Stanco della vita, io? Non scherziamo.Ma se me la mangio con gli occhi, ancora,tutte le sue insegne,se non c’è amoal quale non abbocchi! Semmai è orad’accennare, questo sì, a qualche addio,cominciare a spegnere le candelee chiudere gli spartiti, un leggioper volta fino all’ultimo, al più fedeledegli strumenti… Quale? La memoriasussurra i due violini, il cuore un flautoo il tuo silenzio – ma io so che una storiasi fa da sola, e che è empio o almeno incautoscriversi il finale. Basti l’atrocestrozzarsi in gola, vero, della voce.
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domenica 31 agosto 2025
Giovanni Raboni: da Quare tristis
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