domenica 30 novembre 2025

Progressive Spin, puntata 25



Tale Cue - Vertigo
Cardiacs - Pet Fezant
Spock's Beard - Next Step
Riffstone - Plantagenets
Riffstone - Live Your Dreams Away


 

sabato 29 novembre 2025

SNMN, puntata 25



Clamore - Sogno A Occhi Aperti
Altomare - Eterni
Ataraxic Void - Clearance
Samuele Cavallo - Libero (feat. Flavio Gismondi)
detto Ferrante Anguissola - I fiumi di Lombardia
Steve: Colpo al cuore
Johnny Ponta: Non mi sazio mai
Adolfo Durante - Solo la pioggia
Sebak - Io (Non Mi Arrendo)
Zen Hobo - Señorita
Good Morning Cernobyl' - Murderer City
BlessedKing - Babination
Mother Mary Mood - KA.DINGIR.RA
Guilty of Joy - On My Way


 

venerdì 28 novembre 2025

La scomparsa di Stephanie Mailer, di Joël Dicker


Trama 
30 luglio 1994. La cittadina di Orphea, stato di New York, si prepara a inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale, quando un terribile omicidio sconvolge l'intera comunità: il sindaco viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio. Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene affidato e risolto da due giovani, promettenti, ambiziosi agenti, giunti per primi sulla scena del crimine: Jesse Rosenberg e Derek Scott. 23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, ora capitano di polizia, a una settimana dalla pensione viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto, che la persona a suo tempo incriminata è innocente. Ma la donna non ha il tempo per fornire le prove, perché pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa. Che cosa è successo a Stephanie Mailer? Che cosa aveva scoperto? Se Jesse e Derek si sono sbagliati sul colpevole vent'anni prima, chi è l'autore di quegli omicidi? E cosa è davvero successo la sera del 30 luglio 1994 a Orphea? Derek, Jesse e una nuova collega, la vicecomandante Anna Kanner, dovranno riaprire l'indagine, immergersi nei fantasmi di Orphea. E anche nei propri.


Mio Parere

Ci sono romanzi che non si limitano a intrattenere: ti sequestrano.La scomparsa di Stephanie Mailer è uno di quelli. Joël Dicker costruisce un thriller che vibra come una corda tesa, dove ogni capitolo rincorre il successivo con la stessa fame con cui si cercano risposte nella vita reale.Quello che più colpisce è il modo in cui Dicker mette in scena la memoria: fragile, distorta, capace di tradire. Ogni personaggio porta con sé una porzione di verità, ma anche un peso, una crepa, un dolore mai dichiarato apertamente. La scomparsa della giornalista Stephanie diventa così solo la scintilla iniziale: quello che davvero il romanzo racconta è il momento in cui tutte le nostre certezze,quelle personali, professionali, affettive, si incrinano senza far rumore.

La struttura del libro è una danza perfetta tra presente e passato, e Dicker la gestisce con quella sua scrittura “pulita ma piena”, sempre attenta al ritmo, sempre pronta a far scattare un nuovo tassello narrativo. Non ci sono tempi morti; ci sono solo personaggi vivi, complessi, che ti fanno venire voglia di seguirli anche quando non sai se fidarti.
La cittadina fittizia di Orphea è descritta con tale nitidezza da diventare un personaggio a sé: elegante, rassicurante, ma con un’ombra lunga che si allunga sui ricordi degli abitanti. È quel tipo di ambientazione che ti fa percepire il thriller non come un gioco d’intrecci, ma come un mondo vero, dove ogni gesto potrebbe cambiare tutto.

È questo che rende Dicker così magnetico: la capacità di trasformare un’indagine in un viaggio emotivo.
Ci si accorge presto che ogni pagina non cerca solo di risolvere un caso, ma di smontare le piccole menzogne con cui ci proteggiamo ogni giorno.
È un romanzo che consiglio a chi ama i thriller costruiti con precisione chirurgica, ma anche a chi cerca storie che lasciano un segno sotto pelle. Perché una volta chiuso, La scomparsa di Stephanie Mailer non smette di parlarti: continua a farti domande, continua a tenerti lì, come solo certi libri sanno fare.

Shaft


 

Stati Uniti, 1970 / Ernest Tidyman

Investigatore privato di colore, violento e rissoso, John Shaft vive al Greenwich Village, il quartiere degli artisti di New York, e ha il suo ufficio in Times Square. Orfano e cresciuto tra la violenza delle strade della periferia, avrebbe potuto diventare un criminale. Ma poi ha combattuto in Vietnam, comportandosi da eroe, tanto da guadagnarsi una medaglia al valore, e al suo ritorno in patria ha deciso di fare il poliziotto privato. 



Ha molti amici nella malavita e pochi nella polizia, anche se gode della stima e della fiducia del tenente Victor Androzzi, che talvolta lo leva dai guai nei quali finisce col mettersi a causa dei suoi metodi assai poco ortodossi.



Creato nel 1970 dallo statunitense Ernest Tidyman (1928-1984), questo personaggio è stato portato sullo schermo dall'attore Richard Roundtree all'inizio degli anni Settanta in tre film - Shaft il detective, Shaft colpisce ancora e Shaft e i mercanti di schiavi - che diedero il via a una produzione destinata a un pubblico di colore.



 

giovedì 27 novembre 2025

Silver Surfer



Silver Surfer, alter ego di Norrin Radd, è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1966 e pubblicato dalla casa editrice statunitense Marvel Comics.

Silver Surfer è un alieno umanoide con pelle metallica che può viaggiare nello spazio con l'aiuto della sua imbarcazione simile a una tavola da surf. Originariamente un giovane astronomo di nome Norrin Radd sul pianeta Zenn-La, ha salvato il suo pianeta natale dal divoratore di pianeti, Galactus, servendo come suo araldo. Intriso, in cambio, di una parte del Potere Cosmico di Galactus acquisì un vasto potere, un nuovo corpo e un velivolo simile a una tavola da surf su cui poteva viaggiare più veloce della luce. Ora noto come Silver Surfer, ha vagato per il cosmo alla ricerca di pianeti che Galactus potesse consumare. Quando i suoi viaggi lo portarono sulla Terra incontrò i Fantastici Quattro, che lo aiutarono a riscoprire la sua nobiltà di spirito. Tradendo Galactus, salvò la Terra ma fu esiliato lì come punizione.

Silver Surfer è presentato come un araldo extraterrestre di Galactus, il potentissimo divoratore di mondi, che lo prelevò in cambio della salvezza del suo pianeta natale (Zenn-La) e gli conferì i suoi superpoteri, inclusa l'epidermide argentea che rende il suo corpo quasi invulnerabile e la capacità di viaggiare a incredibile velocità negli spazi siderali con l'ausilio di un'inusuale tavola da surf, che in tutti i fumetti è sempre stata definita dallo stesso Norrin "asse".




Richard Marsten: L'era del dinosauro, n.64

 



L'Autore, Richard Marsten, ci porta, con questo straordinario e avvincente racconto, cento milioni di anni indietro nel tempo, nell'epoca in cui l'uomo non era ancora comparso sulla faccia della terra e il mondo era popolato di rettili giganteschi. Gli uomini hanno scoperto il mezzo di viaggiare nel tempo e una comitiva di cacciatori intraprende questo viaggio nel passato. Il viaggio sarebbe pericoloso, se non venisse creato un campo di forza di protezione, una specie di schermo invisibile, ma più solido di una parete rocciosa, che divide la pista obbligatoria sulla quale i viaggiatori devono tenersi, nei loro spostamenti attraverso le vergini foreste dell'era mesozoica, e la terra quasi ancora vergine, popolata da mostruosi rettili, alcuni dei quali carnivori. Ma uno dei viaggiatori, per suoi scopi segreti, infrange volutamente la barriera di protezione. Tutta la comitiva si trova così alla mercè dei rettili. Il viaggio dura una settimana e se alla fine i cacciatori non si troveranno nel luogo fissato per poter tornare nel presente, saranno dispersi per sempre nel passato. Riusciranno, assillati e perseguitati come sono dai pericoli più terribili? E' quanto racconta questo romanzo, che, divertendo, istruisce.


mercoledì 26 novembre 2025

Gabriela Montero

(Caracas, 10 maggio 1970)

 
Nata a Caracas, Venezuela, da madre statunitense e padre venezuelano, Montero aveva sette mesi quando i suoi genitori, su insistenza della nonna materna, misero un pianoforte nel box. Era stato comprato come regalo di Natale per un cugino più grande. Usava l'indice destro per suonare le singole note, senza mai sbatterlo con il pugno, con grande sorpresa dei genitori e della nonna. È diventato il suo giocattolo preferito. Veniva messa a dormire ogni notte da sua madre, che le cantava la melodia dell'inno nazionale venezuelano, una tradizione nel paese sudamericano.

Montero ha iniziato le lezioni formali di pianoforte all'età di quattro anni con Lyl Tiempo, un'insegnante di pianoforte argentina che risiedeva a Caracas, e ha dato la sua prima esibizione pubblica all'età di cinque anni. All'età di otto anni, ha fatto il suo debutto in concerto al Teatro Nazionale di Caracas eseguendo l'intero Concerto per pianoforte in Re Maggiore con l'Orquesta Nacional Juvenil de Venezuela (Orchestra Nazionale Giovanile del Venezuela), diretta da José Antonio Abreu. All'età di nove anni, le è stata assegnata una borsa di studio dal governo venezuelano per studiare negli Stati Uniti. Dal 1990 al 1993 ha studiato alla Royal Academy of Music di Londra con Hamish Milne. Nel 1995, ha vinto il terzo premio al XIII Concorso Pianistico Internazionale Chopin.

Dal primo contatto col pianoforte, Gabriela Montero ha sempre improvvisato e ha deciso di farlo anche in pubblico per volere di Martha Argerich che le disse di non aver paura del fatto che la gente l'avrebbe trovato inopportuno.

Dopo aver eseguito un concerto, la pianista venezuelana invita spesso il suo pubblico a chiedere una melodia per le sue improvvisazioni. A volte, anche l'orchestra può suggerire un tema. 
«Quando improvviso, mi collego al mio pubblico in un modo assolutamente unico perché l'improvvisazione è una parte importante di chi sono ed è il modo più naturale e spontaneo in cui mi posso esprimere... Improvviso da quando le mie mani hanno toccato la tastiera per la prima volta, ma per molti anni ho tenuto segreto questo mio modo di suonare. Poi, un giorno, Martha Argerich mi ha sentito improvvisare ed è rimasta come in estasi. In effetti, è stata Martha a convincermi che era possibile combinare la carriera di artista classico con questo mio lato piuttosto singolare.»

La pianista venezuelana Gabriela Montero è una delle poche artiste classiche in grado di improvvisare su qualsiasi tema proposto dal pubblico, creando così un ponte con il jazz e altri generi musicali.
Gabriela Montero sfrutta sempre di più questa capacità nella composizione: lo dimostra la prima del suo "Concerto latino" il 20 marzo 2016 al Gewandhaus di Lipsia e registrato in Cile qualche anno dopo, il brano "è una riflessione chiaroscurale su chi siamo come continente, tra oscurità e luce", ha affermato. "Ha tutti i ritmi, il fascino e la sensualità che la gente ama dell'America Latina, ma sfortunatamente, queste caratteristiche impediscono al mondo di notare realmente cosa sta succedendo. Quindi non è un brano politico, ma una dichiarazione: non è tutto oro ciò che luccica".

martedì 25 novembre 2025

Arnaldo Fraccaroli - L'autocasa, 1943






 

Agatha Christie: Il pericolo senza nome, n.64


Poirot si trova in vacanza in Cornovaglia con il fedele amico Arthur Hastings e incontra l'affascinante Nick Buckley. Casualmente la giovane racconta di essere scampata per ben tre volte alla morte in pochi giorni, affermando di essere stata molto fortunata, ma che si è trattato di semplici incidenti. Poirot non ne è convinto, e i suoi sospetti trovano conferma quando Maggie, la cugina di Nick, viene assassinata.

   

domenica 23 novembre 2025

Progressive Spin, puntata 24



Deposed King - Rêverie
Jonas Lindberg & The Other Side - End Of The Road
Demo Remudo - Helix
Cardiacs - Pet Fezant
Colin Masson - Fallen Eagle


 

sabato 22 novembre 2025

SNMN, puntata 24


Lieberman Oil - Mi dj
Lulu Fantasia - Principe Alì
Mau Luc - Come canne al vento
Atom Lux - Death by Small Talk
Nakhash - Il tuo funerale
Helikon - The Broken Crown
Rosita Brucoli - Siamo stati guai
Asyab - Carabiner
Ada - Frigo vuoto specchio
Don Pasquale Ferone - Meraviglie
FakeU7777 - Sogni d'oro
Frà Sorrentino - C'è chi dice
The Sun - Tu al mio posto
I Malati Immaginari - Qualcosa che non parli di te
Cecilia Quad - Su di noi


 

venerdì 21 novembre 2025

Doctor Strange - Quando la caduta ti apre un mondo che non pensavi di meritare

 

Trama
Il film racconta la storia del neurochirurgo di fama mondiale Stephen Strange, la cui vita cambia per sempre dopo che un terribile incidente automobilistico lo priva dell’uso delle mani. Quando la medicina tradizionale si dimostra incapace di guarirlo, Strange è costretto cercare una cura in un luogo inaspettato: una misteriosa enclave nota come Kamar-Taj. Scoprirà presto che non si tratta soltanto di un luogo di guarigione, ma della prima linea di una battaglia contro invisibili forze oscure decise a distruggere la nostra realtà. Presto, Strange imparerà a padroneggiare la magia e sarà costretto a scegliere se fare ritorno alla sua vita agiata o abbandonare tutto per difendere il mondo e diventare il più potente stregone vivente.


Mio parere


Quando ho visto per la prima volta Doctor Strange, non ero preparata all’impatto emotivo che mi avrebbe lasciato addosso. Pensavo di trovarmi davanti al classico film spettacolare della Marvel, pieno di effetti speciali, combattimenti e ironia. Invece mi sono ritrovata dentro una storia che mi ha parlato in modo diretto, quasi personale, soprattutto all’inizio.
Stephen Strange è un medico straordinario. Le sue mani non sono solo strumenti: sono la sua identità, la sua sicurezza, il suo modo di stare al mondo. Il film te lo fa percepire subito. Quel modo preciso di muoversi, la fiducia assoluta nei gesti, la sensazione che tutto sia sotto controllo. E proprio per questo, quando l’incidente arriva, la caduta è devastante.

È uno dei rari momenti dei cinecomic in cui mi sono sentita davvero toccata.
Non per la spettacolarità, ma per la verità.
Strange si ritrova improvvisamente prigioniero del suo stesso corpo. Le sue mani tremano, non rispondono, non sono più ciò che erano. E in quei minuti ho provato una stretta allo stomaco che non mi aspettavo. L’ho sentita come una ferita condivisa. La perdita dell’autonomia, la frustrazione di non poter fare ciò che si faceva prima, il tentativo disperato di “tornare come prima” a qualsiasi costo. È un dolore silenzioso, quello che passa dalle sue espressioni, e che per me è stato immediatamente riconoscibile.
Da lì inizia un viaggio che, più che fisico, è mentale. Strange ha perso il controllo e non accetta di convivere con questa nuova versione di sé. Va ovunque, prova ogni trattamento, si aggrappa a ogni promessa di guarigione. E ogni volta si scontra con il limite.

Ed è proprio in questo punto che il film inizia a trasformarsi.
La parte “supereroistica” è quasi un contorno. Sì, ci sono magie, dimensioni impossibili, scene visivamente incredibili che sembrano sognate più che viste. Ma il cuore del film non sono i poteri. È la possibilità di cambiare direzione quando la strada davanti è crollata. È il coraggio di smettere di inseguire ossessivamente ciò che è stato e iniziare a vedere ciò che potrebbe essere.

Quello che mi ha colpita è come Strange, passo dopo passo, inizi a ricostruirsi da zero. Non come medico, non come genio, non come “quello che era prima”, ma come essere umano che deve imparare di nuovo a fidarsi di sé. Non c’è glorificazione del dolore, non c’è romanticismo della sofferenza. C’è una trasformazione lenta, difficile, a tratti crudele, ma autentica.
E tutta la dimensione magica diventa una metafora: quando il corpo non funziona come dovrebbe, la mente può aprire nuove vie. Non soluzioni facili, non scorciatoie, ma possibilità.
E questa è la parte che mi ha scaldato di più.
Doctor Strange,è un film che non parla di supereroi. Parla di cadute, di limiti, di perdite, e del momento in cui decidi di non essere definito da ciò che non puoi più fare. Parla di quel punto fragile in cui la vita ti costringe a ricominciare, che lo tu voglia o no.


Ogni volta che lo rivedo, mi ricorda che la forza non arriva solo dal corpo. A volte nasce proprio dal punto in cui ci si spezza.

The Shadow



Stati Uniti, 1931 / Maxwell Grant (Walter Brown Gibson)

Misterioso giustiziere dalle numerose identità, oltre che a capo di un 'altrettanto misteriosa organizzazione votata alla lotta contro il crimine in tutte le sue forme, The Shadow ha il volto seminascosto da un cappello a larghe tese e da una sciarpa o dal bavero rialzato dell'immancabile impermeabile. 



Protagonista di storie notturne e ricche di atmosfere minacciose, questo personaggio era "nato" nel 1930 come voce radiofonica che presentava una trasmissione incentrata su storie poliziesche.



Il successo ottenuto aveva portato poi alla nascita di una serie di storie, scritte a partire dal 1931 da Walter Brown Gibson, che si firmava con lo pseudonimo di Maxwell Grant, e apparse inizialmente sulla rivista Detective Story e in seguito su una propria testata, The Shadow magazine, mentre dal 1932, dopo un referendum tra i lettori, l'illustratore George Rozan aveva incominciato a delinearne la fisionomia su qualche copertina. 



Alla fine degli anni Trenta diventa anche un personaggio dei fumetti - dal 1938 al 1942 è protagonista di una serie di strisce per i quotidiani realizzate da Yernon Greene e distribuite dal Ledger Syndicate, mentre dal marzo 1940 al novembre 1950 è titolare di una serie di comic books firmati sempre da Maxwell Grant, ma probabilmente scritti da un'équipe, e disegnati, piuttosto anonimamente, dallo studio di Jack Binder, con storie simili a quelle vissute dal primissimo Batman - anche se questi non hanno mai raggiunto la popolarità delle trasmissioni radiofoniche e dei racconti polizieschi.



Dopo un fallimentare tentativo di rilancio attuato a metà degli anni Sessanta dal gruppo Archie, che lo trasformerà in una specie di supereroe (The Monster Time lo classificherà tra i dieci peggiori fumetti mai pubblicati!), The Shadow è stato riproposto all'inizio del 1973 dalla DC Comics in un'ottima ver ione scritta da
Denny O'Neil e disegnata da Mike Kaluta. Tra gli altri autori di fumetti che e ne sono occupati in seguito meritano di essere ricordati almeno Frank Robbins e Howard Chaykin.

  

giovedì 20 novembre 2025

L'uomo ragno



La contaminazione tra le varie scuole fumettistiche nazionali è un fenomeno che negli ultimi anni è diventato sempre più appariscente, portando ad un incrociarsi di influenze e idee provenienti da tutte le realtà del panorama delle nuvole disegnate. Se questo è evidente nel come i canoni estetici del fumetto giapponese (purtroppo più spesso di quelli narrativi) hanno pesantemente trovato riscontro e seguito in molte opere, sia negli USA che in Italia, non va dimenticato come spesso nello stesso fumetto statunitense si respiri aria europea, tanto nello stile quanto nel disegno (quando non nei nomi stessi degli autori), né tantomeno, per fare un altro esempio, la crescente presenza italiana nel panorama francese.

Non ci si dovrebbe quindi stupire più di tanto che si sia arrivati ad una storia completamente fatto da autori italiani per una casa editrice statunitense, nel caso naturalmente la Marvel, ciononostante è anche comprensibile come questo possa essere visto come un vero e proprio piccolo evento, da tenere d’occhio e da segnare come possibile prima esempio di un futuro trend.

Il segreto del vetro vede all’opera due tra i più apprezzati autori italiani: Tito Faraci, sceneggiatore cresciuto in casa Disney, diventato uno dei più apprezzati autori di Diabolik e della Bonelli, nonché uno dei nomi più “caldi” del panorama italico; e Giorgio Cavazzano, disegnatore che forse non meriterebbe nessuna presentazione, ma che rischia di essere più noto per i suoi famosi paperi, essendo uno dei migliori interpreti italiani di Paperino & Co., piuttosto che per opere come La Città, in coppia con il compianto Bonvi, o Altai e Jonson con Tiziano Sclavi.

Fin dall’inizio, quindi, è chiaro come l’intento sia ben lontano dal tentativo della collana Europa, prova di creazione di un universo supereroistico made in Italy che anni addietro fallì per l’inconsistenza dei personaggi e delle trame, nonostante alcuni nomi importanti che vi lavorarono: in quest’opera, invece, si affida uno dei più famosi e amati personaggi non solo della Marvel, ma dell’intero immaginario popolare, ad una coppia di professionisti capaci e noti, per creare e produrre una storia completamente in Italia, direttamente per la Marvel USA, che la presenterà al pubblico americano.

Faraci si preoccupa di tessere un racconto molto lineare, chiaramente costretto dalla brevità dello spazio ad essere semplicemente un intermezzo, senza tanti riferimenti alle storie del ragnetto; un divertissement ambientato tra le calle di una Venezia in maschera che ne diventa la protagonista nascosta. Il tratto riconoscibilissimo di Cavazzano dimostra di trovarsi a suo agio con il personaggio, pur donandogli una propria caratterizzazione molto personale ma azzeccata. Se ad un primo sguardo la mano dell’autore italiano potrebbe far storcere il naso agli estimatori della collana originale, la sua interpretazione si colloca nella linea editoriale già tipica della collana Tangled Web, dove vari artisti, spesso lontani dall’ambiente supereroistico, si sono confrontati con l’Uomo Ragno, con risultati spesso brillanti.




Francis Carsac: Galassia maledetta, n.63

  



Un disco volante, come un uccello ferito, è costretto ad atterrare nella radura di un bosco del Périgord, in Francia, e un medico geniale e solitario, che si trova a passare di là, si incontra con lo strano equipaggio del disco - esseri bizzarri, molto simili agli uomini, ma con quattro dita per mano e la pelle di un verde smeraldo. Sono esseri docili e intelligenti, che il Dott. Clair cura nelle ferite riportate nell'incidente e che gli si affezionano pieni di gratitudine. E da questo momento, il giovane scienziato francese si trova a vivere la più straordinaria e meravigliosa avventura celeste che una creatura umana abbia mai potuto sognare. Al di là del ahun, o iperspazio dei matematici einsteniani, su pianeti circolanti intorno ai soli di Galassie così lontane da non appartenere più né allo spazio, né al tempo come noi li concepiamo, vivono gli esseri dalla pelle verde, gli Hiss, impegnati da millenni contro i Mislik, il popolo della Galassia maledetta. Figli dello spazio dove domina lo zero assoluto, i Mislik sono esseri magnetici, costituiti di sostanze metalliche, profondamente modificate dalle temperature super-gelide degli spazi cosmici. Essi odiano il calore, come il loro più grande nemico: ecco perchè da millenni la loro incomprensibile specie si adopera a spegnere ad una ad una le stelle del cielo. Solo quando l'universo sarà ridotto al "Massimo di entropia" potrà avere inizio la loro civiltà, non più ostacolata dalla luce e dal calore odiato. La lotta dei figli della luce contro i figli della tenebra della immane ghiaccia raggiunge momenti spaventevoli, ma Clair e gli Hiss... Ma i lettori scopriranno da sé il resto. La Galassia Maledetta è un grande romanzo di fantascienza, che diverte, affascina, atterrisce, che soprattutto fa pensare.

 

mercoledì 19 novembre 2025

Hans Gál

 

(Brunn am Gebirge, 5 agosto 1890 – Edimburgo 3 ottobre 1987)


Pianista, compositore e musicologo austriaco, affermatosi giovanissimo a Vienna e attivo a Magonza, riesce a preservare la propria brillante carriera minacciata dal nazismo emigrando nel Regno Unito; nel dopoguerra si apprezzano in particolare le sue autorevoli monografie su Brahms, Wagner, Schubert, Schumann e Verdi.

Nato nella cittadina di Brunn am Gebirge da genitori di origine ebrea, Hans Gál studia pianoforte con Richard Robert e composizione con Eusebius Mandyczewskz; si laurea all’Università di Vienna nel 1913 e la sua tesi sullo stile del giovane Beethoven viene pubblicata da Guido Adler sulla rivista Studien zur Musikwissenschaft.
Cessata la Grande Guerra, durante la quale combatte in Serbia e nei Carpazi, Hans Gál lavora all’Università di Vienna come Lettore per la Teoria musicale; si afferma come compositore soprattutto in Germania dove, nel 1923, ottiene un successo clamoroso con la sua seconda opera “L’anatra sacra” (Die heilige Ente), presentata a Düsseldorf sotto la direzione di George Szell. La sua reputazione si consolida con “La canzone della notte” (Das Lied der Nacht), la sua terza opera. Nel 1929, con il supporto di musicisti importanti come Wilhelm Furtwängler, Fritz Busch e Richard Strauss, è nominato direttore del Conservatorio di Magonza.

Nel 1933, con l’ascesa al potere di Hitler, Hans Gál è costretto a lasciare ogni incarico pubblico e la sua musica viene bandita; ritorna a Vienna, poi si rifugia in Gran Bretagna quando l’Austria è annessa alla Germania (1938, Anschluss). È intenzionato a migrare verso le Americhe ma si stabilisce a Edimburgo, chiamato da Donald Francis Tovey, dove trascorre il resto della sua vita. Fa eccezione il periodo tra maggio e settembre del 1940 vissuto nei campi di internamento al Donaldson’s Hospital di Edimburgo, a Huyton, vicino a Liverpool, e al Central Promenade Camp sull’isola di Man, raccontati nel suo diario “Musica dietro il filo spinato”.

Rimasto attivo fino alla morte, Hans Gál lascia più di 150 composizioni tra opere, musiche per orchestra, brani cameristici e vocali di vario genere; il suo ultimo lavoro importante sono 24 Fughe per pianoforte composte all’età di 90 anni.
Il suo stile, inizialmente influenzato dalla musica di Brahms, acquista nel corso degli anni ’20 caratteristiche proprie e guarda verso particolari impasti sonori, tuttavia senza mai allontanarsi dalla grande tradizione classica. Dopo la seconda guerra mondiale la sua musica appare obsoleta, superata dalle nuove avanguardie; a lungo viene trascurata e soltanto oggi è parzialmente riscoperta.


Il Divertimento per flauto, oboe, due clarinetti, tromba, due corni e fagotto, Op. 22, fu composto nel 1924, su commissione per il Festival di musica contemporanea del 1925 a Kiel, organizzato dall' 'Allgemeiner Deutscher Musikverein', nel cui comitato Gál servì successivamente, insieme ad Alban Berg ed Ernst Toch. Gál scrisse dell'opera: "È un 'divertimento' nel senso originale del termine: musica all'aperto nel carattere di una serenata, cinque movimenti di umori contrastanti, lirici e burleschi, concisamente strutturati e con la trama fitta della musica da camera."

martedì 18 novembre 2025

Jeno Heltai - L'uomo fotunato, 1948





 

Edgar Wallace: Il bandito invisibile, n.63

 


Harry Stone è in fuga da un passato che vorrebbe lasciarsi alle spalle. Ma il suo passato non sembra della stessa idea. Harry rientra in patria dalla Rhodesia giusto in tempo per assistere all'epilogo di un redditizio colpo notturno in una banca di Glasgow. È sicuro che uno dei banditi sia un suo ex compagno di cella, Bob Daney, svaligiatore inafferrabile, un vero e proprio incubo per la polizia. È l'occasione che aspettava: certamente il vecchio Bob non vorrà correre il rischio di una sua testimonianza oculare e si dimostrerà generoso, spartendo con lui il ricco bottino. Ma alla fine di un tragitto in macchina combinato tra i due uomini per chiudere l'affare, scenderà un solo passeggero. Al capitano Tim Jordan il compito di scoprire quale dei due, e soprattutto che fine abbia fatto l'altro.

  

domenica 16 novembre 2025

Progressive Spin, puntata 23



Lunatic Soul - Mind Obscured, Heart Eclipsed
Nemrud - The Fate
Gösta Berlings Saga - Forever Now
The Guildmaster - Blood And Oblivion
Jamie Parker - A Place I Can Disappear


 

sabato 15 novembre 2025

SMNM, puntata 23



Mesmerising - A Life Well Lived
Side74 - Meladia
Nessuno Escluso - Con Rabbia Ed Amore
Jaro Lynx - Midnight in My Mind
Dusk - Debole 
Martina Camargo - Me Robaste El Sueño
3 O'Clock - New Religion
Tosello feat. Edda - Salto nel vuoto
AndRea & Manu - Scelte sbagliate
Canoni Inversi - Il sole che sorse di notte
Hotel Monroe - Il futuro


 

venerdì 14 novembre 2025

Serpico



Stati Uniti, 1976 / Waldo Salt e Norman Wexler

Basata sulla biografia di Frank Serpico (già portata sullo schermo nel 1974 nell'omonimo film diretto da Sidney Lumet e interpretato da Al Pacino, che ottenne la nomination all'Oscar), questa serie di telefilm è durata soltanto una dozzina di episodi da 50 minuti, dal 24 Settembre 1976 al 28 gennaio 1977. 



David Birney, che interpretava Serpico sul piccolo schermo, non era certo Al Pacino, ma non bisogna dimenticare che anche le sceneggiature dei vari episodi non erano certo all'altezza della biografia scritta da Peter Maas né del film. 



Biografia e film avevano fatto un po' un mito di questo poco ortodosso poliziotto
newyorkese, totalmente onesto e idealista tanto da non essere per nulla amato neppure da certi suoi stessi colleghi, mentre il Serpico televisivo è un poliziotto qualsiasi, impegnato in indagini tutto sommato banali e prive di un qualche mordente.



Quando la serie fu interrotta, David Birney dichiarò che aveva dato le dimissioni perché si era stufato del personaggio, ma difficilmente la produzione avrebbe continuato la serie visti i bassi indici di ascolto.


  

giovedì 13 novembre 2025

Devil & Capitan America



"Devil & Capitan America: Doppia Morte" è il titolo di una storia a fumetti in cui i due supereroi Marvel uniscono le forze. In questa avventura, creata da Tito Faraci e Claudio Villa, Devil e Capitan America affrontano un nemico comune, mettendo in mostra le loro abilità e il loro coraggio. Il fumetto, pubblicato in Italia, è descritto come un'esaltazione della forza e della lotta contro il male, con i due eroi che si ritrovano a fronteggiare una minaccia che richiede la loro collaborazione per essere sconfitta. 
In questa storia, Capitan America e Devil uniscono le loro forze per combattere un nemico comune. Capitan America, con la sua forza e il suo scudo, rappresenta l'eroe americano, mentre Devil, con i suoi sensi acuti e le sue abilità da combattente, è un personaggio più oscuro e tormentato, ma entrambi sono uniti nella lotta contro il crimine. La storia mette in evidenza il contrasto tra i due personaggi, ma anche la loro capacità di collaborare e di superare le differenze per raggiungere un obiettivo comune. 
La storia scorre inizialmente parallela con i due protagonisti sulle tracce di un semi-dimenticato villain, il Seminatore di Morte. Non mancheranno di scontrarsi a causa delle trame del Seminatore, ma come da copione sapranno rifarsi, anche se il finale non è necessariamente la classica vittoria. Storia in sé non particolarmente degna di nota, non fosse per i nomi degli autori, molto verbosa, dai toni lenti rispetto agli standard americani. I disegni di Villa rendono i due personaggi solidi e massicci, evidenziando particolarmente la differenza di massa tra un agile Devil e uno statuario Capitan America. Nonostante la buona prova, non sempre Villa sembra in forma, e alcune pose risultano troppo legnose.




 

Theodore Sturgeon: Nascita del superuomo, n.62

  


I lettori di Urania conoscono già l'autore di questo eccezionale racconto attraverso il romanzo "Cristalli sognanti". Lo stesso fascino del meraviglioso su un piano di dolorante umanità traluce dal romanzo che ora presentiamo. E' la storia di sei esseri soli al mondo che incontrandosi scoprono d'aver ognuno un meraviglioso talento e che mettendosi insieme possono formare un tutto unico d'infinita potenza. Uno di essi è un idiota, un erculeo bambino che non sa né pensare né parlare ma che ha la facoltà di leggere i pensieri negli occhi degli altri. L'altra è una ragazzina che può far muovere gli oggetti e spostare le rocce al comando del proprio pensiero. Poi ci sono due gemelline negre, che possono teletrasportarsi a volontà; e ancora un bambino mongoloide, che non può crescere, che vive nel silenzio, ma il cui cervello funziona come una calcolatrice elettronica; e infine un ragazzo di otto anni, che ha gli istinti di un giovane delinquente, ma un'intelligenza e una forza di comando quasi sovrumane. Tutti questi esseri unendosi fanno parte come di un unico organismo che acquista una sua potente, devastatrice personalità. Chi potrà disciplinare e guidare questo mostruoso essere composto di sei cervelli diversi, con facoltà sovrumane? Con quale mezzo? Un uomo, un uomo giovane simile a tutti gli altri, che attraverso il dolore acquista una capacità infinita d'amore... Sotto l'apparenza di racconto fantastico questo romanzo cela una conoscenza meravigliosa dell'anima umana, una solidità di principi che si identifica con la norma del principio unico ed eterno della morale intesa come necessità universale. Per lungo tempo, forse per tutta la vita, dopo aver letto, i suoi personaggi torneranno alla memoria dei lettori come persone conosciute da vicino che ci hanno mostrato una nuova faccia della verità.
 

mercoledì 12 novembre 2025

Johann Carl Gottfried Loewe


(Löbejün, 30 novembre 1796 – Kiel, 20 aprile 1869)


È stato un compositore, direttore d'orchestra e baritono tedesco, esponente della musica romantica.
Sebbene oggi sia meno noto, in vita riscosse molti consensi, soprattutto come compositore di Lieder (stimati intorno ai quattrocento), che gli valsero l'appellativo di "Schubert della Germania del nord".

Nato in un piccolo centro della Sassonia, Loewe riceve dal padre i primi rudimenti musicali. Successivamente fu corista prima a Köthen, successivamente ad Halle dove ebbe modo di compiere gli studi. Madame de Staël rimase incantata dalla sua voce e intercesse presso Girolamo Bonaparte per assegnargli una pensione che gli consentisse di approfondire i suoi studi musicali e per conseguire la laurea in teologia presso l'Università di Halle.

Nel 1820 divenne maestro di cappella e direttore della scuola musicale della Jakobikirche di Stettino, rimanendovi fino al 1846. In quegli anni divenne un compositore molto popolare ed interprete acclamato dei suoi Lieder, infatti nel decennio 1840-50 visitò in tournée vari paesi d'Europa, fra cui Inghilterra, Francia, Svezia e Norvegia. La sua notorietà gli valse il riconoscimento di membro dell'Accademia di Berlino nel 1837.

Complessivamente Loewe scrisse: cinque melodrammi, sebbene in vita ne sia stato rappresentato solo uno con scarso successo, Die drei Wünsche (1837); ben diciassette oratori, gran parte dei quali per voci maschili come Die Eherne Schlange e Die Apostel von Philippi (che furono di modello a Wagner per esempio nell'Agape degli apostoli). In ogni caso la genialità di Loewe si rintraccia oggi soprattutto nelle sue 368 ballate per voce e pianoforte in cui l'efficace tessuto armonico, un disegno melodico lineare ed espressivo in accordo con gli argomenti poetici del testo, hanno reso e rendono le sue creazioni ancora oggi molto popolari nel mondo tedesco.

La seconda Sinfonia in E minore è in quattro movimenti. Segue una linea leggermente più costante ma energica rispetto alla prima, con uno scherzo tempestoso e squarciato da fulmini. In generale, però, una "mente filosofica" è chiaramente vigile ai comandi. Ogni opera di Loewe suscita pensieri su parallelismi con partiture scritte prima e dopo i pezzi. 
La strumentazione è molto simile alla sua prima Sinfonia in mi minore, ma l'uso frequente di quattro corni è notevole, con cui Loewe compie un ulteriore passo verso la strumentazione romantica tipica. Osservando la sequenza dei movimenti, colpisce l'intercambio tra il movimento lento e lo scherzo, e nella struttura armonica Loewe si concede un'escursione stravagante nel mi diesis maggiore nell'introduzione del quarto movimento.
 


martedì 11 novembre 2025

Edwin Rosenberger - La fiaba del Re Redevaro, 1934







S. S. Van Dine: L'enigma dell'alfiere, n.62

  


Il campione di tiro J.C. Robin è stato ucciso con una freccia al cuore. Tutti gli indizi sembrano seguire i passi di una celebre filastrocca per bambini. Quali sono i reali rapporti tra le persone che frequentano la casa sulla 75ª strada di New York che appartiene al celebre fisico Bertrand Dillard?

Philo Vance è chiamato a risolvere l'enigma per rispondere alla sfida del misterioso e geniale Alfiere, che si firma come tale in biglietti dattiloscritti inviati alla polizia e ai giornali. Una lunga serie di omicidi insanguina l'ambiente degli amici e dei conoscenti di casa Dillard, e ogni assassinio segue le modalità di una diversa filastrocca infantile. Vance comprende infine la motivazione che si cela dietro la scelta dello pseudonimo dell'assassino e ne rivela il movente grazie alla sua conoscenza della psicologia e dei più moderni sviluppi nel campo della matematica e della fisica.

domenica 9 novembre 2025

Progressive Spin, puntata 22



Lars Fredrik Frøislie - Il Cavaliere dell'Apocalisse
Fulguromatic - Fulguromatic
Storchi - Lagoona
Ekzilo - Evolution



 

sabato 8 novembre 2025

SNMN, puntata 22



The Windfall - Tajawl
Ponch - Respiro A Metà
Rogue Charlie - Birra
Francesco Caci - "Volano le Stelle”
Bandeep - Un Ricordo Infinito
Rose - Di Cosa Sono Fatta Io
Keblema - Shivers From Fever
LoudMother - Funkerstrut
Maya! - Cliché
Giancarlo Di Chiara - I can't forgive you
Solo Benny - Scusa se non ti amo
Davide Buzzi - ADORO IL MARE
Sognomuto - Fottuto Orgoglio
Helbert Di Maggio - Vanessa
Claudio Bastoni - The Perfect Girl


 

venerdì 7 novembre 2025

Senza Nome



Stati Uniti, 1968 / Bill Pronzini

Sui sessanta, grosso e pesante, con qualche chilo di troppo, una storia d'amore con Kerry Wade, una pubblicitaria che potrebbe essere sua figlia, una grande passione per le riviste popolari degli anni Trenta (di cui è collezionista, come lo tesso autore), la voglia di farla finita con una professione che diventa sempre più dura, periodicamente afflitto dal mal di testa e da una forte tosse che talvolta lo sopraffà nel momento meno opportuno, magari addirittura nel bel mezzo di un 'azione,
questo personaggio è uno dei più interessanti e umani investigatori privati della letteratura poliziesca.



Della sua professione e della sua vita privata conosciamo quasi tutto, ma ne ignoriamo nome e cognome. Questo personaggio si chiama infatti semplicemente Senzanome (Nameless, nella versione originale) ed è un tipo anonimo come il Continental Op di Dashiell Hammett. 



Molti l'hanno paragonato anche agli eroi di Raymond Chandler, ma Bill Pronzini ha sempre negato qualsia-si parentela. «Contrariamente a quello che il pubblico sembra pensare -ha dichiarato più volte questo autore, -Chandler non ha avuto nessuna particolare influenza sul mio personaggio. Ho sempre ammirato i pregi di Chandler ma la sua visione della vita non coincide con la mia e neppure la concezione del ruolo che un poliziotto privato deve svolgere in un giallo. Ed McBain, lui sì che mi ha influenzato in modo decisivo. Leggendo le sue opere ho imparato come si scrivono i dialoghi». 


 

giovedì 6 novembre 2025

Young Doctor Strange



In questo interessante quanto riuscito esperimento Francesco Artibani (“Topolino”, “PK”, “Lupo Alberto”, “Cattivik”, “Popeye”, “Betty Boop”, “Simpson Comics”, “Tiramolla”) e Federico Nardo (“Sidewalk Science”) partono da un’idea di base che somiglia un po’ al quella su cui è costruita la linea Ultimate della Marvel: estrarre un personaggi dal suo contesto “ufficiale” e considerarne invece la dimensione mitica, universale, e crearci attorno una storia, che non sarà forse quella “vera”, ma che comunque potrà portare nuovi stimoli, e magari arricchire il personaggio stesso. La cronologia ufficiale della Marvel ci dice che non è mai esistito un Dottor Strange giovane, che il chirurgo Stephen Strange è diventato Signore delle Arti Mistiche già in età matura e in seguito a dolorosissimi eventi. La storia di Federico e Stefano è invece diversa… e in una certa misura più intrigante. Il disegno non è per nulla “americano”, ma è dinamico e spettacolare, e quindi centopercento Marvel!

“Young Doctor Strange” è probabilmente il miglior fumetto Marvel generato in Italia. Questa storia non fa parte del variegato insieme di comics della “Casa delle Idee” statunitense alla cui realizzazione hanno contribuito attivamente autori nostrani, ma è uno dei progetti totalmente “autoprodotti” fra i nostri confini. Una di quelle produzioni “transatlantiche” che prima o poi usciranno anche negli States, ma che sono state interamente commissionate, concepite e realizzate da Panini Comics, avvalendosi della professionalità e del talento di fumettisti italiani.



 

Jean Gaston Vandel: La rivolta dei nani, n.61

 



La razza umana - che ormai, dopo un grande cataclisma universale si riproduce soltanto artificialmente, in laboratorio - è colpita da un nuovo, implacabile, quanto misterioso morbo: la cancilosi. Un giovane scienziato, Dox Gavnor, scopre che la cancilosi non è una malattia, ma un tentativo di mutazione della natura a cui, purtroppo, il corpo umano, così come è costituito, non sa adattarsi. Perciò l'umanità è condannata. Come nell'antichità i piccoli, deboli prototipi dei mammiferi sostituirono i rettili nel dominio della Terra, ora altre forme ancora sconosciute sostituiranno l'Uomo... Ma Dox Gavnor non si rassegna: studia, ricerca, esperimenta. Il risultato è una nuova razza di uomini, adatta al mutato ambiente, perciò immune dalla cancilosi: un popolo di nani, non esseri mostruosi, ma veri e propri uomini in miniatura. Il genio di Dox Gavnor ha creato la nuova razza, il popolo dei Vitaliani. Ma la Grande Razza, l'uomo antico, si rassegnerà a cedere senza lotte il suo potere alle minuscole creature? E' questo che l'autore, Jean Gaston Vandel, con metodo narrativo vivace, sobrio, fluido, ci racconta in questo appassionante romanzo. Di chi sarà la vittoria finale? Dei nani o degli uomini? Chi dominerà il mondo del futuro? E' una domanda alla quale l'autore risponde: una risposta che potrebbe diventare, nel tempo, realtà.

 

mercoledì 5 novembre 2025

Théophile Ysaÿe

 

(Verviers, 2 marzo 1865 - Nizza, 24 marzo 1918)


Piuttosto messo in ombra per tutta la vita dalla carriera del fratello maggiore Eugène, Théo Ysaÿe iniziò studi musicali amatoriali al Conservatorio di Liegi e, su consiglio di Eugène, proseguì gli studi a Berlino . Nel 1885, Ysaÿe tornò a Parigi , dove si unì alla Bande à Franck ma sostenne anche la crescita di un nuovo movimento estetico rappresentato dall'impressionismo di Claude Debussy . Ysaÿe contribuì a promuovere il lavoro della nuova scuola di musicisti francesi a Bruxelles . Nel 1894, lui e suo fratello trovarono ingaggi presso La Libre Esthétique di Bruxelles, che offriva agli abitanti della città l'opportunità di assistere a una generosa gamma di esposizioni sia musicali che di arti plastiche . Ysaÿe contribuì con il suo talento di pianista e maestro collaboratore .

Sebbene Ysaÿe fosse un eccellente pianista, la sua salute cagionevole non gli permise di seguire il ritmo frenetico della carriera del fratello e divenne invece professore al Conservatorio di musica di Ginevra .
Nel 1918, Théo Ysaÿe morì a Nizza , in Francia , due giorni prima di Debussy. 

La sua opera, relativamente vasta, non è stata pubblicata nella sua interezza, né tantomeno eseguita come tale. Le sue opere 13, 14 e 15 furono pubblicate da Schirmer a New York. Scrisse principalmente sinfonie , concerti per pianoforte , poemi sinfonici e musica da camera , oltre a un requiem . Sebbene ereditò inizialmente lo stile di César Franck, le sue opere successive rivelarono una chiara influenza dell'impressionismo.


martedì 4 novembre 2025

Rosso di San Secondo - 1700 metri sul livello del mare, 1935







Edgar Wallace: Il mistero delle tre querce, n.61

 


I fratelli Smith, ospiti di John Mandle, vecchio poliziotto in pensione, e della sua figliastra Molly, si trovano immischiati in un intricato omicidio abilmente architettato, in cui dovranno mettere in campo tutta la loro abilità investigativa. Un segnale Morse, vieni alle tre querce, e una figura spettrale vista correre nel prato dell'abitazione di Mandle, danno inizio a una storia intricata.