sabato 30 marzo 2024

Chiara Domeniconi

Silenzio-Le mie mille parole

Un viaggio dell’anima, intimo e personale, attraverso il difficile passato e il presente colmo di nuova luce. È la speranza il filo conduttore della raccolta di poesie che Chiara Domeniconi ci presenta: una piccola fiamma tenuta accesa in fondo all’anima persino negli anni più bui, che si è trasformata, anche grazie alla meditazione, prima in volontà, poi in coraggio e forza. Un percorso di crescita, di maturazione, di resistenza alle prove della vita, che offre spunti di riflessione e suggerisce una via d’uscita dalla sofferenza interiore: chi non ama, accetta e perdona se stesso non potrà mai amare, accettare e perdonare gli altri.

Mani in extasi

Il mio libro nasce da una storia vera, la mia, da un pezzo della mia vita. Tratta della mia reale storia di convivenza avuta per cinque anni tra il 2002 e gli anni seguenti tra me e un ragazzo paraplegico conosciuto durante una vacanza al mare sulla riviera romagnola. Io allora ero nel pieno dei miei disturbi alimentari, bulimia e anoressia e credo di aver visto in questo amore una forza positiva. un ragazzo, un uomo ormai fatto che dopo un incidente e la perdita dell’uso delle gambe era riuscito a ritrovare una sua stabilità e voglia di vivere. Io allora non avevo nessuna delle due e speravo da questo amore, da questo uomo, di “assorbire” questo suo potere “magico”. Una relazione quindi non sana e giusta benché sincera la mia perché indirizzata da qualcosa che in me era “rotto” da tempo. 

Doppia Vendetta

Un romanzo poliziesco ambientato a New York ai giorni nostri. Una giovane donna come tante, emigrata dall'Italia in cerca di fortuna e forse di sé stessa, lasciando la sua casa per un futuro migliore. Tuttavia, il male, come si sa, è ovunque, e il viaggio può far crescere, ma non rende immuni dalla cattiva sorte. Gelosia, egoismo, possesso, lussuria... Nessun luogo al mondo è esente da questi sentimenti. Kate dovrà scoprirlo a sue spese, da sola, in una città che non conosce ancora bene. Forse, scoprirà anche parti di sé che non ha ancora esplorato completamente, e le nuove vicende sicuramente l'aiuteranno a farlo, anche se nel modo meno piacevole. Intraprendi questo viaggio avvincente nel cuore di New York, dove i segreti si celano tra le ombre e la verità attende di essere svelata. Scopri insieme a Kate cosa si nasconde dietro il velo del mistero e lasciati coinvolgere in una storia avvincente che ti terrà con il fiato sospeso.

venerdì 29 marzo 2024

Matlock


Stati Uniti, 1986 / Joal Steiger e Dan Hargrove

Benjamin L. Matlock (Andy Griffith) è un avvocato furbo quanto vanitoso, apparentemente non molto sveglio ma in realtà abilissimo nel costringere i criminali alla resa.



Lavoratore instancabile, caro ma molto efficace, si occupa quasi sempre di casi sensazionali ed è spesso aiutato nelle indagini dalla figlia Charlene (Linda Puri) e dall'investigatore privato Tyler Hudson (Kene Holliday). 



Prodotta dalla Viacom, la stessa casa di produzione di Perry Mason, e in onda dal 20 settembre 1986 in episodi da 50 minuti, questa serie è assai popolare negli Stati Uniti e nel 1987 era all 'ottavo posto negli ascolti. 
Protagonista negli anni sessanta di un grande show televisivo alla maniera di quello condotto da Ed Sullivan e in seguito scomparso per qualche tempo dalle scene per una paralisi alle gambe (per fortuna diagnosticata in tempo e curata efficacemente), Andy Griffith è anche produttore esecutivo della serie, che lo tiene impegnato sette giorni su sette: cinque giorni sul set, quasi sempre in esterni, e due a casa, a rileggere e correggere i copioni degli episodi successivi. 



L'avvocato Ben Matlock assomiglia ad Andy Griffith?
«Giudicate voi - risponde l'attore - lui è molto vanitoso e io no. Lui è molto tirchio e io no. Lui è molto intelligente e io ... molto meno. E poi è convinto di indossare un bel vestito, quel completo color fragola chiara che è una specie di divisa del personaggio. Be', la sua stoffa è proprio impossibile. Basta lavarla una volta e si scolorisce. È per questo che la produzione, per ogni nuova serie, compra metri e metri di stoffa nuova. Sempre la stessa, sintetica. Utilissima, mi dicono, perché non bisogna stirarla».
 

giovedì 28 marzo 2024

Heitor Villa-Lobos

Rio de Janeiro 5-III-1887 - 17-XI-1959 

Studiò in patria, soprattutto da autodidatta, coltivando con passione il violoncello che suonò in orchestrine di musica leggera e di teatro. Si dedicò giovanissimo alla raccolta di canti popolari e indigeni brasiliani, e dal 1923 al '26 visse a Parigi, dove ritornò tre anni dopo facendovi conoscere musiche proprie. Tornato in Brasile, fu dal 1930 direttore dell'Accademia Brasiliana di Musica e dal 1932 sovrintendente dell'educazione musicale in tutte le scuole della repubblica. Nel 1942 poté fondare il Conservatorio Nazionale di Canto Corale, nel cui ambito tenne concerti con masse sterminate di giovani. Si fece applaudire anche all'estero come direttore di proprie composizioni.
Figlio di una india, Villa-Lobos senti ben presto in maniera quasi istintiva il richiamo del canto indigeno del Brasile : alla musica etnica del suo paese è ispirata la massima parte della sua produzione, che lo pone alla testa dei compositori " nazionali" dell'America Latina. La conoscenza approfondita delle
correnti musicali europee degli " anni '20 " gli permise di introdurre nella sua musica una problematica attuale: se da un lato è possibile riconoscere l'influsso dei neoromantici tedeschi, dall'altro è chiaro anche che la lezione del neoclassicismo e di certo fauvismo europeo non è passata in lui senza lasciar segno.
Fondamentale però per la sua formazione lo studio del contrappunto bachiano, a cui spesso si richiama nella sua opera e che gli permette un severo rigore di stile.


Chòros (1920-29)
« Chòros - ebbe a dire l'autore - è una nuova forma di composizione musicale, in cui si aspira a una sintesi dei diversi tipi di musica brasiliana indiana e popolaresca, e che rispecchia nelle sue parti costitutive il ritmo e le melodie caratteristiche del popolo, melodie... che vengono continuamente trasformate dall'ispirazione individuale del compositore.
Anche il procedimento armonico costituisce una totale stilizzazione dell'originale: questa forma può essere lontanamente paragonata a quella della serenata. » 
Il Chòros è dunque una forma tipica della musica popolare brasiliana, che Villa-Lobos ha nobilitato e ravvivato artisticamente in alcune pagine che sono tra le sue più personali e avvincenti. Rimangono della forma originaria il vigore ritmico e la penetrante forza delle melodie, calati in un discorso serrato, a volte quasi tumultuoso, sempre colorito e sorretto da un'ispirazione sincera.
Dei Chòros composti da Villa-Lobos solo cinque sono per complesso strumentale sinfonico:
Chòros n. 6 per orchestra, chitarra e strumenti a percussione indigeni (1926). 
Chòros n. 8 per due pianoforti e orchestra 1925) - Di questo lavoro il critico belga Paul Collaer ha scritto: « A volte si scatena un vento di follia, gli strumenti urlano delle sorprendenti onomatopee, la batteria - vera orchestra di strumenti a percussione - martella i ritmi con un furore dionisiaco, l'orchestra supera se stessa in frenetica violenza: è un cataclisma sonoro, un'eruzione vulcanica, un ciclone ... »
Chòros n. 9 per orchestra (1929).
Chòros n. 11 per pianoforte e orchestra (1928) - È uno dei pezzi più impressionanti del musicista, dove si fondono in un grandioso affresco le più diverse influenze del folclore indio, negro e bianco del Brasile.
Chòros n. 12 per orchestra (1929) - C'è da notare in questo pezzo soprattutto la ricchezza della sezione percussiva, comprendente un numero grandissimo di strumenti indigeni.

sabato 23 marzo 2024

Luigi Guicciardi, Donne che chiedono giustizia

In una casa diroccata e abbandonata alla periferia di Modena, si scopre per caso il cadavere di una ragazza senza documenti. Incidente, suicidio o omicidio? Delle indagini viene incaricato il commissario capo Cataldo, che può contare molto più sul fidato ispettore De Pasquale che sul nuovo questore, una donna rigida e ambiziosa da cui lo separa una spiccata incompatibilità caratteriale. Identificata la morta in una cameriera slovena di vent'anni, l'inchiesta si indirizza inevitabilmente al ristorante dove lavorava e alla cerchia particolare dei suoi frequentatori. Ma quando una seconda ragazza – stavolta della cosiddetta "Modena bene" – e una terza donna, tanto bella quanto misteriosa, vengono uccise in modo ben più sadico e feroce, l'indagine si complica e Cataldo dovrà individuare il trait-d'union tra queste vittime così diverse, in una ricerca dolorosa e difficile che lo coinvolgerà direttamente anche sul piano sentimentale e lo condurrà, alla fine, a una verità sconvolgente e amarissima. 


venerdì 22 marzo 2024

Sergente Masao Masuto


Stati Uniti, 1977 / E.V. Cunningham

Sergente della squadra omicidi della polizia di Beverly Hills, un ricco quartiere di Los Angeles, Masao Masuto è un nisei, vale a dire un giapponese nato negli Stati Uniti da immigrati giapponesi. È l'unico agente di origini orientali del suo dipartimento di polizia e, secondo il suo autore, E.V. Cunningham, «prende sempre il proprio lavoro un po' più sul serio di quello che le circostanze avrebbero talvolta richiesto».



Coscienziosissimo e sempre molto informato su tutto ciò che succede nella propria zona («Si trattava soprattutto di una sua precipua disposizione alla curiosità, una caratteristica che, come ebbe a dire una volta lui stesso, a Beverly Hills era incessantemente stuzzicante»), Masao Masuto ha l'abitudine e l'ambizione di non scomporsi mai, sia che sia alle prese con collezionisti di francobolli, ex criminali nazisti o prepotenti agenti dell'FBI.



Abita in un villino a Culver City, a pochi minuti d'automobile da Beverly Hills, insieme alla minuta e graziosa moglie Kati, una giapponese educata all'antica, e ai figli Ana e Uraga. Ama le rose e ne ha un giardino pieno («Conosceva una per una ogni pianta, i suoi pregi, le sue debolezze, il periodo della fioritura e non era lontano dal credere che, alla loro maniera, le piante conoscevano lui»), è molto bravo nel karate e pratica il buddismo zen, cercando sempre di trovare nel corso della giornata il tempo per un po' di meditazione. l romanzi con Masao Masuto sono pubblicati in Italia da Mondadori. 

 

giovedì 21 marzo 2024

Henri Vieuxtemps

Verviers [ Belgio] 17-II-1820 - Mustapha-les-Algers [Algeri] 6-VI-1881 

Fanciullo prodigio, fu violinista dalle eccezionali capacità, e dopo essere stato istruito dal grande violinista De Bériot tenne trionfali tournées in Europa e in America, stabilendosi dal 1846 al '52 a Pietroburgo come solista dell'orchestra reale e insegnante al Conservatorio. Dal 1871 al '73 insegnò nel Conservatorio
di Bruxelles.
È insieme a De Bériot il maggior rappresentante della scuola violinistica franco-belga e a lui si deve un ulteriore arricchimento della tecnica di questo strumento. Compose moltissimi pezzi per violino, caratterizzati da una tecnica prodigiosa ma anche da un'ispirazione piuttosto superficiale: si ricordano 6
concerti, diversi concertini e altri pezzi per violino e orchestra, pezzi per violino e pianoforte e altra musica da camera, molti studi per violino solo ancor oggi in uso in sede didattica.

Concerto per violino e orchestra No.4, Op. 31 (1850)
È i l Concerto che meglio di tutti gli altri rispecchia le peculiarità stilistiche del suo autore, ed è anche l'unico che si sia praticamente conservato nel repertorio. Dal punto di vista tecnico esso è ricco dei più svariati ed efficaci colpi d'arco, di note doppie, ottave, volate e arpeggi di ogni sorta, che ne fanno una delle pagine piu ardue della letteratura violinistica.
Dal punto di vista musicale è una composizione piuttosto superficiale, dalla linea convenzionale ma non priva di momenti ispirati ed efficaci.
Il primo tempo - "Andante-Moderato" - si inizia con un'ampia introduzione della sola orchestra e affida poi al solista alcuni passaggi di grande effetto; segue un "Adagio religioso" dall'andamento più disteso, poi lo "Scherzo" (che secondo
le indicazioni dell'autore può anche essere omesso) e il "Finale marziale" in tempo 'Andante-Allegro,' la pagina più trascendentale dell'intero Concerto.

sabato 16 marzo 2024

Graziano Gessi, Parole dell'Anima

L’aria della notte è piacevole 
sto camminando 
metro dopo metro 
tento di raggiungere la mia ombra 
ma lei
è sempre un passo avanti al mio
 

venerdì 15 marzo 2024

Marvin


Italia, 1983 / Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo

Creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo (famosi soprattutto per Ken Parker, una persona "normale" che affronta le proprie avventure western come un uomo qualsiasi) e apparso sulle pagine di Orient Express, Marvin è un ex attore del cinema muto che fa il detective privato a Hollywood. 


Durante la Prima guerra mondiale ha combattuto in Francia e nel suo passato c'è qualcosa che non sappiamo visto che non è ancora riuscito a ottenere il porto d'armi né ama vedere il proprio nome sui giornali, neppure quando è riuscito a risolvere il caso che gli è stato affidato.


giovedì 14 marzo 2024

Giuseppe Torelli

Verona 22-IV-1658 - Bologna 8-II-1709

Compì gli studi musicali a Bologna, dove fu violista nell'orchestra di S. Petronio. Nel 1695 era a Vienna, poi ai servizi del margravio del Brandeburgo e nel 1700 di nuovo a Vienna, finché nel 1701 poté ritornare a Bologna, dove era stata riorganizzata l'orchestra di S. Petronio; e qui rimase fino alla fine dei suoi giorni.
Torelli è uno dei primi autori di concerti e concerti grossi, e anzi a lui si attribuisce la paternità del genere del "concerto" per violino e orchestra. Insieme con Corelli, Geminiani e altri contribuisce a definire queste forme, le stabilizza nel rapporto tra "soli" e " tutti," vi introduce di suo un sentimento intenso e una perspicace sensibilità timbrica; egli va considerato in ogni senso come uno dei maggiori rappresentanti del barocco strumentale italiano, modello alle scuole estere e soprattutto a quella germanica. II suo contatto quotidiano con la pratica musicale alla cappella di S. Petronio gli permise di orizzontarsi con sicurezza tecnica e di individuare come mezzo d'espressione
proprio quelle forme che erano destinate ad acquistare col tempo una sempre maggiore validità e un sempre più ampio respiro. Compose diverse sinfonie e concerti, e in alcuni lavori acquista anche particolare interesse la sua maniera di mettere in rapporto tra loro gli strumenti ad arco e quelli a fiato.
Come per molti altri compositori dell'epoca barocca, non è possibile prendere in esame dettagliatamente la produzione di Torelli: essa è attualmente sottoposta a un'opera di rivalutazione che non permette ancora di stabilire con esattezza quale ne sia la parte migliore. Diremo qui che, mentre la produzione di sinfonie corrisponde più o meno al gusto e alle forme dell'epoca, Torelli ha composto pagine molto interessanti soprattutto nel campo del concerto e del concerto grosso. II suo capolavoro sono i Concerti grossi con una pastorale per il Sanctissimo Natale op. 8, di cui sei per due violini e sei per un violino e archi. Citiamo ancora i Concerti per archi e fiati,
che arrivano a comprendere fino a 4 trombe in rapporto concertante con gli archi. L'opera di Torelli si pone nel suo insieme tra quanto di meglio e di più significativo abbia dato alla musica il '600.


Sonata Concerto in re maggiore per tromba, archi e basso continuo
La Sonata inserita in programma, una delle pochissime di cui si conosce la data di composizione, il 1690, si articola nella successione dei movimenti tipica del modello da chiesa. L'Andante iniziale, un'introduzione lenta di tipo accordale solitamente assente nei brani intitolati sinfonie o concerti, è percorso da un sobrio motivo a crome ripetute che passa dagli archi al solista con incedere nobilmente sostenuto fino alla cadenza finale, ribadita dal brevissimo Adagio conclusivo. L'Allegro seguente, il cui incipit tematico nasconde un ritmo di canzona, presenta una struttura fugata rigorosa piuttosto insolita nei pezzi per tromba, in quanto le limitazioni tecniche imposte allo strumento spingevano i compositori, dopo le eventuali imitazioni iniziali, ad orientarsi verso una scrittura prevalentemente omofonica.

Nel terzo movimento, Grave, la tromba tace, mentre gli espressivi interventi solistici di primo e secondo violino si inseriscono fra i ben cadenzati accordi suonati dagli archi, oscillanti tra le tonalità di la maggiore e fa diesis minore. La composizione termina con un Allegro già chiaramente articolato nello stile di concerto non solo per la serrata giustapposizione tra il solista e il ripieno, ma anche per la precisa differenziazione tematica tra gli episodi di tipo virtuosistico della tromba e il motto orchestrale, che ha l'incisività ritmica e la funzione connettiva di un vero e proprio ritornello concertistico.


sabato 9 marzo 2024

Roberto Roganti, Capsicum - Le poesie della sofferenza

Questa è una raccolta particolare di poesie dai toni decisamente forti, vietata ai maggiori di 60 anni, vietata alle persone troppo sensibili, vietata a chi si impressiona.

...mi sono reso conto di aver avuto un vantaggio nel retaggio di scrittore giallista, che si porta dietro un bagaglio di morti ammazzati da spietati assassini...

venerdì 8 marzo 2024

Martin Mystère


Italia, 1982 / Alfredo Castelli e Giancarlo Alessandrini

Continuamente alle prese con gli incredibili enigmi del nostro passato - si è occupato un po' di tutto, dalla fine di Atlantide al mostro di Loch Ness, dall'Uomo delle nevi alle gigantesche statue dell'isola di Pasqua, dall'Arca di Noè a Babbo Natale, Martin Mystère, noto anche come il detective dell'impossibile, è sempre in giro per il mondo insieme al suo fedele assistente Java, un uomo di Neandertal giunto misteriosamente sino a noi. 


E non sono neppure mancati i viaggi nel passato o nel lontano futuro.
La maggior parte delle storie di questo interessante personaggio - forse fin troppo dotte, piene come sono di citazioni e di riferimenti culturali - sono state scritte da Alfredo Castelli, il suo creatore, mentre numerosi disegnatori si sono alternati a Giancarlo Alessandrini nella realizzazione grafica.
Martin Mystère è un personaggio immaginario protagonista di una omonima serie a fumetti ideata da Alfredo Castelli ed edita in Italia dal 1982 dalla Sergio Bonelli Editore. La serie è incentrata sulle avventure di un archeologo e scrittore noto come il "Detective dell’impossibile" che indaga sui misteri del passato e del presente come Atlantide, gli UFO, la parapsicologia e vari enigmi della storia, dell'archeologia e della scienza. Il fumetto è considerato il punto di passaggio tra le serie classiche della Bonelli come Tex, Zagor e Mister No e quelle del nuovo corso degli anni successivi come Dylan Dog, Nick Raider e Nathan Never in quanto si allontana dallo stereotipo del fumetto popolare avvicinandosi alle pubblicazioni d’autore.

                            

Martin Jacques Mystère è nato il 26 giugno 1942 e vive a New York in un appartamento pieno di libri e oggetti curiosi al numero 3/a di Washington Mews. Dopo la misteriosa morte dei suoi genitori in un incidente aereo (1965) inizia a interessarsi di enigmi archeologici, storici, scientifici o parascientifici, occupandosi in maniera scientifica di UFO, dei poteri ESP e di molti altri enigmi ritenuti inspiegabili dalla comunità scientifica, anche se non è propriamente un investigatore in quanto non ha clienti che si rivolgono a lui per proporgli dei casi da risolvere. Nonostante questo può capitare che l'ispettore di polizia Travis o il comandante di una agenzia governativa segreta Chris Tower lo coinvolgano come consulente in casi particolarmente misteriosi.

È laureato in antropologia alla Harvard University e ha specializzazioni in archeologia alla Sorbona, storia dell'arte a Firenze e cibernetica applicata al linguaggio al MIT. Dotato di una vasta cultura, ama stupire i suoi interlocutori senza essere pedante grazie alla sua autoironia. Per un certo periodo ha vissuto in un monastero tibetano, dove si è guadagnato il mistico terzo occhio. Da giovane ricercatore che si gettava in piena notte con il deltaplano dalle alte rupi di inviolati monasteri greci tenendo in tasca un'antica arma a raggi paralizzante chiamata Murchadna proveniente dal perduto continente di Mu, attualmente Mystère passa più tempo davanti al suo fido Macintosh per preparare in perenne ritardo il prossimo libro e soprattutto le puntate del suo programma televisivo: "I Misteri di Mystère" che, grazie al discreto successo, gli permette di finanziare viaggi e l'acquisto di libri per la sua straripante biblioteca.



Versioni alternative del personaggio sono protagoniste della serie animata franco-italo-canadese omonima, risalente ai primi anni 2000, dove viene presentato un protagonista adolescente e delle due stagioni della serie a fumetti Martin Mystère - Nuove avventure a colori, pubblicate a partire dal 2016, che propone una sorta di versione reimmaginata, in chiave moderna, delle tematiche classiche della serie (Atlantide, Uomini in Nero, Altrove, ecc.).


giovedì 7 marzo 2024

Georg Philipp Telemann


Magdeburg 14-III-1681 - Amburgo 25-VI-1767

Maestro di cappella in una chiesa di Lipsia, dove fondò un coro studentesco, compi numerosi viaggi in Polonia prima di stabilirsi nel 1708 ad Eisenach come maestro di cappella a corte. Dal 1712 fu attivo a Francoforte e nel 1721 si stabili ad Amburgo come maestro di cappella in varie chiese e organizzatore di concerti e rappresentazioni liriche. Fondò nel 1728 il primo periodico musicale tedesco, il "Getreuer Musik-Meister. " Contemporaneo di Bach, Telemann è musicista più estroverso e mondano, curioso dei diversi stili e di forme peregrine.
Egli si formò a contatto con la musica francese, italiana e polacca, e mantenne in tutta la sua produzione un eclettismo che, se non gli permette di raggiungere risultati espressivi di particolare profondità, ne fa comunque un musicista abile, disinvolto, capace di idee estrose e garbate. La sua musica scorre tutta in superficie, e rimane un esempio tipico della transizione tra il barocco e il rococò tedesco, tanto da poter essere quasi considerato un anello di congiunzione tra Bach e Mozart.
La produzione di Telemann è quel che si dice sterminata (supera quantitativamente quella di Bach e di Hendel messe insieme!).
Compose migliaia di pezzi per l'uso liturgico, almeno 25 opere teatrali, oratori e passioni in gran numero, musica da camera, centinaia di pezzi orchestrali. In quest'ultimo campo fu curioso di forme nuove, e rivelò una spiccata tendenza per la musica a programma, scrivendo tra l'altro musiche dell'acqua, scene di caccia, pezzi sui caratteri umani e cosi via, oltre a serenate, concerti, suites e ouvertures all'italiana e alla francese.
Non essendo possibile neppure per Telemann, come per molti altri compositori del '600 e '700, esaminare anche in minima parte la sua produzione, che è tuttora in fase di rivalutazione, segnaleremo qui pochi brani ad esemplificazione del suo stile e dei generi musicali da lui prediletti.


Don Chisciotte suite per archi, 1735
È una serie di brani a carattere evocativo dei sentimenti di Don Chisciotte, di episodi della sua vita e di impressioni naturalistiche. Come nella Musica da tavola, anche qui il discorso è fluente e aggraziato, privo di contrasti drammatici. Le otto parti della suite con i titoli in francese nell'originale) sono: " Ouverture " ('Largo-Allegro-Largo'); "Il risveglio di Don Chisciotte" ('Andantino'); " L'attacco di Don Chisciotte ai mulini a vento" ('Moderato'); "Sospiri amorosi per la Principessa Alina" ('Andante'); "Sancho Pancia beffato" ('Allegro moderato'); " Il galoppo di Ronzinante" ('Allegretto'); "Quello dell'asino di Sancho" ('Alternativo'); "Don Chisciotte si corica" ('Vivace').

sabato 2 marzo 2024

Gian Stefano Spoto, Deserto Bianco

Le storie della gente, da una parte e dall’altra di tanti muri. Profonde differenze, ma anche sorprendenti analogie di mille mondi sconosciuti, in una terra dove la parola pace non è mai stata pronunciata. 

venerdì 1 marzo 2024

Martin Kane, private eye


Stati Uniti, 1949 / Edward C. Kahan

Tenace investigatore privato di New York, Martin Kane è uno dei primi personaggi gialli a passare dalla radio alla televisione, dove è stato interpretato da quattro attori. II primo è stato William Gargan (che dopo due stagioni decise di diventare produttore), seguito da Lloyd Nolan, da Lee Tracy e da Mark Steven , ciascuno per una sola stagione. 

La prima serie di Martin Kane, private eye andò in onda dall'11 ottobre 1949 al 20 agosto 1953. William Gargan, che aveva già interpretato Martin Kane nel serial radiofonico e che prima di entrare nel mondo dello spettacolo era stato davvero un investigatore privato, riprese in seguito questo personaggio in una breve serie di telefilm girati a Londra.


Martin Kane, Private Eye è una serie radiofonica e televisiva poliziesca americana sponsorizzata dalla United States Tobacco Company . Andò in onda via radio dal 1949 al 1952 e contemporaneamente fu una serie televisiva sulla NBC dal 1949 al 1954. Fu la "prima serie di poliziotti e ladri di successo" in televisione. 



Può essere curioso ricordare che inizialmente questa serie andava in diretta dal vivo e che la pubblicità per una marca di sigarette era inserita direttamente nella vicenda, con il protagonista che acquistava la marca sponsorizzata oppure offriva una sigaretta a qualcuno vantandone la bontà. Si trattava del tabacco da pipa Old Briar e dalle sigarette Encore e Sano, tutti prodotti della US Tobacco Company.

La versione televisiva, sponsorizzata anche dalla United States Tobacco Company, ha integrato gli spot pubblicitari nel dramma poliziesco facendo entrare Martin Kane nella sua tabaccheria preferita, dove ha discusso di tabacchi da pipa e sigarette con il tabaccaio Happy McMann (Walter Kinsella), prima di andarsene per continuare la narrazione misteriosa.



La serie radiofonica-televisiva aveva un fumetto collegato al 1950 , Martin Kane, Private Eye , pubblicato da Fox e illustrato da Wally Wood , Joe Orlando e Martin Rosenthal.