mercoledì 30 luglio 2025

William Levi Dawson

 

(Anninston, September 26, 1899 – Montgomery, May 2, 1990)

William Levi Dawson era un compositore, direttore di coro e professore afroamericano specializzato in musica popolare religiosa nera. Nacque il 26 settembre 1899 ad Anniston, in Alabama, da Eliza Starkey e George Dawson, il primo dei loro sette figli. Suo padre, ex schiavo, era un bracciante analfabeta. Nel 1912, Dawson scappò di casa per studiare musica a tempo pieno presso il Tuskegee Institute (oggi Università) sotto la guida del presidente Booker T. Washington. Dawson si pagava la retta lavorando come bibliotecario musicale e come operaio nella Divisione Agraria dell'istituto. Partecipò anche come membro della banda e dell'orchestra di Tuskegee, componendo e viaggiando molto con i Tuskegee Singers per cinque anni; aveva già imparato a suonare la maggior parte degli strumenti quando si diplomò alla divisione delle scuole superiori nel 1921.

I successivi quattro anni (1921-25) di Dawson furono dedicati al conseguimento della laurea triennale. Si iscrisse a composizione e orchestrazione al Washburn College di Topeka e a teoria e contrappunto all'Horner Institute of Fine Arts di Kansas City, dove nel 1925 si laureò in teoria musicale e composizione. Mentre era ancora studente universitario, dimostrò il suo genio nella composizione di musica da camera e, allo stesso tempo, si mantenne come direttore musicale al Kansas Vocational College di Topeka, Kansas, e alla Lincoln High School di Kansas City, Missouri.

Nel 1926, Dawson si trasferì a Chicago, Illinois, per studiare composizione all'American Conservatory of Music, dove conseguì il master nel 1927. Dawson divenne famoso a livello nazionale anche tra il 1926 e il 1930 come trombonista con la Redpath Chautauqua e la Chicago Civic Symphony Orchestra; e nel 1929-1930 come direttore di banda locale, vincendo prestigiosi concorsi per direttori di banda indetti dal Chicago Daily News (1929) e il Wanamaker Competition per i brani "Jump Back, Honey, Jump Back" e "Scherzo" (1930).

Nel 1928, la tragedia colpì Dawson: la moglie Cornella Lampton morì entro il primo anno di matrimonio. Per i successivi sette anni Dawson trovò rifugio nel lavoro fino al matrimonio con Cecile Demae Nicholson nel 1935 ad Atlanta, in Georgia.

Nel settembre del 1930, Dawson accettò l'invito del Tuskegee Institute a dirigerne la School of Music, incarico che mantenne fino al suo pensionamento nel 1955. Come direttore, Dawson modernizzò il dipartimento e assunse docenti di talento. Di conseguenza, il coro di 100 voci del Tuskegee divenne un ensemble di fama mondiale, noto soprattutto per le sue esibizioni di grande impatto all'inaugurazione del Radio City Music Hall di New York nel 1932. Quell'anno, il coro si esibì alla Casa Bianca per il presidente Herbert Hoover e a Hyde Park, New York, per il futuro presidente Franklin D. Roosevelt. Nel 1946, il coro infranse la barriera razziale alla Constitution Hall di Washington DC, diventando il primo coro afroamericano a esibirsi lì. (Nel 1939, la sala gestita dalle Figlie della Rivoluzione Americana aveva negato alla cantante Marian Anderson l'opportunità di cantare davanti a un pubblico eterogeneo.)

Le composizioni di Dawson includevano musica da camera, sebbene noto per aver infuso musica popolare dell'Africa occidentale nelle sue composizioni, le sue migliori opere orchestrali e corali si basavano su spiritual come la sua Negro Folk Symphony (1934), eseguita dalla Philadelphia Orchestra in prima mondiale. 

William Levi Dawson morì il 2 maggio 1990 ed è sepolto alla Tuskegee University, dove la sua eredità continua attraverso il Golden Voices Choir.

La Negro Folk Symphony, la sua prima sinfonia, viene presentata il 20 novembre 1934 alla Carnegie Hall di New York dall’Orchestra Sinfonica di Filadelfia diretta da Leopold Stokowski. Registra un immediato, strepitoso successo ma, inspiegabilmente, sparisce dalla circolazione; la Negro Folk Symphony rimane l’unica sinfonia composta da Dawson, dopo questa non ne scriverà altre.
Questa sinfonia articolata in tre movimenti nasce con l’idea di coniugare la musica degli spirituals negri nella forma usata dai compositori della scuola romantico-nazionalista europea; Dawson affermava di non voler imitare Beethoven o Brahms, inoltre, nelle note del programma per la Carnegie Hall, specificava di avere utilizzato temi molto popolari conosciuti come Negro Spirituals, melodie che aveva appreso da sua madre sin dall’infanzia.

I movimento: The Bond of Africa (Il legame dell’Africa)
La sinfonia inizia con un accenno di blues, un motivo presentato dal corno e subito ripreso da fiati e tromboni; gli archi entrano con una sequenza che si snoda simile a una colonna sonora cinematografica. Il primo movimento è costituito sostanzialmente da due temi principali. Il primo motivo è originale di Dawson e vuole rappresentare la congiunzione del primo africano fatto schiavo con la sua terra natia; la contromelodia, introdotta dagli oboi, è basata sul negro spiritual Oh M’Lit’l Soul Gwine-A-Shine. Sono presenti allusioni a temi classici come l’Ouverture della Carmen di Bizet e della Sposa Venduta di Smetana.

II movimento: Hope in the Night (Speranza nella notte)
Il movimento centrale è particolarmente suggestivo. Richiama, come indicato dal compositore, “l’atmosfera della vita monotona di un popolo i cui corpi sono stati cotti dal sole e sferzati con la frusta per duecentocinquanta anni; le cui vite sono state proscritte prima della loro nascita”. Questa parte della sinfonia non utilizza melodie derivate da spirituals, propone invece un tema lamentoso del corno inglese sostenuto dal pizzicato degli archi; l’atmosfera dolorosa poi si attenua. I tre colpi di gong fanno riferimento alla Trinità, simbolo di speranza; alcuni passaggi evocano il linguaggio blues di “Summertime” di Gershwin.

III movimento: O Le’ Me Shine, Shine Like a Morning Star! (Oh, risplendimi, risplendi come una stella del mattino!)
Finale abbagliante e frenetico che raffigura una prospettiva più aperta; Dawson immagina uno scenario in cui i bambini giocano, liberati dalla disperazione derivante dalla loro eredità di schiavi. Due sono le melodie afroamericane incorporate, la prima è indicata nel titolo, è Hallelujah, Lord, I Been Down Into the Sea.


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