Ho conosciuto Roberto Bigarelli nel lontano 1982. Era già un professore, ma soprattutto un compagno fedele e leale nello sport e nella vita, ex atleta della Fratellanza Modena tra i più bravi in Italia sui 400 ostacoli. Abbiamo condiviso insieme quel magico momento che ha portato la polisportiva Virtus, alla fine degli anni ottanta, a primeggiare in Italia nel settore della pallamano. Sono stati anni mitici per l’entusiasmo, la passione, il calore umano che ci ha unito in una esperienza che ci ha “segnato dentro” e che ancora oggi ricordiamo con affetto e nostalgia. Negli ultimi anni Roberto ha regalato e deliziato i soci della polisportiva con i corsi di pilates e ginnastica adulti, esempio di competenza e serietà professionale.
Per questo non ho nutrito alcun dubbio quando mi ha chiesto cosa ne pensassi di questo nuovo progetto, un libro di poesie che spero sia solo un punto di partenza per una serie di volumi che seguiranno questa prima esperienza.
Tutto è nato per gioco durante la prima pandemia. Ho pubblicato per sessanta giorni sessanta novelle scritte da me sulla mia pagina facebook. L’idea gli è tanto piaciuta che mi ha chiesto il permesso di imitare l’iniziativa ed è andato ben oltre, continuando ininterrottamente ormai da un anno e mezzo senza sosta, senza soste il sabato o la domenica. Il pubblico lo adora, lo apprezza e lo invita a non cedere, a non togliere loro quei cinque minuti di pura felicità che solo una poesia scritta con il cuore sa dare.
Roberto cavalca sull’onda di un entusiasmo senza soste, spero solo che questo sia il primo libro di una lunga serie sulle perle d’amore che ha saputo decantare.
Ho letto con cura le poesie di Roberto Bigarelli e devo dire che nonostante si tratti di un neofita, sono decisamente interessanti. Ammetto che dopo le prime mi è venuto in mente il Fanciullino del Pascoli, ma proseguendo nella lettura ho capito che l'autore è stato letteralmente investito da un colpo di fulmine. Queste righe sono dettate da un amore profondo, verso una donna e verso la vita. Sono il frutto del sentimento più vecchio del mondo e della paura di morire. Nate nel periodo del Covid, sono servite a chi le concepiva "per tirare avanti", per sopperire a quella mancanza del nuovo amore che lo attanagliava e che non poteva soffisfarlo a causa delle restrizioni. Nasce così Ti parlo d'Amore, con la A maiuscola, una A che la dice lunga sui pensieri che hanno fatto compagnia a Roberto durante la pandemia del 2020. La poesia che incontriamo qui non è figlia della metrica, non è figlia di nessun altro registro poetico, è semplicemente il frutto di una mente ispirata che buttato giù i pensieri come gli venivano. Una poesia acerba, giovanile nonostante l'età dell'autore, a volte fin fanciullesca, ma che viene direttamente dal profondo del suo animo, da quel cuore che di colpo ha inizaito a battere per un'altra persona.
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