lunedì 28 giugno 2021

Colonnello Anthony Gethryn



Gran Bretagna, 1924 l Philip MacDonald

Descrivendolo come un tipo veramente eccezionale e come «un uomo d'azione che sognava quando agiva e un sognatore che agiva quando sognava», Philip MacDonald ci informa che dopo un'adolescenza dedicata prevalentemente allo studio e allo sport, Anthony Ruthven Gethryn si era fatto onore nell'esercito lavorando soprattutto per il servizio segreto. Congedatosi alla fine del 1919, a trentatré anni, fonda una rivista con il vecchio amico
Spencer Hastings, simpatico e abile giornalista. La sua vita sembra destinata a una grigia tranquillità, ma quando gli capita di risolvere un delitto scopre in sé questa vocazione.
Nella sua prima avventura, Campana a morto (The rasp, 1924), egli incontra anche l'affascinante vedova Lucia Lemesurier («alta, bruna, con qualcosa di latino», che appare inizialmente implicata nell'intricata vicenda e ben presto suscita in Gethryn brividi di passione
ed «emozioni degne di un sedicenne». In seguito l'affascinante donna diverrà sua moglie.

Philip MacDonald (1900-1980), di discendenza scozzese, nipote e figlio d'arte, combatté nella cavalleria britannica durante la Grande Guerra. L’esperienza militare, insieme all’ambiente culturale in cui crebbe, ebbe notevole influenza sulla sua opera.

Il suo personaggio più popolare è infatti un ex militare, il colonnello Anthony Gethryn, che per formazione e inclinazioni intellettuali ricorda da vicino l’autore stesso. Introdotto già nella prima detective story, The Rasp (1924, Campana a morto), compare in dodici romanzi, di cui l’ultimo è il celebre The List of Adrian Messenger (1959, I nove volti dell’assassino, da questo romanzo il grande regista John Huston, nel 1963, ha tratto il film dal titolo I cinque volti dell'assassino con Kirk Douglas, Tony Curtis, Dana Wynter, Burt Lancaster, Frank Sinatra, Robert Mitchum, George C. Scott).

Oltre che giallista di fama, MacDonald fu un fecondo sceneggiatore a Hollywood, firmando tra l’altro l’adattamento cinematografico di Rebecca. Anche molti dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo, spesso da registi illustri quali John Ford, John Huston e in particolare l’inglese Michael Powell, che da La strana fine di Mr. Benedik trasse un acclamatissimo film nel 1931.


Quarant’anni dopo il grande cineasta, con cui MacDonald collaborò alla realizzazione di diverse pellicole, avrebbe spiegato così le ragioni di tale sodalizio artistico: “Era il migliore scrittore di gialli di quegli anni e, per quanto mi riguarda, uno dei migliori ancora oggi".


giovedì 24 giugno 2021

Petros Markaris: Ultime della notte


Il commissario Kostas Karitos vive ad Atene, metropoli sospesa tra Oriente e Occidente, crocevia di immigrati clandestini, ex spie sovietiche e trafficanti d'organi. Karitos tenta comunque di ritagliarsi uno spazio di tranquillità personale, per dedicarsi anche ai propri problemi famigliari. Ma un efferato omicidio lo costringe a scendere in campo, scontrandosi con schegge impazzite di realtà.


lunedì 21 giugno 2021

Il commissario Ambrosio



Italia, 1978 l Renato Olivieri

Potrebbe essere questa la perfetta descrizione del commissario Ambrosio, uscito dalla penna di Renato Olivieri, scrittore nato nel piccolo paese veronese di Sanguinetto nel 1925 e morto a Milano nel 2013.
Ambrosio «è un uomo di cultura quieta, di sentire sobrio; che ama la buona pittura, la buona musica, il buon artigianato e – non va dimenticato – le belle donne, vittime o colpevoli che siano» scrive Mino Monicelli.

Malinconico, attento osservatore della natura, dell'animo umano e della vita quotidiana, piena di tragedie piccole e grandi, il commissario Giulio Ambrosio è un poliziotto leale e umano, che cerca sempre di capire cosa c'è dietro ai singoli fatti. Cerca di mantenere un certo distacco nei
confronti delle persone e delle cose, ma spesso gli capita di commuoversi o di ricordare con nostalgia la propria giovinezza. Ha più di cinquant’anni e agisce a Milano, metropoli inquieta dove il delitto sembra essere parte integrante della vita e non un’eccezione a essa. Anche il colpevole è un uomo qualsiasi, quasi a sottolineare che la banalità del male, concetto coniato dalla filosofa Hannah Arendt, potrebbe essere in ognuno di noi. Ma il male non è mai banale, e lo sa bene Ambrosio che di fronte ad ogni orrore si stupisce candidamente e si interroga giungendo spesso alla soluzione da una prospettiva diversa.

Renato Olivieri dice del suo commissario:

La mia vicenda con il commissario Giulio Ambrosio della squadra mobile milanese ebbe inizio nel gennaio del 1976, un martedì, giorno dell'Epifania. Allora era vice commissario, aveva meno di cinquant'anni, e mi pareva dovesse assomigliare all'attore Lino Ventura. Lo descrissi così. E. così è rimasto.

Ricordo che quel giorno, quando cominciai a scrivere la prima frase del mio primo romanzo, c'era nebbia, era uno di quei crepuscoli gelidi che, a Milano, ti invogliano a restare in casa, a pochi passi dal calorifero. La frase me l'ero segnata su un foglietto, la portavo in tasca, ogni tanto cambiavo una parola. Sono ancora convinto che l'inizio di un romanzo sia sempre laborioso, la stessa cosa succede con un quadro o con un articolo. Insomma mi sedetti al tavolo, avevo davanti una Olivetti Valentine rossa, e battei la prima riga: in effetti c'era qualcosa di strano nella morte della signora Kodra. Soddisfatto continuai, almeno un'ora tutte le sere. Nella primavera dell'anno successivo il libro era pronto. Ne ho scritti altri quattro, e ho scritto alcune decine di racconti, molti dei quali sono pubblicati in questo volume. Quando li leggerete, conto di essere a buon punto con il sesto romanzo che avrà, naturalmente, per protagonista il commissario.

Una domanda che mi fanno spesso i lettori e gli amici è questa: Ambrosio è un personaggio autobiografico? Non sono sicuro che lo sia. Tuttavia mi rendo conto che non riesco a scrivere nulla di ciò che non conosco abbastanza a fondo. Un esempio: dato che non m'intendo di musica, Ambrosio non ne capisce gran che, ed è accaduto persino che la moglie Francesca lo abbia abbandonato per un pianista di Roma. A proposito della moglie: nonostante lui si consideri legato a Emanuela, un'infermiera del Policlinico di Milano, ritengo che il ricordo della donna che aveva sposato da giovane, all'inizio della carriera, lo tormenti, qualche volta; non so bene se ciò dipenda dall'orgoglio ferito o da una sorta di vaga nostalgia, o da una specie d'amore.

Fisicamente Ambrosio è un uomo robusto, ha il volto segnato, i capelli appena brizzolati tagliati corti, pesa sugli ottanta chili, è alto un metro e settantotto. Soffre di artrosi cervicale. È di temperamento malinconico; qualche volta, se non lavorasse, potrebbe tendere all'ipocondria. L'impressione che dà, soprattutto alle donne, è di essere un uomo equilibrato, di cui ci si può fidare. In parte è così. Gli pesa la solitudine, forse gli sarebbe piaciuto diventare padre di un paio di ragazzi con i quali andare agli incontri di boxe, l'unico sport che abbia coltivato, per un certo periodo, in gioventù. Ci tiene alla salute, si controlla nel fumo e nell'alcool. E anche nel cibo, per quanto ciò non gli costi gran fatica. A suo modo è un igienista.

Vive in un monolocale, all'ultimo piano di un palazzo liberty, in via Solferino, a due passi dalla sede del «Corriere della Sera». È di sua proprietà. Credo lo abbia acquistato dopo la separazione da sua moglie, per pochi milioni.
Glielo aveva arredato un architetto, per riconoscenza, visto che Ambrosio era riuscito a recuperargli una valigetta piena di documenti che gli era stata rubata nella hall di un albergo di piazza della Repubblica. Pareti a calce, moquette verde, mobili laccati di bianco, alle pareti litografie di Cassinari e di Morlotti. Se Ambrosio fosse meno giudizioso, quel quartierino potrebbe somigliare a una garçonnière, dotata persino di una minuscola terrazza da cui si vede il campanile di San Marco. Sulla terrazza una vite canadese, una forsythia e un glicine. Nel letto a una piazza e mezza dorme da solo, salvo qualche notte con Emanuela, la quale normalmente abita con i genitori in via San Vincenzo, al Carrobbio.


Ambrosio possiede da anni una Golf verde che pensa di cambiare con una Delta grigia. Ma ci vorrà del tempo. Almeno per quel che mi risulta. Tiene l'auto in un garage sotterraneo in via San Marco. Una volta tentarono di ucciderlo con una carabina calibro 30 a cannocchiale proprio mentre usciva con la Golf da quel garage.Il commissario, se può, non mangia a casa. In via Solferino si prepara soltanto qualche toast o due uova al tegame. Gli piacciono le trattorie, soprattutto quando esce con Emanuela. La loro storia d'amore ebbe inizio a Bagutta, alla Vecchia Locanda Solferino, al Tumbun de San Marc, e via discorrendo. D'estate preferisce le trattorie sul Naviglio e d'inverno certi ristoranti della zona di Brera, meglio se hanno le candele sulle tavole.
Di rado va a cena dalla madre, una anziana signora che lo tratta ancora come se lui fosse una recluta, e abita nel vecchio appartamento di piazza Giovine Italia dove viveva con il giudice, e con Giulio prima che si sposasse.


Ambrosio possiede, e porta con sé, una pistola automatica, una Beretta calibro 9, che ha usato poco, con risultati abbastanza deludenti (leggere il racconto La stazione di Porta Genova). Le armi gli piacciono, più che altro per ragioni estetiche: hanno un loro fascino, l'acciaio brunito seduce come il cuoio o il legno di radica. Anche i meccanismi, ben congegnati e costruiti con la maestria degli orologi di marca o dei multipli di Berrocal, lo attraggono, e ci sono momenti che gli va di smontare la sua automatica, di ripulirla, di oliarla, soppesarla.
Di orologi ne possiede due: un Rolex d'acciaio e un Vacheron Costantin in oro bianco, di forma rettangolare, regalo di Francesca prima delle nozze, che qualche volta mette al polso di sera, come gli succedeva nei primi mesi di matrimonio.
In questura dicono che sia uno dei funzionari meglio vestiti, e può essere vero perché Ambrosio indossa abiti che piacciono anche a me. Giacche di lana morbida, camicie azzurre, o a righine bianche e celesti, cravatte regimental, scarpe di gusto inglese. A primavera non è raro vederlo con abiti di gabardine, un po' troppo chiari per uno come lui, disattento e persino maldestro. È un discreto cliente della tintoria, di buona fama, di via Visconti di Modrone. D'estate, soltanto abiti di cotone, in tinta coloniale; salvo uno di lino.

 

giovedì 17 giugno 2021

Robert Galbraith: Il richiamo del cuculo


Il primo caso per Cormoran Strike in questo romanzo di esordio di Robert Galbraith, pseudonimo di J.K. Rowling, autrice della serie di Harry Potter e de "Il seggio vacante". Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all'ufficio di Cormoran Strike. 


Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l'ha schiacciata. Un page turner tra le cui pagine è facile perdersi, tenuti per mano da personaggi che si stagliano con nettezza. Ed è ancora più facile abbandonarsi al fascino ammaliante di Londra, che dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell'East End, si rivela protagonista assoluta, ipnotica e ricca di seduzioni.


martedì 15 giugno 2021

11/06/2021 Roberto Roganti presenta l'antologia a tema Macchina del Tempo

 


Roberto Roganti
presenta
l'antologia

Finalmente un’azienda ha brevettato la macchina del tempo e cerca persone che vogliano testarla. Ti offri come volontario.


Hanno collaborato alla stesura dei testi:

Roberto Roganti; Mauro Sighicelli; Stefano Frigieri; Laura Artioli; Lucia Artioli; Francesca Arcelloni; Nicolò Arcamone; Livia Lara Barbieri; Claudio Balboni; Andrea Ansevini; Christine Caroline Seibuchner; Greta Brunacci; Maria Cristina Buoso; Francesco Folloni; Giuseppe Fiengo; Oscar Cervi; Marco Giogini; Roberto Fiorini; Gabriele Sorrentino; Maddalena Tassan


lunedì 14 giugno 2021

Altai & Jonson



Italia, 1975 / Tiziano Sciavi e Giorgio Cavazzano

Michael Altai e Sarno Jonson sono due scalcinati investigatori di San Francisco perennemente a corto di quattrini. Vivono in un ufficio-appartamento che ha conosciuto tempi migliori e sono quasi sempre impegnati in vicende particolarmente strampalate: da una serie di furti di omogeneizzati al caso di un gorilla innamorato che soffre di nostalgia. Sono una coppia di investigatori, entrambi disincantati, malinconici ma onesti tutori della legge e sgangherati ma molto diversi fra loro, il primo è giovane e mingherlino mentre il secondo è più maturo.
Come se non bastasse, sono spesso alle prese anche con un iroso quanto incapace tenente di polizia che periodicamente li minaccia di revocare la loro licenza di investigatori privati.

E' una serie a fumetti italiana di genere umoristico e poliziesco creata da Tiziano Sclavi e disegnata da Giorgio Cavazzano. Esordisce sul settimanale Corriere dei Ragazzi nel 1975 e si conclude nel 1985.

Il primo episodio della serie appare nel 1975 sul numero 37 del Corriere dei Ragazzi e altri episodi compaiono fino al 1976. Nello stesso anno un nuovo episodio compare sul numero 47 di Corrier Boy e, dal 1978 al 1979, vengono pubblicate altre storie di contenuto più adulto sulla rivista Il Mago. L'ultimo episodio è pubblicato sulla rivista Orient Express.

L'atmosfera che vi si respira è quella tipica dei film e dei romanzi hard boiled e i due protagonisti tentano di sbarcare il lunario risolvendo misteri, spesso però poco redditizi. Il quartier generale dei due detective è in un ufficio non troppo ben messo. Sono perennemente senza un dollaro e guidano uno scassatissimo Volkswagen Maggiolino. Nonostante gli scarsi mezzi, riescono a risolvere in maniera brillante anche i casi particolarmente strampalati e apparentemente irrisolvibili.

  • Michael Altai, un hippy dalle spiccate doti intellettive, calmo e controllato, raffigurato sempre con uno sguardo malinconico e dispensatore di criptici “Yeah!” come risposta ai suoi interlocutori. In genere si dimostrerà più in gamba del collega nel risolvere i casi e rivelando conoscenze e capacità incredibili.
  • Sarno Jonson, texano alto e biondo dal carattere irascibile e vestito come un cowboy. Non ha le doti intellettive del socio ma ha uno spiccato senso della giustizia. Più anziano e molto più scettico e meno entusiasta.
  • Julius Caesar: il loro peggior nemico, un terribile gangster di San Francisco.
  • Il tenente Kennan: ufficiale della polizia della città, che non li vede di buon occhio. I due detective di turno sono mal sopportati dalla locale polizia perché usano metodi a dir poco non ortodossi. Il tutto per la giustizia, ma la vera legge non può favorire questi comportamenti; allora via a furiose litigate tra Kennan e i due, condite da minacce di arresto e ingiunzioni a non farsi più vedere.
  • Shulzi: malinconico pugile ritardato.
  • Orville: imbranato aspirante investigatore.

Tiziano Sclavi crea una coppia di personaggi protagonisti di storie con un ritmo che ricorda quello dei telefilm. Lo stile della sceneggiatura è svelto e chiaro, supportato da moltissime didascalie che, senza appesantire la narrazione, la arricchiscono di battute, rimandi e di ammiccamenti al lettore. Per i disegni, Sclavi inizialmente voleva uno stile realistico, come disse successivamente egli stesso: “Altai & Jonson non sono nati per un disegno così, ma per un disegno serio”. Fu Barberis, allora direttore del Corriere dei Ragazzi, a indirizzare verso un tratto diverso. Questo fece sì che, dopo le prime due storie, le successive avessero un carattere diverso essendo state scritte pensando allo stile Cavazzano. Sclavi, consapevole di scrivere storie per Cavazzano, le pensa adattandole allo stile del disegnatore. Cavazzano, per rendere il suo stile adatto all'atmosfera delle storie rende il suo stile umoristico più dinamico ed espressionista.

 

giovedì 10 giugno 2021

Raymond Chandler: In fondo al lago


Marlowe viene ingaggiato da Kingsley, magnate dei profumi, per ritrovare sua moglie Crystal. Come sempre, però, non tutto è come sembra e il caso diventerà molto più complesso ed intricato di quanto l'investigatore potesse immaginare.


                               

martedì 8 giugno 2021

4/06/2021 Roberto Roganti alla Virtus Modena



Stefano Frigieri
presenta
Roberto Roganti


Prima avventura fantascientifica dell'Agenzia Investigativa Senza Scarpe. Grogghino va nel passato con la macchina del tempo per scoprire come muore un industriale. Qui incontra Sherlock Holmes e, a dispetto della sua storia, a condurre il gioco è il nostro becchino.

I personaggi reali in ordine di apparizione:

Dott. David Pavoncello, Vapo: medico legale della polizia
Federica Di Luca: telefonista di ag. mort. Della Cassa
Corrado Roscelli, Rosco: necroforo di ag. mort. Della Cassa
Roberto Roganti, Grogghino: becchino e socio dell’Ag. Inv. Senza Scarpe
Federico Loschi: fotografo della scientifica
Massimo Ghigi, Monnezza: ispettore superiore di polizia
Marco Vezzani, Vezz: ispettore di polizia
Mauro Sighicelli, Sighi: socio dell’Ag. Inv. Senza Scarpe
Dott. Andrea Vaccari: questore di Modena
Francesco Folloni, Frenky: vice direttore di GattaCiCovaModena
Aurora Leonardi: co-titolare del Ristorante Bulldog




domenica 6 giugno 2021

Alphonse Grand



Gran Bretagna, 1962 / Victor Canning

Chiamato affettuosamente Papà Grand da dipendenti e collaboratori (oltre che da un giovane membro del gruppo, Renoblier, che racconta di volta in volta le sue avventure), Alphonse Grand dirige la sezione casi archiviati di Parigi. Il compito di questo curioso dipartimento, che si trova in un vecchio edificio sul Quai d'Orsay, è quello di setacciare vecchie pratiche relative a casi archiviati senza essere stati risolti, nella speranza di trovare qualche traccia precedentemente sfuggita a chi aveva a suo tempo condotto le indagini.
Un lavoro noioso e apparentemente ingrato, sconosciuto alla maggior parte della gente, che richiede molta pazienza e che Papà Grand - autore di un manuale (di cui esistono soltanto cinque copie) scritto per aiutare coloro che lavorano nella sezione e pieno di suggerimenti e di informazioni utili - svolge con grande passione, come se fosse una missione, e grande abilità, cogliendo nei polverosi carteggi che di volta in volta consulta dettagli importantissimi e determinanti sfuggiti sino a quel momento a tutti.
Alphonse Grand ha da tempo superato i sessanta e ha i capelli bianchi e gli occhi azzurri. Si sposta raramente dal suo stanzino all'ultimo piano del palazzo dove ha sede il suo dipartimento - anche perché, occupandosi di vecchi casi irrisolti non occorre recarsi sul luogo del delitto o andare a parlare con i relativi testimoni - ed è davvero felice quando riesce a incastrare qualche vecchio criminale ormai convinto di averla fatta franca.

Victor Canning (16 giugno 1911 – 21 febbraio 1986) è stato un prolifico scrittore britannico di romanzi e thriller che fiorì negli anni '50, '60 e '70. Era personalmente reticente, non scriveva memorie e rilasciava relativamente poche interviste ai giornali.

Ha scritto una sessantina di libri e un centinaio di racconti in una carriera che è durata oltre cinquant'anni. Il suo primo romanzo; Mr Finchley scopre la sua Inghilterra è stato pubblicato per la prima volta nel 1934, ma fu tra gli anni '50 fino agli anni '70, quando era all'apice della sua scrittura, produsse per lo più thriller di buona qualità.

Canning si arruolò nell'esercito britannico nel 1940, unendosi al suo amico e collega scrittore, Eric Ambler in addestramento con la Royal Artillery. Nel 1943 fu inviato in Nord Africa per partecipare all'invasione alleata della Sicilia tra le altre campagne condotte in Italia. Anche se ha parlato poco della sua carriera militare, era un uomo molto riservato, la sua scrittura fu molto influenzata dalle sue imprese militari e dallo stile in cui ha scritto dei servizi segreti in particolare. Sfruttando la sua esperienza in Italia scrisse The Chasm nel 1947 su un collaboratore nazista in fuga nel nord Italia.

Gli anni Sessanta sono stati un periodo di boom per gli autori che hanno scritto di spie sulla scia del successo di Ian Fleming, sia nei libri che nei film, e Canning ha toccato l'argomento attraverso i suoi romanzi polizieschi di Rex Carver. The Python Project, pubblicato per la prima volta nel 1967, è stato il terzo della serie di Rex Carver. Il libro ci porta attraverso un territorio caro a Canning, in Francia, in Italia e per le coste del Nord Africa, insieme a meravigliose descrizioni del periodo dell'Inghilterra degli anni '60 e con l'onnipresente Mini Cooper, un sacco di whisky e ragazze con gli occhi blu fiordaliso.

Canning è un autore che vale la pena cercare, ha anche scritto libri per bambini straordinariamente buoni e ben accolti, in particolare The Runaways pubblicato nel 1972.

 

giovedì 3 giugno 2021

Mark Billingham: Effetti personali


In un vicolo nel centro di Londra vengono scoperti tre corpi senza vita. Sono tre vagabondi uccisi a calci. Le vittime hanno un biglietto da venti sterline appuntato sul petto e un identico tatuaggio sulla spalla. Il detective Tom Thorne, dopo mesi passati a riempire scartoffie, un inizio di depressione e uno stato di permanente malinconia causato dalla morte del padre, viene assegnato al caso. L'unico modo per investigare in un mondo tanto effimero e sfuggente è quello di muoversi dall'interno, e Thorne decide di infiltrarsi. 


La morte di tre barboni può anche non essere un evento per cui impiegare tempo ed energie, ma c'è qualcosa in quest'indagine che cattura completamente la sua attenzione. Scopre infatti che il tatuaggio che accomuna tutti e tre i cadaveri in realtà è il segno distintivo di un gruppo di soldati inglesi che, durante l'operazione Desert Storm, ha commesso orribili atrocità. Uno di loro ha deciso di liberarsi di ogni prova che possa incriminarlo, compresi i suoi quattro complici. E lo stesso Thorne, arrivato troppo vicino alla verità, rischia la vita.