giovedì 26 settembre 2019

Chester Himes: Rabbia ad Harlem


Imabelle è una bomba di sesso e malizia, e ha per le mani un malloppo che scotta.
Jackson è cotto marcio di lei: se la prende in casa e la aiuta a occultare il bottino. Nero, credente, credulone, Jackson ha ripulito le casse della parrocchia per partecipare a un singolare esperimento di ‘moltiplicazione’ del denaro: ovviamente, una truffa organizzata alle sue spalle da una gang di ceffi sanguinari. Quando Imabelle scompare nel nulla, Jackson chiede una mano al fratello Goldy – un tossico travestito da suora che semina improbabili premonizioni – ma è peggio che andar di notte. A mettere un po’ d’ordine, dal profondo nero di Harlem sbucano Bara e Beccamorto, una coppia di poliziotti vio­lenti e implacabili simili a ‘due allevatori di maiali a caccia di divertimento nella Grande Mela’. Rabbia a Harlem è un viaggio crudo, esilarante nella giungla di una metropoli spietata: un affresco imperdibile, un capolavoro citato e imitato da grandi scrittori e registi celebri.


Chester Bomar Himes (Jefferson City, 29 luglio 1909 – Moraira, 12 novembre 1984) è famoso per la serie di romanzi criminali dei due poliziotti investigatori a Harlem: Coffin Ed Johnson e Gravedigger Jones, da alcuni dei quali furono tratti dei film.
Figlio di due insegnanti, Joseph Sandy Himes e Estelle Bomar Himes, che in seguito divorziarono, fin da ragazzo dovette constatare la discriminazione razziale quando suo fratello, ferito in un incidente, fu respinto da un ospedale per soli bianchi. Dopo essere stato espulso dall'Università statale dell'Ohio, nel 1928 fu condannato per rapina a mano armata e fu rinchiuso nel penitenziario dell'Ohio. Lì riuscì a farsi rispettare scrivendo racconti, che vennero pubblicati su riviste dopo il 1931. Nel 1936 fu rilasciato in prova in custodia della madre. Continuò a scrivere e venne in contatto con Langston Hughes che lo aiutò a entrare nel mondo letterario. Nel 1936 sposò Jean Johnson.
Negli anni quaranta fu sceneggiatore a Hollywood e scrisse due romanzi sulle esperienze degli immigrati che lavoravano nelle industrie degli armamenti.
Negli anni cinquanta, amareggiato per le discriminazioni razziali di cui fu vittima (il boss della Warner Brothers lo cacciò solo perché negro), decise di trasferirsi per sempre in Francia. Fu lì che incontrò una donna anglo-irlandese, Lesley Packard, una giornalista di moda dello Herald Tribune che lo aveva intervistato. Dopo aver subìto un colpo apoplettico, fu lei che, lasciato l'impiego, si prese cura di lui, umanamente e professionalmente. Si sposarono nel 1978.
Dopo un trasferimento nella Francia meridionale, andarono in Spagna, ove lo scrittore morì nel 1984, sofferente per il malattia di Parkinson.




                      testo: LUIGI GUICCIARDI            voce: ROBERTO ROGANTI
      

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