Journal de violon”, edito a Parigi da Pierre-Jean Porro e madame Baillon, inoltre, nominato membro della Commissione temporanea delle Arti, tra il 1794 e il 1795 si occupa di catalogare gli strumenti e le collezioni di musica degli emigrati e dei condannati, i cui beni erano stati confiscati dal Direttorio.
Nel 1806 Antonio Bartolomeo Bruni ritorna nella sua città natale. Poco si conosce dell’attività in questi ultimni anni; si ha notizia di una cantata composta per la visita a Cuneo di Vittorio Emanuele I di Savoia.


Autore prolifico, Antonio Bartolomeo Bruni lascia anche moltissima musica strumentale, una cinquantina di studi per violino e altrettante lezioni di canto, oltre a un metodo per violino e il citato metodo per viola. La sua produzione operistica raggiunge l’apice nel decennio della Rivoluzione Francese, 1789-1799; “L’officier de fortune, ou Les deux militaires” e “Il maggiore Palmer” sono le opere più interessanti di questo periodo, sia per il contenuto patriottico, che per la materia militare. Entrambi i lavori pongono l’accento sull’ideale, tipicamente rivoluzionario, del “cittadino” chiamato alle armi per difendere la Patria dalle forze avverse alla rivoluzione.
Al culmine del "terrore" francese, intorno al 1791, Bruni scrisse Un Inventaire sous la terreur che elenca strumenti musicali recuperati da famiglie nobili. Questo inventario è stato pubblicato da J. Gallay, editore (Parigi: Georges Chamerot, 1890). Nell'opera accademica The Hurdy-Gurdy in Eighteenth-Century France di Robert E. Green (Indiana University Press, 1995), in cui è annotato il testo di Bruni, Green dice dell'inventario di Bruni "da 111 famiglie nobili (esso) ne elenca sei che possedevano vielles (ghironda)." p. 17. Nel romanzo di fantasia The Piano Tuner di Daniel Mason dove questa vicenda viene nuovamente riferita così: "Fu costituita una Commissione Temporanea delle Arti e... Bruni... fu nominato Direttore dell'Inventario. Per quattordici mesi raccolse gli strumenti dei condannati. In tutto furono raccolti più di trecento, e ognuno porta la sua tragica storia". Mason prosegue dicendo che 64 erano pianoforti.

martedì 25 ottobre 2022

Anton Stepanovich Arensky


(Novgorod, 12 luglio 1861 – Perkjärvi, 25 febbraio 1906)

Sarà presto dimenticato": questo il lapidario giudizio di Nikolai Rimsky Korsakov nei confronti di Anton Stepanovich Arensky, uno dei suoi tanti allievi presso il Conservatorio di S. Pietroburgo.
Nato nel 1861 in Russia, a Novgorod, Arensky già a nove anni dimostra coi suoi piccoli brani per voce e pianoforte le sue attitudini musicali; completati gli studi di pianoforte e di composizione nel 1882 diverrà insegnante di Armonia e Contrappunto al Conservatorio di Mosca, avendo tra i suoi studenti nomi come Alexander Scriabin, Sergei Rachmaninoff e Alexander Gretchaninov. Direttore tra il 1888 e il 1895 della Società Corale Russa, Arensky nel 1895 di ritorno a S. Pietroburgo ottiene - su raccomandazione di Mili Balakirev - la carica di Direttore del Coro Imperiale, carica che abbandonerà nel 1901 sulla spinta dei suoi molteplici impegni compositivi e soprattutto concertistici, come pianista e direttore.

Nelle sue "Memorie", così ne parla ancora Rimsky-Korsakov: "Per la natura del suo talento ed i suoi gusti come compositore egli fu vicino ad Anton Rubinstein, ma fu inferiore a lui per qualità e talento, pur se non nella capacità di orchestrazione. In gioventù Arensky non sfuggì a una certa mia influenza; più tardi l'influenza gli venne da Ciajkovskij"; ciò che Rimsky criticava maggiormente nell'allievo era la sua "capziosità e non-necessarietà", anche se il giudizio del maestro era (capzioso a sua volta) più che altro di natura morale verso quell'allievo dalla vita "dissipata tra il vino e il gioco delle carte"; sappiamo del resto che Arensky condusse una vita piuttosto sregolata (morirà di tubercolosi nel 1906 in un sanatorio finlandese).

A dispetto dell'ingeneroso maestro, pare Arensky fosse apprezzato da Ciaikovsky, e di lui Prokofiev scrisse nel 1906 al padre: "Il compositore Arensky è morto qualche giorno fa, era un caso disperato già dallo scorso autunno... Scrisse (tre) opere e svariate altre cose, molte delle quali bellissime".
Un altro illustre allievo di Rimsky Korsakov, Stravinsky non condivide i suoi crudeli giudizi verso Arensky: "Arensky è stato amichevole, interessato e generoso con me... a dispetto di Rimsky ho sempre amato lui e almeno una delle sue composizioni - il famoso (primo) Trio con Pianoforte... Ha significato qualcosa per me, anche solo per il fatto che era in comunicazione diretta e personale con Ciajkovskij".

Su invito di Milij Balakirev lasciò l'insegnamento nel 1895 per diventare direttore della Cappella di canto della Corte Imperiale, posto che mantenne fino al 1901, quando diede le dimissioni per dedicarsi alla direzione di cori ed orchestre, all'insegnamento privato ed al concertismo, diminuendo la sua attività di compositore e lasciandosi andare ad una vita poco salutare e dissoluta. Morì di tubercolosi a Perkjärvi, una cittadina dell'allora Granducato di Finlandia], non distante da San Pietroburgo.

Il suo ruolo nel panorama musicale russo quindi non fu dovuto principalmente all'influenza che ebbe sulle future composizioni dei suoi celebri allievi. Le sue opere infatti erano caratterizzate da una grande efficacia se costituite da piccoli brani di breve durata o per piccoli organici, specialmente nella musica da camera; erano invece deboli e senza sapore se modellate sull'orchestra sinfonica o sull'opera lirica. Massimo Mila definì il suo stile come "pittoresco manierismo salottiero". Arenskij è particolarmente conosciuto per le sue Variazioni su un tema di Čajkovskij per orchestra d'archi (1894) e per il trio per pianoforte n. 1 in e minore (1894). Fra le altre sue opere, registrate solo di recente ci sono: un concerto per pianoforte (1881), due sinfonie (1883 e 1889), un concerto per violino (1891), due quartetti d'archi e diverse suite per pianoforte solo o per due pianoforti. Particolarmente apprezzata è la suite n. 2, Silhouettes (1892), in cinque movimenti, che era molto amata da Lev Tolstoj, e che ricorda il Carnaval, op. 9 di Robert Schumann. 

venerdì 21 ottobre 2022

Ed & Am Hunter

 

Ed & Am Hunter, Stati Uniti, 1947 / Fredric Brown

Pieno di sogni di gloria e con una grande opinione di sé (vorrebbe che la propria agenzia diventasse la più grande, la più bella e la più famosa dello stato ed è convinto che prima o poi succederà davvero), il giovane e dinamico Ed Hunter dirige un 'agenzia investigativa privata di Chicago insieme allo zio Ambrose, detto Am, un uomo di mezza età che quando si impegna in qualcosa ci dà dentro sul serio, ma che preferisce di gran lunga passare le notti in bianco giocando a poker.



Nati nel 1947 in Sangue nel vicolo (Fabulous clipjoint), che quell'anno ottiene il Premio Edgar per l'opera prima, e in seguito protagonisti di altri sei romanzi polizieschi, Ed e Am Hunter si occupano quasi sempre di casi divertenti e un po' strampalati e nessuno scommetterebbe grosse cifre sulle loro capacità a condurre in porto con successo le varie indagini che vengono di volta in volta loro affidate. Cosa che avviene invece puntualmente.



giovedì 20 ottobre 2022

Anne-Marie Ørbeck


(Oslo 1 April 1911 – Bergen 5 June 1996)

Anne-Marie Ørbeck è stata una delle compositrici norvegesi di alto profilo del 20° secolo. Come prima donna in questo paese, ha scritto una sinfonia per una grande orchestra. Ha fatto molta strada nella sua carriera. Prima di allora, si era fatta un nome come pianista.

Era la più giovane di un gruppo di quattro fratelli, che suonavano tutti; suo fratello Gunnar Ørbeck divenne un famoso violinista. All'età di 19 anni, Anne-Marie è venuta a Berlino, dove è diventata allieva della pianista russa Sandra Droucker, una personalità che è diventata di grande importanza per il suo sviluppo artistico. Allo stesso tempo ha studiato composizione con Marc Lothar. Ma voleva diventare una pianista e nel 1933 debuttò con successo con l'orchestra della Società Filarmonica di Oslo. Già qui si è dimostrata compositrice con cadenze autocomposte per il Concerto per pianoforte in re maggiore di Haydn. Ulteriori studi con Droucker e Lothar portarono alla sua prima composizione importante, Concertino per pianoforte e orchestra, che fu eseguita a Berlino nel 1938 con se stessa come solista. L'opera ha attirato l'attenzione con la sua freschezza, temi vivaci e forma concisa e concisa. 

Per tutti gli anni '30, Anne-Marie Ørbeck si è distinta come una delle pianiste norvegesi più importanti. Un elemento colorato nei concerti era il suo virtuoso arrangiamento per pianoforte del valzer di Richard Strauss dal Rose Cavalier, così come le sue cadenze classiche ed eleganti per i concerti per pianoforte di Mozart e Haydn.
Insieme a suo marito Helge Smitt, si stabilì a Bergen nel 1940. La guerra e alla fine la cura di un figlio fecero rallentare l'attività concertistica e diede più spazio alla composizione. Ha così completato la sua opera più grande, Sinfonia in re maggiore, che è stata presentata per la prima volta a Bergen nel 1954. Anne-Marie Ørbeck è entrata nella storia della musica norvegese come la prima sinfonista donna. La sinfonia mostra chiaramente quale direzione rappresentava: in un linguaggio tonale moderato e modernista, si erge su basi tonali, di forma classica e con una melodia calda e lussureggiante - uno dei tratti distintivi di Anne-Marie Ørbeck.


Negli anni Cinquanta prosegue gli studi in composizione, prima con Nadia Boulanger a Parigi, poi, con il sostegno della State Artist Scholarship, con il radicale Hanns Jelinek a Vienna per conoscere la tecnica dodecafonica, tecnica compositiva lei con una mente aperta acquisita, ma che non sarebbe mai diventata la sua forma di espressione. Lei stessa ha detto: "La melodia che attanaglia e affascina - manca, cosa aiuta con tutte le caratteristiche tecniche?" La canzone ha guadagnato un ampio spazio nella sua produzione: 28 romanzi e canzoni, melodie di inni e diverse opere corali, tra cui Ovspel su testi di Hans Henrik Holm, premiato da Sällskapet Muntra Musikanter a Helsinki nel 1952. Le stesse poesie l'hanno ispirata alla canzone ciclo Vonir i blømetid, premiato dall'Associazione dei compositori norvegesi nel 1942. Di altri poeti norvegesi, ha scelto di dare il tono, tra le altre cose. Arnulf Øverland, Tor Jonsson e Aslaug Vaa.
Soprattutto nelle canzoni fa eco la musica popolare norvegese, con la quale aveva uno stretto rapporto. Eppure non ne fece uso diretto; le composizioni sono piuttosto permeate da un tono "nordico", come lei stessa ha detto. Se ne occupò deliberatamente, spesso in un linguaggio tonale avanzato supportato da audaci combinazioni sonore. Più continentale, è in Pastorale e Allegro per flauto e orchestra d'archi, dall'epoca degli studi a Parigi, opera con grandi sfide allo strumento solista, che mette in chiaro rilievo agli archi. Nella parte introduttiva, improvvisativa Pastorale, la melodia, in uno stile tonale libero, è l'elemento principale.

Che la musica contemporanea sperimentale non fosse il percorso di Anne-Marie Ørbeck, ha espresso in un'intervista ai suoi tempi più vecchi: "Quello che mi preoccupa di più è che si allontana dall'umano". Si definiva una pianista. Ma già nel 1938, dopo la prima del Concertino a Berlino, lei - come una delle prime compositrici locali - fu ammessa come membro dell'Associazione dei compositori norvegesi.

martedì 18 ottobre 2022

Anna Bon


(Bologna, 1738 – dopo il 1767)

Anna Bon, di Venezia, come lei stessa amava definirsi, appare come una meteora nel panorama musicale del XVIII secolo.

Di essa si hanno poche e frammentarie notizie. La sua unica biografia si evince dai frontespizi e dalle dediche apposte nelle tre opere da lei pubblicate, tra il 1756 ed il 1759, presso la casa editrice “Vedova di Baltas Schmidt” di Norimberga.
Figlia di Girolamo Bon, architetto di origine veneziana, e di Rosa Ruvinetti, cantante bolognese, molto legati alla corte prussiana, Anna Bon, all’età di quattro anni, viene ammessa al coro dell’Ospedale della Pietà di Venezia; successivamente studia sotto la guida di Candida della Pietà, una maestra di viola.
Nel 1756, Anna Bon è attiva come virtuosa di musica da camera a Potsdam, alla corte di Federico il Grande; al re di Prussia dedica la sua prima raccolta di “Sonate da Camera per flauto e cembalo”, pubblicate da un editore di Norimberga. Tra il 1757 e il 1759 pubblica altre due raccolte,”Sei sonate per cembalo” e “Sei divertimenti per due flauti e cembalo”, dedicandole, rispettivamente, ad Augusta Sofia, principessa di Sassonia-Weimar, e a Carlo Teodoro, elettore di Baviera.
Dopo il matrimonio con il tenore Mongeri, alcune fonti documentano la sua presenza a Hildburghausen in Turingia, ma dal 1767 di Anna Bon sparisce ogni traccia; molti studiosi, pertanto, ritengono che quello possa essere l’anno della sua morte.
Delle sue composizioni, soltanto le tre raccolte citate sono pervenute fino a noi; da queste si denota uno stile caratterizzato da toni molto espressivi, chiari e melodici.

Ben poco si conosce sulla formazione musicale di Anna Bon, ma diversi storici citano un registro parrocchiale dove indica la sua ammissione all’Ospedale della Pietà di Venezia a soli 4 anni.
Gli “ospedali”, comunemente chiamati anche “conservatori”, in origine erano luoghi di accoglienza per le trovatelle ma finirono con il diventare istituti di formazione anche per le ragazze di buona famiglia che aspiravano ad essere musiciste.
Quando Anna Bon entrò da studentessa all’Ospedale, fu registrata come “figlia in educazione”, termine che si applicava ai paganti e non agli orfani residenti.
La musica alla Pietà era soprattutto musica sacra e grandi maestri come Antonio Vivaldi visse e lavorò tra il 1704 e il 1740.
Anna Bon fu allieva di Candida della Pietà, maestra di viola che, a sua volta, fu allieva dello stesso Vivaldi. Un documento dell’Ospedale del 1743 afferma che la professoressa Candida dalla viola “ha il privilegio di dare lezioni ad Anna Giovanna Lucia Bon in questo luogo pio”.


Anna Bon utilizza, nelle composizioni del periodo di Bayreuth, elementi di “Empfinsamkeit” ovvero lo “stile della sensibilità”. Essi sono una variante allo “stile galante” di matrice squisitamente illuministica che voleva esprimere, nel corso di una composizione musicale, non più la descrizione di un solo “affetto” ma una molteplicità di stati emotivi capaci di alternarsi nello sviluppo dell’opera creativa.
La compositrice, nella sua dedica a Federico margravio di Brandeburg, tiene a precisare che “se però si incontrano alcuni passi non molto comodi per il Flauto, perdonerà l’Altezza Vostra Serenissima, mentre essendo il mio Istrumento il Cembalo, non mi sono per anche cognite le finezze ed il facile portamento di questo […]”.
Anna quindi dichiara di non essere flautista ma clavicembalista e chiede scusa in anticipo se il suo Signore troverà difficoltà nell’esecuzione delle sue sonate.



Le 6 Sonate op.1 della Bon sono tutte in tre movimenti, quattro dei quali seguono il modello lento-veloce-veloce e due seguono la forma più comune veloce-lento-veloce.
Le Sonate contengono caratteristiche anche tipicamente italiane, una cantabilità che si può far risalire agli anni trascorsi a Venezia e l’influenza di autori, primo fra tutti Platti, con le sue sonate per flauto traversiere pubblicate anch’esse a Norimberga nel 1743.
Nell’analizzare le varie Sonate si possono trovare idiomi sia del primo periodo classico che del tardo barocco. La forma di queste sonate sono tutte in 3 movimenti e lo stile è tipicamente associabile al primo periodo classico. Tutti i movimenti di ogni sonata sono nella stessa tonalità, una tradizione tipica della suite da ballo barocca.
I fraseggi non sono estesi ed ogni movimento è tematicamente indipendente. La gamma delle sue melodie è mantenuta entro un’ottava e spesso i contorni degli accordi sono usati come materiale melodico.
Armonicamente, la maggior parte dei movimenti segue la pratica standard di modulazione alla dominante se proveniente da una tonalità maggiore oppure segue la modulazione alla relativa maggiore se proviene da una tonalità minore. Le sue modulazioni sono logiche e chiare e si riaffermano i principi dell’architettura tonale.
Una copia manoscritta dell’op.1 di Anna Bon si trova a Copenaghen e appare essere una copia dell’edizione stampata originale. 

venerdì 14 ottobre 2022

Ebenezer Gryce



Ebenezer Gryce, Stati Uniti, 1878 / Anna Katharine Green

Abile e competente anche se non particolarmente brillante, Ebenezer Gryce è un uomo massiccio che svolge le sue indagini passo dopo passo, indugiando sui minimi dettagli e basandosi sui più minuti particolari.
Personaggio schivo e modesto, si riallaccia alla tradizione dei detective scrupolosi ed esclusivamente professionali che hanno avuto i loro probabili progenitori nell'ispettore Bucket di Dickens e nel sergente Cuff di Collins. Inoltre, parla con competenza dei più svariati argomenti e, un po' come Sherlock Holmes, sa addirittura distinguere i vari tipi di sigarette e sigari dalla loro cenere.



Infine, caratteristica davvero insolita per un poliziotto, «non guarda mai direttamente in faccia nessuno... Se il suo sguardo si posava da qualche parte era sempre sopra qualcosa di insignificante vicino a voi: un calamaio, un libro o un bottone».
Ebenezer Gryce esordisce nel primo romanzo poliziesco scritto da Anna Katharine Green (comunemente considerato il primo giallo scritto da una donna) e sarà in seguito affiancato di tanto in tanto nelle sue indagini da una curiosa partner Amelia Butterworth, il cui ruolo costituisce una piacevole variazione sulla classica figura della "spalla". 


Il mistero delle due cugine, primo romanzo della Green con Ebenezer Gryce, ha avuto una versione cinematografica nel 1923.


giovedì 13 ottobre 2022

Anna Amalia di Hohenzollern


(Berlino, 9 novembre 1723 – Berlino, 30 marzo 1787)

E' stata una principessa, compositrice e badessa prussiana. Anna Amalia era la sorella minore di Federico II di Prussia in quanto figlia di Federico Guglielmo I di Prussia e di Sofia Dorotea di Hannover.
Nata a Berlino, ella era nata con una particolare predisposizione alla musica ed agli strumenti musicali, imparando presto a suonare il clavicembalo, il flauto ed il violino, ricevendo le prime lezioni proprio dal fratello dal quale aveva 11 anni di differenza.

In un primo momento suo padre pensò di sposarla al principe ereditario di Svezia, ritenendola molto più adeguata di sua sorella Luisa Ulrica, definita da Federico II stesso di temperamento arrogante e intrigante, il che avrebbe solo portato scompiglio su un trono così delicato per le relazioni della Prussia con altri paesi, mentre la giovane Anna Amalia sarebbe stata un duttile strumento per la politica prussiana in Svezia. Malgrado questo e forse intuendo il gioco di potere, la corona svedese optò per Luisa Ulrica e Anna Amalia rimase sola e abbandonata a un passo dal matrimonio.
Nel 1743, Anna sposò segretamente il barone Friedrich von der Trenck, un uomo le cui avventure ispirarono nelle opere Victor Hugo e Voltaire. Il matrimonio venne ovviamente tenuto segreto perché per questioni dinastiche ella sarebbe dovuta andare in sposa a un principe di casa regnante di alto lignaggio. Quando suo fratello Federico II, che era salito al potere nel 1740, scoprì l'inganno e il fatto che la sorella era incinta, la rinchiuse immediatamente nell'Abbazia di Quedlinburg, un luogo di riguardo ove molte donne aristocratiche venivano inviate in caso di nascite scomode fuori dal matrimonio. Il matrimonio di Anna Amalia venne annullato su richiesta di Federico II e il barone von der Trenck venne imprigionato per 10 anni, anche se continuò a tenere una fitta corrispondenza con l'amata, sino alla morte.

Data la sua posizione, Anna divenne Badessa di Quedlinburg nel 1755, divenendo così una donna ricca e in vista. Tale carica era però puramente formale e le consentiva praticamente solo una ricca rendita di cui disporre. Fu per questo che la giovane principessa scelse di vivere in prevalenza a Berlino, dove poté coltivare la propria passione per la musica, divenendo patrona di molti compositori dell'epoca.

Nel 1758, Anna iniziò uno studio sistematico della teoria musicale e della composizione, ingaggiando a proprio tutore Johann Philipp Kirnberger, che era stato studente di Johann Sebastian Bach. Ella compose musica da camera come sonate per flauto e scrisse la musica per la cantata della Passione di Ramler (La Morte di Gesù); quest'ultimo era inoltre uno dei pezzi da lei più apprezzati. Solo una parte delle sue composizioni sono però giunte sino a noi in quanto molte di queste sono state distrutte da lei stessa, timorosa ed autocritica sulle proprie produzioni. Ella si distinse anche come collezionista di musica antica, conservando circa 600 volumi di importanti compositori come Johann Sebastian Bach, George Frideric Handel, Georg Philipp Telemann, e altri.
Morì il 30 marzo 1787 a Berlino e la sua salma fu tumulata nella cappella degli Hohenzollern del Duomo di Berlino.

martedì 11 ottobre 2022

André Boucourechliev


(Sofia 28 luglio 1925 - Parigi 13 novembre 1997)

Compositore francese nato nel 1925 a Sofia (Bulgaria) morto nel 1997.
André Boucourechliev ha studiato all'Accademia di musica di Sofia e all'École Normale di Parigi. Ha iniziato la carriera come pianista prima di dedicarsi alla composizione, all'insegnamento e allo studio del linguaggio musicale. Dopo i primi lavori preparati alla RAI e all'ORTF (Texte 1, 1958), si esibisce al Domaine Musical (Signes, 1961). Ha ottenuto riconoscimenti internazionali con le sue opere "aperte", inclusa la serie di Archipel (1967-1970). Evitando l'uso del serialismo, rimase per sempre attaccato alla poesia dell'indeterminismo. Il suo catalogo comprende anche Ombres (1970), Anarchipel (1971), Thrène (1974, preparato al GRM), Six études d'après Piranèse (1975), un Concerto per pianoforte (prima assoluta di Claude Helffer nel 1975), Le nom d' Œdipe (1978), Ulisse (1980), Le miroir (1987), Frammenti di Trois de Michel-Ange (1995). Instancabile pedagogo, ha insegnato in particolare all'Università di Aix en Provence (1976-1985) e all'École Normale Supérieure di Parigi (1985-1987). Fu anche autore di numerose pubblicazioni.



Anarchipel, per Ensemble di 6 strumenti (1972)
Brigitte Sylvestre, arpa
Elisabeth Chojnacka, clavicembalo
Françoise Rieunier, organo
François-Frédéric Guy, pianoforte
Roland Auzet, percussioni
Jean-Pierre Drouet, percussioni.


venerdì 7 ottobre 2022

Dylan Dog

 


Dylan Dog, Italia, 1986 / Tiziano Sclavi e Angelo Stano

Creato graficamente da Claudio Villa, che ha inoltre realizzato le prime quaranta copertine della serie, anche se la prima storia pubblicata è stata disegnata da Angelo Stano, Dylan Dog è un detective molto particolare. Noto anche come l'indagatore dell'incubo, ha il volto dell'attore inglese Rupert Everett e vive e lavora a Londra. 



Non sappiamo praticamente nulla del suo passato né dei motivi che l'hanno spinto a lasciare la polizia per dedicarsi a questa insolita professione. Vive con il suo assistente Groucho, che assomiglia come una goccia d'acqua all'attore Groucho Marx e passa la maggior parte del tempo a dire incredibili freddure, e lavora spesso in stretto contatto con l'ispettore Bloch, che era il suo "capo" quando lui era ancora un poliziotto.



Non ama viaggiare in aereo, suona il clarinetto e lavora da tempo immemorabile al modellino di un galeone spagnolo. Ha quasi sempre a che fare con splendide fanciulle, tutte giovani e disponibili, e con mostri e mostriciattoli di ogni tipo che ne combinano davvero di tutti i colori.



Tra gli avversari ricorrenti il professor Xabaras, incarnazione del male allo stato puro, e il professar Hicks, un chirurgo esperto in genetica. Ricchissime di riferimenti a film e romanzi dell'orrore - tanto che per i lettori cercare di scoprirli è diventata ormai una sfida abituale - le storie di Dylan Dog (realizzate da vari disegnatori tra i quali possiamo ricordare almeno Trigo, Roi, Casertano, Dell'Uomo e la coppia Montanari-Grassani) sono pubblicate da Sergio Bonelli Editore e sono state il maggior successo editoriale italiano della fine degli anni Ottanta. 



Alcune storie brevi a colori, scritte da Tiziaono Sclavi e disegnate da Corrado Roi, sono apparse su Comic Art a partire dal gennaio 1990, mentre l'anno successivo è stato creato un gioco di ruolo con l'ormai popolarissimo indagatore dell'incubo.

Cinema

Dylan Dog - Il film (Dylan Dog: Dead of Night, 2010, regia di Kevin Munroe): lungometraggio ispirato al fumetto, dal quale tuttavia si discosta notevolmente. Nonostante i diritti per l'adattamento siano stati regolarmente acquistati, la Sergio Bonelli Editore ha ignorato il film nelle proprie pubblicazioni, non contribuendo alla sua promozione.



L'attore Rupert Everett, ispirazione per le fattezze del personaggio, divenne poi protagonista del film Dellamorte Dellamore (1994) diretto da Michele Soavi, nel ruolo di Francesco Dellamorte, personaggio ideato da Sclavi per il romanzo omonimo e antesignano di Dylan Dog.



Dylan Dog
Indagatore dell'incubo
Nato Venerdì 26 settembre 1986


giovedì 6 ottobre 2022

André Bloch


(Wissembourg, 14 gennaio 1873 – Parigi, 7 agosto 1960)

Questo ex allievo di Massenet, le cui opere oggi non vengono più eseguite, scrisse tuttavia musica elegante, tra cui si segnalano poesie sinfoniche accuratamente orchestrate: Au Béguinage (1931), eseguita in particolare il 15 gennaio 1956 al Théâtre des Champs-Elysées da Josef Krips a capo dell'orchestra Concerts du Conservatoire; Kaa, dato per la prima volta ai Concerts Colonne il 2 aprile 1933, che, ispirato a un episodio del "Libro della giungla" di Rudyard Kipling, racconta la storia del giovane Mowgli, prigioniero del Popolo delle Scimmie e liberato dal potere del fascino di Kaa, il gigantesco pitone serpente; L'Isle nostalgique, (1945, Fougères), e una bellissima Suite palestinese per violoncello e orchestra (1948), una rapsodia tematica in 4 episodi che dimostra l'abilità del suo autore. Questo è senza dubbio il suo successo più importante in questo campo. 

Nato a Wissembourg (Alsazia) il 14 gennaio 1873, dal matrimonio legittimo di Jacob (Jacques) Bloch, rabbino a Wissembourg poi a Parigi, e Berthe Manheimer, André Bloch si iscrisse prestissimo al Conservatorio Nazionale di Musica di Parigi, dove studiò con Ernest Guiraud e Jules Massenet. 2° medaglia di solfeggio nel 1883, all'età di 10 anni ottenne l'anno successivo il 1°, poi 1° premio in pianoforte nel 1889, un 1° premio in armonia nel 1890. Nel 1892 entrò al Concours de Rome e fu premiato con un secondo Secondo Premio con la cantata Amadis, dietro Henri Büsser. Tuttavia, quell'anno l'Accademia di Belle Arti non credette di dover assegnare un Gran Premio. L'anno successivo vince il premio finale con la cantata Antigone (Heugel), su testo di Fernand Beissier.

Al suo ritorno da Roma all'inizio del 1898, André Bloch si dedicò all'insegnamento dell'armonia presso il C.N.S.M. dove rimase per molti anni fino a quando fu licenziato dal suo incarico nel dicembre 1940 (fu Olivier Messiaen che subentrò nel marzo 1941). Lì aveva in particolare per l'allievo Jehan Alain. Insegnò anche all'Ecole des Hautes Etudes Musicales, meglio conosciuta come il Conservatorio americano di Fontainebleau. Questo, ricordiamolo, era stato installato dal 1921 nell'ala Luigi XV del castello. Guidata per diversi decenni da rinomate personalità musicali: Francis Casadesus, Charles Widor, Maurice Ravel, Marcel Dupré, Robert Casadesus e Nadia Boulanger (1949), questa scuola divenne rapidamente un luogo privilegiato per incontri artistici tra Francia e Stati Uniti. . Molti altri studenti, tra cui Fernand Oubradous, hanno potuto beneficiare di lezioni private tenute anche da André Bloch. Il suo nome era noto anche ai giovani scolari, che prima della guerra ricevevano le prime nozioni di musica con l'aiuto delle sue Cento lezioni per l'uso delle scuole primarie (Gras, 1934).


Oltre alle opere già citate, dobbiamo opere di André Bloch: Maïda (1909, Enoch), Une nuit de Noël (1922), un "racconto blu" Brocéliande (Opéra, 1925, Heugel), Guignol, opéra-bouffe di cape et de trique in tre atti, quattro scene e un prologo, parole di Justin Godard e Henri Fabert (Heugel, 1939), dato all'Opéra-Comique nel 1949, un balletto Feminaland (1904), un Concerto-balletto per pianoforte e orchestra ( Fougères, 1947), Les Maisons de l'éternité, schizzi orientali per violoncello e orchestra (Gras, 1950), una Petite suite dominicale per piccola orchestra (Fougères), brani per pianoforte: Air à danser (Enoch), Tema vario, Andantino (Fougères), per pianoforte e flauto: Dans la palmeraie (Fougères), pianoforte e clarinetto: Denneriana (Gras, 1940), pianoforte e fagotto: Fantasia varia (Leduc, 1946), Scherzi, e melodie e duetti: Rivelazione a due voci a cappella (Ricordi), Mio padre mi diede marito per voce e pianoforte (Fougères), Dans les bois per voce e pianoforte... Il suo Concerto-balletto per pianoforte e orchestra, insieme al Concerto di Massenet, sono stati precedentemente registrati su disco 33 giri (MGM E3178) da Sondra Bianca e dalla Philharmonisches Staatsorchester di Amburgo, sotto la direzione di Hans- Jurgen Walther.



André Bloch morì il 7 agosto 1960 a Viry-Chatillon, vicino a Parigi. 

Aggiungiamo infine che il nostro vincitore del Prix de Rome ha diretto anche il coro della sinagoga di rue des Tournelles a Parigi, poi quello di rue Notre-Dame de Nazareth (dove era già in carica nel 1935), che era Ispettore delle Belle Arti per la musica e che aveva progettato, durante la Grande Guerra, un antenato del Sonar.

martedì 4 ottobre 2022

Anatoly Nikolayevich Alexandrov


(Mosca 25 maggio 1888 – 16 aprile 1982)

E' stato un compositore sovietico e russo di opere per pianoforte e altri strumenti e pianista. I suoi lavori iniziali avevano un elemento mistico, ma lo sminuì per adattarsi meglio al realismo socialista. Ha condotto una vita un po' ritirata, ma ha ricevuto numerosi riconoscimenti.
Come compositore, Alexandrov ha lavorato in molti generi, ma si è distinto nella musica vocale e strumentale da camera. È autore di opere, quartetti d'archi, sonate per pianoforte, romanzi, suite vocali e canzoni per bambini. Alexandrov è passato alla storia della musica come creatore di musica per pianoforte, in particolare come autore di 14 sonate per pianoforte. Molti dei suoi romanzi, basati sulle parole di Alexander Pushkin, Yevgeny Baratynsky, Fyodor Tyutchev, Anna Akhmatova, hanno ricevuto ampi consensi e sono diventati parte di un repertorio di artisti di spicco.

Anatoly Alexandrov è nato in una famiglia di musicisti. Sua madre, Anna Yakovlevna Alexandrova-Levenson, era una pianista, gli diede le prime lezioni di pianoforte e suo padre, Nikolai Alexandrovich Alexandrov, era un farmacista. Negli anni dell'infanzia di Anatoly, la famiglia si è spostata molto. Dal 1906 ripresero a vivere a Mosca. Quindi la madre di Alexandrov decise di trovare un insegnante per suo figlio. Dapprima Alexandrov iniziò a studiare armonia con lo studente di Taneyev Nikolai Zhilyayev, e poi contrappunto con Taneyev (1907-1910).

Nel 1910 entrò al Conservatorio di Mosca, dove studiò pianoforte con Konstantin Igumnov (fino al 1915) e opere musicali con Sergei Vasilenko. Fu allievo di Nikolai Zhilyayev, Sergei Taneyev e Sergei Vasilenko (teoria), Alexander Ilyinsky (composizione) e Konstantin Igumnov (pianoforte). Nel 1916 completò gli studi musicali. Alexandrov ha preso parte alla prima guerra mondiale. 

La sua prima musica ha rivelato l'influenza di Nikolai Medtner e Alexander Scriabin. Fu nominato professore al Conservatorio di Mosca nel 1923. Tra i suoi studenti c'erano futuri compositori come Nikolai Anosov, Nury Halmammedov, Mikhail Iordanskiy, Roman Ledenyov, Yuri Slonov, Elena Tilicheeva, Mikhail Meyerovich, Kirill Molchanov, Mansur Muzafarov, Nikolai Chemberdzhi, Joseph Neymark, Georgiy Mushel e molti altri. Per diversi anni è stato presidente della sezione di musica per bambini dell'Unione dei compositori dell'URSS. 
Fino al 1974 si è esibito in concerti come pianista, ha eseguito proprie opere musicali. Morì il 16 aprile 1982 a Mosca.


Viktor Belyaev, il primo biografo di Alexandrov, scrisse nel 1926: "Se Myaskovsky è un pensatore e Feinberg uno psicologo, allora Alexandrov è, prima di ogni altra cosa, un poeta". Alexandrov fu anche un forte sostenitore di Stanchinsky e curò gran parte delle sue composizioni per la pubblicazione.