(Cuneo 28 gennaio 1757 – 6 agosto 1821)
Antonio Bartolomeo Bruni è stato un violinista, compositore e direttore d'orchestra italiano. Bruni nacque e morì a Cuneo, in Italia. Per la maggior parte della sua vita ha risieduto, suonato e composto a Parigi.
E' ricordato anche come ottimo didatta; sotto questo profilo la sua opera più importante è il “Metodo per la viola”, edito in Italia fino al 1962.
Nasce a Cuneo; studia a Torino con Gaetano Pugnani e, secondo il Fétis, a Novara con Speziani. Si trasferisce a Parigi dove trova impiego nell’orchestra del Teatro degli Italiani; nel mese di maggio del 1780 esordisce come violinista e compositore al Concert Spirituel presentando con gran successo un concerto per violino. Nel 1782 pubblica la sua prima raccolta di composizioni strumentali, sei duetti per due violini. Nel 1786 va in scena al Théâtre de la comédie italienne la sua prima opera, “Coradin”, seguita nel 1787 da “Célestine”; gran successo ottiene nel 1789 “L’isola incantata”. Fino al 1805 saranno 21 le opere rappresentate a Parigi. Bruni, insieme a Giuseppe Maria Cambini e altri musicisti francesi, collabora al “Journal de violon”, edito a Parigi da Pierre-Jean Porro e madame Baillon, inoltre, nominato membro della Commissione temporanea delle Arti, tra il 1794 e il 1795 si occupa di catalogare gli strumenti e le collezioni di musica degli emigrati e dei condannati, i cui beni erano stati confiscati dal Direttorio.
Nel 1806 Antonio Bartolomeo Bruni ritorna nella sua città natale. Poco si conosce dell’attività in questi ultimni anni; si ha notizia di una cantata composta per la visita a Cuneo di Vittorio Emanuele I di Savoia.
Autore prolifico, Antonio Bartolomeo Bruni lascia anche moltissima musica strumentale, una cinquantina di studi per violino e altrettante lezioni di canto, oltre a un metodo per violino e il citato metodo per viola. La sua produzione operistica raggiunge l’apice nel decennio della Rivoluzione Francese, 1789-1799; “L’officier de fortune, ou Les deux militaires” e “Il maggiore Palmer” sono le opere più interessanti di questo periodo, sia per il contenuto patriottico, che per la materia militare. Entrambi i lavori pongono l’accento sull’ideale, tipicamente rivoluzionario, del “cittadino” chiamato alle armi per difendere la Patria dalle forze avverse alla rivoluzione.
Al culmine del "terrore" francese, intorno al 1791, Bruni scrisse Un Inventaire sous la terreur che elenca strumenti musicali recuperati da famiglie nobili. Questo inventario è stato pubblicato da J. Gallay, editore (Parigi: Georges Chamerot, 1890). Nell'opera accademica The Hurdy-Gurdy in Eighteenth-Century France di Robert E. Green (Indiana University Press, 1995), in cui è annotato il testo di Bruni, Green dice dell'inventario di Bruni "da 111 famiglie nobili (esso) ne elenca sei che possedevano vielles (ghironda)." p. 17. Nel romanzo di fantasia The Piano Tuner di Daniel Mason dove questa vicenda viene nuovamente riferita così: "Fu costituita una Commissione Temporanea delle Arti e... Bruni... fu nominato Direttore dell'Inventario. Per quattordici mesi raccolse gli strumenti dei condannati. In tutto furono raccolti più di trecento, e ognuno porta la sua tragica storia". Mason prosegue dicendo che 64 erano pianoforti.
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