Il locale di Yeh Ling si trovava tra la deserta Reed Street e i suoiaffollati e luccicanti dintorni. Il deserto terminava nel punto in cuisorgevano le rispettabili, anche se malinconiche, case dove innumerevolimodiste, sarte di lusso e dentisti avevano i loro nomi fuori dalle porte. Iloro studi e laboratori quindi si affacciavano sull'urtante Bennet Street, e inquesto particolare caso il termine "urlante", utilizzato a volte troppo asproposito, è ben adeguato, perché Bennet Street era piena di strepiti sia digiorno che di notte. Le strade erano il campo da gioco per i bambini diquelle prolifiche famiglie, e un ring nel quale venivano risolte le rivalitàlocali dagli uomini del quartiere mentre le donne gridavano i loroincoraggiamenti o urlavano per la paura.
Yeh Ling aveva cominciato con il suo primo ristorante all'angolo dellastrada rispettabile e ricca, ed era specializzato in strani piatti cinesi. Poi siera sempre più avvicinato al The Light, ma solo perché il suo proprietario,un cinese dall'aspetto depresso, comprava una casa dopo l'altra.Poi, all'improvviso, Yeh Ling si era trasferito sulla strada principale,acquistando un ricco e quieto edificio, un cuoco francese e uno staff dicamerieri italiani guidati dal signor Maciduino, celebre maitre d'hotel. Acausa della facciata color oro, il suo nuovo ristorante si chiamò Il TettoDorato. Dietro la facciata, pannelli di legno e luci soffuse. Un ascensoredorato portava i clienti al primo o al secondo piano, dove c'erano le saletteprivate, con le porte di vetro e le tende diafane. Yeh Ling pensava chequello fosse un eccesso di rispettabilità, ma il proprietario era irremovibilesu quel punto.Le salette senza porte erano discretamente appartate. Nessuno quindiveniva a contatto con gli altri clienti, per quanto rispettabili potesseroessere. L'ultima stanza, la numero sei, era vicina alla porta di servizio, cheattraverso un labirinto di stradine e di passaggi portava al vecchio locale diReed Street. Quel piccolo ristorante cinese era rimasto in pratica lo stessodei tempi delle prime battaglie di Ling. I clienti vi andavano a gustarepiatti cinesi ed erano serviti da silenziosi camerieri nativi di Han-Kow, lacittà natale di Yeh Ling.Il proprietario del vecchio locale si lamentava del successo di Yeh Linge derideva i suoi eleganti clienti, la maggior parte dei quali, per altro, eraignara dell'esistenza di quell'umile locale e, insensibile, mangiava i suoicostosi piatti, danzando senza scomporsi ai ritmi dell'Antica OriginaleOrchestra del Sud Carolina, che Yeh Ling aveva ingaggiato, incurantedella spesa.
Il cinese visitava quella sua elegante proprietà solo una volta all'anno, ilgiorno del Capodanno Cinese; era un bizzarro ometto con un abito giallo ebianco, guanti bianchi e collo stretto e altrettanto bianco.Tutti gli altri giorni restava a casa sua, un appartamento situato tra iquartieri poveri e deserti e le strade più lussuose, seduto nel suo salotto, lecui pareti erano ricoperte dalle colorate figure che ritagliava dalle riviste.Qui, avvolto in una vestaglia di seta nera, fumava la sua lunga pipa. Tuttele sere, tranne il sabato, alle sette e mezza usciva da una porta che si aprivasulla strada e che univa i due ristoranti, e restava ad aspettare con la manosulla maniglia. A volte arrivava prima la ragazza, altre volte il vecchio.Chiunque fosse, passava senza una parola e saliva nella stanza numero 6.Dopo il loro arrivo, Yeh Ling tornava nel suo salotto a fumare e a scriveredelle lunghe lettere a suo figlio, ad Han-Kow. Il figlio di Yeh Ling eramolto dotto e aveva una posizione, perché era poeta e studioso. Era statoammesso nell'importante società chiamata La Foresta delle Penne, il cheequivaleva a essere eletto accademico.A volte Yeh Ling pensava di costruire un nuovo palazzo a Shanford esognava di ricevere il titolo di Eccellenza... perché tutto può accadere.Non vedeva mai i due ospiti uscire. Trovavano da soli la strada e alleotto la sala era vuota. Nessun cameriere li serviva; i loro pranzi eranosempre pronti su un piccolo tavolino, e poiché la stanza numero 6 erasottratta agli occhi dei curiosi da una tenda davanti alla porta, nessunotranne Yeh Ling li conosceva.
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