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venerdì 29 novembre 2024
Paul Temple
giovedì 28 novembre 2024
Giuseppe Ungaretti (1888-1970)
Il viaggio nella "storia quasi vera" di Giuseppe Ungaretti inizia dalla poltrona da cui il poeta ormai anziano introduceva l'Odissea per il pubblico televisivo degli Anni Sessanta. Saranno i suoi versi e i suoi racconti a rievocare una vita vissuta attraversando molti fiumi, tra l'Italia, l'Egitto e il Brasile.
URANIA n.12 - Alfred E. Van Vogt: Le Armi Di Isher
La porta del negozio d'armi aveva qualcosa di strano. Non perché si eraaperta non appena toccata, ma perché, quando lui aveva tirato, la porta avevaaccompagnato la sua mano come se fosse priva di peso. McAllister ebbel'impressione che la maniglia si fosse staccata e gli fosse rimasta in mano.Rimase totalmente immobile, stupito. Il pensiero che infine si affacciònella sua mente aveva a che fare con l'ispettore Clayton, che un istante primaaveva trovato chiusa a catenaccio la porta. Quel pensiero fu come un segnale.Dietro di lui, rimbombò la voce dell'ispettore:«Ah, McAllister, adesso me ne occupo io.»Era buio, all'interno del negozio, oltre la porta: troppo buio per vederequalcosa, e, stranamente, i suoi occhi non riuscivano a adattarsi alla profondaoscurità. Per puro istinto di cronista mosse un passo in avanti, verso il buioche premeva oltre il rettangolo della soglia. Con la coda dell'occhio, vide chela mano dell'ispettore Clayton si dirigeva verso la maniglia della porta, da cuile sue dita si erano staccate un momento prima. E capì subito che sel'ispettore avesse potuto impedirlo, nessun giornalista sarebbe entrato inquell'edificio. La sua testa era ancora voltata, il suo sguardo era puntatosull'ufficiale di polizia e non sull'oscurità che stava di fronte a lui; e fuproprio allora, quando stava per muovere un altro passo in avanti, cheaccadde la cosa straordinaria.La maniglia della porta non permetteva all'ispettore Clayton di toccarla. Sicontorceva in una qualche maniera strana, come un'energia, poiché erasempre lì, con una forma bizzarra e confusa. La porta stessa, senza visibilemovimento tanto fu svelta, fu improvvisamente a contatto della caviglia diMcAllister. Un contatto leggerissimo, privo quasi di peso; e poi, prima ch'eglipotesse pensare all'accaduto e reagire, l'impulso del proprio movimento inavanti lo portò all'interno. E in quell'attimo, mentre attraversava l'oscurità,avvertì un'improvvisa, lacerante tensione nei nervi. Quindi la porta si chiuse,e il rapido, inatteso dolore scomparve. Davanti a lui c'era un negozioilluminato vivacemente; dietro di lui... qualcosa d'incredibile!Per McAllister, il momento successivo fu caratterizzato da un'assenzad'impressioni. Rimase immobile, con il corpo girato in modo goffo, solovagamente conscio di ciò che c'era all'interno del negozio, maconsapevolissimo, per un breve istante, prima di essere interrotto, di ciò chesi stendeva al di là dei pannelli trasparenti della porta da cui era appenaentrato.Non c'era più, da nessuna parte, l'oscurità impenetrabile; né l'ispettoreClayton; né la folla rumoreggiante di spettatori sbalorditi; né dall'altra partedella strada la fila di negozi fuligginosi. Non era neppure la stessa strada.Non c'era alcuna strada. Al suo posto, si scorgeva un placido giardino. E al dilà di quello, brillante sotto il sole del mezzodì, c'era il profilo di una vastacittà. Da dietro le sue spalle, una voce femminile roca e musicale disse:«Desidera un'arma?»McAllister si voltò. Il movimento fu la reazione automatica al suono. Epoiché tutta la vicenda assomigliava ancora a un sogno, la scena cittadinasvanì quasi all'istante; la sua mente si concentrò sulla giovane donna chestava lentamente uscendo dalla sezione posteriore del negozio. Per ilmomento, i suoi pensieri non volevano chiarirsi. La convinzione di dover direqualcosa si mescolava alle prime impressioni sull'aspetto della ragazza. Erasnella e ben proporzionata; il suo viso si increspava in un sorriso amichevole.Aveva occhi castani, e castani erano anche i suoi capelli ondulati. Il vestitodalla linea semplicissima e i sandali parevano tanto normali, alla primaocchiata, che McAllister non si soffermò a considerarli. Riuscì a dire:«La cosa che non riesco a capire è perché l'ufficiale di polizia, quando hacercato di venirmi dietro, non è riuscito a entrare. E dov'è finito, adesso?»Con sua grande sorpresa, il sorriso della ragazza assunse un'aria quasicolpevole. «Sappiamo che la gente considera sciocco, da parte nostra, volersempre ribadire quell'antica ostilità.» La voce divenne più ferma. «Esappiamo anche quanto sia astuta la propaganda che mira a far risaltare lastupidità della nostra posizione. Ma intanto non permettiamo di entrare agliuomini di quella donna. Continuiamo a rispettare assai scrupolosamente inostri principi.»
mercoledì 27 novembre 2024
Elinor Remick Warren
martedì 26 novembre 2024
MONDADORI n.12 - Edgar Wallace: L'arciere fantasma
Spike Holland scarabocchiò l'ultima parola sull'ultimo foglio della sua copia, tirò due rigacce orizzontali per informare tutti gli interessati che si trattava dell'ultima pagina e scagliò la penna contro il telaio della finestra.
Il pennino centrò il bersaglio e il manico scolorito tremò per un attimo.
- Nessuna mano immeritevole scriverà della letteratura spregevole con lo strumento della mia fantasia - sentenziò.
L'unico giornalista presente nel locale alzò lo sguardo.
- Che cosa stavate scrivendo, Spike?
- Un fantastico articolo sull'esposizione canina che si è tenuta ieri
-rispose Spike serafico. - Non so niente di cani, se non che un'estremità abbaia e l'altra scodinzola, ma Syme mi ha ugualmente assegnato l'incarico, sostenendo che un cronista di nera deve farsi una certa dimestichezza con i segugi. Quell'uomo è dotato di una mentalità contorta.
Mai una volta le cose gli appaiono come sono; ha sempre bisogno di qualcos'altro. Se gli portate una notizia fresca relativamente alla rapina in una banca, lui ti ossessiona per avere un articolo in cui si specifichi che cosa il presidente della banca suddetta mangia a colazione.
Sospirò e appoggiò i piedi sulla scrivania. Era giovane, lentigginoso, la capigliatura rossiccia perennemente spettinata.
- Le mostre dei cani sono certamente interessanti... - stava dicendo quando la porta si aprì con violenza e un uomo in maniche di camicia lo squadrò attraverso degli enormi occhiali.
- Spike... ho bisogno di voi. Avete da fare?
- Devo incontrarmi con quel Wood a proposito della scuola materna...
pranzerò con lui.
- Può aspettare. - Fece un cenno significativo e Spike lo seguì nel minuscolo ufficio da lui occupato.
- Conoscete Abe Bellamy... un tale di Chicago... milionario?
- Abe? Certamente... È morto? - domandò Spike speranzoso. - Su quell'uomo si potrà scrivere soltanto quando non si correrà più il rischio d'essere citati per diffamazione.
- Lo conoscete bene? - insistette il direttore.
- So che è originario di Chicago... che ha accumulato milioni con l'edilizia, e che è un duro come pochi. Vive in Inghilterra da sette, otto anni, mi pare... si è preso un castello in piena regola... e un autista cinese assolutamente muto...
- Queste notiziole da quattro soldi le sapevo anch'io - sbottò il direttore con impazienza. - Invece mi interessa sapere questo: è il tipo d'uomo in cerca di pubblicità? In altri termini, l'Arciere Verde è un fantasma autentico o una stupida sparata?
- Un fantasma!
Syme tirò fuori un foglietto e lo passò allo sconcertato americano. Si trattava evidentemente di un messaggio scritto da una persona con scarsa dimestichezza della lingua inglese.
Egregio Signore, L'Arciere Verde è apparso nel castello di Garre. Il signor Wilks, il maggiordomo, l'ha visto. Egregio signore, l'Arciere Verde è entrato nella stanza del signor Bellamy e ha lasciato la porta aperta. È
stato visto anche nel parco. Tutti i domestici se ne stanno andando. Il signor Bellamy minaccia di licenziare chiunque metta in giro questa voce, ma i domestici se ne vanno ugualmente.
- E chi mai sarà questo Arciere Verde? - domandò Spike sempre più sorpreso.
Il signor Syme si sistemò gli occhiali e sorrise. Spike rimase allibito nel vederlo compiere qualcosa di così umano.
- L'Arciere Verde del castello di Garre - spiegò - fu, un tempo, il fantasma più famoso d'Inghilterra. Non mettetevi a ridere, perché non si tratta di una storia divertente. L'arciere originale è stato impiccato da uno dei de Curcy, i proprietari del castello di Garre, nel 1487.
- Caspita! È veramente fantastico che ve ne ricordiate ancora!
- Non è il caso di fare dello spirito inutile. Quell'uomo è stato impiccato sotto l'accusa di bracconaggio e anche oggigiorno è possibile, credo, vedere la trave di quercia alla quale è stato appeso. Per centinaia di anni ha continuato a infestare Garre: la sua ultima apparizione risale però al 1799.
Adesso, se diamo credito a questa lettera, scritta evidentemente da una persona della servitù che o è stata licenziata o se ne è andata di sua spontanea volontà perché aveva paura, il nostro amico verde è comparso di nuovo.
Spike aggrottò la fronte e prese a mordicchiarsi il labbro inferiore.
- Qualsiasi fantasma che si mette a stuzzicare Abe Bellamy si merita quello che è destinato a capitargli - affermò. - Comunque, secondo me, per metà si tratta di dicerie popolari e per l'altra metà di un episodio d'isterismo collettivo. Volete che contatti Abe?
- Proprio così, e dovrete anche convincerlo a lasciarvi soggiornare nel castello per una settimana.
Spike scosse enfaticamente il capo.
- Voi non lo conoscete. Se solo gli proponessi qualcosa di simile, mi caccerebbe fuori a calci. Parlerò piuttosto con il suo segretario... un certo Savini... un euroasiatico o qualcosa di simile. Forse lui potrà tornarmi utile. A quanto pare, comunque, questo Arciere Verde si è limitato a lasciare aperto l'uscio della camera di Abe.
- Meglio rivolgersi direttamente a Bellamy... inventate una scusa per introdurvi nel castello. A proposito, lo ha acquistato sette o otto anni fa per centomila sterline. E, nel frattempo, preparate l'articolo. Sono anni che non pubblichiamo niente di bello sui fantasmi. A questo punto, nulla vi impedisce di pranzare con Wood. Voglio anche quell'articolo. Dove farete colazione?
- Al Carlton. Wood si è trattenuto a Londra soltanto per un paio di giorni. Stasera stessa tornerà in Belgio.
Il direttore annuì con un cenno del capo. - Questo semplifica tutto.
Anche Bellamy soggiorna al Carlton. Potrete fare entrambe le cose.
lunedì 25 novembre 2024
Dylan Dog
venerdì 22 novembre 2024
Patrick Dawlish
Alan Ford
giovedì 21 novembre 2024
Umberto Saba (1883-1957)
mercoledì 20 novembre 2024
Salvatore Di Vittorio
Salvatore Di Vittorio, nato a Palermo il 22 ottobre 1967, è un compositore e direttore d'orchestra italiano . È direttore musicale e direttore d'orchestra della Chamber Orchestra di New York . È stato riconosciuto da Luigi Verdi (Accademia Filarmonica di Bologna ) come "spirito musicale lirico, rispettoso dell'antica tradizione italiana … interprete emergente di punta della musica di Ottorino Respighi ".
venerdì 15 novembre 2024
Pat Abbott
giovedì 14 novembre 2024
Dino Campana (1885-1932)
URANIA n.11 - Theodore Sturgeon: Cristalli Sognanti
Il bambino fu sorpreso a fare quella cosa disgustosa sotto le gradinate dellostadio del liceo e fu mandato a casa dalla scuola, che era dall'altra parte dellastrada. Aveva otto anni allora. E faceva quella cosa disgustosa da moltotempo.Per certi versi, era un peccato. Era un bambino gentile e persino grazioso,anche se non aveva niente di straordinario. Alcuni dei compagni e dei maestrilo trovavano abbastanza simpatico; altri compagni e altri maestri la trovavanoabbastanza antipatico; ma non appena il fatto si seppe in giro, tutti gli siscagliarono contro, amici e nemici. Si chiamava Horty... Horton... HortyBluett. Naturalmente, quando tornò a casa, lo sgridarono duramente.Aprendo la porta, cercò di fare meno rumore possibile; ma lo sentirono lostesso, e lo trascinarono di peso al centro del soggiorno; rimase lì, in piedi,tutto rosso in viso, a testa bassa, con un calzino calato sulla caviglia e lebraccia cariche di una pila di libri sormontati da un guanto da baseball. Peressere un bambino di otto anni, era un bravo ricevitore.Cercò di dire: «Stavo...».«Lo sappiamo già» lo interruppe Armand Bluett. Armand era un uomoossuto, con un paio di baffetti radi e occhi gelidi e acquosi. Si batté il palmodella mano sulla fronte e poi sollevò le braccia al cielo.«Mio Dio, ragazzo! Cosa ti è preso di metterti a fare una cosa cosìschifosa?» Armand Bluett non era un uomo religioso, ma si esprimevasempre così quando si batteva la mano sulla fronte, cosa che faceva davverospesso.Horty non rispose. La signora Bluett, che si chiamava Tonta, fece unsospiro profondo e chiese un cocktail. Non fumava, e quando si trovava acorto di parole aveva bisogno di qualcosa che rimpiazzasse l'intervallo disilenzio tipico dei fumatori intenti ad accendersi una sigaretta. Le capitavacosì di rado di essere a corto di parole che un quarto di rhum le bastava persei settimane. Lei e Armand non erano i genitori veri di Horton.I genitori veri di Horton erano di sopra, ma i Bluett non lo sapevano. AdHorton era stato dato il permesso di chiamare Armand e Tonta per nome.«Posso chiederti da quanto tempo hai quella nauseante abitudine?»domandò gelido Armand. «O forse si è trattato di un esperimento?»Horty sapeva bene che non l'avrebbe passata liscia. Armand aveva sul visola stessa espressione concentrata di quando assaggiava un vino e lo trovavainaspettatamente buono.«Non lo faccio spesso» disse Horty, e tacque.«Che Dio ci perdoni, per la generosità che abbiamo dimostrato accogliendoin casa questo piccolo maiale» disse Armand, e si batté di nuovo una manosulla fronte. Horty fece un sospiro. Adesso era sicuro che le cose si sarebberomesse male. Armand si esprimeva in quel modo quando era veramente incollera. Voltò le spalle ad Horton e andò a preparare il cocktail per Tonta.«Ma perché lo hai fatto?» La voce di Tonta era più gentile, solo perché lanatura l'aveva dotata di corde vocali diverse. In viso, però, aveva la stessaimplacabile espressione gelida.«Be', credo... ne avevo solo voglia, ecco.» Horty depositò i libri e il guantoda baseball sullo sgabello.Tonta distolse lo sguardo dal bambino ed emise un gemito inarticolatocolmo di disgusto. Armand tornò verso di lei, rigido e diritto, con unbicchiere nel quale tintinnavano cubetti di ghiaccio.«Non ho mai sentito una cosa del genere in tutta la mia vita!» dissesprezzante il giudice. «Immagino che la notizia sia già sulla bocca di tutti, ascuola.»«Credo di sì.»«Lo sapranno tutti i bambini. E di sicuro anche gli insegnanti. È naturale.Qualcuno ti ha detto qualcosa?»«Solo il signor Pell.» Il signor Pell era il direttore. «Lui mi ha detto che...mi ha detto che avrebbero...»«Parla più forte!»Horty ci era già passato una volta. Perché mai doveva succedergli dinuovo?«Mi ha detto che la scuola sarebbe andata avanti benissimo, anche senzaun... un lurido selvaggio come me.»«Posso capire i suoi sentimenti» intervenne Tonta, con aria di sufficienza.«E gli altri bambini? Hanno detto qualcosa?»«Hecky mi ha portato dei vermi. E Jimmy mi ha chiamato Formichiere.» EKay Hallowell aveva riso, ma questo Horty non lo disse.
mercoledì 13 novembre 2024
Carl Maria von Weber
martedì 12 novembre 2024
MONDADORI n.11 - J. Connington: Orme nella sabbia
Paul Fordingbridge interruppe l'attenta lettura della paginafinanziaria del "Times" e, con uno sguardo un po' corrucciatoverso la sorella, depose il giornale sulle ginocchia. Si tolse quindigli occhiali da lettura, sostituendoli con quelli normali e,rivolgendosi all'irrequieta figura accanto alla finestra delsalottino, disse: - Ebbene, Julia, si può sapere che cos'hai? Fammiil piacere di dirmelo e poi lasciami leggere in pace il miogiornale. Nulla mi dà più sui nervi che avere accanto un'animainquieta.Alle parole del fratello, la donna si staccò dalla finestra, dovestava contemplando il mare.- Non so proprio perché tu ti sia ostinato a voler venire inquest'albergo - disse stizzosamente. - È un luogo impossibile!Va bene che è stato aperto di recente e non si può pretendereche tutto funzioni come un orologio, ma c'è una tale quantità diinconvenienti! Stamattina mi sono scottata una mano con l'acquacalda, in camera mia; domando io se l'acqua del rubinettodev'essere bollente a quel modo! E la corrispondenza arrivasempre in ritardo. Il segretario mi ha fatto le scuse, va bene, mache me ne Importa? Non so che farmene, io, delle sue scuse;voglio le mie lette re all'ora giusta!- Hai ragione, ma c'è anche qualche lato buono - insinuòPaul dolcemente. - Il vino, per esempio, è discreto, e questapoltrona non è da buttar via.- Non si può stare seduti in poltrona e bere vino tutto ilgiorno - ribatté la sorella irritata. -E quel complessino, giù nelsalone, che rompe i timpani, non è una cosa atroce?- Quello, almeno, fa divertire i ragazzi. Non ho mai sentitoche Simon o Christine se ne lamentino; anzi, ballanoallegramente tutta la sera.-Oh, quelli! Non sanno fare altro!- Ma no, via, siamo giusti - soggiunse il fratello in tonoconciliante- giocano anche a bridge e Christine si fa abbastanzaonore al golf. Non posso proprio lamentarmi della mia nipotina.E Simon non si può nemmeno paragonare al suo primo marito ...quel poco di buono di Staveley.Julia Fordingbridge ebbe un gesto di impazienza.- Oh, già, a sentir te, tutto è bello, tutto è magnifico. Unadeliziosa nipotina, un simpaticissimo nipote, un buon mesetto inun albergo meraviglioso: che si può chiedere di più? lo nonriesco a spiegarmi, però, che cosa stiamo a fare in un albergo,quando abbiamo vuota, a pochi passi di qui, una villa comeFoxhills. A che serve venire a Lynden se non possiamo abitare lanostra casa, e goderci sul serio la quiete e la solitudine?L'uomo aggrottò lievemente le sopracciglia.- Ma tu sai meglio di me che razza di traffico ci sarebbe ariaprire una casa come Foxhills; non mi è parso proprio il caso difare una spesa cosi ingente per abitarvi un mese o poco più. Epoi, le cose sono un po' mutate, ora. lo avrei intenzione diaffittare Foxhills e, se trovo un locatario, c'è il caso di doveresloggiare appena installati. Vedrai che questo albergo e il nuovocampo di golf tra poco renderanno Lynden un luogo moltofrequentato, e non sarà difficile affittare bene la tenuta.Queste considerazioni turbarono Julia.-Cosa?! Vuoi affittare Foxhills ... la nostra vecchia villa! Ma tunon ne hai il diritto! Foxhills appartiene a Dari usiPaul Fordingbridge, punto nel vivo, rispose con una certaasprezza: - Si deve ancora stabilire se gli "appartiene", o se gli"apparteneva". Non tocca a noi deciderlo. - Gettò un'occhiata ditraverso alla sorella e continuò, con una nota un po' falsa nellavoce: - Mi pare di averti già spiegato molto chiaramente lafaccenda; ma, se non l'hai ben capita, te la spiegherei ancora unavolta. Che sia l'ultima però, Julia; sono stufo di ripetere semprele stesse cose, quando tu non ti dai nemmeno la briga diascoltarmi.Tacque un momento, poi riprese con voce lenta e cattedratica.- Dal momento che è l'ultima volta che torniamosull'argomento, inizierò dal principio, ma ti prego di seguirmi.Sono stanco di parlare al muro!"Secondo la volontà di nostro padre, dunque, la maggior partedel patrimonio di famiglia, compresa la tenuta di Foxhills, ètoccata al nostro fratello maggiore, John. Alla morte di John,tutto sarebbe dovuto passare, senza restrizione, al secondofratello, Rufus, emigrato in Australia, e, dopo di lui, a suo figlioDarius. Mancando questi, al terzo fratello, il padre di Christine,oppure, in caso di sua morte prematura, a Christine stessa. Nelcaso che nemmeno questa sopravvivesse, sarei entrato io inpossesso di tutto; morti noi tutti, l'eredità sarebbe toccata a te.Naturalmente, ognuno di noi ha ereditato di che viverecomodamente. La tenuta di Foxhills e le proprietà annesse eranoun di più, completamente a parte. Hai capito bene fin qui?"La donna annuì con il capo, ma non sembrava aver prestatogrande attenzione alle parole del fratello. Seguiva,evidentemente, un pensiero segreto che assorbiva ogni suafacoltà e toglieva qualunque interesse alle spiegazioni di Pau!.Questi la guardò nuovamente e parve esitare; poi continuò: -Prima che scoppiasse la guerra, nessuno di noi aveva mai vistoDarius. In quell'epoca, lui è venuto a Foxhills e si è trattenutoqualche tempo con noi. Tu ti sei dimostrata con lui affettuosa emolto più cordiale di me, che l'ho giudicato un ragazzoqualunque. Nel frattempo, nostro padre è morto e John è entratoin possesso della tenuta e del resto del patrimonio che glispettava. Poi è scoppiata la guerra e Darius, con il grado ditenente, è stato aggregato a un reggimento australiano. Abbiamosaputo ben poco di lui, naturalmente, e lo abbiamo visto assai dirado. Una volta ha portato a casa, in licenza, quel suo amico,Nicholas Staveley, che ha saputo abbindolare Christine e se l'èsposata. Bell'affare quello! Meno male che poi è stato tolto dimezzo, proprio lo stesso giorno in cui Darius veniva fattoprigioniero!Al nome del primo marito della nipote, Julia Fordingbridgetra sali.Erano passati tanti anni, eppure il solo pensiero diquell'individuo infastidiva tutti, in famiglia. Per il resto lei nonprestava il minimo interesse alla narrazione del fratello; per leiera una storia vecchia, e importante soltanto in quanto potevaspiegare la condotta presente di Paul.