Gran Bretagna, 1924 l Philip MacDonald
Descrivendolo come un tipo veramente eccezionale e come «un uomo d'azione che sognava quando agiva e un sognatore che agiva quando sognava», Philip MacDonald ci informa che dopo un'adolescenza dedicata prevalentemente allo studio e allo sport, Anthony Ruthven Gethryn si era fatto onore nell'esercito lavorando soprattutto per il servizio segreto. Congedatosi alla fine del 1919, a trentatré anni, fonda una rivista con il vecchio amico
Spencer Hastings, simpatico e abile giornalista. La sua vita sembra destinata a una grigia tranquillità, ma quando gli capita di risolvere un delitto scopre in sé questa vocazione.
Nella sua prima avventura, Campana a morto (The rasp, 1924), egli incontra anche l'affascinante vedova Lucia Lemesurier («alta, bruna, con qualcosa di latino», che appare inizialmente implicata nell'intricata vicenda e ben presto suscita in Gethryn brividi di passione
ed «emozioni degne di un sedicenne». In seguito l'affascinante donna diverrà sua moglie.

Philip MacDonald (1900-1980), di discendenza scozzese, nipote e figlio d'arte, combatté nella cavalleria britannica durante la Grande Guerra. L’esperienza militare, insieme all’ambiente culturale in cui crebbe, ebbe notevole influenza sulla sua opera.

Il suo personaggio più popolare è infatti un ex militare, il colonnello Anthony Gethryn, che per formazione e inclinazioni intellettuali ricorda da vicino l’autore stesso. Introdotto già nella prima detective story, The Rasp (1924, Campana a morto), compare in dodici romanzi, di cui l’ultimo è il celebre The List of Adrian Messenger (1959, I nove volti dell’assassino, da questo romanzo il grande regista John Huston, nel 1963, ha tratto il film dal titolo I cinque volti dell'assassino con Kirk Douglas, Tony Curtis, Dana Wynter, Burt Lancaster, Frank Sinatra, Robert Mitchum, George C. Scott).
Oltre che giallista di fama, MacDonald fu un fecondo sceneggiatore a Hollywood, firmando tra l’altro l’adattamento cinematografico di Rebecca. Anche molti dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo, spesso da registi illustri quali John Ford, John Huston e in particolare l’inglese Michael Powell, che da La strana fine di Mr. Benedik trasse un acclamatissimo film nel 1931.
Quarant’anni dopo il grande cineasta, con cui MacDonald collaborò alla realizzazione di diverse pellicole, avrebbe spiegato così le ragioni di tale sodalizio artistico: “Era il migliore scrittore di gialli di quegli anni e, per quanto mi riguarda, uno dei migliori ancora oggi".
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