KEM LINCOLN tirò indietro il serbatoio della pistola automatica peraccertarsi che scorresse liberamente, incastrò una fila di proiettili e riposel'arma nella fondina appesa alla. spalla. Sperava di non doverla usare. SeEstéban Escobar si fosse presentato solo, la pistola era senz'altro superflua,ma se fosse stato accompagnato dall'autista sarebbe forse stato necessariousare misure energiche per riuscire a cavare qualcosa da quei due.Sebbene si fosse già a metà dicembre, faceva caldo come di giugno nelMarocco centrale, perché erano le tre pomeridiane a 33 gradi di latitudinesud. Il luogo in cui Kem si trovava, a circa centosessanta miglia a nord diBuenos Aires, era stato scelto con cura: la strada attraversava in quel punto leultime basse colline prima di uscire nella grande pianura in cui giace il bacinodel River Piste. Da lì Kem poteva controllare più di un miglio di strada finoal villaggio di Basavilbaso, che Escobar doveva attraversare per arrivare allacapitale; ma non si vedevano case nei dintorni e lo scenario eracompletamente deserto.Kem indossava una giacca di lino bianco, camicia aperta, calzoni percavalcare; in testa portava un sombrero dalle ampie tese. Nonostante laprotezione che il cappello gli aveva offerto durante la cavalcata che lo avevacondotto fin li da Basavilbaso e il fatto che egli si fosse rifugiato sottol'ombra del più vicino albero, l'uomo si trovava in un bagno di sudore epiccoli rivoli gli solcavano il bruno volto paffuto.Aveva ventotto anni ed era di statura media, con una certa tendenza allapinguedine; ma la potenza del dorso e delle spalle faceva di lui unformidabile lottatore. A parte l'abbronzatura presa nelle tre settimanetrascorse in Argentina, la sua pelle era eccezionalmente scura per un inglese.A prima vista molti lo prendevano per un nativo del sud della Francia, e sianel fisico sia nel carattere egli doveva molto al fatto che la nonna materna eradi origine provenzale. Aveva capelli lisci e neri, faccia tonda, guancepiuttosto paffute, occhi scuri e labbra carnose. Gli uomini lo trovavano bruttoe non riuscivano a capire che cosa vedessero in lui le donne; ma le donne dirado sono attratte dalla sola bellezza. La tremenda vitalità di Kem, le sueallegre risate, e l'intelligenza piena di vivace humour che danzava nei suoiocchi scuri, erano più efficaci, presso le ragazze, di un bel profilo.Mentre i suoi occhi acutissimi spiavano la strada deserta e battuta dal sole,dove doveva apparire la prima nuvoletta di polvere che avrebbe rivelatol'avvicinarsi dell'automobile della sua vittima, Kem malediceva la gran calurae ripensava pigramente alla strana catena di eventi che lo avevano condotto inquel luogo.All'inizio della seconda guerra mondiale non aveva che quindici anni, ma nel1943 aveva ottenuto di entrare a far parte dei Commandos. Pochi mesi piùtardi aveva avuto la sfortuna di essere fatto prigioniero durante un'incursionesulle coste francesi. I tedeschi erano però riusciti a trattenerlo soltanto unasettimana e, una volta scappato, la facilità con cui parlava francese era stata aKem di grande aiuto nell'aprirsi il cammino fino ai Pirenei; ma non appenaaveva superato il confine spagnolo, la cattiva sorte si era di nuova abbattutasu di lui. Mentre camminava, una notte, sulla strada di Burgos, da doveintendeva proseguire a sud verso Gibilterra, era stato investito daun'automobile che correva a gran velocità e lasciato esanime sulla strada,ferito alla testa e con un femore fratturato. Da allora la sua buona stella non loaveva più abbandonato: un medico condotto che tornava da una visita a unafattoria isolata lo aveva raccolto sulla strada poco dopo l'alba.Come gran parte degli spagnoli il dottor Manuel Duero tollerava il regime diFranco come qualcosa di infinitamente preferibile al comunismo, tuttaviaprediligeva le idee liberali ed era quindi fortemente contrario al nazismo.Mentre il dottore sollevava il ferito e lo caricava sulla sua vecchia Ford, Kemaveva cominciato a delirare rivelando di essere un soldato britannico. Invecedi trasportare il ferito all'ospedale locale, dove avrebbero finito conl'internarlo per la durata della guerra, il buon dottore lo aveva condotto a casasua. E qui le due graziose figliole di Manuel Duero avevano curato Kem finoalla sua completa guarigione: ma erano passati nove mesi prima che eglipotesse riprendere a usare normalmente la gamba offesa.
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