mercoledì 13 dicembre 2023

Capitolo 90: Pallamano, Modena, marzo 1970

Domenica, e come tutte le domeniche dal Tennis Club partiamo per allenarci e correre nella pista dell'Ippodromo. Andiamo a vari passi, lenti o veloci, lungo il tracciato, passando davanti all'Avia Pervia, alle tribune, al palazzetto dello sport, dove gioca la Panini di Pallavolo, alla sede dei pompieri, al Foro Boario, alla bocciofila e di nuovo al tennis. 
Il tutto senza fretta, per non massacrarci, e per non massacrarci abbiamo scoperto che appunto la domenica mattina, verso le 11, giocano un nuovo sport agonistico al di fuori del palazzetto, su una pista di pattinaggio all'aperto, con qualsiasi tempo faccia. 
Si fronteggiano due squadre, il campo sembra quello del calcio, ma molto più piccolo, più o meno come quello di pallavolo. I giocatori possono toccare la palla con tutto il corpo al di sopra della cintura, quindi per lanciare e tirare usano le mani, il solo portiere può usare tutto il corpo.
Devono fare gol nella rete avversaria, giocano in sei più il portiere. Gli altri si passano la palla in velocità, o palleggiando, mi sembra con le regole della pallacanestro, e devono segnare senza mettere piede nell'area del portiere. In questo modo chi deve segnare deve inventarsi cose strane per poter avvicinarsi il più possibile al portiere e bucarlo. E qui sta il bello e la spettacolarità di questo sport, che mi affascina. Chi attacca si schiera attorno alla linea che delimita l'area di porta; i più alti stanno davanti, i più smilzi e piccoli ai lati e uno sta in mezzo alla difesa a rompere le scatole. Chi attacca si passa la palla di qua e di là cercando di non farsela soffiare e chi difende deve soffiarla; ogni tanto quelli davanti cercano di saltare e tirare al di sopra delle braccia alzate dei difensori, ogni tanto la palla arriva a quello in mezzo che si contorce come un serpente per liberarsi e girarsi, ogni tanto la palla arriva a quelli a lato che si tuffano letteralmente in area e un attimo prima di toccare terra lanciano la palla verso la rete... E' uno spettacolo di gioco e agilità. Ogni domenica che passa il pubblico sembra sempre più numeroso: ci siamo noi tennisti che veniamo ad allenarci apposta, ci sono i vecchietti che sputacchiano e bestemmiano e urlano, ci sono le mogli e le fidanzate dei giocatori, e queste sono di una cattiveria inaudita... assatanate.
Io conosco personalmente il loro portiere, Claudio, Sgarbino per noi del Paradisino, siamo nella stessa parrocchia. Mi piace come gioca, è intuitivo, salta prilla casca si allunga si stende e para quasi tutto. Ormai a forza di venire ho imparato i nomi di altri, Carletto Cavani, uno di quelli ai lati, che è impressionante quanto sia forte a buttarsi, non ha paura di farsi male, piccolo e mingherlino lotta con omoni più grandi di lui, a volte litigandoci pure e dopo sono risse...  Poi ce ne è uno altissimo, Angelo, sembra quasi due metri, non finisce più, con una voce profonda e due baffi da tricheco e il naso schiacciato come un boxeur, incute timore, ma ho visto che non è cattivo, quando si rivolge alla morosa, che è anche la sorella di un altro giocatore di nome Andrea, e che lo segue come un'ombra, è gentile e premuroso. 
Poi ce ne è uno cappellone, magro e veloce, preciso, sembra quasi un lord, ha modi aggraziati, ma è fortissimo, tal Federico Malavasi, ricordo il cognome perchè è lo stesso di un mio compagno di scuola. Poi c'è un certo Dino, che fa rima con mastino, potente, quando gioca non guarda in faccia nessuno, e spinge spinge spinge, sembra voglia sfondare tutti i muri davanti a lui.
Oggi c'è un incontro strano, giocano con una squadra di Roma, una squadra di sordomuti ma che in verità fanno un casino infernale. Non parlando, urlano versi gutturali a tutto spiano creando confusione e infastidendo. Sono fortissimi, forse perchè con tutto quel casino creano scompiglio, gli avversari non riesco  a capire che ordini si diano, che schemi di gioco impostino, sembrano versi tutti uguali, solo loro sanno cosa si dicono. 
Prima dell'inizio un loro dirigente ha cercato di spiegare al "nostro" allenatore che loro avevano le magliette rosse, ma nel loro modo di dire invece di "rosse" si capiva "rotte"; a un certo punto il Dino, che era anche uno dalla battuta facile, salta su e gli urla che se le avevano rotte potevano anche aggiustarle... e così i sordomuti si sono arrabbiati e hanno cominciato un gioco pesante, molto falloso. 

Purtroppo non posso vedere come andrà a finire, durante il gioco hanno perso un sacco di tempo in spintoni e piccole risse, ed ora è appena arrivato il nostro allenatore e ci fa ripartire a correre e a salire su e giù i gradoni delle tribune. 
Terrò comunque l'occhio sempre puntato sulla partita, però, non sono sicuro di poter vedere chi l'ha spunterà... 



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