A memoria d'uomo non s'era mai visto simile concentramento di folla. LoStadio Massimo di Central Park (Isola di Manhattan, New York), pur essendostato costruito apposta per l'occasione, era rigurgitante. Più di centomilapersone occupavano la gradinata ed una folla delirante premeva ancora perentrare, agli ingressi principali.A dispetto del loro lasciapassare, i telecronisti, impediti com'erano dallecassette di televisione, sormontati da un'antenna, che portavano a tracolla,stentavano ad aprirsi un varco in quell'assembramento, nonostante legomitate che distribuivano senza scrupoli.Gli elicotteri della World Stratovision sorvolavano lentamente CentralPark, trasmettendo senza intervalli i telefilm parlati che i cronisti prendevanoe che venivano istantaneamente proiettati sugli schermi televisivi disseminatiin ogni quartiere dell'immensa città. Tutte le città del mondo seguivano conuguale passione la cronaca televisiva, ma, per limitarsi alla città di NewYork, si poteva calcolare ad occhio e croce che parecchie centinaia dimigliaia di persone fissassero in quel momento gli schermi della televisioneesposti in pubblico, senza contare i milioni che li guardavano nelle loro case,dagli apparecchi di televisione a colori, tanto fra gli abitanti della "cittàsuperiore", quanto fra quelli della New York sotterranea, copia identica dellaNew York posta sul livello stradale.La festa che si stava svolgendo era molto importante, infatti: era la prima,grande cerimonia nazionale che si celebrasse dopo vent'anni di fatiche e disacrifici, poiché quel giorno, il 9 gennaio 1993, segnava la resurrezione dellecittà distrutte nel corso della terribile guerra interplanetaria del 1973.Poiché il 9 gennaio si celebrava da due decadi, in America, l'anniversariodel patto d'alleanza Terro-Betlioriana, i pianeti confederati della galassiaBetlior-Andromeda s'aggiungevano ai popoli della Terra per dare alla festa lamassima solennità.Fra gli invitati venuti dai lontani universi si notavano, sopra tutti, ilgenerale Xung e la bellissima Dyama, sua moglie. L'eroico generale portava,per la circostanza, la sua divisa azzurro vivo, sulla quale risaltavano i gradi dicapo della squadra intragalattica glamoriana, ma la gente appuntava dipreferenza i suoi sguardi curiosi ed entusiasti sulla bella Dyama, il cui corpoperfetto era come scolpito dal costume aderente di maglia color indaco ariflessi azzurri – tipico abbigliamento delle donne eleganti di Glamora – eavvolto in un magnifico mantello verde smeraldo.Al secondo piano del Blocco N.Y. 2, Jerry Barclay, il celebre biologo, eNicky Morton, sua moglie e nello stesso tempo la sua migliore collaboratrice(era assistente di laboratorio del marito), cercavano di controllare ilnervosismo che li agitava.Ad ogni istante Barclay consultava il proprio orologio da polso a triploquadrante.«È incredibile!» esplose alla fine «un guasto d'aerobus non può durare tuttoquesto tempo! Mi sto chiedendo che cosa ci nascondono i nostri amici Larrye Juanita. Avrebbero dovuto essere qui per lo meno da mezz'ora».Sua moglie Io guardò senza rispondere, ed egli continuò,nervoso: «Scegliere proprio questo giorno per un incidente d'aero-bus! Pareimpossibile, ti dico!».«Cerchiamo di ottenere la comunicazione col loro aerobus» gli suggerì lamoglie. «Anche se essi non sono a bordo, i tecnici che lo stanno riparando cidaranno notizie».«Sì, è una buona idea» disse Jerry. «Chiama tu, per favore».La donna si chinò sul globo trasmittente del televisore a onde corte echiamò Larry Ryan, il cronista del New York News.Larry e sua moglie erano in servizio nel Messico, ma avevano garantito ditornare a New York per assistere, in compagnia di Jerry, di Nicky, di Xung edi Dyama, alla festa che si stava celebrando.«Ma sono soltanto le tre» mormorò Xung. «I nostri amici potrebberoancora arrivare prima dell'inizio della cerimonia. Non comincia che allequattro...»Ci fu un silenzio.
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