lunedì 23 agosto 2021

Attenti a quei due

 Attenti a quei due, Gran Bretagna, 1971 / Robert S. Baker

Il flemmatico lord Brett Sinclair (Roger Moore, che negli anni Sessanta era stato Simon Templar alias il Santo e in seguito avrebbe interpretato sul grande schermo James Bond, l'Agente segreto 007) e l'esuberante new-yorkese Danny Wilde (Tony Curtis), ricchi e apparentemente sfaccendati playboy, combattono in realtà il crimine e l'ingiustizia in giro per l'Europa. Caratteri diametralmente opposti, i due formano una coppia bene affiatata e sono il "braccio" del giudice Fulton (Laurence Naismith), che da quando è andato in pensione ha l'hobby di far catturare uomini apparentemente al di sopra di ogni sospetto, ma in realtà con non pochi scheletri nell'armadio.

Le scaramucce fra i due protagonisti sono uno degli aspetti caratteristici della serie. In sostanza, essi rappresentano due modi di vivere completamente diversi e stridenti fra loro: quello britannico della Vecchia Europa e quello statunitense. Questa contrapposizione di stili è il pretesto per sottolineare il legame di eterni amici/nemici tra il raffinato nobile inglese e lo spigliato e arricchito statunitense. Entrambi conoscono e amano il lusso ma lo interpretano in modi molto diversi: basta osservare l'abbigliamento sportivo ma chiassoso di Danny Wilde, contrapposto alla ricercata eleganza di lord Sinclair, i cui abiti di scena furono disegnati dallo stesso Roger Moore.
Una tale complementarità, tuttavia, come sottolineato dallo stesso giudice Fulton, risulta indispensabile ai fini delle indagini in cui i due si ritroveranno invischiati; Daniel, infatti, pur essendo bravo anche a far finta di essere altre persone, tende ad essere più un uomo d'azione - ad esempio, è molto abile con la spada, al punto da riscuotere lo stupore e l'ammirazione di un ramo della famiglia reale russa - mentre Brett risulta bravo nell'uscire da situazioni spiacevoli attraverso la diplomazia e la cortesia formale.

Vi sono state molte dicerie circa la relazione professionale tra Roger Moore e Tony Curtis dentro e fuori dal set. Nella sua autobiografia Second Act, Joan Collins ha descritto con precisione come non andassero d'accordo quando lei era stata guest star nell'episodio Cinque miglia a mezzanotte, in particolare fa riferimento al brutto carattere di Curtis quale ragione per la quale sul set c'era un clima teso. Il regista dell'episodio Val Guest, in una intervista del 2005 al British Film Institute, ha confermato il giudizio della Collins:
«Sì, fu molto divertente girare Attenti a quei due, nonostante Tony Curtis. Vi racconterò una storiella divertente in merito: Tony faceva uso di marijuana, e io ero solito dirgli "Va' e fumatene un po'", perché si lamentava sempre di qualcosa. Un giorno, stavamo girando sulla Croisette, a Cannes, e avevamo delimitato il set, e c'era della folla tutta intorno a noi a guardarci, e Tony Curtis venne per girare la sua scena e continuava a rivolgersi al personale dei costumi dicendo: “Non fate questo, e avreste dovuto fare quello… e a Hollywood sareste stati licenziati….” così il caro Roger Moore andò da lui, lo prese per i baveri della giacca, lo guardò diretto negli occhi e disse: “E pensare che queste labbra una volta hanno baciato Piper Laurie”. Bene, tutta la Croisette e il personale di scena si piegò dalle risate e, devo dire, anche Tony dovette ridere. Ma ci chiesero di fare un'altra stagione… prendemmo il premio quell'anno per la migliore serie TV, penso che la fosse e volevano continuare, ma mi ricordo Roger Moore che disse: “Con Tony Curtis, mai più in vita mia…” così diventò James Bond e fece bene.» (Val Guest, regista)

Nella sua autobiografia, Still Dancing, Lew Grade nota che i due attori "non andavano così tanto d'accordo" a causa di differenti etiche sul lavoro. Secondo l'autobiografia di Roger Moore, l'uso di cannabis da parte di Curtis era così intenso che la fumò persino davanti a un poliziotto mentre stavano girando al 10 di Downing Street.
Nonostante questa serie di affermazioni di terze persone, Curtis e Moore hanno però sempre affermato che ebbero un amichevole rapporto di lavoro. Moore disse: "Tony e io avemmo un buon rapporto dentro e fuori dal set, siamo due persone molto differenti, ma condividiamo un certo senso dell'umorismo". In un'intervista del 2005, Curtis si riferì a Moore con affetto e affermò che non avrebbe partecipato a un remake di Attenti a quei due senza Moore.

Della serie sono rimaste famose anche le automobili sportive guidate dai due protagonisti. Entrambe le vetture sono state fornite per gentile concessione dei rispettivi produttori.

Danny Wilde guida una Ferrari Dino 246 GT rossa con guida a sinistra (numero di telaio 00810) targata MO 221400 (MO è la sigla di Modena, la provincia in cui si trova la Ferrari, quando le targhe italiane avevano questa caratteristica). Sulla sorte della Ferrari invece non si sa molto e alcuni ritengono che possa appartenere a qualche collezionista italiano.


Brett Sinclair guida una Aston Martin DBS gialla con guida a destra (numero di telaio DBS / 5636 / R) con ruote V8 e contrassegni. Come nella serie Il Santo il personaggio di Roger Moore ha targhe personalizzate delle sue iniziali: per Simon Templar erano "ST 1", quelle di Brett Sinclair sono "BS 1". Il vero proprietario della targa della macchina di Sinclair, Billy Smart, Jr., ne ha permesso l'utilizzo nella serie. L'Aston Martin è stata venduta dalla casa di produzione inglese al termine delle riprese ed è passata a vari proprietari nel tempo, partecipando anche a dei concorsi per le auto più esclusive: è attualmente di proprietà di un avvocato divorzista e noto collezionista d'arte Jeremy Levison.

Prodotta in Europa dalla Associated Television Corporation, questa serie di telefilm da 50 minuti, intitolata The Persuaders, andò in onda soltanto per 24 settimane, dal 18 settembre 1971 al 14 giugno 1972, nonostante le sceneggiature brillanti, le ambientazioni curate e la simpatia dei due protagonisti, che non si risparmiavano. Probabilmente il programma non riuscì a interessare il grande pubblico a causa della sua collocazione (il sabato notte) e venne interrotto dopo una sola stagione.
La versione a fumetti di alcuni episodi di questa serie, periodicamente riproposta da qualche rete televisiva, è stata pubblicata anche in Italia a metà degli anni Settanta.


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