lunedì 26 dicembre 2022

Capitolo 34: Il dettato, Modena, aprile 1964

Sono pronto, calamaio pieno, penna e pennino nuovi, carta assorbente a portata di mano.
Osservo il quaderno con le pagine linde, le righe sfasate, quelle di terza elementare, il nostro maestro, Antonio Alfieri, chiede silenzio, comincia il dettato.
Tutto va liscio, il maestro si aggira fra i banchi e ci controlla, detta a voce alta non frasi ma parole, vuole saggiare la nostra bravura: "Balcone  Motocicletta  Tetto  Gianduia..."             
Poi, dopo una breve pausa, scandisce l'ultima parola: "Abbondantemente"...

Mi piace scrivere con inchiostro e pennino, qui a scuola abbiamo i banchi con il calamaio incorporato, scriviamo con cannuccia e pennino, ognuno si compra quelli che preferisce e la carta assorbente a fogli, la scuola ci fornisce solo l'inchiostro nero. Io uso il Perry, quello dorato a forma di picche, per fare le maiuscole belle con le curve marcate, oppure la torre Eiffel argentata, che va bene per i numeri, o il Gillott, quello blu scuro, ideale per i disegni.

Contemplo la parola che ho scritto, è venuta bene, con le curve ben marcate che risaltano e occupa tutta la riga, sono fiero di me...

Di colpo vedo tutto nero e la nuca e il naso mi dolgono, mi ritrovo con la faccia spiccicata sul foglio, sopra di me il maestro che con voce gracchiante e rauca mi perfora i timpani “Abbondantemente ignoranteeee!”
 


Nessun commento:

Posta un commento